Per farmi perdonare l’indegno pesto-trito del campeggio, non potevo che rimediare riproponendolo nella versione classica… o quasi. Un omaggio anche alla sezione ligure del blog! (il solito caso… ma ve lo dedico volentieri, sperando nella vostra benevolenza…).
Tranquilli, il peperoncino è lì solo come decorazione!
Le ricette del pesto, come quelle di altri classici della cucina veg o meno, non stancano mai… ognuna arricchisce in qualche modo una tradizione preesistente, la cucina infatti vive nella continuità delle contaminazioni, in un ciclo incessante di rifacimenti… (e comunque chiedo scusa anticipata ai liguri per tutte le eventuali corbellerie…).
Ingredienti
Foglie di basilico del mio balcone (7-8 piantine; il seme è ibrido, da specie autoctone e da una piantina comprata a Lavagna in Liguria!)
Pinoli (4-5 manciate)
Aglio (5-6 spicchi)
Sale grosso
Olio evo (sabino) (e qui siamo in odor di eresia…)
Fino a qui rispettiamo quasi alla lettera i canoni della tradizione… ma nella cucina veg non usiamo parmigiano e pecorino… (altra eresia) ma non ci scomponiamo… basta sostituirlo con
parmigiano veg, http://www.veganblog.it/2008/02/02/vero-parmigiano-vegano/
oppure come più sbrigativamente ho fatto io con:
tre-quattro cucchiaiate di mandorle in scaglie
un paio di cucchiaiate di lievito alimentare…)
Accessorio indispensabile:
Mortaio di marmo!
E ultimo ingrediente assolutamente necessario:
Olio di gomito!
Risultato: 4-5 porzioni di pesto per 2-3 persone.
Pericolosamente in bilico fra tradizione e innovazione… ecco la pesto-sequenza:
Si procede con la raccolta del basilico…
Questa è solo una parte (sì lo so che sarebbe meglio raccogliere ad agosto quando la pianta è al culmine della sua profumazione… ma ci crediate o meno, fino ad oggi non ho avuto il tempo di dedicarmi a questo lavoro). Le infiorescenze le ho staccate e tenute da parte per condire le insalate. Poi si staccano le foglioline, si sciacquano e si mettono ad asciugare su un canovaccio.
Sbucciate gli agli e avvicinate tutti gli ingredienti di cui sopra. Procedete alla tostatura dei pinoli (li ho messi in forno su un pezzetto di carta forno) per pochissimi minuti (questo l’ho trovato su una ricetta del vero pesto ligure che mi ero appuntata anni fa).
E poi finalmente ho inaugurato il mortaio che Stefano mi ha regalato due-tre natali fa. Ogni volta avevo quantità ingenti di basilico e pensavo che non fosse sufficiente il mortaio e usavo una ciotolona di ceramica, ma leggendo un’altra ricetta sul vero pesto ligure (vado a memoria – non mi ricordo la fonte esatta) ho scoperto che le foglie vanno pestate un po’ alla volta… e quindi per forza di cose devono entrarci anche in gran quantità (perlomeno quella che vi ho segnalato sopra).
E allora vai con il mortaio!
Procedere prima al pestaggio delle foglie, aggiungendo pochi grani di sale (non esagerate altrimenti diventa immangiabile!). Poi aggiungete pian piano gli agli, uno ad uno, alternando un po’ di foglie e poi un aglio (tanto per variare la solfa).
Infine avrete una crema verde!
Esauriti foglie e agli da pestare si può passare ad aggiungere i pinoli tostati.
E quando tutto sarà una crema uniforme (e il vostro braccio comincerà a protestare!), potrete finalmente aggiungere le mandorle in scaglie e il lievito, un po’ alla volta o tutto assieme come il mortaio vi chiede.
Il pesto comincia a strutturarsi (e voi avrete allegramente pestato un paio di orette…). Si può passare ad aggiungere l’olio a filo.
Ed ecco il pesto fatto con le proprie manine, dal vaso al piatto!
