Come forse avrete letto su mio blog, ieri è stata la giornata dedicata al Risotto ai Lavertin, anche detti Buscondoli, o Luppolo selvatico ( Lavertin è termine strettamente piemontese ).
I miei ricordi d’infanzia ve li racconto dopo.
Ingredienti per due
- 120 gr di riso ( noi Basmati, ma serebbe stato indicatissimo l’Arborio o il Carnaroli )
- brodo vegetale
- olio di oliva
- cipollotto
- un mazzetto di lavertin
Preparazione
Lavate i lavertin e tagliateli a tocchetti, lasciando qualche punta intera.
Preparate il brodo vegetale.
Rosolate nell’olio il cipollotto tagliato a tocchetti piccoli, quindi aggiungete il riso e fatelo tostare.
Potete sfumare con poco vino bianco se volete.
Aggiungete un po’ di brodo e portate a cottura, mescolando spesso per non fare attaccare.
A metà cottura aggiungete i lavertin, altro brodo a seconda di quanto asciuga e fate cuocere in tutto per 35′ circa ( però la miglior indicazione è l’assaggio ).
Quando il brodo sarà stato assorbito ed il riso sarà cotto, salate se volete, spegnete in fuoco e servite!!!!!!!!! io da un po’ mangio tutto con le bacchette ma, ovviamente, il “risutin cui lavertin ” può essere mangiato come preferite!
Ricordi
Lavertin perchè?
L’altro giorno, leggendo un blog di cucina, mi sono tornate in mente le tante primavere trascorse in campagna quando papànonnazia mi “arruolavano ” alla caccia dei Lavertin.
Che sono? qui trovate la denominazione ufficiale ossia, Luppolo selvatico.
Da quando ho avuto il dono della parola, però, io li ho sempre chiamati Lavertin.
Tornando alla mia “caccia” boschiva , armata di forbicione più grandi di me, mi addentravo nel boschetto e dopo un po’ ne uscivo tutta graffiata ( tra rovi, ortiche e magari anche qualche ragnetto c’era di che divertirsi ) ma con un bel bottino di Lavertin.
Dalla sera casa mia si trasformava nella location de “La saga del lavertin”: frittelline, frittate, sughi per la pasta, minestra, risotti e chi più ne ha più ne metta.
Ricordo con tenerezza e nostalgia “i friciulin cui lavertin” ( chi è piemontese tradurrà perfettamente ) che preparava la nonna Olga ( avete capito bene: era lei la cuoca ufficiale di famiglia ) e, se avanzavano, il giorno dopo in mezzo al pane erano ancora più buoni.
Ricordo con tenerezza e nostalgia “i friciulin cui lavertin” ( chi è piemontese tradurrà perfettamente ) che preparava la nonna Olga ( avete capito bene: era lei la cuoca ufficiale di famiglia ) e, se avanzavano, il giorno dopo in mezzo al pane erano ancora più buoni.
E ogni inizio di primavera, da allora, è scandito dalla mia domanda “Ma ci sono già i lavertin?”.
Nonostante tutto, i “friciulin” non li ho più mangiati.
Nonostante tutto, i “friciulin” non li ho più mangiati.
Ieri, però, il papy mi ha fatto un risotto che era la fine del mondo.
Questo qui sopra , diu cui vi ho dato la ricetta….spero piaccia anche a voi!
Sostieni anche tu la libera informazione!
Scegli per i tuoi acquisti prodotti certificati VEGANOK e invita i tuoi conoscenti a fare lo stesso.
Solo con la partecipazione di tutti potremo fare la differenza per la salvaguardia del pianeta.
Per conoscere meglio VEGANOK, scarica qui il nostro rapporto di impatto Etico.
Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
bellissimo il risotto e emozionanti i racconti…..bello però portarsi dietro i ricordi anche grazie a certi cibi……anche a me capita talvolta e sono cose che nessuno ci toglierà mai. complimenti fra!
Che brava Francy e grazie per i racconti!
Che bello Francy quando un piatto o una pietanza ti ricordano l’infanzia e i momenti felici. Anch’io adoro assaporare gusti e odori che mi ripostano indietro nel tempo.
Comunque, lo sai già che questo risotta me gusta assai…e mi hai anche ispirato per farne uno.
Brava come sempre.
Ps. Sai che sto diventando gelosa delle tue foto? Sei una otografa provetta 😉
Oddio, come ho scritto? sembro un’analfabeta. Scusate, ma alcuni bottoni della tastiera mi sballano
Luppolo selvatico… Interessante. Lo voglio anch’io
E’ primaveraaaaa… é partita la caccia cruelty free all’erbetta selvaggia!
