L’altra sera non ero proprio di buon umore ma mi andava di mangiare qualcosa di caldo e che non comportasse un gran numero di ingredienti, uno di quei momenti in cui ti chiedi veramente il perché le persone arrivano a fare certe cose ed essere così ingenue e maligne. A volte mi chiedo come sarebbe potuto essere aver vissuto in un altro secolo, poter conoscere gente molto più semplice di quella che c’è in giro oggi. Certo, siamo tutti corrotti dal consumismo e dai non-valori che la nostra società ci ha fatto imparare ad “amare”, ma allo stesso tempo sappiamo di essere diversi dentro. Che abbiamo ancora qualcosa di vero e qualcosa da donare e condividere con le persone che ci stanno a cuore.. O forse siamo destinati a rimanere dei lupi solitari dispersi nelle grandi praterie innevate della nostra cultura.
Okay, scusate lo sfogo.. passiamo alla ricetta di questo sformato di patate che mi sono sbaffato da solo in una sera!
Ingredienti
6 patate di grandezza media
2 cucchiai di margarina vegan
2 cucchiai di farina
2 cucchiai di lievito alimentare in scaglie
400ml brodo (quindi 400ml di acqua e la quantità di dado x 500ml di liquido)
100 ml latte di soia non zuccherato
una bella manciata di prezzemolo
Procedimento
1. pelate le patate, lavatele e tagliatele a rondelle sottili
2. fatele bollire in acqua (io non l’ho salata x via del brodo utilizzato nella salsa, va a gusti ma ho paura risulterebbero troppo salate poi)
3. nel frattempo far sciogliere la margarina in una pentolina e aggiungere la farina setacciandola così che non formi grumi
4. frustare il tutto per bene x evitare i grumi e far tostare un pochino la farina
5. dopodiché cominciate ad aggiungere il brodo poco a poco e continuate a “frustare”
6. una volta che avete ottenuto una bella cremina, aggiungete il lievito, il latte di soia e il prezzemolo
7. disporre le patate in una teglia da torte (la mia è di 28cm) e cospargetele con la salsa facendo in modo che sia ben distribuita e che vada a finire anche sul la parte inferiore della teglia
8. cuocere in forno preriscaldato a 200C finché non si forma una bella crosticina sulle patate. da lasciare poi riposare ca. 15 mins prima di servire
Et voilà, se volete farlo diventare il gratin di un uomo un po’ più ricco aggiungete dell’affettato vegano o del tempeh 🙂
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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
🙁 mi spiace per il tuo malumore, qualcuno deve averti dato una grossa delusione,anch’io la penso come te riguardo alla nostra società,però forse in un altro secolo sarei stata ancora peggio… noi ora abbiamo la possibilità di essere veri, il problema è che molte persone non si accorgono neanche di esser falsi,ma non per cattiveria, ma solo perchè come dici tu la società in cui vivi t’insegna ad essere in un certo modo
vabbè non so scrivere e sono complicata,comunque lo sformatino ne sa, magari lo faccio domani 🙂
Alessio, il gratin é veramente eccezionale ed immagino che ti abbia tirato su un pochino il morale, no ?
😉
che gratin sfizioso…sembra ottimo per una serata un pò triste e uggiosa. spero davvero abbia giovato al tuo umore!
ciao Alessio, devo dire che il tuo sfogo lo condivido, soprattutto in alcuni momenti quando mi capita di imbattermi in persone o situazioni che non mi aspetto o in notizie che mi lasciano a bocca aperta e con un malessere quasi fisico, anche se, pure io come Argie, non tornerei indietro nel tempo, la cattiveria, l’ignoranza e l’intorellanza sono sempre esisti, come pure la poverta d’animo…a volte invece desidero fortemente isolarmi, andarmene lontano e vivere semplicemente.
Il tuo gratin è davvero interessante, voglio proprio provare a farlo.
ciao
Sì, “siamo lupi solitari dispersi nelle praterie innevate…”, ma cerchiamoci e stringiamoci. Ci scalderemo il cuore.
I <3 it!
spettacolo il tuo gratin!io le patate le mangerei anche a colazione!
btw…meglio essere lupi solitari che massa di pecore..
sii felice per quello che sei!
alessio… complimenti per il piatto e condivido i tuoi pensieri… almeno noi cerchiamo di diastinguerci e tirarti su il morale quando serve. un abbraccio 🙂
Ciao Lobino, è sempre bello vedere le tue golose ricette!
Spero in questo momento tu stia meglio 😉 a volte capita anche a me di dire che avrei voluto vivere in un altra epoca dicendo che “si stava meglio quando si stava peggio”:-)E’ comunque importante quando dici che sappiamo d’esser diversi dentro anche se a volte questo ci fa soffrire ancor di più 🙁 ti abbraccio forte forte e ti mando un baciotto sul mio lobino preferito!