Se non c’era Cirino mi ero addormentata sul mortaio… però si può anche considerare una specie di meditazione… per esempio, sul vitello sopravvissuto grazie a questo pesto…
Dedico la ricetta alle vacche selvatiche del parco dei Monti Lucretili, che sono così belle… eppure a qualcuno danno fastidio… Pochi mesi fa alcune di queste miti bestiole sono state barbaramente uccise, e la testa di una di loro infilzata su un paletto… L’episodio mi ha fortemente colpito e ho scritto di getto una poesia in onore dei poveri animali. Avrei voluto esporla sul luogo dell’eccidio, ma non sono ancora riuscita ad individuarlo. Allora ho pensato di metterla qui.
ALLA VACCA-MADRE DI PIEDIMONTE (MONTE GENNARO)
Gran dama accovacciata,
tonda rupe innevata,
bianca maestà bovina,
sul verde mar del prato…
I tuoi occhi neri – affilati e dolci –
Gustano senza fretta tempo e spazio.
Cosa rara e imprevista:
una campionessa della tua specie
ha avuto diritto alla libertà,
sfuggendo al giogo latteo e al macello,
implacabili per le tue sorelle.
Ti stai posata lieve,
piccola montagna sulla montagna
grande in cui sogni e vivi
(per l’eternità!).
Statica, meditante,
custodisci misteriosi segreti
o semplicemente una vita buona?
Le tue corna lunate
in senso levogiro e destrogiro
sono forse il diadema d’Europa
smarrita in queste steppe sabine?
E qui una scure ti ha colpito…
O Vacca-Madre, che hai dato nome
Alla nostra nazione,
V-Italia – terra di vitelli!
Mi consola pensare che ancora
esista sulla Terra
un popolo che t’ama
come i nostri antenati neolitici:
l’India – terra dei grandi fiumi sacri
e delle ultime dee…
A te Vacca-Madre di Piedimonte
chiedo perdono a nome
di quei “fratelli” che non sanno…
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Solo con la partecipazione di tutti potremo fare la differenza per la salvaguardia del pianeta.
Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
Molto bella la poesia dedicata alle povere bestiole 🙁 Adoro il pesto e mi piace unirlo anche con altri ingredienti 🙂 Che bello lavorare con i nostri amici pelosoni che ci osservano 😉 Buon tutto Mariagrazia
..non ti si può lasciar da sola 5 minuti…quardate’ sta qua che vi combina…bello ragazza . e sarà certamente gustoso…io quest’anno ho fatto poco o niente di conserve et similia..ti abbraccio. ciao
Ahhhh sento il profumo del basilico fino qua! Chissà che buono 🙂
Bella la poesia…e triste…gli occhi delle mucche e dei vitelli sembrano come quelli dei cani, grandi e dolci 🙁 sai, ora ogni volta che vedo qualche pubblicità di latte/carne con le mucche che pascolano serene, non posso fare a meno di esprimere il mio dissenso…
Ehi ma qui c’è uno sconfinamento!!
A parte gli scherzi, vi racconterò una storiella curiosa: quando ci trasferimmo in Toscana, mia madre si portò dietro un vaso di basilico ligure (per noi genovesi il pesto è una specie di droga, dopo un po’ di giorni senza si va in crisi di astinenza…); beh, il pesto col basilico ligure fatto in Toscana non aveva affatto lo stesso sapore, sapeva di menta … la deduzione che facemmo è che per avere il vero pesto non solo il basilico dev’essere ligure, ma deve anche crescere in Liguria, perché sennò il risultato non è per niente scontato…
Comunque è buono, anche senza formaggio come nella ricetta veg. L’unico inconveniente è che necessita di molto olio (della riviera ligure beninteso!), e non va d’accordo con le diete dimagranti!!
mariagrazia tieni presente che sono un fan accanito dei tuoi reportage. Mi rimani sempre senza parole!!!! Che bel micio, stupenda la poesia, il pesto è una booooomba!!!!! bello…e mi piace anche la pianticella di peperoncino!!! 😀
Eh sì, anch’io condivido l’amore per il peperoncino come Nello 😛 e il tuo gatto che ti osserva curioso, che bello che è!
pippi, come inconveniente??? l’olio extravergine di oliva, se non fa dimagrire, fa benissimo a
cento altre cose… e poi è così buono!!