Brava Francesca, e in più questo si mangia anche con le bacchette!
Il risotto mi ha colpito già solo dall’immagine.. E i tuoi racconti mi hanno fatto tornare alla mente le mie di avventure, alla ricerca, come già dissi ( che per fortuna , anche se più di rado, riesco a fare ancora ) degli asparagi selvatici…
Tu chiedevi:- “Ma ci sono già i lavertin??” , io chiedevo e chiedo ancora, quando si avvicina il periodo, “ma ci sono già gli asparagi???”.. 😆
Che ricordi stupendi.. Grazie per averli condivisi con noi… 🙂
Che bello! Ho dei ricordi molto simili, solo che noi li chiamavamo bruscandoli (come ho scritto nei commenti al Risotto al Silene di Pizza pie :)).
Che bello, io lo mangio domani, il papi è andato oggi a raccoglierli. A Verona si chiamano Bruscansi
dopo il cavolo rosso, e dopo agli agretti…
domani mi metterò anche alla ricerca del Lavertin O__o
ma cus’è??
cus’è????
…intanto queztu rizutìn mi ztuzziga tando
brava francy!!!! 😛
(le tue foto sono sempre più belle, ed i tuoi ricordi mi emozionano sempre)
w il luppolo selvatico 😳
mannaggia quante cose non conosco e quante ne imparo grazie a voi!
di cosa sanno questi lavertin?
Ciao! da brava piemontese della provincia granda, per chi non sapesse dov’è: provincia di cuneo…nè….viva i lavertin! il giorno di pasquetta sono andata a cercarli ma ne ho trovati pochissimi! pazienza….prima della fine della primavera ne troverò altri brava francesca ma tu di dove sei?
Buono.
A Brescia si chiamano loertis
Caspita, mai sentiti nominare questi “lavertin”, mi ispira un sacco questo bel risutin!!!
Violetta: io sono di Asti…ma conosco bene Cuneo e provincia: da anni vado in montagna a Chiusa Pesio! tu sei di..?
Un bacio e grazie a tutti
Buongiorno!Scrivo da Brescia, come dice Romina da noi il luppolo selvatico si chiama “Loertis”, ma gli asparagi selvatici ( da noi “Bruscù”) non sono la stessa cosa… mi confermate?
bellissimo risotto…e complimenti, francesca, sei diventata bravissima a fare le foto!!
Francy, inutile dire che un piattino adesso sarebbe gradito, :-S ma mi sà che è già bell’e finito 🙂
da noi in milanese si chiamano “luartis”, quanti ricordi del mio papa’ che tornava con certi mazzi in mano, per fare risotti, frittate, minestrine e la mamma era tutta contenta perche’ aveva risolto il problema di cosa cucinare……..un tuffo nel passato con un po’ di nostalgia, grazie (ragazzi siete troppo bravi in cucina e come fotografi, io sono troppo vecchia per imparare a fare le foto, ma in cucina mi arrangio, le vs, ricette le raccolgo su un quaderno e lo trasformero’ in un eccezzzzzionale libro di cucina) grazie ancora ciao
Che buoni! Mio suocero li chiamava “luertin” e io li adoravo!!!!
Da quando lui non c’è più, non li ho più mangiati 🙁
Che bei ricordi mi hai scatenato!
Mmmhhh… No No.. mai assagiati…ma ispirano parecchio… !!! Mio Padre ed Io invece andavamo alla tipica ricerca di funghi porcini…Che paesaggi…Ma anche di Mirtilli…!!!
che buoni, anche io li mangiavo da piccola da brava torinese, li cercava nonno…li voglioooo
Buonissimo francy! Bravissima!
ciao scusa se non ti ho risposto subito ma non sono stata bene. Io abito vicino a saluzzo in val varaita anche se io sono una langhetta nata vicino a alba il paese delle nocciole …..alla prossima ricetta
Lo sai che dove c’è riso io corro sempre e se poi ci son erbe selvatiche che libidine 🙂
L’ho vista tempo fa, ma non avevo il tempo di commentare!
Che meraviglia il luppolo selvatico!
Che splendore il risutin!
Questa sì che è cucina locale e di stagione, la mia preferita!
😉
Uhhh anche per me sono un ricordo d’infanzia, anche se io li ho sempre chiamati LavArtin. Che bello andare sul limitare dei boschi e sulle rive.
Ma poi la parte più bella era pulirli a casa. Che bello… =)
Io abito a Serravalle d’Asti, una volta ce n’erano molti, ora non saprei…
Ma sai se in Piemonte sia vietato raccoglierli? A quanto ho letto qui in alcune regioni lo è.