Come dice il proverbio: “Fidarsi (dei libri di cucina) è bene, non fidarsi è meglio”. Ma mai sottovalutare l’effetto sorpresa
Seguire con attenzione una ricetta tratta da un libro per ottenere un certo risultato. Vedere durante la preparazione che le dosi consigliate sono sballate. Raggiungere un risultato diversissimo da quello previsto. Restarci male ma cambiare idea dopo l’assaggio…
Vi riporto gli ingredienti e le dosi consigliate da manuale e, nel testo vi spiegherò quelle che ritengo siano le modifiche da fare e quelle che ho fatto.
Ingredienti:
180 g di farina
1 cucchiaino di lievito secco
1 cucchiaino di zucchero (io uso sempre e solo quello di canna)
20 foglie di basilico
2 cucchiai di farina per polenta
2 cucchiai di evo (più quello per ungere teglia e terrina)
125 ml di acqua tiepida
1 cucchiaino di sale
1 wurstel di tofu aromatico*
1 pomodoro San Marzano*
olive verdi denocciolate*
origano*
*ingredienti per condimento
In una terrina, mettere 2 cucchiai di farina, 1 cucchiaino di lievito e l’acqua. Versare l’acqua di volta in volta, mescolando con un cucchiaio fino a ottenere un impasto liscio. Questo è quanto “recita” la ricetta originale ma per me l’acqua era troppa per 2 cucchiai di farina (tant’è che ne avrò usato al massimo 100 ml). Quindi ho modificato così: 3 cucchiai di farina, 2 cucchiaini di lievito e 2 di zucchero. Mettere a riposare il tutto coperto da pellicola in un luogo caldo (ho usato il forno spento da un po’) per 10 minuti. Nel frattempo, preparare la teglia nella quale cuocerà la pizza, ungendola con dell’olio e versare sulla superficie 2 cucchiai di farina per polenta (eviterà che l’impasto si attacchi e darà un gusto piacevole alla pizza). Per me anche 1 cucchiaio può essere sufficiente. Ma 2 vanno bene lo stesso.
Mentre l’impasto riposa, in un’altra terrina versare la farina rimanente, aggiungere le foglie di basilico spezzettate a mano, il sale e mescolare a secco. Fare la fontana e versarvi l’impasto col lievito e 2 cucchai di olio. Lavorare bene l’impasto fino a formare una palla. Passarla nella farina e metterla a riposare coperta in una terrina unta di olio per 20 minuti. E ora le considerazioni: 180 g di farina sono troppi (ne avanza buona parte) perché la palla che si ottiene è piccola (ne basterebbero 130-150); 2 cucchiai di olio invece sono pochi, quindi ne ho aggiunto un altro po’ (diciamo che di cucchiai saranno 3 o poco più). 2o Foglie di basilico credo siano eccessive perciò ne ho messe la metà (anche meno).
Nel frattempo ho preparato gli ingredienti per condire la pizza, semplicemente affettando pomodoro, olive e wurstel. Passati i 20 minuti, si riprende la palla,si ripassa leggermente nella farina (non è da ricetta ma è quello che ho fatto) si appiatta a mano o col mattarello (io ho usato le mani) e si mette nella teglia. Qui, con l’aiuto delle mani si stende per gìfarle prendere la forma della teglia cercando di lasciare i bordi più alti. Poi si spennella d’olio la superficie, si mettono sopra gli ingredienti, si spolvera di origano e si ripone in forno a 210 gradi (preriscaldato per 5 minuti). Si tiene in forno fin quando la crosta diventa dura al tatto (20-25 minuti ma non di più). Si serve a temperatura ambiente aggiungendo un po’ di olio.
La pizza era ottima, croccante al punto giusto (insomma non era un mattone) e gustosissima. Completamente diversa dalla ricetta di partenza (in foto c’era una pizza alta e morbida) ma una gradita sorpresa, seguita dai dolcetti Prugna & Uva, anch’essi molto graditi.
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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
Concordo a volte sui libri di cucina si vedono ricette correlate di foto super invitanti che poi una volta provato a realizzarle ci lasciano delusi!!! L’importante e poi gradire comunque come nel tuo caso 🙂 Ciao Andrada
Direi che anche nel salvare le ricette “sbagliate” sta la bravura dello chef (non è il mio caso quasi mai…) per cui … bravissima Andrada!
Concordo con le altre…brava!
…concordo con pippi… e anche io purtroppo difficilmente riesco a salvare i pastrocchi! … bravissima 😀
Grazie a tutte ragazze. Comunque l’idea di mettere il basilico nell’impasto e la farina di mais per foderare la teglia sono una gran cosa, forse senza il libro non ci avrei neanche pensato. La farina di mais non si attacca all’impasto ma, una volta pronta la pizza, lascia un residuo molto gradevole. E soprattutto, una volta rimossa con un panno o pezzo di carta, facilita la pulizia della teglia (si pulisce con sola acqua e non resta unta!).
Sì si impara dappertutto, dai libri, dagli amici, dai viaggi, dalle mamme… e anche ultimamente da Veganblog!
😉