Che bella poesia e che bel reportage!
I tuoi post hanno sempre qualcosa di speciale.
l pesto è il pesto e anch’io, da ligure verace, mi sono fatto insegnare la vera ricetta da un’amica genovese, nonostante mia mamma lo faccia sempre con il mortaio di marmo.
Anch’io uso il mortaio di marmo per fare il pesto; perché c’è anche un altro metodo? 😀
Magari un giorno la posto, ma dovrò aspettare il basilico nuovo che quello che ho in campagna è alla fine.
Comunque, grazie per la dedica.
P.S. quando dici 5 o 6 teste d’aglio, intendi 5 o 6 spicchi vero?
Grazie a tutti! Domani vado ad aiutare un’amica a raccogliere le olive, vi rispondo (e vi vengo a commentare) con calma lunedì!
😉
@Francesco
sì si tratta di spicchi, ora vado subito a correggere la svista! (non c’è un’invasione di vampiri da queste parti!).
😉
si’,il pesto e’ una religione.con i suoi scismatici da ponente fino a spezia e lunigiana,mai uguale,e con gli eretici del pomodoro in provenza…
alternative al mortaio? forse
anni fa ( tanti) avevo un mixer tedesco che mi faceva un pesto in pochi minuti giudicato eccellente da genovesi da 7 generazioni,ma questa e’ un’altra storia.
attenti che se congelate non ci deve essere troppo sale e aglio,e niente ” formaggio” perche’ i sapori si accentuano troppo.
Come al solito posso garantire di persona la bontà del pesto di Mariagrazia…
Inoltre come Responsabile del Servizio Educazione Ambientale del Parco dei Monti Lucretili la ringrazio di cuore per la poesia in onore delle povere vacche e della sensibilità di tutti coloro che vogliono bene agli animali, nostri fratelli e sorelle, e che sono rimasti sconvolti come me dall’accaduto…
Dato che la “v” di vitelli (si veda la poesia) come glifo era nel neolitico simbolo di fertilità, quando vedremo finalmente tornare a crescere rigogliosa la coscienza ecologica?
Riesci a rendere speciale qualsiasi ricetta…..sei un mito!!!!!
@ Chicca
Hai ragione, lavorare con gli amici a quattro zampe alleggerisce qualunque cosa! Penso anche le noiose convalescenze vero?
Sto aspettando il tuo ritorno ai fornelli! Oramai ci siamo no?
😉
@ Virginia
hai ragione, non sono un tipo che si sta lì fermo a girarsi i pollici… Anch’io ho avuto poco tempo per le conserve, ma il pesto almeno andava fatto! Quest’anno ne ho fatto meno del solito, in compenso mi sono surgelata molti cubetti di pesto al sedano di Barbara! (vai a vedere, ricettuzza niente male!) E poi ormai da vegan faccio il pesto con qualunque verdura a foglia verde anche invernale!
😉
@ Fairy Maila
hai ragione, la dolcezza degli occhi bovini, canini e per me anche felini è speciale!
Bravissima, esporre il giusto dissenso ci rende civili!
😉
@ Pippi
sì ho sconfinato! hehehe! Il basilico secondo me ovunque cresca è sempre profumato, ben vengano i vari pesti con sfumatura locale!
Di olio non ne metto tanto, una cucchiaiata di pesto che metto per piatto (non faccio diventare la pasta tutta verde, come vedo essere usanza) più che dare sapore e grassi dà solo gusto e profumo!
😉
@ Nello
sono felice che ti piacciono la poesia, il gatto e il peperoncino! Nonché pesto e reportage, grazie mi dai veramente tanta soddisfazione!
😉
@ Fairy Maila
😉
@ Silvia D
hai ragione, se non si abusa l’olio è un toccasana e un insaporitore di primissima qualità!
😉
@ Francesco
…forse non lo hai notato ma quasi tutte le ricette di pesto che girano in rete prevedono l’uso di mixer e frullatore! Forse non sono liguri?
Grazie del tuo apprezzamento per la ricetta-reportage. Aspetto la tua versione del pesto con grande curiosità, ringraziandoti in anticipo!