W i lupi solitari 😉 W i gratin di patate
io penso che le persone maligne siano sempre esistite, è nell’animo umano, ovvio, ma credo anche che -per esempio- solo cinquanta anni fa la solfa sarebbe stata diversa. credo che ora sia tutto troppo alla portata di tutti per permettere a questi “tutti” di comprendere il valore di quello che hanno per le mani, e di saperlo distinguere dal valore indotto. comunque. uomo povero ma che apprezza- buona vita e tirati su.
mi unisco al coro per farti coraggio. e grazie per le patate. P.S. sei un uomo ricco e non lo sai…
a volte anch’io mi sento un po’ così, non riconosco la gente attorno a me…
hai ragione Virginia, un uomo che fa un gratin di patate così come potrebbe essere povero…
😉
Ciao Alessio, le tue parole mi fanno riflettere e non poco, xchè spesso mi ritrovo a pensare le stesse cose. Capita di essere un pò giù…. L’importante è ritrovare il sorriso, cercando i lati positivi in tutto… (e anche dove sembra impossibile che ci siano lati positivi, poi saltano fuori, magari a distanza di mesi, o di anni…).
Insomma…. io stasera faccio la tua ricetta per cena!
Se da una giornata no è venuta fuori questa meraviglia, ti dico grazie!!
grazie delle belle parole ragazzi, siete riusciti a farmi sentire meglio. verissimo che anche essendo sentendosi diversi e a volte isolati dal resto della massa ci deve far sentire più forti e non abbattere, alla fine è una cosa positiva!
dai che tra un po’ posto la ricetta del latte di anacardi 😀
Questo dev’essere buonissimo *.*
Riguardo a quello che scrivi posso dirti che anch’io a volte mi sento giù per gli stessi motivi, però più che sognare di tornare ai tempi passati (che per certe cose erano meglio, sì, ma per altre proprio no) io desidero il meglio per il futuro…meno male che ci siamo noi a portare avanti questo tipo di idee, siamo una speranza positiva! E detto da me, che solitamente sono abbastanza pessimista, e tutto dire 🙂
Bravo Alessio. Anch’io mi sento e sono un lupo solitario ma, ti dico, va bene così.
Preferisco isolarmi. Un po’ mi ci vedo bene come eremita 🙂
Altro che piatto povero!! questo è sicuramente buonissimo.
Mi dispiace per il tuo umore, ma fortunatamente qui tra noi di certo non potrai sentirti un lupo solitario. Qui abbiamo tutti la giusta sensibilità per capirti ed esserti vicino in ogni occasione.. Basta un clic e siamo qui 🙂
Lo sformato è figo. Quanto al resto…Alessio ricordati che essere liberi non è fare ciò che si vuole ma essere ciò che si vuole. Mi spiace tu stia male, davvero. Spero non sia nulla di irreparabile. Comunque sia, goditi il tuo tempo. Avere problemi è nella norma, a prescindere dal tempo in cui si vive, il segreto sta nel vivere i problemi. Ti stringo forte! 🙂
ragazzi sono con voi e leggendo le vostre email capisco che siamo tanti ad avere gli stessi pensieri causati più o meno dalle stesse esperienze. Il mondo è pieno di gente che spero non sia proprio cattiva, ma sicuramente infelice e come dice il mio insegnante di Yoga pieno di automi e sonnambuli. Anche io mi ritrovo da sola ad andare controcorrente, ma almeno mi sento viva, poi con le ricette che sto leggendo mi scalderò il cuore e lo stomaco.
Brinderò a tutti voi stasera davanti al tuo bel piatto di patate all’uomo (ricco dentro)!
Ciao a tutti voi ragazzi
Buongiorno Alessio,
il tuo profilo é cambiato… sei diventato più misterioso: spero che non sia l’internazionalizzazione che ti ha fatto questo effetto!
Bando alle ciancie: ti scrivo per dirti che ho tradotto e pubblicato questa ricetta sul Veganwiz.fr e quindi mi sono fatta anche un poco i fatti tuoi…
Anche se in ritardo ti mando la stessa frase che ho pubblicato commentando questa ricetta sul sito francese (magari ti terrà compagnia in un’altra occasione, purtroppo le opportunità di soffrire non mancano mai!):
Quando mi esamino mi preoccupo, ma quando mi paragono mi rassicuro
Talleyrand
Se l’ha detto lui!
Un salutone da Parigi!
Che meraviglia, credo proprio che proverò questa tua bellissima ricetta. Grazie