In questo articolo andremo a conoscere in maniera più chiara e approfondita un alimento che forse come nessuno mai hai suscitato curiosità, commenti, pareri, verità, mistificazioni o maldicenze, ovverosia l’olio di palma.
Questo articolo è stato scritto a 4 mani, di fatto c’è una collaborazione tra me e il nostro immenso Sauro, personalmente tratto le parti più “alimentari” mentre S si è occupato di tutti gli aspetti etici e di conoscenza generale. Ritaglio due piccolissime righe iniziali per porrei i miei ringraziamenti a S per questa collaborazione e per tutto il lavoro che lui e lo staff di Veganblog-VEGANOK quotidianamente ci offrono
L’olio di palma si ricava dalla palma da olio (Elaeis guineensis Jacq.), originaria delle foreste pluviali della Guinea (Africa occidentale) molto simile a un altro tipo di palma ovvero la palma da cocco (Cocos nucifera) fusto eretto, frutti la cui forma ricorda quella di una prugna di colore rossastri e carnosi, crescono in caschi (règimi) che arrivano a pesare fino a circa 20 kg. Le nazioni in cui vi sono le maggiori coltivazioni sono la Malesia, l’Indonesia (solo da questi due Paesi proviene l’86% della produzione globale), la Nigeria, il Camerun e il Congo. Climi quindi molto caldi e umidi per una maggior produzione.
Secondo il rapporto Eurostat 2015 , nel 2013 l’olio di palma ha rappresentato il 39% degli oli vegetali prodotti a livello mondiale, seguito dall’olio di soia (27%) di colza (14%) girasole (10%) l’olio di oliva rappresenta invece l’1% della produzione globale. Secondo i dati che vengono forniti dal WWF, l’Italia è il secondo Paese importatore di olio di palma in Europa (25% del totale UE).
La palma da olio è particolarmente produttiva, il raccolto che viene effettuato su una determinata superficie di terreno rende molto più olio rispetto a quello ottenibile da coltivazioni di soia o girasole che necessitano di spazi più ampi.
Dalla palma si ricavano due tipi di olio il primo (olio di palma) lo si ottiene dal mesocarpo della drupa, il secondo lo si ottiene dai semi (olio di palmizio).
I frutti maturi vengono raccolti, sterilizzati in corrente di vapore, privati del nocciolo, cotti, pressati e infine filtrati. Il prodotto di questo procedimento è un olio semi-solido a temperatura ambiente, che ha una intensa colorazione rossastra, dovuto alla elevata concentrazione di carotenoidi, come il beta-carotene.
Industrialmente, per la maggior parte degli impieghi l’olio di palma rosso viene sottoposto a un procedimento di raffinazione, che consente di eliminarne la colorazione e a renderlo incolore, inodore e praticamente insapore, del tutto privo di nutrimento ma in pratica adatto ad essere utilizzato per la preparazione di snack, dolci e prodotti da forno.
L’olio di palma rosso, a differenza di quello raffinato, ha beneficio per la salute di chi lo utilizza:
la composizione nutrizionale pari a 100 g contiene circa il 50% di acidi grassi saturi per lo più palmitico quindi non del tutto così dannosi come potrebbe sembrare, il 39% di mono insaturi e il 10% circa di acidi grassi poli-insaturi.
A differenza di quello raffinato, contiene una discreta quantità di carotenoidi, soprattutto il beta-carotene, ubiquinone, ossia il coenzima Q10, squalene e vitamina E.
Il beta-carotene ha una dimostrata efficacia come antiossidante, lo stesso vale per la vitamina E.
Il coenzima Q10 è una delle molecole fondamentali per il funzionamento delle cellule del nostro organismo, diversi studi scientifici hanno dimostrato che il coenzima Q10 è efficace nella riduzione del rischio di infarto e in casi di insufficienza cardiaca.
Lo squalene è una delle molecole che compongono il sebo, che ha un’azione protettiva per la pelle.
Va ricordato che i valori fin qui descritti valgono per l’olio di palma non raffinato, la composizione differisce molto dall’olio di nocciolo di palma o di palmisti (molto utilizzato in ambito industriale) costituito invece per oltre l’80% da acidi grassi saturi.
L’olio di palma, pur essendo di origine vegetale, rappresenta un’eccezione poiché ha una composizione in acidi grassi più simile al burro e così si presta per le sue proprietà chimiche a sostituirlo nelle preparazioni industriali: è solido, insapore, non irrancidisce resiste bene alla temperatura, cosa che non fanno gli altri oli di origine vegetale (oliva, girasole, ecc.), che con la cottura danno luogo a perossidi tossici.