😉
@ Micillo
Hai ragione, anche il pesto doc non ha una sola versione! Ogni campanile ligure avrà il suo! Sarebbe interessante quello francese con pomodoro…
Io a volte metto il pistacchio anziché il parmigiano veg.
Grazie per le dritte di surgelazione! Ma ormai l’aglio l’ho messo! Sarà per la prossima!
Ora non ti resta che rivelare la marca del mixer tedesco… e per quanto mi riguarda aspetto un’altra confessione da te: quale riso usi per la paella?
😉
@ Stefano
Mi auguro anch’io che la coscienza ecologica si espanda insieme al profumo delle buonissime vivande che prepariamo in questo blog!
😉
@ Francesca
Più che un mito in questa list mi sento ‘mitologica’, nel senso deteriore del termine… cioè un po’ in là con gli anni…
A parte gli scherzi, sono felice che tantissimi giovani si diano alla cucina veg!
😉
Rileggendo la poesia più volte ho pensato di musicarla… Non è stato proprio facile perché non è in rima ma provando e riprovando sta uscendo fuori, diciamo “crescendo”, una bella canzone. Alcune strofe mi hanno anche suggerito un bel ritornello, qualcosa alla Battiato, ma anche mi piacerebbe trovare delle sonorità e un modo di cantarla che ricordi un pò gli ultimi Coldplay e il vecchio Donovan, ci riuscirò? La canzone riuscirà a “fiorire”?
Ma sì, fiorirà come tutte le altre che hai già composto!
Grazie! la potrai cantare nelle scuole del parco, che bello!
Certo un mix Battiato-Coldplay-Donovan è davvero inconsueto…
comunque la versione che ogni tanto vieni a farmi sentire distraendomi dal lavoro mi pare una gemma promettente… innaffia con cura!
😉
Ho appena mangiato un piatto di pasta (con peperoncino fresco e cime di ortica crude) ma vedere il tuo pesto mi ha rimesso appetito!
Auguri di buona nascita alla canzone di Stefano!
bello il tuo piatto, lo vorrei assaggiare! trovi ancora le ortiche fresche? L’ultima che avevo in un vaso è finita nel minestrone, per fortuna ho la provvista secca!
Grazie a nome di Stefano!
😉
Paola, grazie per gli auguri, la canzone la sto provando tutti i giorni e forse a breve la registrerò e si potrà sentire.
Mariagrazia! il pesto genovese — quello con basilico e ingredienti – liguri è per me il massimo. Un piatto di pasta al pesto è quasi felicità. Tuttavia, ripiegando su linee difensive, sono costretto a ricorrere quasi regolarmente alle varie marche di pesto commercilizzato… Vedendo e assaggiando con gli occhi il tuop pesto vegano — le varie fasi della preparazione — sono entrato in crisi… mi dici come farò ora a usare il pesto che compro al supermercato? Profumo di pesto… e questo è solo l’inizio! Dovrò tentare… a imitarti, ma non nel reportage fotocgrafico. ciao, f.
@ Frank Silverdale
Sì, la cucina è in grado di regalarci momenti di felicità! ognuno ha la sua ricetta diversa da un altro, ma lascia stare quelle del supermercato! Non è necessario fare il pesto sempre con il mortaio, si può fare con il mixer in pochi minuti in quantità debordanti e surgelarlo in monoporzioni! Cerca qui che trovi indicazioni anche sui procedimenti più moderni, necessari per stare al passo con il ritmo produttivo a cui ci costringono!
Così almeno ci metti un buon olio di cui sei sicuro!
E il profumo è autentico!
😉
ORTICHE
Le trovo ancora fresche sul mio terrazzo, 1 dei due vasi ha ributtato perché a fine settembre le avevo tagliate.
Tieni conto che sono in un luogo riparato e ben esposto al sole.
Quelle tagliate sono quasi secche e pronte per essere messe in vaso.
Che brave le tue ortiche! Ma che vuol dire pronte per essere messe in vaso? Ora dove sono?
Io invece ho ancora tanto basilico nei vasi che quasi quasi ci scappano un altro paio di pesti!
