Risotto arancione e aceto balsamico

Le zucche in questo periodo abbondano ed essendo comunque molto delicate o le si consumano subito una volta tagliate o le si devono congelare. Questa ultima soluzione non è che mi piaccia più di tanto in quanto una volta scongelata perdendo acqua si ammolla troppo e diventa una “pappetta”. Motivo per cui per ora mi sto sbizzarrendo nel preparare ricette con questo ingrediente che oltretutto a me piace molto per il suo sapere un pò dolciastro. Quindi io essendo amante dei risotti e allo stesso tempo della zucca, adoro letteralmente questa ricetta arricchita oggi da una “chicca” trovata a Milano in un negozio “”svena portafogli”!

Ingredienti:
70 gr di riso vialone nano o carnaroli
200 gr di zucca rossa cruda
100 gr di latte di soia
aghi di rosmarino
lievito alimentare in scaglie
pepe nero macinato fresco
5 gr di farina di semi di carrube
brodo vegetale q.b.
olio extra vergine di oliva o burro di soia
aceto balsamico invecchiato

Procedimento:
Per prima cosa nettiamo la zucca e la versiamo in un contenitore adatto al microonde tagliata a cubetti con il latte e il rosmarino. Copriamo con pellicola adatta alle alte temperature e cuociamo a 650 watt per 10 minuti. La zucca a questo punto sarà morbida perchè il latte sarà penetrata all’interno. Mettiamo la zucca con il latte rimasto nel recipiente in un frullatore insieme alla farina di semi di carrube. Frulliamo il tutto fino ad ottenere una salsa “semi-liquida” in quanto in cottura addenserà. La cottura del riso in questo caso è diversa rispetto al solito. Nessuna tostatura con la cipolla o sfumatura con il vino così lo lasciamo “neutro”. Mettiamo 300 ml di brodo vegetale in un pentolino antiaderente dal fondo spesso e portiamo a bollore. Non appena le bollicine cominciano a salire versiamo il riso e lo lasciamo cuocere per 15 minuti o 3 minuti in meno rispetto al tempo indicato sulla confezione. Il riso deve rimanere bello al dente in modo che durante la mantecatura e il riposo continuerà a cuocere senza sfaldarsi. Trascorsi i 15 minuti versiamo la purea di zucca nel risotto e il lievito alimentare. Facciamo cuocere altri 2 minuti finchè non si addensa il tutto. Spegniamo la fiamma, versiamo il lievito alimentare (a seconda del gusto ma si può anche omettere) un cucchiaio di olio, mescoliamo con un cucchiaio di legno e poniamo un coperchio. Lasciamo “assestare” il risotto e versiamo in un piatto piano così che si “distenda” uniformemente. Macianiamo del pepe nero fresco sul risotto e versiamo qualche goccia di aceto balsamico invecchiato. Gustate fumante

Note:
Non avevo mai provato l’aceto balsamico “vero”. Avevo comprato come tutti quello al market che è molto “liquido” rispetto invece al tradizionale che è molto più denso. Simile alla crema di aceto balsamico in vendita nei supermarket con la differenza che questo è così per natura. Certo da usare con parsimonia in quanto costa davvero una cifra folle!

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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
  1. eh come ti capisco!! ne ho visto un’ampollina piccina picciò con aceto invecchiato sopra i 15anni a 85eurini suonati.. che poi se ci pensi sembra folle sì, poi però ne usi 3 gocce e ti cambia la giornata 🙂
    ogni tanto una follia ci sta 🙂

    questo risotto è uno spettacolo!

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  2. Wow che bel risotto cremoso.. Con la zucca poi.. mmmm… Super!!! 🙂
    L’aceto balsamico mi piace, certo non ho mai assaggiato quello da te citato, ma non lo uso mai in realtà..

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  3. Mi è partito l’invio… Manca un pezzo, dicevo: Non lo uso mai, ma non mi dispiace come accostamento a questo bel piattino…
    Bravissimo 🙂

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  4. io amo l’aceto balsamico……. 🙂 credo che nn sia poi tanto difficle farlo in casa…..ora vedo se riesco a recuperare la ricetta

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  5. Buonissimo!
    @Ambro, mi sa che è difficile realizzarlo in casa, c’è bisogno di botti particolati (di diverse essenze, infatti l’aroma dell’aceto balsamico è dovuto al trasferimento delle essenze legnose al esso) in più va tenuto in soffitta perchè deve subire sbalzi di temperatura e ridurre man mano il volume con l’evaporazione (le botti hanno un foro molto largo affinchè avvenga) e poi di anno in anno va travasato in botti più piccole e di diversa essenza legnosa… è per quello che l’originale costa na cifra. 🙂

