Okras, bame, bamies, gombos, lady fingers sono tutti nomi per indicare questi legumi orientali. Il nome italiano è abelmosco. Sono molto usate nella cucina greca, romena, turca, egiziana e asiatica.
Traducendo quello che ho trovato su un sito Usa: “Questi legumi hanno una bassa quantità di grassi saturi, sodio e bassissimo colesterolo. Sono inoltre una buona fonte di proteine, riboflavina, niacina, fosforo, zinco, rame e potassio. Costuituiscono una fonte molto buona di fibre, vitamine A, C, K e B6, tiamina, folati, calcio, magnesio e manganese”. Ma veniamo alla ricetta (le ha cucinate mia madre, io faccio solo la “postatrice”). Consigli per l’acquisto: scegliere quelle più tenere, altrimenti hanno troppi semi.
Ingredienti:
okras
passata di pomodoro
cipolla
aceto
evo
aneto
peperoncino (facoltativo)
sale
Procedimento:
Togliere le calotte alle okras.
Cuocerle a fuoco medio basso in acqua salata con un po’ di aceto (io uso quello di mele) per 30-40 minuti, mescolando di tanto in tanto. L’aceto serve ad ammorbidirle. Aggiungere la passata di pomodoro e la cipolla tritata. Cuocere a fuoco molto basso finché non diventano tenere e il sugo si è ristretto. L’importante è regolarsi molto bene con la quantità di acqua. Tempo complessivo di cottura (inclusi i 30-40 minuti di cui sopra): 1 ora e 20 minuti. Quando le okras sono quasi pronte aggiungere aneto e peperoncino. A crudo condire con evo. Visto che tendono a rompersi (non sono buone cotte al dente) si consiglia di prenderle con una schiumarola o con un cucchiaio ma con delicatezza.
Ecco un paio di foto scattate oggi a Farfa e dintorni.
Questo è l’ “Ulivone”, un ulivo (che sta a Canneto) la cui età si attesta intorno ai 2000 anni (si pensa circa all’epoca di Numa Pompilio). E’alto 15 metri!!!
E questo è un simpatico micio:
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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
mmmhhh, devono essere ottime. beata te, farfa dev’essere bellissima: altre foto pliz!
Hehe, la prox volta che vado da qualche parte ne metto altre 🙂
Les photos!
Les photos!
Les photos!
🙂
Questa verdurina l’ho sempre vista in giro… anche al Jap… ma non ho mai avuto il coraggio di comprarla… la prossima volta lo farò! Grazie! 🙂
Non li ho mai assaggiati e a dire il vero nemmo li conoscevo, ma dove li ha trovato tua madre??? ?_?
Le foto sono bellissime e tu vicino a papà Ulivo sei meravigliosa!! ( sei tu vero ? ) e il micietto è teneressimo 😉
Pizza: chissà come la cucinano i giapponesi!
Mimi: queste le ho prese a piazza Vittorio in negozio di fronte a Mas, ma lì le trovi anche al mercato rionale. Devono essere piccole e il più tenere possibile. Le trovi anche già cucinate in scatola di marche greca e turca(non hanno schifezze e sono buone) ma ti sconsiglio quelle senza condimento in salamoia perché non le puoi cucinare che si spappolano solo a tirarle fuori dal barattolo e sono vischiose. Sì sono io e il micetto è un incontro locale 😉
Mai viste!!
Come sei carina… piccola in confronto a quell’ulivo millenario!! Pensa quante ne ha viste…. 😉
Che meraviglia l’ulivo… vorrei andare anche io a Farfa!
Ecco dove le avevo già mangiate ! In Grecia… 😉
Pippi: eh sì, già sono piccola per conto mio.
Carlo: in realtà l’Ulivone non è proprio a Farfa ma lì nei dintorni a Canneto.
Elettra: sì sì in Grecia le fanno e sono molto buone. Più di quelle che si trovano fresche qui che vengono dallo Sri Lanka e dal sud est asiatico.
Fai sempre queste cose introvabili! Sembrano buonissime!
Mirko: se cerchi bene le trovi nei negozi etnici. A Milano non penso tu abbia difficoltà.
Hanno un gusto diverso dagli altri legumi (che però non so descriverti).
