Polenta dedicata agli “osei liberi” e ai “maiali graziati”! Perché i festeggiamenti umani non si sporchino più del sangue di esseri innocenti, il cui torto è stato solo nascere nella forma sbagliata.
Nello voleva il reportage sulla mia polenta, ed ecco che è arrivato l’atteso momento annuale in cui mi sono decisa a mettere su la “sacra rappresentazione”. L’occasione è quella di avere invitato a cena la mia famiglia (mio padre e mia sorella con suo marito): gente onnivorissima! Appena ho accennato a questo invito mi hanno proposto di portare carne e salsicce da fare alla brace nel mio camino! Una volta gliel’ho debolmente concesso (perché non hanno il camino) ma poi la puzza di cadavere bruciato mi ha disgustato per ore… Questa volta ho detto: no non portate niente, neanche il dolce, faccio tutto io e non vi mancherà nulla, non vi preoccupate… Per fortuna mi hanno ascoltato, perché sono un po’ testardi… Ho pensato: provo a fargli polenta e salsicce di seitan e due spiedini intelligenti… insieme a un variegato menù che vi allego in fondo (magari può ispirare qualcuno per uno dei prossimi banchetti festivi).
Ingredienti
Per la polenta
500 g di farina di mais
2 litri d’acqua (a me è venuta bella stretta, forse si può mettere anche un po’ più d’acqua)
sale q.b.
Per il sugo
6 salsicce di seitan
funghi misti (pleurotos, chiodini, eccetera – era uno dei vassoietti che si trovano già preparati nei supermercati – volevo aggiungere porcini secchi ma mi sono dimenticata)
2 bottiglie di passata di pomodoro Alce nero
olio evo sabino
aglio
alloro
prezzemolo
Procedimento
Per prima cosa Stefano è andato a comprare la farina di mais macinata a pietra, a due passi da casa… (il mais proviene da Primaporta cioè da Roma… non è bio, ma almeno è a km quasi zero).
Nella foto non è Stefano, ma il molinaro!
Nel frattempo scrosto e lavo la pentola di rame che teniamo appesa al gancio nel camino e tiro fuori dal portaombrelli il girapolenta tipico della Sabina che ci è stato regalato qui.
E poi passo a mettere su il sugo, ma qui bisogna fare un flashback al giorno prima, in cui ho preparato il seitan e ho provato a realizzare delle salsicce il più possibile simili alle originali (che a me non mi sono mai piaciute nemmeno da onnivora!).
Preparazione salsicce di seitan
Ingredienti
1 chilo e mezzo (ma forse anche di più) di farina Manitoba (la prossima volta però non supero il chilogrammo perché non è facile da maneggiare oltre questa quantità)
Sale q.b.
Acqua q.b.
Aromi per la bollitura in acqua (che vi indico sotto)
Stavolta tralascio le fasi della preparazione, potete andare ai miei Spiedini intelligenti e alle altre mille ricette di Veganblog in cui il procedimento è illustrato.
Nell’impasto del seitan ho messo odori misti per arrosti come una volta suggerito da TinE. E nel brodo di cottura: alloro, semi di finocchio (che pare essere spezia associata alla salsiccia), rosmarino, ginepro (tutte le spezie libere le ho messe in un sacchettino di stoffa, per poter riutilizzare il brodo senza antipatiche presenze), una cipolla, una carota, un pezzo di zenzero, mezza stecca di alga kombu, aglio, peperoncino, salsa di soya.
Vi confesso che se avessi avuto più tempo avrei provato a preparare delle vere salsicce passando al setaccio il seitan e mescolando con pezzettini di tofu come ha fatto Concita per il suo salame veg, ma non sono riuscita a trovare il budello vegetale… (il povero Stefano che si è fatto il giro dei macellai della zona ha rischiato veramente… la pelle!). Io ho visto in Internet che questo budello vegetale si vende ed è usato da chi fa insaccati cruelty-full… ma in giro boh!
Quindi per questa volta ho deciso di realizzare delle finte salsicce… Per provare quelle di Andrada non avevo l’instant seitan, quindi ho rinunciato. Ma mi hanno confortato quelle di Stefania P. (che continuo a salutare anche se non dà cenno di riceverci!).
Ecco il primo salsicciotto di seitan che sono riuscita a produrre grazie all’imbragatura nella garza – qui è appena uscito dalla bollitura ed è ancora fumante…
Ecco anche tutta la mia produzione infagottata.
E poi denudata.
La garza ha lasciato un disegno a rete che pare adatto a delle salsicce (o meglio a dei formaggi?). Con la forma comunque ci siamo.