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  6. @ nicole… il problema di questi prodotti “in” è il dove lo compri. Mi spiego meglio: ci sono dei prodotti “standard” che QUASI ovunque costano un tot: che so le farine, lo zucchero di canna, lo sciroppo d’acero, le varie creme di frutta secca ecc ecc perchè le aziende danno prezzi imposti a cui poi ogni negozio può aggiungere un rincaro che non può superare una determinata %. Per quanto riguarda invece i prodotti “regionali” ovviamente più ci si allontana da quel posto e più ovviamente costa di più rispetto al prezzo originale che già comunque inizialmente è abbastanza elevato. Poi ovviamente ci sono i costi di spedizione (paradossalmente costano meno se li mandi in america che non nella stessa Italia) e la cosidetta “esclusiva” che magari il negozietto ha su quel tipo particolare di prodotto. Ecco che miracolosamente qualcosa che all’inizio costa 10 per esempio, alla fine lo trovi su uno scaffale a 100. Spesso oltretutto, se non si sa bene cosa si compra e chi è il produttore, si rischia soltanto di spendere soldi inutilmente e questo lo so perchè avendo lavorato in un ristorante ed assistendo alla compilazione delle liste della spesa coi relativi prezzi e i relativi negozi, anche sono grossisti, c’è sempre una grossa variazioni
    @ Mimì.. dunque l’accostamento a livello di “gusto” in senso stretto non è correttissimo nel senso che la zucca essendo già un pò dolciastra di suo dovrebbe essere accostata a qualcosa di piu amarognolo (per esempio devo provare col radicchio tardivi di treviso a foglie sottili) infatti ero un pò scettico ma mi sono ricreduto!!! A volte le cosidette “leggi della cucina” possono essere infrante e si ottengono risultati che non ti aspetteresti.
    @ Ambrosia se mi metto a fare l’aceto a casa mia mamma mi fa dormire in terrazza assieme alla botte!! o magari mi ci ficca dentro!!!
    @ Nadir.. ecco infatti mi ricordavo qualche cosa di simile sulle botti… credo sia ( ma non me ne intendo) qualcosa di simile alla produzione del vino

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  7. un’amica di mia mamma lo fa in casa…… magari chiedo a lei come (anche se in effetti ha una pacca di soldi e magari ha le botti giuste, eh)

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  8. Assolutamente sì e a me il tuo accostamento non dispice affatto.. Hai infranto splendidamente “la legge della cucina” 😉

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  9. @ Ambrosia… e magari ha anche una cantina ad hoc!!! Ci pensi ad alzarti con l’odore dell’aceto balsamico mentre prendi il caffè!!!
    @ Mimì…. io sono del parere che ci sono delle “basi” o “techine” che sono sacre altre che invece possono essere tranquillamente infrante. Credo che la difficoltà aumenta soprattutto se si parla di “alta pasticceria” nel senso che è vero che per un plum cake o una torta ci si può sbizzarrire ma per alcune preparazioni veramente “hard” bisogna veramente mettersi a tavolino e calcolare grammo per grammo ogni singolo ingrediente e pensare alla reazione che quello potrebbe avere con l’altro! Che sono contorto!

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  10. @Giuseppe, le botti con il balsamico non vanno tenute in cantina, ma in soffitta (almeno così dicono i modenesi). Per gli accostamenti e le variazioni in cucina, hai ragione. ci son piatti che non sono alla portata di tutti, e generalmente me ne tengo lontana per una forma di pigrizia mentale e di gusti. Io amo i sapori semplici 🙂
    Ciao e buon w.e.

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  11. Wow,questo risotto ha un aspetto bellissimo!! 😀 Volevo chiederti, la zucca col latte la posso anche cuocere in un pentolino anzichè nel microonde?

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  12. @ Sarè… si certo .. io utilizzo il micrronde solo perche mi viene molto piu comodo e ormai oltretutto so i tempi di cottura per cui mi regolo… comunque pentolino antiaderente dal fondo spesso e non ci sono problemi

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  13. eh già 🙂 beh diciamo che per quanto mi riguarda sono in una posizione decisamente privilegiata, difficile che mi capiti di comprare prodotti non locali, piuttosto che tramite intermediari.
    I miei genitori fanno i ristoratori ed hanno una certa linea di principio nella loro professione, perciò – per esempio – se c’è aceto balsamico non è Ponti, ma è preso direttamente dal piccolo produttore locale e così via. E’ così anche per tutto il resto, dalla verdure, alla materie prime, ai prodotti – ahimè – non cruelty-free. Sono decisamente cresciuta con tanta fortuna sotto questo aspetto, mi hanno educato all’eccellenza in cucina, tenedendo il più possibile al km zero, alle produzioni piccole e bio, solo ed esclusivamente prodotti stagionali e via dicendo…
    Anche se non condivido la linea dei loro locali, condivido a pieno il loro modus operandi 🙂 quindi il tuo risotto mi piace un sacco, alla faccia dell’aceto balsamico carissimissimo 🙂

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  14. Appena mangiato…. 😀
    buonisssssssimisssssimo!!!!!
    grazie per questa splendida ricetta

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  15. @ lisi.. sapere che qualcuno prova le proprie ricette e sono cosi gradite è meglio di vincere al superenalotto

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