La beccùta è un dolce contadino tipico delle nostre campagne, quelle dell’entroterra marchigiano, ma precisamente del territorio di Collina e Santa Maria Nuova (An). Solo a una manciata di km da qui, infatti, la gente non conosce questo dolce povero degli avanzi, tipicamente autunnale. Il mio compagno, che in linea d’aria è cresciuto e vissuto a 5 km da casa mia, non aveva mai assaggiato la beccùta prima d’incontrarmi! Trovo questa cosa molto affascinante, perché mi porta all’olfatto l’odore di antiche tradizioni ed usanze, la magia della peculiarità, il sentimento di un’epoca lontanissima dalla globalizzazione selvaggia che impoverisce le identità minoritarie. La beccùta popola i miei più cari ricordi d’infanzia, i pomeriggi trascorsi nella cucina di mia madre col grande camino acceso e il profumo d’uva che usciva dal forno. Da sempre uno dei miei dolci preferiti! Del resto, dell’autunno amo proprio tutto: il clima, i frutti (uva, castagne, cachi), i colori, il mosto… Deliziosa se mangiata ancora calda, è buonissima anche il giorno dopo. Ma la tradizione vuole che venga spolverata in giornata, anzi nel giro di poche ore… almeno a casa mia!
Ingredienti:
polenta avanzata
uvetta o uva fresca o pezzetti di mela
farina bianca di frumento
zucchero (io uso quello di canna integrale Mascobado)
olio evo
Procedimento:
Mettete in una terrina capiente la polenta avanzata e aggiungete farina, zucchero ed olio quanto basta ad ottenere un impasto morbido ed appiccicoso. Essendo una ricetta antica e di recupero, non ci sono dosi specifiche… si fa tutto “a occhio”. Considerate, però, che io ho usato la polenta stesa su un piatto da pizza rotondo, alta circa 1 cm, con 4 cucchiai colmi di zucchero e 4 cucchiai rasi di farina. Con l’olio, siate generosi. Quando avrete amalgamato bene gli ingredienti, aggiungete l’uvetta precedentemente ammollata (sempre a vostro piacere) e mescolate bene con un cucchiaio. Dovreste ottenere un impasto del genere
Oliate una teglia da forno e stendete l’impasto in modo che non sia più alto di 2 cm. La mia beccùta è venuta molto sottile, perché con le bocche che girano per casa era avanzata poca polenta a pranzo!
Infornate in forno preriscaldato a 200°, finché la superficie non sarà dorata e i bordi non saranno croccanti e ben abbrustoliti. Una delizia negli uggiosi pomeriggi autunnali!
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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
Mi sembra fantastica la tua ricetta, somiglia molto agli zaletti (zaeti in veneziano, gialletti in italiano) d’altra parte la polenta, cioè la farina di mais, in certi tempi era il piatto principale e unico.
Fantastica, sembre veramente buona. Anche io adoro l’autunno! È la mia stagione preferita…adori, aromi, colori, il fresco col sole…
Buono questo dolce della tradizione!! Non lo conoscevo… Grazie valevico 🙂 ciao!!!
Federica 🙂
originalissima e invitante, brava! 🙂
Che bella!! Però, visto che non posso il glutine, secondo te potrei usare la farina di miglio o riso? O la farina glutinosa serve per “legare”? 😀
E’ veramente una bellissima ricetta! La rifarò sicuramente
Da cattiva marchigiana quale sono, questa non la conoscevo neppure! Grazie di averla postata 🙂
@Terri, prova tranquillamente con quella di riso…e facci sapere com’è andata!
@EluS, di dove sei? comunque, come ho scritto sopra, questa ricetta è proprio strettamente legata alla campagna di Santa Maria Nuova e non la conoscono già a una manciata di km da qui…
sei una persona dolcissima.ogni volta che leggo una tua ricetta,al di là che sono buone…mi sento bene per il linguaggio che usi,che è quello dell’amore.la tua famiglia è molto fortunata.
questo è esattamente il tipo di ricetta che mi fa impazzire, sa di buono già solo a vederla, poi adoro il recupero, l’autunno ma soprattutto tutto ciò che riesce a sopravvivere nonostante l’appiattimento e la globalizzazione.. io ho un libro al quale tengo tantissimo di ricette contadine piemontesi in tempi di guerra, lo sfoglio sempre come se nascondesse un tesoro..
ancora una volta grazie x la ricetta!
