Avevo voglia di una polentina e mentre l’ho comprata stamattina mi è balenato un ricordo..
il titolo lo suggerisce, ma intanto la ricettina:
Polenta (precotta o meno, fate voi)
Fagioli borlotti
aglio
olio
salvia
rosmaino
peperoncino
Cicoria
vino rosso
passata di pomodro
tofu
sale, pepe
Cuocete la polenta come siete abituati o con le proporzioni scritte sulla confezione. Anche nel caso di quella precotta, più sta sul fuoco, più dicono essere digeribile. Quando è ormai pronta, ho aggiunto un goccio di latte di soia.
Preparare le verdure: lessare la cicoria e saltarla in padella con olio, aglio peperoncino e tofu sbriciolato, vino rosso, insaporire e lasciare da parte.
Preparate i fagioli che metterete una volta cotti in padella con olio, cipolla, salvia e rosmarino e un po’ di passata di pomodoro.
A questo punto, siccome la polenta era tanta, ne ho lasciata un po’ così, morbida e l’altra l’ho messa in uno stampino tipo tortino.
Ungere con olio la base, mettere un po’ di polenta, mettere uno strato di cicoria e coprire con un’altra cucchiaiata di polenta. Cospargere in superficie con poco pangrattato e lievito in scaglie e infornare a 200 C per 10 minuti circa.
Servire la polenta al cucchiaio, i tortini polentosi, i fagioli e l’eventuale cicoria rimasta.
Vi faccio un breve “punto” alla Nello, senza nulla togliere ai suoi famosissimi punti, e come eccezione alla regola:
il titolo è dovuto ai ricordi di questi cibi mangiati spesso in Tanzania due estati fa. Sono andata là, quasi per caso, aggregandomi a un piccolo gruppo di conoscenti (parenti, amici di, colleghi di..) presso una delle tante missioni laiche che sono gestite da Italiani. E’ un villaggio, come tanti, tempestato di bambini, persone che non hanno niente se non una misera casetta di pietra (quando va bene) ma sempre sempre con un sorriso immenso.
E’ un posto che resta nel cuore come tanti dicono tornati dall’Africa, ma confermo che è tutto vero. I colori, i suoni, e i paesaggi non si dimenticano e quelle faccine che sembrano disegnate con colori a tempera neanche.
Tante volte ci trovavamo a mangiare questi piatti cucinati dalle missionarie del posto. E’ davvero buono, e mangiare là è sempre una festa. Certo, riproposto, qui, a casa, è tutta un’altra cosa, ma ne ho tanta nostalgia e poi, devo ancora “digerire” il fatto di non essere potuta ritornare l’estate scorsa.
Incrocio le dita per il prossimo anno.
Ah, questo è il mio bimbo adottato là:
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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
che bello…hai ragione l’Africa tocca il cuore…dev’essere stato un viaggio stupendo…ti auguro di tornarci il prima possibile!
Anche a me manca tanto l’egitto, pensa che proprio stasera mi sono fatta un tipico piatto egiziano..alla “memoria”..a proposito..sai cosa dicono?chi beve l’acqua del Nilo prima o poi ritorna…chissa’!!complimenti anche per la ricetta..e per il bellissimo bimbo 😀
il tuo bambino è bellissimo!! come si chiama questo cucciolo? ti auguro che la tua ricetta-ricordo ti porti fortuna 🙂
eddy sei bellissima!!!oltre ad essere carinissima, sei stupenda d’animo! Il tuo punto è molto ma molto più bello dei miei. Io non ci sono mai stato in Africa, eppure ci vorrei andare un giorno!! Quando ci vai, se mi fai sapere in tempo perchè il lavoro mi tiene incatenato al mio chiosco, ci verrei con piacere. Onore a te! Sono doppiamente felice perchè oltre ad ammirarti come cuoca, ti ammiro anche come donna! grazie di cuore!!! che bello tuo figlio!!! lo rimpirei di bacini 😀
ops, dimenticavo di farti i complimenti sulla tua cena, bè se ti ammiro come cuoca, sono sottointesi 😀
Che dire cara Eddy, non so se farti i complimenti per la ricetta o i complimenti per il bimbo adottato che è un cioccolatino da mangiare a bacetti 🙂 Non sono mai stata in Africa e un giorno forse mai dire mai, mi piacerebbe proprio 🙂 Anche a me piacerebbe sapere come si chiama!
eddy bellissima la foto 🙂 io metterei questa come immagine del profilo!!!!!
comunque anche mia mamma ha adottato una bambina in africa e dice che vorrebbe andarla a trovare…io non pensavo si potesse fare sul serio!!! ma dice che l’aereo lo prende solo se ci va TUTTA la famiglia,quindi la vedo dura 😀
Eddy, lo mordicchierei il tuo trappolotto…si, dicci come si chiama.
