Eccovi una ricetta made in Sardinia facilmente trasformabile in vegan! Un dolce non troppo dietetico… le zippole!
Una ricetta tipica della Sardegna che si fa sopratutto nel periodo di carnevale! Questa è la ricetta di mia nonna!
Ingredienti:
500 g di farina 00
500 g di semola fine
2 arance (succo e buccia grattuggiata)
1 bustina di zafferano
1 cucchiaino d zucchero
1 pizzico di sale
400 ml di latte di soya
30 g di lievito di birra in panetti
1\2 bicchiere di liquore di anice
olio per friggere
zucchero per l’esterno
Procedimento:
In un contenitore capiente mescolare gli ingredienti secchi. Intiepidite una parte del latte e utilizzatela per scioglierci dentro il lievito sciogliendolo con le mani. Versare gli ingredienti liquidi uno ad uno mescolando bene in modo da non lasciare grumi e lasciando per ultimo il latte con il lievito. Il composto dovrebbe essere abbastanza morbido, non liquido ma quasi perciò se dovesse essere necessario aggiungete altro latte! Una volta pronto il composto si dovrebbe presentare così:
A questo punto avvolgete il contenitore con un canovaccio e poi con un plaid tenendolo in un punto caldo. Lasciatelo lievitare 2 ore circa sinchè non si formano delle bollicine. Dovrebbe diventare circa così:
A questo punto siamo pronti per fare le zippole! Molti utilizzano un imbuto per colarle nell’olio, noi abbiamo una specie di saccapoche fatto con un tovagliolo dalla stoffa grossa nel quale abbiamo inserito una punta di un vero saccapoche che abbiamo tagliato con un buco finale abbastanza ampio, lo vedete nella foto sopra! Riscaldate l’olio ma non troppo, deve essere ad una temperatura nella quale possa cuocere ma non faccia diventare troppo scure le zippole. Versate il composto aiutandovi con un imbuto o un saccapoche facendo una spirale lentamente, iniziando dalla parte interna. Andrà a galla prima la parte interna sino alla fine secondo il verso in cui li avete messi non attaccandosi così alle altre parti della stessa!
Quando sarà cotta da una parte giratela aiutandovi con il manico di un mestolo in legno. Una volta dorata completamente scolatela e mettetela a raffreddarsi un poco per poi metterla in un piattino con lo zucchero per farlo attaccare tutto attorno! Ed ecco che le nostre zippole sono pronte!
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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
Non l’ho mai sentite, ma mi ricordano un dolce fritto che mangiavo a Granada..inzuppato nel cioccolato 🙁
Forse Romina intende i churros! Ci assomigliano un sacco…a essere sincera, però, quei dolci megaunti che vendono per le strade non mi hanno mai fatto gola…le tue zippole fatte in casa invece sì 😛 Complimenti a te e anche alla nonna 😉
Tu e tua nonna siete fantastiche!! Le adoro gia’ queste zeppole anche se non le avevo mai mangiate ma mi ricordano i churros, cambia la forma.. 🙂
Ops zippole, non zeppole!
I churros siiiii…maledetti..sono stata male per tutto il viaggio in autobus dopo 🙁
Meravigliose!!! 🙂
ragazze avete ragione! ho visto i churros e sono molto simili! è probabile che is zippulas (nome in sardo delle zippole) ed i churros abbiano in antichità la stessa origine! la sardegna è stata nominata anche dagli spagnoli che hanno lasciato diverse tracce anche nella lingua!
dominata scusate non nominata eheheh
Mi ricordo di averle mangiate in Sardegna! Che bontà!
Non sarà dietetico ma…chissenefrega!! 😆 poi è carinissima la forma a cavatappi!!
ahahahaha…bellissimo vedere una ricetta di casa pubblicata su questo sito.. dalle nostre farti però le facciamo come ciambelle con il buco.. 🙂 mia nonna ci ha insegnato cosi.. 🙂
grazie! le cercavo! secondo te con questo impasto si può fare anche la versione “ciambellina bitorzoluta”?
Che bontà!!!peccato siano fritte e non posso mangiarle però mi piace molto l’impasto..brava!!!
Marty qui invece si fanno entrambe! la versione a ciambella però Pri prevede delle patate nell’impasto per renderlo più lavorabile, questo è proprio liquido! metterò anche quella ricetta.. o se mi precedi mi fa piacere che la metta tu Marty!!! 😀
devono essere deliziose…complimenti!
viva le (sas, is) zippule! complimenti alessia, non le mangio da un secolo… 🙂
grazie Alessia! Enri hai ragione è sas zippulas! purtroppo parlo malissimo il sardo! spero di trovare una scuola per imparare sa limba prima o poi!
no, no… nessun errore… nella variante settentrionale (logudorese) l’articolo è ‘sas’ (sas zippulas), in quella meridionale è ‘is’… 🙂
Non mi verranno mai..mi limito ad ammirare le tue, sono perfette 😀
grande Alessia!!!! ricordo quando le faceva la mia nonnina <3
slurp! che mega-bontà…le nostre nonne sono davvero troppo avanti! 🙂 🙂
Buona.
Bravissima, che buone le zippole, le proverò! Settimana scorsa ho fatto i parafrittus e le bugie (alis “pillu frabaxiu”, nella mia zona), sono venuti benissimo senza uova, le bugie anche più buone, tanto che mia madre ha deciso ufficilamente di farke sempre così, che soddisfazione! Ed è stato facilissimo, prendete la vostra ricetta, eliminate le uova senza sostituirle in nessun modo, impastate e via…
Alessia
due precisazioni. I fritti in questione sono di origine romana, mentre la parola churro è possibile che derivi da (pasta) choux, creata da cuochi italiani alla corte di Francesco I di Francia.
La zippola attuale, quella con lo zucchero però ha solo alcuni secoli.