Ricco di grassi saturi (45-50%) rispetto al burro, allo strutto e alla stessa margarina, ne ha però di meno. Ha meno grassi polinsaturi rispetto all’olio di oliva e a quello di girasole trattandosi di un grasso saturo, va considerato esattamente come tutti gli altri grassi saturi quindi è bene limitarne il consumo, è sbagliato però sostenere che altri grassi come il burro, la margarina o tutti gli altri oli vegetali, specie se cotti, non facciano male, mentre l’olio di palma sì.
Aprendo una parentesi sul rapporto tra l’olio di palma e la salute possiamo osservare che gran parte dell’olio di palma assunto come cibo è deteriorato (ossidato) e questo peggioramento qualitativo del prodotto sembra essere il principale fattore di rischio legato al consumo di olio di palma.
Uno studio del 2005 condotto in Costa Rica ha evidenziato che la sostituzione di olio di palma in cucina con oli non idrogenati polinsaturi potrebbe ridurre il rischio di attacchi di cuore.
Uno studio sperimentale del 2011 che ha coinvolto 23 paesi nel mondo ha dimostrato che su base annua, per ogni chilogrammo di olio di palma aggiunto alla dieta si riscontra un aumento dei decessi per cardiopatia (aumento 68 morti per 100.000 persone) aumento risultato meno importante nei paesi più sviluppati rispetto agli altri.
Una serie di altri studi indicano l’olio di palma come beneficio per la salute, tra cui l’aumento del colesterolo buono (HDL) riducendo quello cattivo (LDL), e che il consumo di olio di palma non aumenta il rischio di malattie cerebrovascolari.
Da questa serie di dati possiamo notare un errore di valutazione o di descrizione delle abitudini alimentari poste in esame, sarebbe inutile quantificare il consumo di olio di palma nella dieta e i relativi effetti sulla salute, senza considerare gli alimenti a cui viene associato, trattandosi di un grasso da condimento, utilizzato soprattutto per la frittura o la cottura (per fare un esempio 100g di carciofi infarinati e fritti sarebbero ben differenti da 100g di polpette di riso e formaggio vegan infarinate e fritte).
Rimane comunque doveroso specificare che pur risultando ben lontano dal poter essere definito un “grasso buono”, l’olio di palma grezzo è un prodotto sicuramente meno discutibile sul piano strettamente nutrizionale di altri grassi naturali e non, spesso utilizzati e considerati nutrizionalmente migliori.
Di Sauro Martella…
“Inizio questa mia parte di intervento ringraziando Luca Celtics, ma definirmi “immenso”, mi sembra oggettivamente esagerato…Tornando all’argomento principale, provo a dire la mia in merito… Sull’Olio di Palma si può dire molto male e molto bene (molto male è decisamente più facile) e visti gli interessi economici in gioco, abbiamo visto
enormi campagne a favore (finanziate da chi lo produce o lo utilizza come ingrediente a basso costo e quindi ha interesse a poter continuare ad usarlo) ed enormi campagne di vero e proprio boicottaggio (in questo caso nate da movimenti di consumatori, privi di interessi economici, ma spesso altrettanto privi di conoscenza sull’argomento). Insomma, come la metti la metti, parlando di questo tema, si sa già che si verrà etichettati come venduti alle
multinazionali, o come estremisti eremiti privi di realismo … Io non mi sento di appartenere a nessuno di questi due schieramenti e penso che un maggiore equilibrio e serenità di giudizio nell’affrontare questi temi, possa essere adottato da tutti, pur mantenendo le idee molto chiare.
Tanto per chiarire la mia posizione, inizio con il dire che, da fondatore della Certificazione Etica VEGANOK e da guida nelle scelte etiche che tale Certificazione promuove, ne ho vietato l’uso nel settore alimentare e posso affermare con orgoglio che VEGANOK è attualmente l’unica certificazione VEGAN al mondo ad averlo fatto. Una scelta del genere non è certo stata facile ed ha comportato dover costringere molte, moltissime aziende ad eliminare quell’ingrediente. E’ una scelta fatta non per motivi nutrizionali, altrimenti avremmo dovuto vietare qualsiasi altro grasso saturo vegetale o qualsiasi altro ingrediente raffinato, ma unicamente per motivi di sopravvivenza di esseri viventi vittime di questa produzione folle e distruttiva. Insomma da vegano voglio poter decidere anche di mangiare schifezze se proprio lo desidero, ma so che non ho il diritto di uccidere altri animali non umani che hanno diritto alla vita
proprio come me.