Sei ammirevole.
che bello, e che persona fantastica sei 🙂 bellissimo il bimbo!
Grazie! Quel bel cioccolatino si chiama Raimondo. Non so com’è, ma hanno dei nomi italianeggianti spesso.. Dai quando potrò tornare faccio un fischio a tutti, chissà che qualcuno non si aggreghi eh!?
Ah l’Africa *.* che sogno!
Bellissimo il bimbo, tu e la tua esperienza eheh :)…quali sono queste missioni laiche di cui parli?
che esperienza meravigliosa, Eddy…e tu nella foto sei radiosa. ti ammiro moltissimo, due anni fa ho fatto un viaggio in sud africa e mi promisi di adottare uno dei tanti bimbi che vidi una volta maggiorenne. penso che sia un gesto così piccolo per noi, e così grande per loro.
Grazie Eddy per questo post toccante! la cena è bellissima ma soprattutto lo sono i sentimenti e le esperienze che l’hanno ispirata! e raimondo è meraviglioso!
eddy… che emozione!… il mal d’africa non si scorda mai, ti rimane nel cuore finchè immagini o pensieri lo fanno tornar fuori all’improvviso… 🙂
grazie della tua esperienza… anche questo serve a “coccolare” i miei sogni! 🙂 🙂
Che emozione Eddy!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Che bello! 🙂
più leggo i racconti annessi alle ricette e più mi piacerebbe vivere con tutti voi in un ecovillaggio!
la polenta però non riesco ad associarla all’Africa,anche se non ci sono mai stata, mi viene in mente uno zighinì o un akara…
😉
bellissiimo!!!!tutto intendo…la cena, il bimbo, gli ideali, l’insieme…..stupendo, davvero stupendo!!!!!
Brava Eddy! Gli sformatini di polenta sono davvero appetitosi. Bisogna che la rifaccia uno di questi giorni! E Raimondo è bellissimo, noi abbiamo una bimba pachistana adottata a distanza, poco più grande della nostra… chissà se la vedremo mai, certo il viaggio in Pakistan di questi tempi lo vedo parecchio duro… 🙁
che bello quando un piatto può servire ad accorciare le distanze!! per l’Africa mi prenoto anch’io..
Oddio il bimbo è stupendo!
Devo confessarvi una cosa…
Spesso mi capita di sognare durante la notte un bambino di colore di circa 5-6 anni che viene ad abitare a casa mia…
Un bambino bellissimo, con degli occhioni grandi e supplicanti amore ed attenzioni, che inizialmente riesce a comunicare solo con me parlando in francese…
Io la mattina mi sveglio sempre con quegli occhioni neri stampati nella mente, e mi sento una sensazione “di vuoto” indescrivibile… Mi salgono le lacrime agli occhi ogni volta… E’ diventato quasi un sogno ricorrente…
Ne ho parlato con mia madre, a lei piacerebbe adottare un bimbo, ma credo che non rientriamo nei canoni previsti dalla legge (anche se per quel poco che ho imparato studiando Diritto di Famiglia probabilmente si può a trovare un modo), e poi sarebbe una responsabilità molto grande che probabilmente in questo momento la mia famiglia non può affrontare…
Sì…bello l’ecovillaggio!
MaiaGrazia, è vero , la polenta non verrebbe da associarla all’Africa, eppure la scena tipica è quella delle donne fuori dalle case che puliscono le pannocchie di granoturco o che le arrostiscono oppure che sgranano la semola per fare il cous cous, anche se questo è più tipico del marocco, mentre in Tanzania polenta e fagioli ci sono spessissimo. Addirittura anche ai cani viene data sotto forma più liquida.
Ilari, magari è destino, prima o poi lo incontrerai un bimbo cioccolatino, magari nel loro posto di origine che sarebbe la cosa migliore..
Grazie a tutti
Brava Eddy!!!dev’essere un esperienza davvero unica..
che ti cambia la vita..
x il prossimo viaggio mi aggrego anch’io!!!