😉
Cara Mariagrazia, andando a curiosare tra le ricette liguri ho trovato questa tua ricetta del pesto e sono rimasta a bocca aperta: per la ricetta che mi ricorda la terra di mio padre, per la poesia, per Cirino!
Però……….l’olio sabino non va bene…… eh eh eh 😆 😆 😆
Beh, gli errori sono un pessimo condimento, come diceva Gianni Rodari nella sua poesia “L’insalata sbagliata”!
Almeno il mio olio anche se sabino è ortograficamente corretto, non è ‘oglio’ come quello che portano al prof. Grammaticus!
Che vuoi farci… mi rassegnerò a non poter mai raggiungere la perfezione nel pesto! ma continuerò a farlo con l’olio sabino!
sono contenta che nonostante questa pecca però sei rimasta un po’ a bocca aperta!
😉
Dopo aver letto tutto e aver visto la foto finale del pest con l’olio mi è quasi sembrato di sentirne il profumo inebriante e deciso 🙂
Il pesto fatto in casa, anche quì con i soliti “errori” 😉 , è il più buono che ci sia, poi ognuno aggiunge o toglie quello che meglio crede 🙂
Io nn ho il mortaio di marmo, ahimè ho uno piccino di legno, al momento di accotento!! 🙂
L’episodio della povera mucca della quale hanno esposto la testa come trofeo, mi ha lasciato senza parola.. -_-
Preferisco non dir nulla…… Sono cose che nn posso più accettare!!
La tua poesia è dolcissima..
@ Mimì
insomma, stai rispolverando le mie vecchie ricette! Hai visto anche qui che condimento di “errori”? ma in cucina non ci può essere nulla di puro e impeccabile! Ogni mano lascia il suo! Anche con gli stessi ingredienti!
La mucca… veramente erano tre poverine… ti ringrazio di aver dedicato a loro un pensiero. Le poesie servono a questo, a conservare la memoria…
😉
Eh sì, rispolvero e rileggo le tue “vecchie” ma sembra recenti ricette 🙂
Tanti errori che hanno fatto sì che questo pesto fosse diverso ma sempre buono.. Ovviamente, come hai detto, ogni mano ci mette del suo, ogni cuoco ha uno stile diverso ed ognuno combina gli ingredienti seguendo anche i suoi gusti 😉
Le povere mucchette grazie alla tua poesia le ricorderemo sempre!!!!! <3
@ Mimì
Beh le ricette non hanno scadenza, possono essere datate ma a distanza di decenni o secoli…
Gli errori come ci spiegano Rodari e Cris-Topetta nella filastrocca dell’azoto (vedi la mia ricetta Tamburi di pace: http://www.veganblog.it/2011/01/10/t-2/) sono essenziali per dare una svolta alla propria vita! Dovremmo tutti giocare un po’ di più e fossilizzarci di meno nella nostra presunta perfezione!
Grazie a nome delle mucchette…
😉
Carissima Fatina, vedo poco lo schermo del pc in questo momento, perchè leggendo la tua poesia mi sono venuti gli occhi troppo umidi, bellissimo il tuo pesto e il Capo-Cirino che ti sorveglia 😀
bellissima ricetta piena di colore e odori (per me niente aglio pero’ 😆 )
Dovresti fare le ricette “strofina-e-annusa” con le fotografie con dentro gli oli essenziali, ogni volta che comunico con te mi vengono solo idee editoriali 😀
un enorme abbraccio, carissima Fata!!!!
@ Cris-Topetta
ma come, non mangi l’aglio? è una delle mie passioni!!!
c’è forse qualche ragione nutrizionale o è solo questione di gusto?
Le ricette “strofina-e-annusa” credo che arriveranno, vedrai!
Nel frattempo attiviamo la fantasia olfattiva!
Sono felice di suscitarti idee, anche tu per me sei una fonte continua! Mi piace troppo “errare” insieme a te!
un abbraccio plurichiralico
😉
…a proposito di “errare”, il link che ho messo sopra ai tamburi di pace porta a un’altra ricetta!
Rimetto qui il link:
http://www.veganblog.it/2011/01/10/t-2/
ma se non dovesse funzionare nemmeno stavolta basta andare nella sezione Capodanno! Ricetta: tamburi di pace.