Ed ecco qui una forma più piccola con cui farò gli spiedini e una più grande che metto in frigo da fare arrosto in settimana…
I residui di amido rimasti nell’acqua del seitan l’altra volta li ho seccati e ho realizzato un addensante in polvere. Stavolta invece ho fatto una nuova scoperta: con una parte dell’avanzo di amido ho fatto una pastella per frittura aggiungendo qualche cucchiaiata di farina.
Non avevo molta voglia di friggere e ho buttato lì questi anelli di cipolla per vedere se poteva venire qualcosa di utilizzabile per le mie linguine allo scoglio libero… e alcune mezzalune di zucca. Meraviglia! Mi sono venute casualmente delle forme molto marine… sembra che a me riesca soprattutto questo genere di veganizzazioni… Dunque ho trovato cosa usare per la versione invernale dello scoglio libero, al posto dei fiori di zucca: la zucca stessa! E gli anelli di cipolla possono prendere il posto dei cuori di palma! (Anche se è difficile rinunciare a quel materiale così somigliante al totano…). Gli anelli di semola infatti vengono un po’ troppo pesantucci… Questa pastella invece plastifica le verdure come fosse davvero una frittura di pesce!
Con il brodo del seitan invece è uscita fuori una minestrina di “carne veg” davvero squisita.
Mi ricordava molto quei pochi bolliti che ho mangiato nella mia carriera onnivora… (non mi entusiasmava molto). Ma con il brodo di seitan è tutta un’altra cosa! Era talmente gustoso che non ho nemmeno aggiunto l’olio evo a crudo!
Il riciclo non si è fermato qua. C’è stato anche un risvolto piacevole in questo seitan sfiancante:
Sembrava di fare il bagno nel latte (vegan)!
Chiusa parentesi-flashback seitan e torniamo al nostro sugo per la polenta.
Sugo per la polenta (seguito procedimento)
Mettere in pentola le salsicce a rosolare con aglio, alloro e olio evo sabino. Quando sono un po’ colorite, girandole per non farle attaccare, versare le due bottiglie di pomodoro. Nel frattempo a parte stufare il misto funghi sempre con aglio, alloro e olio evo sabino (questo mix per me è imbattibile!).
Dopo una decina di minuti di stufatura aggiungere i funghi al sugo con salsiccia veg, salare e fare amalgamare pochi minuti. Spegnere e spolverizzare con prezzemolo (ricordatevelo perché io me ne sono dimenticata, ma il sugo era ottimo lo stesso! Merito della salsiccia veg? Non so…).
Ehm… scusate le patacche… ma le foto si fanno live!
Una volta che il sugo è pronto si può partire con la polenta.
Preparazione della polenta
Mettere a bollire i due litri d’acqua e quando giunge ad ebollizione salare e far piovere il mezzo chilo di farina di mais. Dopodiché cercare di girare da subito con energia per non far formare grumi irreparabili… con l’apposito attrezzo sabino (che vedete nella foto sotto). Andare avanti di questo passo senza mai fermarsi per almeno quaranta minuti o fino a quando vedrete la polenta cominciare a staccarsi dalle pareti della pentola.
Alla guida del girapolenta soprattutto mio padre, un po’ Stefano e un po’ io.
Non l’abbiamo cotta sul camino ma sulla cucina a gas… qui è solo in posa per la foto finale! La prossima volta però vorrei provare a farla sulla cucina economica.
La polenta va scodellata a fine cottura e spianata se possibile su legno, non lasciatela nella pentola di rame che rilascia sostanze tossiche. Si veda questo intervento di Sauro nel forum di Promiseland.
Ecco il sugo pronto per l’uso.
Ed ecco cosa è arrivato sul piatto di legno a ciascun commensale! Oltre a polenta e sugo una spolverata di pecorino veg (ricetta di Silvia D. riveduta e corretta con quella del parmigiano veg del Toro di Andrada). E poi un religioso silenzio… Gli onnivori hanno gradito, pur se hanno ovviamente trovato le salsicce un po’ diverse da quelle a cui sono abituati, ma non le hanno particolarmente rimpiante (a parte il marito di mia sorella che non l’ha voluta assaggiare), erano troppo sorpresi dalla gustosità di questa versione vegan… così stavolta non si sono burlati di me come al solito accade da tanti anni… Devo ammettere che questa esperienza di chef in Veganblog mi ha probabilmente fatto migliorare molto in cucina nell’ultimo annetto!
A proposito, se togliamo le salsicce in sostanza il piatto richiama quello di Chicca (e chissà quante altre simili versioni – scrivete polenta nella casella di ricerca e date un’occhiata)! Trovate voi le differenze!
Vi scrivo anche il menu della serata (con qualche immagine illustrativa in coda). Potrebbe essere un’idea per una di queste sere di festa, magari sostituendo alla polenta qualche altra delle mie preparazioni stile “muraglia cinese” (le linguine allo scoglio libero, la parmigiana di borragine eccetera – si rimanda al mio elenco ricette per altre idee avventurose!). Il mio menù delle feste non sarà però ovviamente questo… altrimenti mi annoio!