In effetti io che sono di Jesi conosco questo piatto solo dai racconti dei miei suoceri entrambi di SM NUova e non l’ho mai assaggiato, anche se sembra semplicissimo!
A proposito: siamo tornati!! Mi farebbe molto piacere incontrarti!!
a presto! Marta
Io sto nei pressi di Macerata, ma nemmeno mia madre che è autoctona delle zone di Recanati non la conosceva… 🙁
Ma dai, non ci avrei mai pensato! Che bella idea, sicuramente da provare…adoro quel suo aspetto croccante! ^^
buona!!! Alla prima polenta la faccio … me la segno!
che buona!
mi piace questo riciclo! e soprattutto mi sembra una schiacciatina pronta all’asporto 😀
Uh, quanto mi piacciono queste ricette “rustiche”! Dev’essere strepitosa…uno di quei dolci che andrei avanti a mangiare “ad oltranza” 😉
@Marta (CucinoinCina), dobbiamo incontrarci!!! Se hai un account su fb, cercami: Valentina Vico. 😉
Bello vedere quanti apprezzamenti per una ricetta così umile e a me tanto cara. Grazie!!! 🙂
Ma che grande idea, io che adoro i ricicli la rifarò di certo! Ah, belle le riflessioni autunnali, concordo pienamente, io amo anche le zucche!
Che meraviglia, anche se dovrò fare la polenta solo per questo scopo, la proverò!
Grazie mille.
mia madre al posto dell’uva aggiunge i fichi secchi….e le scorze d’arancio tritate….
WOOOOW! Sarà anche più adatta all’autunno,ma a me fa gola anche ora che fa caldino 😀
@Pauldeport, quindi sei marchigiana/o anche tu? E conosci la Beccùta?
Io farei fatica anche solo a immaginare una variante di questo dolce che è così radicato nella tradizione della mia campagna e nei ricordi della mia infanzia, ma immagino che l’accoppiata scorza d’arancia e fichi secchi sia una bomba!!
@Michelle: hai proprio ragione!!! Ci sono stati un paio di giorni di pioggia intensa in questa settimana qui da noi, e ne abbiamo subito approfittato per farci una polentata e avanzare la polenta per una bella lastra di beccuta! Il problema è che poi io non mi so regolare…devo spazzolarmela tutta in giornata e nona rriva mai all’indomani! 😉
Che bella ricetta che ho scovato! Le meraviglie della tradizione! Buona buona buona
Ti ringrazio x la ricetta, non sai da quanto la cerco, ma gli altri siti sono sofisticati…Questa è l’unica vera originale beccúta (o beccúda a casa mia 😉 ) Grazie grazie grazie!!!
Ciao Barbara!! Quindi deduco che sei delle mie parti… Un caro abbraccio e: evviva la beccùda!!! 😀
Complimenti per la ricetta… io sono marchigiano della zona di Recanati e ti assicuro che anche dalle nostre parti la Beccuta è molto diffusa e conosciuta…
Quest’anno sono già un paio di volte che la preparo. E’ una ricetta che mi è molto cara perché mia madre la preparava spesso. Ieri sera non avendo in casa l’uvetta l’ho sostituita con alcune prugne secche spezzettate ed ammollate con rum ed è venuta bene lo stesso. Questa mattina l’ho mangiata per colazione. Una delizia.
Io che sono nato, cresciuto e vivo a Collina questo dolce mi è molto caro perché quando ero piccolo mia madre lo preparava spesso, ed era sempre una festa di profumi e sapori. Proprio ieri sera l’ho preparata con una piccola variante: poiché non avevo l’uvetta l’ho sostituita con alcune prugne secche spezzettate e bacche di Goji ammollate con il rhum; è venuta bene lo stesso.