Forte di questa posizione, che affermo con orgoglio e che mi pone in una posizione ben precisa, voglio però anche chiarire degli aspetti “a favore”… Si ci sono aspetti a favore e sono anche aspetti importanti e per quanto la mia posizione sia contraria, credo che sia necessario parlare comunque in modo onesto e corretto affinché ognuno possa fare le sue scelte in modo consapevole e non lasciandosi trascinare da movimenti di persone che urlano o da pubblicità che promuovono un olio dannoso … L’informazione è ciò che ci permetterà di fare scelte migliori.
Innanzitutto è bene chiarire che nella produzione di oli vegetali, la produzione di Olio di Palma (come già accennato da Luca Celtics) è di per sé la più efficiente (e quindi teoricamente con il minore impatto ambientale) in termini di produzione per ettaro.
Ad esempio, ogni ettaro di terreno può produrre circa 4 tonnellate di olio di palma, mentre lo stesso ettaro coltivato a girasole, probabilmente produrrebbe non più di 600 Kg. Questo vorrebbe dire (per fare un esempio assurdo, ma di facile comprensione) che se dovessimo convertire l’attuale produzione di Olio di Palma in olio di girasole, ci vorrebbe
6.6 volte più terreno con conseguente aumento dei danni.
Ma allora perché esiste questo boicottaggio verso l’olio di palma? I vegani e gli ambientalisti sono pazzi?..(vabbè di vegani matti ne conosco molti, ma in effetti i motivi ci sono eccome)… Forse andrebbe chiarito che (almeno per quanto riguarda me e la certificazione VEGANOK) il boicottaggio non è verso l’Olio di Palma, che è un olio vegetale che di suo non farebbe male a nessuno, ma piuttosto verso gli attuali metodi di coltivazione (distruzione ambientale, violazione dei diritti, distruzione e uccisione di animali umani e animali non umani)… Realisticamente sappiamo che alcune di queste cose inaccettabili accadono anche per la produzione di altri alimenti (per non parlare poi della produzione del cotone o dell’ambito minerario), ma nel caso dell’Olio di Palma, l’intensificazione dovuta alla spropositata richiesta e la scala larghissima di produzione hanno innescato meccanismi distruttivi e di violenza mai
raggiunti prima da un’unica produzione ed è per questo che il “boicottaggio” diventa uno strumento utile e funzionale alla società civile. In effetti se la produzione di olio vegetale si spostasse pari verso altri tipi di grassi vegetali o animali, l’impatto sarebbe assai peggiore, ma visto che uno dei motivi di questa produzione massiva è il costo produttivo molto basso, è realistico immaginare che questo non accadrebbe…
Ma allora qual è la soluzione?… Purtroppo la soluzione non è così semplice come ci farebbe piacere. Non basta boicottare l’Olio di Palma, perché il problema si potrebbe spostare su altre produzioni. Il problema vero è legato al nostro consumo esasperato di prodotti (in particolare confezionati)… Il consumo pro-capite della popolazione “civilizzata” è ormai insostenibile e questo è possibile nonostante le riserve del pianeta siano ormai insufficienti, solo perché una parte di popolazione (la maggior parte) vive priva dei diritti fondamentali e di ciò che noi considereremmo normale accesso all’acqua e al cibo…. Si, la colpa è nostra, non ci sono mezzi termini per dirlo, stiamo derubando popolazioni dei loro diritti e delle loro proprietà perché questo ci permette di vivere comodi e ricchi…. Beh, qui il discorso si fa troppo ampio e ci stiamo allontanando dal tema Olio di Palma, quindi per tornare alla soluzione… come fare?
Al di là di boicottaggi alla produzione sconsiderata di Olio di Palma, certamente utili e necessari in questo momento storico, niente troverà soluzione senza il nostro impegno personale. L’impegno a consumare meno, a non preferire sempre e comunque prodotti confezionati anche dove realisticamente non ce n’è bisogno…
Perché preferire insalate in busta di pessima qualità a un costo enorme, se è possibile acquistare verdura fresca e biologica a un prezzo enormemente più basso?