Antipasto
Mandarini
Bruschette con aglio e olio novello sabino e con crema di borlotti
Fiori di campo con porri, mela, sesamo e capperi
Roselline di pomodoro secco
Piatti forti
Polenta etica
Spiedini intelligenti versione invernale (pleurotos, cavoletto di Bruxelles, zucca e seitan)
Contorni
Anelli di cipolla e mezzalune di zucca fritti in pastella all’amido di seitan
Catalogna ripassata con aglio, olio e peperoncino (questa non è riuscita a mangiarla nessuno! Panza troppo piena!)
(Come si noterà entrambi i contorni sono operazioni di riciclo, con cui ho recuperato gli avanzi della preparazione del seitan e le foglie della catalogna che normalmente finiscono nel secchio della monnezza ahimé).
Dessert
“Tiramisù minimalista” veg
Caldarroste
Da bere
Chianti e limoncello fatto in casa (per gli ospiti), Chinotto Neri per me
E ovviamente il pane di Stefano!
Cirino non ha partecipato al banchetto, lui è un gatto vagamente autistico e quando ci sono ospiti si dilegua… Non viene nemmeno in braccio… mi concede solo un po’ di contiguità notturna nel lettone, in particolare dopo essere tornato dalla sua ronda all’alba, ma se provo a fargli qualche carezza di troppo partono morsi e graffi… io però non “demordo”… Sto facendo di tutto per rieducarlo alle coccole (il piccoletto è stato in effetti scartato da sua madre perché malaticcio…). Ora però è un fior di gatto!
Due parole sulla polenta come piatto tipico della Sabina
Ci troviamo qui nella bassa Sabina, nel parco dei monti Lucretili, in zona ovviamente montana, dove la polenta è piatto tipico locale, lo si trova spessissimo nelle sagre paesane. Per esempio qui a Palombara Sabina l’hanno preparata domenica scorsa i Butteri di Marcellina (altro paese del parco).
In particolare ricordo la sagra della polenta rencocciata di Licenza (che per noi vegan non va bene perché si fa con avanzi di polenta alla piastra con pezzi di formaggio – magari potremmo provare con il formaggio di Concita). Però mi piace menzionare questo paese perché in alcune occasioni di manifestazioni organizzate dal parco c’è stata molta sensibilità nei confronti dei vegan, una volta che Stefano ha fatto presente alla Pro Loco che ci sarebbero stati appartenenti a questa specie (cioè lui ed io, anche se lui è ancora parzialmente vegetariano) si sono subito fatti in quattro per predisporre adeguate alternative. Stefano infatti ha fatto loro notare che a parte noi il 10% circa degli italiani è vegetariano e anche se relativamente pochi hanno diritto in queste occasioni a delle alternative, per non restare a guardare gli altri che mangiano prodotti animali a quattro palmenti.
E così ci hanno fatto le sagne di farro al pomodoro, splendida specialità vegan locale! E in altre occasioni polenta con sugo di fagioli e polenta con verdura ripassata e fagioli in bianco!
W la polenta, per natura vegan!
Qui hanno preparato il piatto di Nello!
E auguri a tutti! Quest’anno ho improvvisato questa decorazione in arte poverissima, un ramo di pino trovato per strada l’inverno scorso ormai secco a cui ho appeso i distintivi del parco dei Lucretili, una rotella di caco essiccata e altri ninnoli in giro per casa. Il che va bene con la porta di casa ancora da restaurare!
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Solo con la partecipazione di tutti potremo fare la differenza per la salvaguardia del pianeta.
Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
bellissimo reportage, e che buona la polenta! 🙂
Mariagrazia, sei un vulcano come al solito! La polenta è buona in tutte le salse, figuriamoci una preparata con tanto amore dedizione come la tua!
Per quanto riguarda il menù ci credo che i tuoi ospiti non sono riusciti a mangiare la catalogna, io mi sarei fermata molto prima!
Fai un grattino a Cirino da parte mia!
Quando riceverò un invito dove poter mangiare in maniera luculliana come i tuoi fortunati ospiti? 😉
Posso chiederti che tipo di rete hai usato per insaccare?
Domanda stupida come fai a raccogliere l’amido non l’ho capito, o non ho letto? Carini i tuoi piedini 🙂
Povero Cirino definirlo autistico, forse è solo un po’ diffidente 😉
Che meraviglia le foto con quella super polenta 🙂
Leggere questa ricetta all’ora di pranzo mi ha messo una fame incredibile (e pensare che oggi x pranzo ho solo mandarini e del pane con crema di carciofi da spalmarci…).
