Ve lo ricordate il mio “esperimento involontario” 😉 Reazione strana? Bene, adesso ho voluto provare a ripeterlo in maniera controllata. Di seguito, il reportage 🙂
Ingredienti:
1 tazza di latte di mandorla (autoprodotto)
1 cucchiaio raso di concentrato di dattero
Procedimento:
Semplicissimo: misurate 1 tazza di latte di mandorla,
versatela nel frullatore ed aggiungetevi il cucchiaio di concentrato di dattero; mixate in modo che gli ingredienti si amalgamino anche a freddo.
Come potete vedere, il concentrato di dattero ha conferito al latte un bellissimo colore rosato 🙂 Rimettete nella tazza, copritela con un telo di stoffa e fissate mediante un elastico. Scaldate leggermente il forno (io ho impostato la temperatura a 50°) e spegnetelo. Dopo pochi minuti introducetevi la tazza e… lasciate a riposo per 2 giorni. Già dopo il primo, noterete che la parte più densa del latte sarà affiorata in superficie, mentre al di sotto di questa si sarà concentrato il “siero”: mescolate e non preoccupatevi. All’assaggio, il vostro “yogurt” risulterà già acidino, ma non a sufficienza. Lasciate che i fermenti (o presunti tali :mrgreen:) completino il proprio lavoro; per aiutarli, ogni tanto potete estrarre la tazza, riaccendere il forno sempre a 50°, rispegnerlo e dopo qualche minuto reinserirla (in teoria, i microorganismi dovrebbero essere attivi fra i 37° ed i 42°). Trascorse le 48 ore da quando lo avete posto a fermentare, il vostro “yogurt” dovrebbe essere pronto al consumo. Poiché la parte più densa si sarà ancora una volta agglomerata a galla, vi occorrerà rimescolare con cura prima di assaporarlo (lo so, l’aspetto non è dei più invitanti… sembra andato a male :lol:, ma una volta mischiato esso migliorerà decisamente ;-)). Dolcificate a piacere e bevetelo così com’è, oppure completate con frutta secca, carrube, cacao o qualsiasi cosa vi ispiri 🙂
Il punto:
La consistenza ricorda quella di un latte fermentato o di uno yogurt da bere, piuttosto che di uno yogurt tradizionale (il sapore è invece caratterizzato dall’acidità tipica dei prodotti di fermentazione); per migliorare questa caratteristica, ritengo che si potrebbe sciogliere dentro al latte un po’ di agar-agar prima di avviare la procedura… il mio dubbio è solo che ciò possa compromettere il lavoro dei microorganismi, interferendo col processo di fermentazione. Se qualcuno di voi sa illuminarmi a tale proposito, è pregato di farsi avanti 😉 Parlando invece delle differenze rispetto allo scorso esperimento, si nota immediatamente la diversa consistenza, ovvero la separazione del siero dalle “proteine” (credo…), cosa che l’altra volta non era avvenuta: il tutto si era mantenuto liscio ed omogeneo, probabilmente perché avevo conservato il latte sempre nella bottiglia in frigorifero. E’ curioso che, in quel caso, i fermenti avessero agito a freddo…
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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
Ma sei davvero al limite con la chimica 😀 fantastico il tuo esperimento !! Non so come mai mi era sfuggito 🙂 provero’ a fare fermentare questi ingredienti anch’io! Sei sicura che non diventi alcolico ?!? Potrei aprire una distilleria! 😉 bacibaci 🙂
Federica 🙂
Ma sei sicura che si possa mangiare???scusami ma l’aspetto non è invitante!!!
Cavoli Power, siamo in sintonia?? Giusto stamane pensavo che era tanto che non si vedevano ricette di fermentati ed ecco! Telepatia???
😉 Facci sapere Federica potrebbe essere interessante anche una distilleria!
Ciao, volevo dirti che se ti piace sperimentare con la microbiologia e con le fermentazioni, forse dovresti affidardi a ricette già collaudate e sicure come ad esempio quella del rejuvelac (ottima bevanda). Il tuo è un hobby bello, ma ti consiglio di non postare ricette se non hai la certezza che siano cibi commestibili. Quando si sperimenta con lieviti, enzimi, bacilli, funghi bisogna stare attenti. Non prendere male queste mie parole, il mio è un consiglio amichevole. Ciao.