Perche acquistare solo ed esclusivamente biscotti confezionati pieni di oli saturi, se è possibile farsi in casa dei buonissimi biscotti (qui su Veganblog.it ci sono migliaia di ricette semplicissime e salutari) che possono essere conservati a lungo in un semplice barattolo di vetro a chiusura ermetica?
Perché acquistare solo e sempre legumi in scatola (che comunque come soluzione di emergenza sono indubbiamente comodi), quando è possibile risparmiare moltissimo acquistando legumi secchi che costano meno e sono enormemente più buoni e sani?
Non dico di vivere da eremiti, non sarebbe realistico immaginarlo, ma perchè non provare almeno a ridurre il nostro impatto ecologico, riscoprendo la normalità nel mangiare quotidiano con alimenti di stagione e della nostra zona… In questa naturalità e nell’intera tradizione della buona cucina mediterranea, l’olio di palma neanche esiste…
Scegliamo strade più normali e otterremo un mondo più normale.
Ci sarebbero ancora tante cose da dire… Ma forse è meglio che ognuno continui questo approfondimento autonomamente… Ci sono tanti siti da dove trarre interessanti informazioni… I siti dei “buoni” che difendono il pianeta dalle cattive multinazionali che seguono un oscuro disegno di distruzione, e i siti dei “cattivi” che perseguono il loro disegno criminale di sfruttamento e assuefazione della popolazione… Nell’una o nell’altra parte, al di la delle interpretazioni, troverete anche numeri e dati, spesso coincidenti… Fatevi una vostra opinione, non sposate necessariamente l’opinione degli altri, né dovete credere per forza a quello che sto scrivendo io…
Il mondo va avanti solo quando ognuno segue un percorso che non è stato scritto da altri…”
Buon viaggio.
Sostieni anche tu la libera informazione!
Scegli per i tuoi acquisti prodotti certificati VEGANOK e invita i tuoi conoscenti a fare lo stesso.
Solo con la partecipazione di tutti potremo fare la differenza per la salvaguardia del pianeta.
Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
chiarissimo articolo, sono d’accordissimo con le idee di Sauro
Grazie per le preziose informazioni di Luca! e come non condividere le considerazioni di Sauro?!?!
Sono felice che il
Mio intervento sia stato apprezzato e ancora più felice del fatto di averlo potuto esprimere insieme all’amico Luca con tutta la competenza tecnica che ogni volta mette a disposizione di tutti
🙂
Bravissimi entrambi. Articolo molto interessante. Concordo su tutto ciò ha scritto Sauro.
Che bell’articolo! Capace di andare contro questa visione semplicistica dell’alimentazione sia come nutrizione che come produzione di cibo. Il problema alla fine è il modo: il cibo industriale! Grazie.
Bravo Luca e Bravo Sauro, un articolo esaustivo tecnico e scritto con grande consapevolezza, bravi bravi e ancora bravi. Concordo su tutto.
Meraviglia! Mi interessava davvero tantissimo capire queste cose del così discusso olio di palma. Bravissimi!!!
finalmente un documento che mi ha chiarito le idee sul famigerato olio di palma!Vi ringrazio moltissimo, concordo con la linea espressa da Sauro, che cerco di seguire , circa l’autoproduzione e il privilegiare i prodotti della nostra zona, boicottando in fondo questi grandi iper,supermercati…..Continuerò su questa strada intrappresa anche semi rendo conto di andare controcorrente…
Ti posso fare una richiesta? Potresti prima o poi parlarci dell olio di cocco, sento in giro opinioni contrastanti
certo zuMi, il prossimo articolo lo farò sulla olio di cocco
l’idea base di questi articoli è proprio questa, Voi proponete un alimento e io cerco di esporlo al meglio
mi metto al lavoro
bless and love!
Grazie mille, e un argomento che mi stuzzica ultimamente, io non sono un consumatore di grassi se non sporadici avocado tahini o crema di canapa però l olio di cocco lo trovo in varie preparazioni e mi chiedo quanto sia salubre, grazie in anticipo per quanto farai e hai fatto
Argomento interessante quello dell’olio di cocco…. con molte similitudini con le problematiche dell’olio di palma…
S se ti va possiamo affrontarlo assieme come per l’olio di palma, ne sarei felice e onorato
bless and love!
Ma no Luca, ti ringrazio ma ultimamente sono sommerso dagli impegni organizzativi del VeganFest e da altri impegni istituzionali che non riesco a trovare il tempo per le cose che mi interessano come queste… Magari partecipo ai commenti come sempre… Tu non hai avvero bisogno del mio supporto 🙂