Beh che dire un super pranzo degno di ogni banchetto. E quelle salsicce di seitan a me hanno messo una gran curiosità.
Complimenti davvero Mariagrazia!
Giorgia C.
senza parole…..bravissima Mariagrazia…così si fa!!!! ieri ho invitato amici (niente di paragonabile alla tua lavorata, ma nel piccolo…) a cena e ho cucinato pizza e muffin…tutto vegan! si sono spazzolati tutto facendo i complimenti….sono soddisfazioni!!!!
io sono senza parole………
Di corsa che poi torno al lavoro una rispostina a tutti!
@ Nadir
grazie!
@ Cri
con dei piccoli assaggi si poteva arrivare anche alla Catalogna ma la polenta era troppo buona e nessuno ha rinunciato a riempirsi il piatto! ma tanto il giorno dopo la catalogna l’ho messa in uno strudel salato!
Grattino eseguito.
@ Chicca
Tu sai che la porta di casa mia (che qui è fotografata chiusa) per te è aperta insieme alla tua piccola tribù. Se in uno dei prossimi viaggi vorrai fare una tappa da noi, vi accogliamo volentieri, se è sabato assaggi il pane e ci dai anche il tuo esperto parere!
La rete è semplice garza da medicazione! Poi ho usato due sacchettini di tela di quelli per le noci del sapone (ovviamente mai usati per lavare i panni) e un tovagliolo di tela antica di mia nonna.
Per l’amido io lo recupero facilmente perché sciacquo il panetto di seitan dentro a ciotolone e quindi l’acqua la butto nella vasca da bagno e il fondo lo raduno in una ciotola e poi decido cosa farne, se seccarlo o fare pastelle, o magari aspetto la ricetta dei tagliolini di Mirko!
Delle foto a dire la verità sono soddisfatta solo di quella che ho messo in apertura!
@ Giorgia
buona la crema di carciofi! Pensa che io ancora non ho neanche pranzato! (comunque ho il frigo pieno di roba) Le salsicce di seitan spero di potertele far assaggiare alla prossima occasione!
@ Angelica
ma scherzi nel tuo piccolo? Fare pizza e muffin in autoproduzione è qualcosa di grandioso! bravissima anche te, è vero sono soddisfazioni. Continuiamo così!
😉
😉
😉
Che brava !!!
@ Chicca
ero ironica definendo Cirino “vagamente autistico”, lo so che la sua diffidenza è spiegabile con la sua pessima esperienza perinatale!
il fatto è che il gatto che l’ha preceduto, Shangò, praticamente viveva in simbiosi con me, lo portavo persino in viaggio in camper, in metropolitana, in concerto (una volta in una chiesa al Campidoglio), alle feste con tante persone e una volta in gita con i mezzi pubblici da Vico Equense a Capri. Lui se ne stava nel suo marsupio e non si impauriva di nulla! (comunque per precauzione gli mettevo un guinzaglietto)
Invece Cirino al minimo movimento strano quando lo porto fuori si irrigidisce e mi salta anche sul viso, così sono costretta a lasciarlo di più in casa… beh ogni gatto è un caso a sé.
😉
che pranzetto fantasticamente stuzzicante. grazie per aver postato tutte queste foto.
Posso chiederti una cosa?dove hai comprato quel fantastico attrezzo per girare la polenta?
un grande abbraccio
Applauso lungo….
Ma grazie del tuo bellissimo invito, chissà mai che non si possa fare veramente, come son stata dalla nostra cara Paola, che tra l’altro ho sentito oggi è dinuovo dalla mamma perchè bloccata e in attesa di una visita neurochirurgica 🙁 Per me veganblog senza di lei è come un bellissimo fiore senza un petalo che lo completa! Vedi mi son persa pensando a Paola, stavo dicendo che non è detto che ci si possa fermare anche da voi 🙂
PEr Cirino avevo capito il tono ironico, i gatti sono creature particolari con ognuno il suo carattere sicuramente influenzato dalle esperienze negative o positive del resto è così anche per gli umani! Ciao Mariagrazia buon lavoro
P.s. la prossima volta che faccio il seitan tengo tutto 😉
…come al solito sbirciare le tue ricette significa immergersi in un mondo stuendo… sei una persona deliziosa con delle mani d’oro, mi piacciono moltissimo i tuoi piatti e tutti i retroscena della cucina… grazie!! 🙂
….il pelosotto è stupendo 😀
immagino la tua soddisfazione!li hai rimessi a posto con le pance piene!:-)) un pranzo accuratissimo ed un bellissimo reportage! anch’io ho una batteria di pentole di rame, di varia misura e forma, per un certo periodo le ho persino usate, poi le ho messe via.le pentole per cotture lunghe le ho fatte stagnare, quelle per cotture brevi le ho lasciate ramate regolarmente…
E’ tutto meraviglioso, anche il gatto.
