Le madrine

Adoro il profumo della pasta madre e adoro rinfrescarla impastandola lentamente, mentre la sua fragranza si spande nell’aria e invade tutta la cucina. Nel periodo invernale la rinfresco settimanalmente, in estate più spesso. Faccio così: una parte di pasta madre, una parte di farina (ad alto contenuto di glutine, tipo manitoba) e metà parte scarsa di acqua. Per esempio, per 100 g di pasta madre, 100 g di farina e 50 g scarsi di acqua. Impasto tutto con delicatezza, per non influenzare troppo il processo di lievitazione, ed infine metto il pezzo di pasta madre che decido di conservare in un barattolo di vetro chiuso, oppure in una ciotola di vetro che sigillo con la pellicola trasparente. Attendo giusto il tempo che riprenda la lievitazione; quando vedo che l’impasto sta crescendo la conservo in frigorifero. Lì continua a crescere fino a raddoppiare di volume, creando una bellissima alveolatura, tipica della pasta madre. Pur tenendola in frigo, comunque, nel periodo più caldo dell’anno la pasta tende a diventare acida più in fretta e dunque la rinfresco al massimo ogni 4 giorni. Proprio questi rinfreschi ravvicinati, ovviamente, aumentano la quantità di pasta madre disponibile che cresce in maniera esponenziale e utilizzarla, se ho poco tempo, diventa un’impresa. Così, impasta, cerca spunti e sperimenta, un bel giorno ho capito che questo è il modo più veloce per impiegare l’esubero di pasta madre e, nel contempo, provvedere al fabbisogno di pane della famiglia. Niente mi rende più contenta che impastare, attendere con impazienza, impastare di nuovo, pazientare ancora, infornare ed infine godere della vista di queste piccole pagnotte, che mia figlia ha battezzato “madrine”. Le preparo, dopo la cottura le faccio raffreddare ben bene ed infine le congelo chiuse in sacchetti, una sull’altra. In questa maniera le consumiamo nel giro di qualche giorno, giusto il tempo per prepararne delle altre. Le preparo con farina di farro integrale che, insieme alla pasta madre e all’olio d’oliva, rendono le madrine soffici e profumate di un dolce aroma che sa di buono ed antico. Appena sfornate sono deliziose tagliate a metà e condite con del buon olio evo, sale rosa macinato al momento, peperoncino e origano. Ottime da farcire con del pomodoro, olio evo, sale e origano. Favolose tagliate a fettine e tostate leggermente e poi accompagnate con un pesto a base di tofu, olive nere, capperi sottaceto, sale, olio evo e il profumo d’aglio.4Ingredienti (per 250 g di pasta madre):
280 g di farina integrale di farro
150 g di acqua
1 cucchiaino di malto di riso (o di orzo, oppure 1 cucchiaino di zucchero integrale di canna o di cocco)
20 g di sale rosa
40 g di olio evo
semi di sesamo qb

Procedimento:
Versa l’acqua (tranne 2 cucchiai che tieni da parte) sulla pasta madre e lavora con delicatezza in modo da creare una sorta di pastella. Quando è uniformemente impastata, aggiungi la farina di farro, il malto, l’olio e lo zucchero ed impasta ancora. Infine sciogli brevemente il sale nell’acqua che hai tenuto da parte ed aggiungi questa soluzione all’impasto. Impasta ancora 1-2 minuti e poi lascia lievitare dentro una ciotola coperta con la pellicola trasparente.1
Quando l’impasto ha raddoppiato il volume, dividilo in pezzi di circa 100 g ognuno.2
Con queste dosi dovresti ottenere 6 madrine di circa 120 g. Forma delle palline, schiacciale leggermente e poi lavorale con il mattarello senza troppa forza, per dare loro la forma circolare ed uno spessore uniforme di circa 1 cm.3
Disponile direttamente nella teglia rivestita di carta forno. Lasciale lievitare ancora: vedrai come si gonfiano! Quando ti sembrano abbastanza cicciotte puoi spennellarle con dell’acqua e spargervi sopra dei semi di sesamo. Poi inforna a 200° per 15-20 minuti (fai attenzione alla cottura, che dipende dalla forza del tuo forno). Quando accendo il forno a legna, invece, le inforno per 15 minuti a 250°.5
Alveolatura della pasta madre:
La quantità di glutine (proteine) presente nella farina ne determina la “forza”. Durante l’impasto e la lievitazione, il glutine si espande, cresce e crea una sorta di tela elastica, una gabbia che intrappola l’anidride carbonica che, accrescendo di volume, fa lievitare l’impasto. La farina si dice più forte quanto più è alto il contenuto di glutine. Se la farina é troppo debole, quando si espande l’anidride carbonica, la rete si può rompere e l’impasto si sgonfia.6

