Pappardelle paglia & fieno


Ingredienti per le pappardelle (per 2 persone):

300 g di semola
20 g di foglie di ortica bollite e strizzate
150 g di acqua

Ingredienti per il condimento:
sale fino (rosa himalayano)
5-6 foglie di salvia fresca
la scorza di 1 limone piccolo
2 cucchiaini di polvere di peperone dolce
1/2 bicchiere di tahina di lino (ovvero 4 cucchiai di semi di lino tostati, pestati e impastati con 3 cucchiai di olio evo)

Procedimento:
Sminuzziamo l’ortica (possibilmente raccolta in giornata) bollita e strizzata, mescoliamola in 75 g di acqua tiepida e impastiamo il tutto con 150 g di semola, facendo in modo che la pasta assuma un colorito verde più o meno omogeneo; facciamo 1 palla ben liscia e lasciamola riposare 10 minuti sotto un canovaccio di tela; impastiamo gli altri 150 g di semola con la rimanente acqua, facciamo 1 palla ben liscia e lasciamola riposare 10 minuti sotto un canovaccio di tela. Stendiamo la prima palla con un matterello in modo da ottenere una sfoglia di circa 3 mm di spessore che andiamo a tagliare con una rondella liscia in strisce di 2 cm di larghezza e lunghezza a piacere; riponiamo le pappardelle su un vassoio di legno infarinato e copriamo con un canovaccio di tela; eseguiamo la stessa operazione con la seconda palla; la stesura e il taglio della sfoglia verde dovrebbero risultare più facili rispetto all’altra sfoglia.

Facciamo tostare in una padella (preferibilmente di rame o ghisa, ma va bene anche l’acciaio; evitiamo alluminio e teflon) 4 cucchiai di semi di lino, girando con un cucchiaio di legno. Non appena i semi cominciano ad imbrunirsi riponiamoli in un mortaio e pestiamoli fino a creare una polverina. Versiamo la polverina in una tazza di vetro o ceramica, aggiungiamo 3 cucchiai di olio evo e impastiamo fino a creare una salsina più o meno densa. Prendiamo un piccolo limone non trattato e tagliamo la scorza a striscioline sottili, lunghe circa 4 cm. Sminuzziamo col coltello 5-6 foglie di salvia. Intanto mettiamo a bollire l’acqua per le pappardelle. Nella padella dove precedentemente abbiamo tostato il lino versiamo un po’ di olio evo e facciamo soffriggere velocemente le scorze di limone (2 minuti a fiamma bassa). Aggiungiamo la salvia e la polvere di peperone dolce (1 minuto) e spegniamo. Appena l’acqua bolle aggiungiamo il sale rosa (a piacere) e con delicatezza caliamo le pappardelle, separando quelle che eventualmente si sono attaccate tra loro o al vassoio. Facciamo bollire per 6 minuti esatti, scoliamo e versiamo le pappardelle nella padella del condimento. Aggiungiamo un po’ di tahina e, a fiamma bassa, mescoliamo delicatamente per 2 minuti e facciamo saltare 4-5 volte. Serviamo in un piatto piano e, sopra, aggiungiamo la restante tahina; 2 foglie di salvia fresca e 2 scorzette di limone a decorare il tutto. Buon appetito!!!

Considerazioni:
Piatto di semplice preparazione adatto a tutte le stagioni e a tutte le costituzioni. Se il limone fresco non è reperibile sostituiamolo con del succo di limone da aggiungere alla tahina.

La polvere di peperone dolce, nota in Lucania col nome di “zafaran psàt”, si ottiene, secondo tradizione, facendo essiccare per 2 giorni in forno caldo e spento i peperoni rossi dolci finchè non sono croccanti, e poi li si passa al macinino. Si conserva a lungo se riposto in vetro o in sacchi di tela in ambiente fresco e buio.