Volevo solo condividere con chi fosse interessato (poco tempo per mescolare la polenta, poca forza, ecc.) questo modo di cuocere la polenta, suggeritomi anni fa. Accendere il forno a 175°. Mettere a bollire un litro o poco più di acqua, salarla; quando bolle, versare 250 grammi di farina di mais, mescolando perchè non si formino grumi. Versare in una teglia, coprire con un foglio di alluminio, tenendolo un po’ a cupola. Mettere in forno per un’ora e dopo … è pronta. Unico difetto: non ha quel sentore di fumo che “fa” polenta, ma in quell’ora si può fare molto altro!
Devo dire che le salsicce e tutti gli insaccati e la carne rossa nemmeno a me sono mai piaciuti anche da onnivora! Per questa cosa in comune potrei diventare anche io brava come te?!? ehehehe
Grazie per aver condiviso il magico pranzetto e davvero tutto spettacolare. L’idea del riciclo solo facendo il seitan è affascinante e molto utile! Mi piace tutto 🙂
Grazie ancora per le ottime idee 😉
@ Francesca
certo che far restare un’avvocatessa senza parole è proprio il colmo! heehheh
@ Elettra
grazie!
@ Julie
L’attrezzo mi è stato regalato (nemmeno mi ricordo da chi), gira fra le cantine sabine di generazione in generazione che io sappia… se dovessi vederlo in vendita ti farò sapere.
Sono contenta che hai gradito le foto! aiutano a rendere in parte sapori e aromi… spero.
@ Mirko
Mi inchino. Ma invece sarei curiosa di vedere te sulla scena o sullo schermo!
@ Chicca
mi spiace molto per Paola, pensavo che la sua salute si fosse stabilizzata. Speriamo che il fiore di Veganblog si ricomponga presto! Tutti i petali sono importantissimi! Cosa sarebbe un fiore con solo tre o quattro petali? Una ciofeca!
Sono contenta che ti darai anche tu al riciclo post-seitan! non dimenticare il bagno – ma non ti fare impressionare dall’amido che apparentemente si incolla come una calce. Basta gettarci sopra un po’d’acqua e sfregare e la tua vasca torna come prima!
@ maktuub
sì in effetti più che essere una cuoca, so raccontare quello che combino in cucina! anche se cuocio un uovo al tegamino vegan lo faccio con effetti speciali hahahah! Anzi mi stanno già venendo delle idee al proposito…
@ Virginia
per una polenta annuale non vale la pena stagnare il mio unico pentolone di rame! Però se si usano spesso magari è meglio! Sopra c’è un link all’intervento di Sauro su questo tema in Promiseland.
Sì sono contenta di aver gettato le ciambelline giuste nelle fauci dei miei cerberi! altrimenti mi avrebbero divorato!
@ Laura
(sei una nuova chef?) Ti ringrazio molto di aver condiviso con noi questo sistema di cottura della polenta che evita il coinvolgimento della nostra presenza fisica ma al tempo stesso non ci obbliga ad acquistare cose precotte o liofilizzate. Ci proverò! Grazie!
@ Lucia
Secondo me quasi tutti i vegan mostravano già in qualche modo il loro disgusto per la carne nel periodo onnivoro… quindi da ciò ne discende che diventeranno tutti ottimi chef! Speriamo che sia così! Veganblog lo sta dimostrando ogni giorno! Ma secondo me se tu vieni dalla zona di Napoli in cucina saprai senz’altro il fatto tuo! un po’ di fantasia… e il gioco è fatto!
😉
😉
😉
Fantastico!!
E’ bella questa cosa del fiore, un fiore i cui petali sono tutti diversi e interessantissimi…
complimenti per questa fantastica cena!
ò…e….chi sarebbero i tuoi cerberi???
No, Mariagrazia, non sono una nuova chef. Seguo assiduamente il blog e copio, ma qualche idea l’ho anch’io. Ciao e complimenti, ovviamente.
Bravissima Mariagrazia!
La bella foto di apertura mi fa pensare ai disegni nelle grotte del Paleolitico superiore, un periodo in cui gli uomini e le donne erano parte degli equilibri naturali e i disegni probabilmente erano propiziatori per la caccia… Ma qui tu vuoi mostrare gli “osei liberi” e con il bellissimo e profondo linguaggio di allora, i graffiti rupestri, indicarci che gli umani, possono sì ritornare a vivere in equilibrio con la natura, ma anche rinunciare, almeno nelle opulente società occidentali, a uccidere gli animali per sfamarsi, non ne abbiamo veramente più bisogno…
E così il colore rosso a lato del disegno non indica più la morte ma come un tempo la sacralità della vita.