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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
  1. Mi ha piaciuto molto questa tua ricettina, però per chi come me non “ama” la pasta madre, quindi quanti grammi di lievito fresco posso mettere? Grazie.

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  2. Bellissimo post e anche molto interessante davvero 😉 !!!
    Complimentoni 🙂 !

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  3. grazie degli insegnamenti N

    bless and love!

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  4. @Xuxa, credo che sostituendo la pasta madre con lo stesso peso di farina manitoba, potresti tranquillamente utilizzare 20 grammi di lievito di birra fresco oppure una dose di lievito secco per 500 grammi di farina.
    @Lali e @Luca, Grazie a voi 🙂

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  5. Bellissima ricetta si sente già il profumo! Io al contrario di te uso la mia pasta madre nel periodo invernale tutti i giorni. In pratica ogni giorno faccio la pagnotta del pane per noi e mia figlia.Ma in estate ho dei problemi dovuto al caldo. Quindi la lascio in frigo rinfrescandola 1 volta alla settimana tanto per…ma questa ricetta mi ha fatto venire voglia di tirarla fuori. Posso chiederti con che farina la rinfreschi? Io usavo tipo 1 ma di recente a quella farina è successo qualcosa insomma il pane non mi viene più così bene come prima. Io dò la colpa a troppo caldo ma penso dipende anche della farina. Ora la rinfresco con la O ma non amo questo tipo di farina che cerco proprio di usare meno possibile.

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  6. @Veruska, anch’io non amo le farine 0 ed utilizzo sempre le integrali o le semi-integrali, però dopo vari tentativi ho capito che la manitoba è l’unica con un alto contenuto di glutine, che da forza alla pasta madre e dunque mi assicura un ottimo risultato. Purtroppo la manitoba che utilizzo è 0… pazienza! Ti confesso che sono stata molto combattuta perché cerco di non utilizzare nulla di raffinato ma i risultati erano davvero scarsi… alla fine sono giunta ad un compromesso… 😉 Sono contenta ti sia piaciuta la ricetta. Grazie 🙂

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  7. Spiegazione superdettagliata 😀 Ho una curiosità: hai mai provato (o sai di qualcuno che l’ha fatto) ad utilizzare farina d’avena? E’ particolare poichè dotata di una molecola simil-glutinica che la fortifica un poco, e mi chiedevo se si riuscisse a combinarci qualcosa 😉

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  8. @GiulaJul, non ho mai Utilizzato la farina d’avena né di qualcuno che l’ha fatto quindi non saprei 🙁

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  9. Veruska la farina come il caffè sente molto l’umidità dell’aria, forse hai iniziato a sentirla diversa da fine primavera con l’arrivo del caldo.. è normale! La Manitoba è una farina canadese molto adatta alle lunghe lievitazioni! Magari mescola la 2 ( con grani un po più grossi che assorbe meno umidità) e manitoba che sopporta la lievitazione meglio!

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  10. che voglia di tagliarle a metà e farcirle 🙂

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  11. Mariagrazia_89 6 Agosto 2015, 09:25

    molto istruttivo e dettagliato. non chiedo nient’altro. a parte tagliarle a metà e spalmarle di crema cioccolatosa 😛 😛 😛 che ci posso fare 😉

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