Questo è il dolce natalizio tipico della mia città. Ne vengono fatte due versioni, uno alto e uno basso. Il mio preferito è quello basso, piuttosto sodo all’esterno ma morbido e molto friabile internamente. Ho provato varie volte a farlo senza mai esserne soddisfatta al 100%, ora ce l’ho fatta e la casa si riempe di profumo…
Ingredienti:
400 g di farina di grano tenero 00
150 g di maizena
1 bustina di lievito per dolci
175 g di zucchero
100 g di acqua
150 g di margarina vegetale
50 g di latte di soia (ho usato anche il latte di mandorla ma ho dovuto mettere più farina)
70 g di frutta candita a cubetti
35 g di di pinoli
35 g di nocciole tostate
35 g di finocchietto o anice
200 g di uva sultanina
1 cucchiaio di acqua di fiori d’arancio
Procedimento:
In un pentolino mettete a bollire l’acqua con la margarina. Sbattete con una frusta lo zucchero col latte e versateci dentro il composto di acqua e margarina continuando a sbattere. Mettete a bagno l’uvetta in acqua calda e acqua di fiori d’arancio. Sulla spianatoia mischiate le 2 farine con il lievito, fate un buco al centro e metteteci la miscela liquida e impastate. La pasta deve essere lavorata molto a lungo. Mettete sulla spianatoia tutti i restanti ingredienti che aggiungerete uno alla volta impastando almeno 10 minuti prima di aggiungervi il sucessivo, lasciando l’uvetta ben strizzata per ultima e aggiungendo un po’ di farina se risultasse troppo umido . Accendete il forno a 200°. Dividete l’impasto in 2 parti e formate sulla teglia da forno 2 dischi schiacciandoli con le dita, fino a raggiungere uno spessore di 3-4 cm. Praticate al centro dei pandolci un’incisione a triangolo non troppo profonda. Mettete la teglia all’imboccatura del forno caldo per 20 minuti, dopodichè abbassate la temperatura a 160° per i forni elettrici-ventilati e a 180° per quelli a gas e cuocete per 40 minuti circa. Una volta cotto, spegnete e fate raffreddare nel forno. Potete farne anche uno unico ma dovete allungare i tempi di cottura.
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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
ciao Roberta, questo pane sembra proprio buonissimo!
Una domanda scusami: che significa che va messo”all’imboccatura” del forno?
grazie, e buona appetito!
Ma che bella carellata di forografie, è tutto bello, la ricetta chiarissima e precisa, le foto che ci riportano questo tuo capolavoro, e il profumo ….per un attimo l’ho persino sentito pensa che cosa può fare la suggestione… bravissima !!!! Senti volevo chiederti ma come lievito intendi la maizena vero?
Complimenti davvero! Proverò a farla! ma sono le tue mani nella foto o di qualche bambinello? 🙂
Bravissima Roby questo dolce deve essere eccezzionale, anch’io come Stella volevo farti notare bonariamente la svista, hai parlato di miscelare il lievito ma forse ti riferivi alla maizena che non è lievito, nell’elenco non hai messo lievito……complimenti ancora e salutone 🙂
caspita, complimenti per l’attenzione, mi ero dimenticata il lievito, ora ho rimediato!!!
@Luisa ho messo la placca all’ingresso del forno quel tanto che non si ribaltasse ma era quasi fuori speravo si capisse dalla foto… praticamente ho infilato la placca nelle guide del forno e l’ho lasciata fuori, non so se mi son spiegata
@Paola sono le manine della mia bimba, mi piace fare toccare gli impasti e lei si diverte a pasticciare un po’, forse è x questo che viene più buono 😉
grazie a tutti x i complimenti, ma vanno alla nostra terra così ricca di sapori e anche un po’ alla ricerca di una tradizione più etica, così non si perde la propria cultura!
Mi vien voglia di impastare assieme alla tua bimba……..vedere quelle mani e sapere che son della tua bimba, mi ha fatto ricordare quando io aiutavo la mia mamma a fare la pasta 🙁 Vorrei veramente poterle far assaggiare le cose buone che ho imparato a fare………..scusate il momento malinconico………grazie per l’aggiunta del lievita 🙂