Questa è una evoluzione giustamente in linea con la storia del pianeta.
FAVOLOSO..PRANZO DA LECCARSI I..BAFFI COME CIRILLLINO!..COMPLIMENTI ANCHE PER IL SERVIZIO FOTOGRAFICO (GUARDANDO LE FOTO..sentivo i profumi!!) E…. DEL BAGNO CHE DIRE???!!! SALUTI NATALIZI ..IAIA
che SUPER reportage!!!fantastico!!!
mi piacerebbe davvero tanto preparare una cena così da
proporre ai parenti onnivori!!
appena ho tempo ti copio.. 🙂
@ Pippi
sì è bella l’idea di Chicca, ogni petalo ha la sua importanza in un fiore!
@ Yu
Grazie!
@ Virginia
i cerberi sono ovviamente i miei parenti… discendo da una stirpe di draghetti focosi…
@ Laura
aspettiamo tue nuove idee, e magari iscriviti come chef visto che ormai sei dei nostri!
@ Stefano
quanto succo sei riuscito ad estrarre nei grafiti della mia polenta contemporanea… grazie, mi sorprendono sempre i tuoi commenti, in poche righe condensi saperi e millenni!
@ Iaia
Sì sì siamo stati tanti Cirillini che si leccavano i baffi soddisfatti! sono contenta che è arrivato un po’ di profumo! tanti auguri anche a te!
@ sary
fammi sapere come va la copia! grazie dell’entusiasmo, è contagioso!
😉
😉
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Grazie, Mariagrazia, questo tuo complimento mi aiuta in questo periodo difficile. Non sono all’altezza degli chef di questo blog, ma sono sicuramente dei vostri. Ciao.
Coraggio Laura…Postare ricette ti cotringe a migliorare e quindi ha imparare…perchè hai un risultato da mostrare. Si impara tutto nella vita ricorda!
grazie per avermi mostrato anche questo reportage! 😀 vorrei farti i complimenti per ogni foto singola, ma rischierei di scrivere un “papiello” 😀 A parte tutti i procedimenti sapientemente illustrati, mi piacciono alcune foto in particolare: la prima è quella di Cirino, e poi mi piace moltissimo come hai addobbato la porta (secondo me, non la devi ristrutturare, è più bella “rustica” . Complimenti anche per aver pronunciato più di un cuoco mettendo i vari collegamenti 😀 una domanda, ma come li hai fatti gli osei??? sono alghe??? forse lo hai detto nel post, ma non l’ho notato 🙁 ciao e buon fine settimana!!!
Sei meravigliosa, come sempre, dolcissima Maria Grazia..ma soprattutto..il tuo “talento” è un dono speciale..figlia della Creatività “madre”….riesci a tradurre nel cibo la parola sacra della Vita stessa!
Auguri dal cuore!
Antonella
@ Laura
ma vedi anche Mirko ti chiede di aggiungerti alla compagnia! magari la tua prima ricetta potrebbe essere la polenta cotta al forno! così ci spieghi meglio e ci fai vedere il tuo modo di condirla! Dai!
@ Mirko
grazie di aver fatto le mie veci, a volte passa un po’ di tempo prima che posso venire a rispondere e invece a volte è importante l’immediatezza… anche perché chissà se poi Laura avrà la pazienza di venire a vedere se le ho risposto! Spero che almeno avrà letto il tuo commento!
@ Nello
Sì, hai ragione la porta è bella rustica, però avrebbe bisogno di un po’ di nutrimento e strati protettivi… comunque anche nella sua fatiscenza non è male!
Gli osei li ho fatti con filini di alghe arame! bravo! no non l’avevo detto nel blog e stavo proprio aspettando che qualcuno lo notasse! Complimenti!
Non ti strapazzare troppo con il lavoro, mi raccomando!
@ Antonella Longo
beh, io cerco sempre di fare le cose con attenzione in ogni ambito, rispettando i cicli e le energie vitali… non sempre ci riesco ma mi sforzo.
grazie, questi auguri mi sono particolarmente cari… sono particolarmente commossa… grazie! auguri di cuore anche a te!
😉
😉
😉
ora scappo che stasera vado fuori a cena e domani sto tutto il giorno in giro a Roma! a risentirci spero lunedì!
Ciao, MAriagrazia, finalmente ti ho ritrovato!
è una frase da film, forse la uso per deformazione.
Complimenti per la ricetta, ma l’ho vista senza soffermarmi troppo.
Da circa due anni sono mezzo vegetariano, non mangio carne di rosse e bianche, mangio il pesce e le uova, tranne rarissime eccezioni.
Mi sono arrivati, tramite Mara di Loreto, questo link al tuo sito e due tue e-mail.