@aFederica: eh eh…grazie 😀 Se provi fammi sapere come ti viene 😉
Alcoolico? Hic…ma quando mai??? Hic…hic… 😆 No, a parte gli scherzi, non credo sia alcoolico, altrimenti me ne sarei accorta dopo averlo bevuto 😉 E’ vero che io reggo abbastanza bene, però…
@Pamela_823: lo so, hai ragione, ma come si dice: l’abito non fa il monaco ;-)! Io al momento sono ancora viva e vegeta, per cui…
@Polyhedral: possibile che si tratti di telepatia ;-)! Io invece ieri, nel negozio dove vado a fare la spesa, ho visto per caso un libro sui cibi fermentati! Lo sfogliato frettolosamente e mi è caduto l’occhio su una pagina (verso l’inizio) in cui veniva spiegato che “tutti i cibi si possono far fermentare”! Yeah… Però quest’esperimento lo avevo già completato da me 😉
*Lo HO sfogliato…
Ahahaha !! Non consumarlo prima di metterti in auto 😉
gulp, affascinante…
Interessantissimo questo esperimento!! 😀 ma il latte di mandorle era autoprodotto o comprato? 🙂
appena ho un po’ di tempo ci provo anche io 😉
per quanto riguarda l’agar agar, se vedi la ricetta del mio yogurt di cannellini, è tra gli ingredienti…solo che per farlo agire dovresti prima bollire il latte con l’agar agar e poi farlo intiepidire in forno!! 🙂
Mi fido che sia buono, ma io non potrei berlo 🙁 , perchè mi fa una strana sensazione 🙁
@Clara B.: ti ringrazio per le raccomandazioni 🙂 Ovviamente mi rendo conto che si tratta di processi delicati con i quali è bene non scherzare; diciamo però che, in questo caso, non è stata proprio una sperimentazione del tutto improvvisata, nel senso che già un’altra volta (vedi il mio “articolo” Reazione strana) avevo assistito ad un effetto simile che si era manifestato in maniera del tutto casuale, cioè non avevo messo il latte a fermentare appositamente, ma aveva fatto tutto da sé, semplicemente lasciandolo in frigo…prima di decidere di berlo lo avevo osservato attentamente, annusato e, quindi, assaggiato a piccoli sorsi; siccome non mi aveva poi dato alcun genere di disturbo pur avendolo consumato varie volte nel corso di più giorni, ho pensato di riprovarci utilizzando la tecnica (ben collaudata) che si utilizza normalmente per produrre lo yogurt, ovvero la fermentazione “a caldo” (37-42° C circa). Il rejuvelac l’ho fatto una volta, tempo prima di questa sperimentazione…in effetti il procedimento che ho descritto è abbastanza affine a quello per produrre quest’ultimo oppure lo yogurt d’avena (“Oatgurt”), per cui non mi è parsa una procedura così azzardata, in fin dei conti… Inoltre, secondo me bisognerebbe comunque considerare che i nostri antenati (ed alcune popolazioni ancora al giorno d’oggi) si dedicavano alla produzione di cibi fermentati in maniera “casalinga”, affidandosi unicamente al proprio istinto ed alle proprie sensazioni per stabilire la commestibilità o meno di un determinato alimento. Ad ogni modo, farò tesoro dei tuoi consigli e magari mi procurerò dei testi che trattino l’argomento in maniera chiara e dettagliata!
@aFederica: ok 😆
@DarmaSin: grazie 😉
@Cassiopea: il latte di mandorle era autoprodotto (da 100 g di mandorle per 1 l d’acqua). Ho visto la tua ricetta dello yogurt, tant’è vero che l’ho anche già sperimentata ;-), solo con 2 piccole differenze: azuki rossi al posto dei cannellini e fermenti liofilizzati al posto dello yogurt di soia come starter… Però forse di agar-agar ne ho messo fin troppo ed è diventato una sorta di budino! Per cui faccio quasi fatica a capire se effettivamente i fermenti abbiano agito (rendendolo tipicamente acido) oppure no! Ecco perché avevo il dubbio anche in questo caso 😉 Se provi questo di mandorle aggiungendoci l’agar, fammi sapere come ti esce fuori 😉
@Romina: be’, nessuno ti obbliga a farlo 😉 E’ pure vero che anche l’occhio vuole la sua parte…
Come ti avevo già commentato nell’altra ricetta io sono un po’ restia a questo genere di ricette perchè avendo studiato microbiologia sono sempre terrorizzata di aver coltivato chissà quale microrganismo xD
Comunque riguardo all’agar.. In teoria non dovrebbe agire sull’azione dei microrganismi (dopotutto in laboratorio viene utilizzato proprio per la loro crescita !!) però l’agar solidifica solo se viene prima portato sui 60°C, quindi qui non vedo come possa essere utile, mmmm..
@Hobbit91: capisco…vorrà dire che cercherò di documentarmi meglio in materia 😉
Magari allora la prossima volta provo a scaldarlo e scioglierci dentro l’agar-agar prima di avviare la fermentazione 🙂
ti consiglio di farlo solo su una parte del latte e poi mescolare al resto così non alteri l’equilibrio del tutto.. 🙂