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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
  1. Ciao Vittorio Veg, benvenutissimo in famiglia! 😉

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  2. Ciao e benvenuto da un’appassionata di pasta fatta in casa 😀

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  3. Ehhh ma che cose buoneeeeee!!!!!!!!! :O :O :O

    Benvenuto, omonimo! 😉

    Reply
  4. Ciao Vittorio, che magnifica ricetta! E che bella la frase “Il piatto come base di partenza per una rivoluzione socio-culturale, prima che economico-ambientale”. Sono pienamente daccordo! Se porgessimo maggiore attenzione a ciò che mangiamo, al processo produttivo che sta dietro al singolo alimento si potrebbe davvero arrivare ad una rivoluzione che abbraccerebbe diversi campi della vita! Se pensiamo che i bambini di città non sanno neanche com’è fatta una pecora o non hanno mai visto un albero di mela! Vittorio di dove sei? Lucano di dove?

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  5. Benvenuto Vittorio! 🙂 Complimenti per la descrizione minuziosa della tua bella ricetta! 🙂 🙂

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  6. che mix raffinato! un piatto sanissimo che però non sfigurerebbe al ristorante.. benvenuto!

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  7. Questo piatto è Alto livello 😀
    Benvenutissimo!

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  8. Ciao Vittorio Veg
    la tua pasta fatta in casa deve essere buonissima…
    Ben arrivato!
    🙂

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  9. Ciao Vittorio, benevenuto!! Bravissimo per la tua pasta…davvero di alto livello, come dice Heiwa!! 😀 e poi ti ammiro perchè vedo che autoproduci tutto…dalla pasta alla tahina di semi di lino…alla polvere di peperone (questa ci devo provare, a farla!!)

    Reply
  10. ossignur…uno che definisce fare la pasta in casa un piatto semplice,non oso immaginare per i prossimi piatti che golosità ci proporrà.complimenti e benvenuto.per la contaminazione etnica cultural-mangereccia,sfondi una porta aperta!

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  11. Grazie a tutti per i commenti e a VeganBlog per avermi dato la possibilità di condividere le mie preparazioni!

    Dopo due giorni di tentativi sono finalmente riuscito ad inviare la ricetta… purtroppo la mail ha fatto i capricci!

    @Luana: si sono lucano, originario del Vallo di Diano (estremo sud della prov. di Salerno ma comunque territorio dell’antica Lucania, e d’altronde le nostre tradizioni (culinarie ma non solo) sono più vicine alla Basilicata che a quelle salernitane/napoletane.
    Al momento vivo sui colli bolognesi per motivi di studio, ma mi piace molto viaggiare e mi piace dividermi tra nomadismo e stanzialità 🙂

    @Cassiopea: a dire il vero la polvere di peperoni la produce mia nonna, io purtroppo qui a casa mia (in affitto) ho slo un piccolo fornetto elettrico col quale cerco di farci il possibile!
    Per il resto cerco di autoprodurmi il più possibile, sia per una questione economica sia perchè l'”autosufficienza” è uno dei miei obbiettivi. Cammino impervio ma intrigante 🙂

    @Valentina C: guarda che questo piatto non è complesso, prova! Occorrono solo tempo, pazienza e ingredienti genuini 🙂

    @tutti gli altri: grazie dei commenti!!!

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  12. Benvenuto, Vittorio Veg! La tua ricetta è davvero particolare…la tahina a base di semi di lino non l’avevo mai sentita, non credevo nemmeno si potesse fare (visto che i semi di lino sono ricchi di mucillagini…). Da provare!
    Complimenti anche per la pasta fresca fatta in casa…io ancora non mi sono cimentata 😉

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  13. Ciao Vittorio e benvenuto. Il tuo piatto è davvero molto creativo e invitante. Condivido appieno il tuo pensiero.

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  14. Allora siamo conterranei! io sono di Potenza!

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  15. Ciao Vittorio, benvenuto!!! Adoro la tua descrizione, anch’io penso che oggi una vera rivoluzione culturale e sociale non può esimersi dal coinvolgere (o partire?) dal nostro modo di alimentarci! Sono stata in lucania 2 anni fa (proprio di questi tempi, per San Gerardo) e me ne sono innamorata! Ionio, Tirreno, montagna, deserto, boschi…stupenda! =)

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  16. Teresinha allora corri… martedì ti aspetta la “Sfilata dei Turchi”!!!

