Direttamente dal bosco al… piatto, questa sfrittata a base di fiori di montagna color del cielo vi stupirà per la sua facilità di preparazione e per il suo gusto delicato!
Ingredienti:
1 tazza di fiori di “Buglossa delle Vipere”
3 cucchiai di farina di ceci
1 cucchiaio di amido di mais
1 scalogno
sale qb
latte di riso qb
olio evo qb
timo selvatico (oppure maggiorana) qb
Procedimento:
Quella che vedete nelle foto soprastanti è la Buglossa delle Vipere, una pianta appartenente alla famiglia delle Borraginacee che cresce in montagna, i cui fiori – di una bellissima tonalità d’azzurro, frammisto a lilla e rosa – sono commestibili e si prestano alla preparazione di insalate, dolci e frittate! Nel passato veniva usata come antidoto contro il veleno del morso delle vipere; da qui il nome che tuttora conserva… Per prima cosa, munitevi di santa pazienza e, dopo aver colto alcuni esemplari di buglossa (saranno sufficienti 6-7 steli), per mezzo delle forbici separate i fiorellini dall’attaccatura. Durante questa operazione, fate attenzione a non pungervi, poiché gli steli sono ricoperti di minutissimi peli pungenti come spine! Staccate poi con le dita, molto delicatamente, ogni corolla dal suo calice, fino ad ottenere 1 tazza – più o meno – di soli fiori, come sotto raffigurato.
Dopo aver messo i fiorellini in una ciotolina, coperti d’acqua perché si puliscano da eventuali impurità, preparate la pastella mischiando la farina di ceci e l ‘amido di mais con il latte di riso. Salate opportunamente e mescolate bene perché non si formino grumi nella preparazione, quindi lasciate riposare il composto per 1/2 ora. Trascorso questo tempo, affettate sottilmente lo scalogno e ponetelo a soffriggere, in poco olio evo, in una padella adeguata; non appesa comincerà a dorarsi, unite il timo fresco (io uso quello selvatico di montagna, dai fiorellini rosa – profumatissimo!) o la maggiorana e lasciate trascorrere ancora 1 minuto. A questo punto, versate nel tegame anche la pastella e distribuite sulla superficie del composto i fiori di buglossa precedentemente scolati dall’acqua.
Lasciate cuocere la sfrittata nella parte sottostante, quindi rivoltatela con l’aiuto di un coperchio e fatela scivolare in padella perché si cuocia anche nella parte superiore. Sarà pronta quando vi apparirà dorata da entrambe le parti e sentirete un buon profumino spargersi per tutta la cucina!
Ecco infine come si presenterà, a fine cottura, la nostra Frittablu ;-).
Per chi non ha la possibilità di arrampicarsi in montagna, si possono sostituire i fiori della buglossa con quelli di borragine. Ciao amici e arrivederci alla prossima ricetta! 🙂
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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
Dove ci sono fiori… ci sei tu! 🙂 Grande Lali
“Buglossa delle Vipere”… Il nome è una poesia
Lali, Lali cara… i fiori hanno dei colori bellissimi! 🙂
E la Frittablu… ummmmmmmm posso immaginare il profumo delizioso
e la sua delicata bontà 😉
Kiss!
Grazie ad entrambe 😳 !
Davvero particolare! Non mi sembra di aver mai visto questi fiori pur abitando in campagna, si potrebbero sostituire con quelli di borragine però! Sono anche loro commestibili !
Sí Gala, si possono sostituire con quelli di borragine… La buglossa non l’ho ma trovata sotto i 1000 metri d’altezza. E’ una pianta dai fiori stupendi, che una volta recisi durano una decina di giorni nell’acqua del vaso! 🙂
bellissima frittatina floreale! brava lali!
@Nica: Grazie tesoro ! 😳
Che magnifica idea! Mi sai dire il nome di altri fiori commestibili, o sei hai ideato altre ricette floreali? Grazie!
@Gufo84: Graziegraziegrazie 😀 !! Nel reportage della mia ricetta “Fiorditofu” trovi una minestra che ho fatto con piante e fiori… ce ne sono diversi di commestibili: io mangio quelli del tarassaco, quelli di buglossa, violette, rose e nasturzi. I primi sottaceto, i tre che seguono in insalate dolci e minestre, gli ultimi ripieni e fritti come i fiori di zucca! 😉
Digitando “fiori commestibili” su Google comunque li trovi tutti! 😎