Vivo sempre tra Roma e Ischia, ho appena terminato il mio primo film, che si chiama “Spiriti come noi” una specie di thriller “spirituale” di cui puoi vedere il trailer su youtube a http://www.youtube.com/watch?v=BRWAl036xwY.
Spero di risentirti presto.
Belle cose
Gaetano Amalfitano
ricordo quando andavo all’asilo e disegnavo gli uccelli a forma di VVVVVVVV mi hai fatto ricordare questa situazione con grande gioia 😀 ehm ora mi vado a strapazzare col lavoro… ciao e buona domenica cara mariagrazia a te e stefano 😀
oh santa paletta!!!!!
Grazie del biglietto augurale culinario
da buongustaia ho gradito !!!
Buone Feste :sclause2
Tonyna
Cara Mariagrazia, sì, so condensare millenni in poche righe e ora lo farò per poche ore…
In effetti quel giorno che ti ho aiutato a preparare la cena vegana avevo anche tante altre cose da fare ma tutto è passato in secondo piano perché intuivo che stavi per realizzare qualcosa di importante.
Le salcicce (di carne) sembrano essere intoccabili per gran parte delle persone e cercare di rifarle vegane e anche con la polenta mi è sembrato un esperimento ecologicamente significativo.
Sicuramente se riusciremo ad arrivare ad una Era Ecozoica, l’era della consapevolezza ecologica, a Natale, in tutte le case, nelle città sostenibili e negli ecovillaggi si festeggerà con la tua polenta etica!
@ Gae
la tua entrata qui per me è davvero un film!!!
sono felice di risentirti dopo tantissimissimo tempo!
e contenta del tuo primo film (questo vero).
Però non puoi definirti vegetariano se mangi il pesce eh… magari carnivoro moderato o settoriale…
Spero che questo blog ti sia di ispirazione! vai in giro a vedere quante meraviglie cruelty-free!
Vabbè per il resto ci sentiamo in pvt, ora che il contatto si è reinstaurato grazie a Veganblog!
😉
@ Nello
eh sì, da bambini eravamo tutti degli artisti! dovremmo ricordarcene più spesso! ma non ti strapazzare troppo di lavoro altrimenti non hai più l’energia per postare le tue divertentissime ricette!
😉
@ Nicole
ma come, da te mi sarei aspettata un ‘santa polenta’!
😉
@ Stefano
ti ringrazio di aver rinunciato a impegni anche importanti per assistermi (persino a una convention politica che ti avrebbe potuto cambiare la vita… eheheheh!).
Speriamo che la tua profezia sulla veganizzazione del Natale si realizzi presto!
😉
@ Tonyna
eccoti spuntata fuori dalla moderazione!
grazie dei tuoi complimenti da buongustaia onnivora!
immagino che da quella strana sigla dovesse uscire un babbo natale formato elettronico, o sbaglio?
buone feste anche a te
😉
La convention politica “ecologista” si teneva in città al centro in un albergo…
Una piccola ma significativa polenta etica come la tua, realizzata con amore in un’antica cucina nel nostro bel paesino di campagna/montagna, mi sembra sia stata più stimolante por incamminarmi lungo un sentiero che potrebbe cambiarci la vita…
“Un cammino di mille passi, inizia con un passo” (Lao-tsu, filosofo cinese, VI se. a C.)
Geniale, da provare…ma il seitan dove lo trovo??
ciaooo
sempre Fra del Molise vero?
il seitan o te lo fai da solo seguendo le tante ricette che trovi qui in veganblog e in rete, oppure lo compri nei negozi di prodotti naturali e bio, erboristerie, o supermercati come naturasì che non so se ci sono dalle tue parti!
Dato che non sei ancora pratico forse potresti provare i wurstel di soya o farro o tofu, che hanno delle forme simili a una salsiccia e sono già affumicati e aromatizzati.
Se li provi fammi sapere!
😉
Mari,
ma cosa fai? Metti su un ristorante? Che belle cose e che colori!!Miimmagino anche molto buoni. Mi fai venire voglia dilanciarmi in cucina anch’io!
Ciao
Susanna
ma no Susanna, non lo aprirei mai un ristorante! sono lenta come una lumaca (in questi giorni di festa non riesco a portare in tavola prima delle quattro del pomeriggio… per fortuna Stefano è paziente) e non resterei impassibile di fronte alle vessazioni di un cliente…
Comunque se ti ho fatto venire voglia di lanciarti in cucina, ben venga! i tuoi ti ringrazieranno!
tanti auguri!!!
😉
ottima ricetta, come sai bene io mi entusiasmo per le vrsioni veg dei piatti che conosco bene. L’unica curisosità è il sapore del seitan….ma prima o poi proverò.
un abbraccio e buon 2010
Ps: anche mia madre si è fatta una navigata su veganblog e si sta segnando ricette anticolesterolo.
