Questo dolce tipico friulano è il preferito di mio marito, lo preparo per il suo compleanno e a Natale. Di solito si cuoce in forma circolare, ma stavolta ne ho fatta una versione in cassetta molto coreografica perchè le classiche spirali si sovrappongono (anche se dalla mia foto “sfocatina” non sembra…).
Ingredienti:
300 g di farina manitoba
200 g di farina tipo 0 (per il pane)
250 g di farina tipo 0 (per la biga)
1 cucchiaio di malto di orzo
1 cucchiaino di lievito di birra secco
3 cucchiai di zucchero di canna
1 cucchiaino scarso di sale
2 cucchiai di burro di soia (facoltativo)
250 g di biga
250 ml di latte di soia
10 prugne secche
10 fichi secchi
1 tazza scarsa di uvetta
50 g di noci sgusciate
40 g di mandorle sgusciate
1 cucchiaio di uvetta sotto grappa
50 g di cioccolata fondente vegan
1 bicchierino di grappa delle uvette sotto spirito
Procedimento:
Per prima cosa si deve preparare la biga: si tratta di un impasto che va preparato con almeno un giorno d’anticipo e che ha una consistenza e un utilzzo molto simili a quelli della pasta madre, con la differenza che si prepara con il lievito di birra. Consente di avere impasti molto ben lievitati, leggeri e digeribili. In una ciotola impastate 250 g di farina tipo 0 con 250 ml di acqua tiepida, 1 cucchiaio di malto d’orzo e 1 cucchiaino di lievito di birra secco (oppure 1/4 di cubetto di quello fresco): mescolate bene con un cucchiaio, la consistenza rimane cremosa. La biga va lasciata lievitare 8-48 ore, dipende dalla temperatura e dal tenore di glutine della farina, quando è pronta la superficie si copre di bollicine. Questa quantità serve per 2 impasti di pane da 500 g di farina, per questa ricetta ne useremo la metà, il resto si conserva in frigo per più di una settimana. Io con quella rimanente ho impastato un pane integrale di farro ai semi di sesamo, lino e girasole, eccolo qua.
Ma torniamo alla ricetta: in una ciotola capiente formate una fontana con le farine miscelate tra loro assieme al sale, ponete nel mezzo la biga, lo zucchero, il burro di soia e il latte di soia intiepidito. Lavorate energicamente e a lungo, regolando eventualmente le dosi di farina o di liquidi se ce ne fosse bisogno, fino a quando otterrete un impasto morbido ed elastico: ci vuole parecchio olio di gomito o in alternativa… una buona impastatrice! Lasciate riposare al calduccio fino a quando raddoppia di volume. Nel mixer frullate assieme tutta la frutta secca assieme al cioccolato e al bicchierino di grappa (già a questo punto il profumo è di quelli che vi manda distesi sotto al tavolo) ottenendo una pasta morbida abbastanza uniforme. Sopra un ampio tavolo infarinato stendete l’impasto di pane in un rettangolo il più grande possibile, distribuite la farcia in modo uniforme aiutandovi con una spatola morbida, arrotolate nel senso della lungezza cercando di avere un rotolo più lungo possibile. Una volta ottenuto un lungo serpentello potete cercare di allungarlo ulteriormente massaggiandolo con delicatezza “dalla testa alla coda”, come se stesse cercando di far uscire qualcosa da un lungo calzino. Sistemate il rotolo in uno stampo da plum cake di metallo o da pane in cassetta, dovreste riuscire a fare almeno 4 volte su e giù, e ponete lo stampo in un posto riparato per la seconda lievitazione (di solito basta 1/2 ora). Infornate a soli 160° per almeno 1 ora (altrimenti rischiate che resti crudo all’interno) avendo cura di mettere nel forno anche una ciotola con dell’acqua e coprendo la superficie del pane con un foglio di alluminio non appena avete ottenuto la giusta doratura. Una volta sfornato e raffreddato, spennellate il pane con un lucido formato da malto d’orzo e acqua in parti uguali. Doverebbe riuscire così (o anche meglio!):
A Natale in Friuli questo dolce si mangia tiepido, annaffiato prima di affettarlo con un altro pò di grappa… vedete voi!
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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
Grazie, Magica, per questo dolce … magnifico nell’aspetto e, sono certa, di sapore delizioso 😛 😛 😛 ! E anche il pane casalingo fragrante che hai sfornato é molto invitante… chissà che profumo nella tua cucina 🙂
Spettacolari entrambi pezzi. Il dolce sembra fantastico.
ho visto un dolce praticamente identico giusto venerdì in un programma di dolci su real time, non sapevo che fossi di origine Italico friulana, li lo han dipinto come caratteristico anglosassone
bless and love M!
Spettacolare! Ma per farlo venire così bello giallino hai aggiunto curcuma?
Per la verità si fanno dolci come questo in tutta l’Europa nord-orientale, mio suocero ne porta una versione austriaca ogni volta che va in Karinzia, con una farcia molto ricca di cannella, ne fanno in Croazia e anche in Svezia. Con ripieni un po’ diversi ma carchi di un quintale di burro e uova!
Il colore della pasta non è molto giallino, forse la foto inganna, solo che come tutti gli impasti di pane zuccherati tende a farsi più bruno e la lucidata col malto fa il resto… però alle volte la metto la curcuma, soprattutto negli impasti di strudel e samosa (che io faccio praticamente identici! Da non far sapere a indiani e trentini doc!)
Magica, la gubana!! Che ricordi…ho passato alcune estati in Friuli e la gubana era un dolce che c’era sempre a colazione!! E tu sei riuscita a rifarla!! Magicaaaa!!! 😀
Che meraviglia ! Adoro tutta la frutta secca … deve essere semplicemente buonissimo ! 🙂
Ma che meraviglia! ?
Ciao! Volevo sapere dove fai lievitare l’impasto, perchè nel forno non mi lievita mai! e Soprattutto, la biga la tieni in frigo?…Tenuta fuori non diviene acidula?
Grazie mille
Ciao Ari, l’impasto lo faccio lievitare nel forno chiuso, generalmente lo faccio intiepidire e poi lo spengo, aggiungo già la ciotolina con l’acqua per mantenere umido l’ambiente. La biga la lascio lievitare allo stesso modo e quando è pronta la trasferisco in un contenitore col coperchio e la conservo in frigo. Nel corso dei giorni sviluppa comunque una leggera acidità e si forma un po’ di liquido in superficie: quando decido di adoperarla la tiro fuori dal frigo con almeno un’ora d’anticipo e aggiungo un cucchiaio o due di farina mescolando fino a riassoribire questo “siero”. Non so per quale motivo non ti cresca l’impasto, tieni conto solo che se usi farine integrali molto dure (ricche di fibra) puoi fare qualsiasi cosa, lieviterà sempre pochino (capita spesso anche a me), a meno che tu non aggiunga una parte di farina adatta a lunghe lievitazioni (manitoba o 360W).
Fammi sapere!
Anche io come Luca ho visto preparare questo dolce in tv!! I concorrenti erano parecchio in difficoltà… complimenti 😀 Avendo visto bene come si arrotola e dispone, sarei molto tentata di provare! Metto in lista per l’autunno, quando usare il forno diventerà legale 😛
Sono incantata e pure senza parole 🙂 Che darei per un pezzetto!!!!! 😉