Con Farfa abbiamo un legame speciale… per tanti anni ci siamo andati alla sagra del cannolicchio (ricetta vegan con pomodoro crudo, basilico e olio locale – buoni da paura!) il 15 agosto. Il posto lo conoscevamo ma la sagra l’abbiamo scoperta per caso iniziando da lì un viaggio in camper a poca distanza da casa… perché non sapevamo dove andare (nemmeno se andare a sud o nord!).
Farfa comunque vale una visita per la bellezza del borgo, della chiesa e del monastero. E anche quell’olivò vicino a cui hai fatto la foto!
Non ho mai assaggiato l’okras ma frequento anch’io il negozio di specialità esotiche di fronte a mas!
Comunque dalla foto il piatto di tua mamma ha tutta l’aria di una squisitezza!
😉
Andrada, quelle verdure le ho viste a Milano da qualche parte ma non ricordo dove. Le ho osservate con soggezione….ora, se dovessi ritrovarle, le compro perchè so come si cucinano!
Andrada ma dove le trovi queste cose????
Fantastico l’ulivo, davvero enorme, qui siamo pieni di ulivi ma così grandi non li ho mai visti!
Bello il micino!!!!
Rimanago incantata guardando l’ulivo, mai visto un ulivo così maestoso…questa verdura non l’ho nemmeno mai vista…mamma mia quante cose che ci sono da poter assaggiare 🙂 Ciao tesoro ci si vede domenica 😉
Ciao Andrada! Che bello, sono tanti mesi che non mangio l’okra e mi hai fatto venire voglia di provvedere 😛 L’okra quassù va moltissimo, la vendono praticamente dappertutto e ogni ristorante etnico la cucina a modo proprio, dal thai all’indiano, dall’iraniano al cinese. Mi sono sempre detta prima o poi le cucino e le pubblico su VB, ma sei stata più veloce di me :-). Per chi non le ha mai assaggiate il gusto (almeno per come lo percepisco io…) è a metà tra una zucchina e un fagiolino ma la cosa più ganza è la consistenza un po’, come dire…”sguisciosa”.
L’albero è bellissimo, davvero impressionante…fa effetto pensare che ha 2000 anni e che ha “visto” Numa Pompilio! E il gatto sonnacchioso è un amore 🙂
Qui li ho visti con il nome di gombo… ma mi viene il dubbio di averli visti in negozio Jap… ma non importa, la prossima volta li compro così li assaggio anch’io (per curiosità ti dirò anche quanto costano al chilo qui…), grazie di questa scoperta 🙂
Mariagrazia: per fortuna il cannolicchio era vegan (con questo nome io conosco solo il mollusco)
Eleonora: dai ora tocca a te, aspetto le tue ricette 😉
Pizza: sì si chiamano pure gombos (in Egitto e forse in qualche altro paese). Dai, voglio sapere quanto costano da te 😉
Per il momento sono partita per le ferie, ma ho cercato sul net e anche qui in Francia lo cucinano molto come te: con la salsa di pomodoro, poi magari lo rovinano con altri ingredienti… ma noi no, quindi lo troverò lo farò anch’io come te. Intanto ti dico a domenica… Ciao 🙂
Ciao Andrada, anzitutto ti volevo dire che sono contento di averti conosciuta alla sagra del seitan, anche se solamente per pochi secondi :-(( e volevo sapere…io ho provato a fare con un frittata ma erano molto amare e ho dovuto buttare via tutto…mi hanno detto che in realtà il loro sapore è dolce…è vero? io le ho trovate in un negozio di fiducia di alimenti filippini…
Sentierodisole: Ciao, piacere anche mio. Per le okras quello che mi dici è una cosa stranissima; è vero non devono essere amare, al più possono avere un sapore neutro e assorbire quello del condimento. Non so proprio cosa dirti, forse erano poco tenere??? Sai, in Asia a volte le usano enormi.
Bel articolo : ) Super ricette. Cuocere ocra con aceto? Interessante, lo proveró.
Ah! un trucco per togliere effetto slimy (sguisciosa?) d’ocras:
Non si deve mai tagliare la parte sopra completamente, hmmm tipo tagliare la parte sopra ma come un cono cosi che non si vede l’ interno. Chiedo scusa per il mio Italiano, si, sono Turca e sono d Istanbul.