W gli errori! così ho scoperto gli involtini di zucca di Azabel!
😉
🙂 bellissimo il link “sbagliato” 🙂
riguardo all’aglio…sono una di quelle rare persone a cui l’aglio spesso (anche se non è esattamente una regola) provoca conati reali e non solo figurati. Se si tratti di intolleranza, allergia o altro non lo so. So solo che non posso mangiarlo. Ci sono rare eccezioni, tipo quello messo sott’olio, che non mi attira, ma non mi uccide nemmeno. Quello cotto proprio non posso prenderlo in considerazione. Ma ad esempio usato per insaporire le olive dopo averle deamarizzate, o usato per insaporire altre verdure sott’olio o sott’aceto, non lo trovo cosi’ aggressivo…boh????
ti ri-chiedo scusa da qui, a nome della SSMGS (societä segreta Marmotte Ghiri e Siebenschläfer) a cui io appartengo, ogni giorno lavorativo per me è una violenza bruta sulla mia indole dormitrice e quindi il fatto di averti strappato dalle tenere braccia di Morpheus mi dispiace anche se mi sono divertita moltissimo a sentire la bellissima canzone di Stefano e le vostre voci stupende 🙂
bacionissimi cari 🙂 (ma Rodni e Cirino viaggeranno già con il loro gattesco corpo astrale???)
@ Cris-Topetta
Sì, il link che porta ad un’altra ricetta è proprio una figata!!! Mi ha fatto scoprire una ricetta in cui viene usato il famoso vegrino, anche se non ancora chiamato con questo nome!!! E’ una ricetta pionieristica questa di Azabel! Bellissima!
Il tuo rapporto con l’aglio è veramente curioso!!! Io invece lo adoro, cotto e crudo, soprattutto cotto e intero nel sugo!!! Lo rubo anche dai piatti altrui!!!
Iscrivimi subito alla società segreta Marmotte eccetera… anzi, ne sono già socia onoraria da secoli!!! E quali scuse, sono felice di essere stata svegliata dal tuo trillo festoso!!! Metti addosso una corrente di buonumore!
Io credo che Rodni e Cirino, e tutti i gatti del mondo, facendo finta di ronfare sui divani se ne vanno ad esplorare ogni angolo dell’universo… speriamo che un giorno ci addestrino anche a noi…
Un abbraccio oval-chiralico
😉
Mi sono accorta che il link ai tamburi di pace si è correttamente ripristinato! troppo strane le leggi dell’informatica… però era troppo divertente il link erroneo, per cui dato che sopra ho nominato la deliziosa ricetta di Azabel lo rimetto qui sotto, per chiarezza storica:
http://www.veganblog.it/2009/01/16/2974/
😉
Oltre al pesto, la poesia è stupenda!
grazie FranciBB! Stefano l’ha musicata e ne ha fatto anche un videoclip…
😉
Ciao, volevo darti un consiglio, sono genovese e il pesto è il mio pane, per far si che il pesto rimanga di un bel verde acceso e non diventi scuro il trucco (che poi è l’ordine nel quale noi facciamo il pesto anche col mixer) è quello di pestare prima aglio pinoli e sale grosso quando sono diventati una crema aggiungi un po alla volta il basilico. Quando il basilico sarà finito e il pesto sarà diventato una crema aggiungi l’olio e il parmigiano veg. Ah dimentcavo l’aglio non è necessario, da un gusto forte e piccantino e se non piace puo anche essere fatto senza! Buon appetito!!!!
Ciao, la ricetta che ho seguito, che purtroppo non ho conservato perché anni fa non ero così interessata al tema della cucina, era di una persona che si professava genovese doc. Poi mi è stato spedito persino un protocollo ufficiale su come si fa il pesto e nella nuova versione che ho pubblicato nel mio sito ne ho tenuto conto. Ora tu mi passi il tuo trucco di vera genovese, che onore!
Il bello delle ricette tipiche è questo: ormai ogni famiglia e ogni paese ha la sua personale versione.
Grazie proverò anche la tua proposta, ma l’aglio lo tengo perché lo adoro…
😉