Finalmente è iniziata la stagione dei carciofi, ortaggio meraviglioso di cui vado matta. Quando li acquistate devono essere belli sodi e il più possibile il gambo verde senza macchie nere, se sono mosci e neri non sono freschi, lasciateli dove si trovano.
Ingredienti (per 8 carciofi):
8 carciofi
1 carotona
250 g di tofu al naturale
1 cucchiaio di capperi
15 olive nere
aglio
erba cipollina
prezzemolo
pangrattato
olio
pepe
tamari o sale
Procedimento:
Lavate i carciofi, metteteli in una ciotola dove avrete spremuto il succo di 1 limone, così facendo non diventeranno subito neri. Sbollentate il tofu per 5′, tritate la carota il più finemente possibile; mettete in un frullatore il tofu con i capperi le olive snocciolate, aglio prezzemolo, pepe; una volta frullato mettete il tutto in una ciotola dove aggiungerete un pochino di pangrattato, regolate con il tamari o il sale a vostro gusto. Aiutandovi con un cucchiaino aprite i carciofi mettete 1 filino di olio e riempite con il composto, metteteli in una casseruola dove stiano di misura in modo che rimangano fermi, versate dell’acqua che arrivi a metà altezza dei carciofi, aggiungete un po’ di tamari e ancora 1 filo di olio; cuocete per circa 1/2 ora, dipende dai carciofi, ma quando sono cotti le foglie esterne cominciano a staccarsi. Li mangia la mia belva con mia grande gioia, sono salutari hanno pochissime calorie, unico inconveniente costano sempre troppo 🙂
Nota:
Il carciofo è un alimento tonico e digestivo, contiene molto ferro le attività farmacologiche più note sono: coleretica, la cinarina contenuta nel carciofo provoca un aumento del flusso biliare e della diuresi. Epato-protettrice, è l’azione più conosciuta e utilizzata. Anche il cardo mariano precursore del carciofo è utilizzato allo stesso scopo. Ipocolesterolemizzante, allo stato attuale è l’azione più importante e studiata. La cinarina contenuta nel carciofo in una buona quantità è risultata avere un importante ruolo nell’abbassare il livello del colesterolo.Tale effetto farmacologico è stato dimostrato da numerosi studi scientifici. Le dosi terapeutiche di cinarina variano da 60 mg a 1,5 g. Le sostanze contenute nel carciofo sono assolutamente prive di tossicità. Per trarre beneficio di queste straordinarie qualità curative, bisognerebbe assumere una quantità di carciofo fresco pari a 100-300 g al dì per un periodo abbastanza prolungato. I benefici di quest’ortaggio non devono essere vanificati con una scorretta cottura, vanno eliminate le tradizionali e succulente ricette: carciofi alla giudea o giudia, carciofi fritti, carciofini sott’olio… Il carciofo alla luce dei più recenti studi deve essere considerato un autentico toccasana. Il suo uso dovrebbe entrare nella quotidianità alimentare di ogni individuo, e in particolar modo in quei soggetti che hanno o potrebbero avere, per ragioni ereditarie, un livello di colesterolo superiore alla media. Negli anni sessanta un famoso amaro a base di carciofo (Cynar), era pubblicizzato con il seguente slogan: “Contro il logorio della vita moderna”; sarebbe il caso di riportare in auge questa definizione ma associandola ad un uso più razionale e corretto. Le semplicissime ricette riportate sono in grado di salvaguardare sia le capacità oganolettiche che le proprietà medicinali. Carciofi cotti con pentola a doppio fondo: piccole porzioni di carciofo, private delle foglie più esterne, vanno lavate in acqua corrente e versate nella pentola a doppio fondo senza sgocciolarle. La pentola, chiusa con il suo coperchio, va posta su un forellino a fuoco lento. Raggiunta l’ebollizione, della poca acqua presente, si spegne la fiamma e si lascia a riposo per 1 ora senza togliere il coperchio. Gli ortaggi cotti con questo semplice metodo esaltano il loro gusto originale permettendo un’ottima degustazione senza l’uso di condimenti. Carciofi in pinzimonio o crudi: per questa semplicissima ricetta si utilizzano i carciofi più piccoli e teneri tagliati a piccole porzioni. Le parti di carciofo in precedenza lavate vanno condite con olio, sale e limone. Carciofi lessi: i carciofi tagliati a fettine si versano in una pentola con poca acqua, a cottura avvenuta si condiscono con olio sale e limone.
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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
Ops! Aiuto Sauro in questa c’è di sicuro una sformattazione come mi hai detto tu! Perchè non si vede la foto? Giuro quando torno dalla Sicilia mi metterò a studiare le formattazioni 🙂 🙂 Abbraccione
che belle foto! in particolare la quarta, quando ancora non sono ripieni, sembrano fiori! scommetto che sono anche gustosi 🙂