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  17. @Flower Power: complimenti per il nick! 😉
    Si, la tahina di lino l’ho provata a fare ed è venuta bene… non so se si possa chiamare “tahina”, ma la consistenza è molto simile a quella classica di sesamo, cambia solo il gusto!

    @Luana: conosco bene Potenza, ci ho vissuto 7 anni!

    @Teresinha: si, in effetti è un territorio che offre gli ambienti più vari, e fortunatamente ci sono ancora molte zone incontaminate!

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  18. Devono essere semplicemente fantastiche

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  19. MA CHE MERAVIGLIA!!!!Complimenti e benvenuto 🙂

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  20. ciao Vittorio Veg… Benvenuto ^_^ che bella presentazione, complimenti… com’è il forno caldo e spento O_O per fare lo “zafaran psàt”?

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  21. benvenuto!!! dove la trovo la polvere di peperone dolce?

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  22. ciao,vittorio benvenuto nella nostra veg-family!!!già parti da vero chef….adoro la pasta fatta in casa!!

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  23. @Emi: il forno a legna, magari dopo aver fatto il pane, è bello caldo… si spegne il fuoco ed è l’ideale come essiccatore!

    @Daddo: la “globalizzazione” l’ha fatta conoscere col nome di paprika dolce, da noi si chiama appunto “zafaran psàt” oppure semplicemente “porv” (polvere). Si ottiene macinando sia il peperone essiccato che i semi, ovviamente il procedimento è diverso di luogo in luogo. Da quel che ne sappia io, in Campania, Basilicata, Calabria e Puglia si usa un forno caldo. Ho visto alcuni anziani, forse perchè non avevano il forno o glie ne serviva in piccole dosi, lasciare giorni e giorni i peperoni a seccare vicino al caminetto.
    Se vuoi quella tipica delle mie zone dovresti venire al sud oppure provare a cercare su internet, oppure puoi provare con la classica paprika dolce che si trova un po’ ovunque.

    @agli altri: grazie ancora!

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  24. @Daddo: ovviamente puoi provare a farla tu, è la cosa migliore!

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  25. Vittorio, io sono del sud e abito in un piccolo villaggio di Messina, chiamato Rodia, tu di dove sei?

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  26. Io sono originario prov. di Salerno, ma per ora vivo sui colli bolognesi

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  27. 😀 ma che bella preparazione, mi verebbe voglia di mangiarla ora!
    benvenuto! Ma lo sai che fino a pochi mesi fasi ero in basilicata! Vicinissima alla prov di Salerno…e la polvere di peperoni era abbondante! 😀
    mi piace parecchio la tua presentazione! complimenti 😉

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  28. Ben arrivato, Vittorio…ci hai presi per la gola!! 😀

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  29. Ciao vittorio 😀 benvenuto!!! E complimentissimi per l’inizio col botto! 😀 a presto!!!

    Federica 🙂

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  30. Vittorio benvenuto!! La tua ricetta è meravigliosa!! Te la voglio proprio copiare! E poi viva gli uomini ai fornelli!

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  31. Benvenutissimo tra noi! 😀

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  32. Benvenutissimo!
    Buona vita.

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  33. benvenuto! mi piace molto la tua presentazione! 🙂
    sarà un piacere leggere le tue ricette 😉

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  34. ah, mi piace anche molto il tuo piatto (inteso nella duplice accezione di contenuto e contenente!)

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  35. posso lasciarmi andare a versacci tipo gnam e slurp?! La polvere di peperoni..che squisitezza! Presentazione impeccabile! Benvenuto!!

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  36. Che bell’accoglienza… felicissimo di essere qui tra voi 🙂

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  37. ciao vittorio siamo lucani entrambi ma io ignoravo la “porv” di peperoni,pensa quanto si può essere alieni nello stesso luogo natio.io sono nata e vissuta sul vulture.mai stata dalle tue parti,rimedierò.passavo di qui per caso davvero,visto che siamo espatriati entrambi sui colli bolognesi ti ho voluto lasciare un saluto.mete-ore migranti similari. buona vita veg.

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  38. Benvenuto Vittorio! La tua ricetta è fantastica!

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