A presto FRA_RAD
@ Fra_Rad
sono contenta che le versioni veg della cucina onnivora ti entusiasmino! Questa è la prova che questo genere di veganizzazione serve a qualcosa!
Spero che presto proverai il seitan! magari impari anche a farlo, visto che sei portato per i fornelli!
Sono felice che anche tua madre stia trovando una ispirazione utile in questo blog! un abbraccio a te, a lei e tutta la tua famiglia insieme agli auguri di un buon 2010!
😉
@ Stefano
scusa, non avevo risposto al tuo ultimo commento… ma è talmente bello che mi ha lasciato senza parole!
😉
Ed è pure finita meglio di come potevamo immaginare…!
Pur rinunciando alla convention nazionale sono però finito in prima pagina nel bel sito http://www.cittadiniecologisti.it, una delle più belle rappresentanze in rete dei migliori Verdi italiani.
E di cosa parlo nel sito? Dei tuoi spaghetti alle vongole felici!
Magari i Verdi italiani diventassero tutti vegani….
Visto, quando si fa la cosa giusta, le ricompense arrivano sempre!
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@ Stefano
Ti aggiorno il link:
http://www.cittadiniecologisti.it/2009/12/ho-visto-anche-delle-vongole-felici/
😉
Cara MariaGrazia,sei appena uscita dalla ns Associazione e con gioia ti ringraziamo di essere passata a conoscerci…l’interessante scambio di informazioni che abbiamo avuto è stato molto costruttivo e speriamo con tutto il cuore di poter continuare tutto ciò…Vi aspettiamo una sera a cena,con la speranza che le ns pietanze siano da voi gradite…un caro abbraccio,Monica,Marina,Claudia de…”Il Piccolo Popolo”…P.S.complimenti perchè sei una grande CHEF!!!!!!!!!!!!!!!
carissima Mariagrazia, sono passata di qua per riconciliarmi con il mondo e ci sono riuscita di nuovo con questa splendida ricetta e la bella atmosfera che traspare in tutto quello che posti.
Nella mia ultima visita ad una produzione di ceramica e corindone fuso (fonde a 2000 e rotti gradi) mi hanno raccontato che a volte gli operai si divertono a buttare dei topi vivi sulla colata…hanno pure incominciato a raccontarmi che prima si bruciano le zampe, così in fretta che non fanno nemmeno a tempo ad affondare nella colata…e per loro era divertente…ti assicuro che ho avuto incubi varie notti dopo questo racconto…purtroppo ci sono persone che non hanno nemmeno il sospetto di raccontare cose raccapriccianti. E non dico che siano persone “cattive”, forse sono solo inconsapevoli, se gli chiedi se non pensano che i topi soffrano moltissimo così ci rimangono quasi male…
ma è bellissimo, anzi meraviglioso, sapere che ci sono persone come te (e tutti gli amici di veganblog), che non farebbero mai male ad un indifeso.
Grazie.
@ piccolo popolo
ma grazie!!! 😳
verremo volentieri! anzi già che ci sono consiglio a chi abita a monterotondo e dintorni di affacciarsi in questo nuovo locale vegfriendly! a piazza del popolo ovviamente!
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@ Mauschen
che crudeltà… non riesco a sentirle queste storie raccapriccianti… mi immedesimo troppo… la prossima volta per me solo favole ok? e tutti gli animali trattati da principi e principesse! ok?
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Mariagrazia, che meraviglia di post!!!!! Vorrei stamparlo e leggerlo di tanto in tanto!!! Mi sa che lo farò! Sei proprio speciale! Un bacio a te e a Cirino da Mercurietto!
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anche a te e Mercurietto un bacio da me e Cirino!
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Ho saltato tutti i commenti ( tantissimi ) e ti dico che non avevo visto per bene questa tua ricetta che ne nasconde tante altre.. Le salsicette me le ero perse.. Complimentissimi per questa polenta davvero succulenta.. Io non ho mai amato la polenta, poco sugo e tr asciutta per me, ma se ben insughettata l’apprezzo, le salsiccette veg devono starci una meraviglia!! 🙂
Complimenti per tutto 😛
Tvb
@ Mimì
Anch’io non sono da polenta, infatti come dico anche sopra la faccio una volta l’anno! Anche per me deve essere ricoperta di sugo… altrimenti mi piace gratinata in forno, anche con le verdure tipo pizza!
Qui era il mio primo tentativo di salsiccia veg, ma ho intravisto la versione del cuoco amico di Barbara e la versione di Micillo che ispireranno sicuramente prossimi tentativi in tal senso(chissà quando!).
ttvvbb (vuol dire tvb anch’io)
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