Quando avevo letto su Cotto al Vapore (ehi, è una nostra “collega”) che l’amaranto si può far scoppiare come il mais, già mi vedevo con un cartoccio davanti a un bel dvd, pensa te. Poi una volta ottenuto il mio bravo sacchetto da Naturasì, piazzo una padellina sul fornello e ne brucio una cucchiaiata, e penso, vabbè, passatemi quel dannato mais. Mi sono ispirata Cous cous a vapore di Francesca, ma dato che non amo molto il cus cus, anzi per niente (e mi sa che dovrò farmelo piacere visto che ne ho 1/2 busta ai funghi e 1 busta al naturale quasi piena :-S) ho usato il mio nuovo acquisto.
Ingredienti (per 2 persone):
125 g di amaranto
400 ml di brodo vegetale
2 patate pelate e tagliate a tocchetti
olio evo
2 carote
sale
olio evo
aceto balsamico
Procedimento:
Preparate un buon brodo vegetale con carota, sedano e cipolla, ma anche un po’ di pepe, origano, cumino… insomma, con le spezie che vi piacciono. Filtratelo e misuratene 400 ml. Portatelo a bollore e versateci dentro l’amaranto, attenzione che quei granellini maledetti se ne vanno in giro per conto loro, e spesso e volentieri tendono a scendere sul fornello di fianco al pentolino, invece che dentro. Far bollire a fuoco dolce per 10 minuti, poi aggiungere la patata e continuare la cottura per 20 minuti. Se il liquido finisce prima, aggiungete un po’ di acqua, ma non dovrebbe. Spegnete e lasciate riposare 5 minuti, poi date 1 giro di olio. Nel frattempo passate al mixer le carote (tagliarle sottili a mano è una follia) e preparate un emulsione con olio, aceto e sale a piacere (meglio poco, il sale, eh). Versate l’amaranto nel piatto e servite con le carote condite, come vi pare, però, le carote possono anche andare in una ciotolina a parte.
Abbinamento:
Non ho idea di che vino stia bene con l’amaranto, mi dicono che con le zuppe di cereali stanno bene i bianchi freschi e frizzanti, o i rosati giovani. Io per andare sul sicuro mi sono buttata sulla Galanghina (e tu scendi dal frigo!).
Sostieni anche tu la libera informazione!
Scegli per i tuoi acquisti prodotti certificati VEGANOK e invita i tuoi conoscenti a fare lo stesso.
Solo con la partecipazione di tutti potremo fare la differenza per la salvaguardia del pianeta.
Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
l’aspetto è assai invitante… e poi c’è il fascino dell’amaranto, questo grande sconosciuto. ho sempre pensato che al maschile fosse solo un colore per maglioni e al femminile un nome proprio di eroina di romanzi sudamericani e oggi scopro che si mangia. davvero non si finisce mai di imparare.
Bello lo sticker Io sono a Impatto Zero!!
Dove si prende??
Grazie x la citazione Vale!!! e sai che l’amaranto ancora manca nel mio carnet cerealoso????? urge rimediare
Uh Uh! anche io avevo letto su cotto al vapore della modalità pop-corn con l’amaranto e mi ci stavo per cimentare ma credo a questo punto che desisterò! visto che appunto anche io ho una busta nuova nuova e intonsa, mi hai dato una bella ispirazione! ma allora è vero che il risultato è un po’ gelatinoso?
Vi confermo che l’amaranto scoppia a mo’ di popcorn (collaudato con tanto di foto http://forum.promiseland.it/viewtopic.php?f=41&t=30841&st=0&sk=t&sd=a&hilit=amaranto)
certo non è come il popcorn di mais e le prime volte i chicchini (sono talmente piccoli) si bruciano! Ci vuole pratica e il segreto è scaldare tanto la padella.
Cmq molto interessante questa ricetta dato che ho ancora 1/2 sacchetto di amaranto e non sapevo come utilizzarlo (finora l’ho usato come pastina nel brodo vegetale).
Ciao
Maria Pia, a me non è sembrato tanto gelatinoso, o forse sì? Mi spiego… nel complesso non viene gelatinoso, ma i chicchi effettivamente dopo la cottura diventano molli però non sfatti, quindi sì… con molta approssimazione si potrebbe dire che diventa lontanamente simile al caviale (dovrò provare a cuocerlo con alghe e pomodori secchi, per poi spalmarlo sulle tartine… il primo caviale vegan!)…
Babi, l’adesivo ce lo ha regalato lifegate, http://www.lifegate.it/ per aver aderito alla campagna impatto zero: http://www.impattozero.it/
Praticamente è successo che l’anno scorso, per il primo anniversario di matrimonio, ho regalato al mio amatissimo un pezzo di foresta in Costa Rica, per contribuire alla riforestazione di alcune zone protette. Quei 500 metri quadri di alberi piantati e protetti hanno evitato emissioni di CO2 ed abbiamo compensato il viaggio in Spagna.
Lo farò pure quest’anno, visto che andremo a Dublino, per l’anniversario…
Confermo che l’amaranto scoppia! Provato e collaudato con tanto di foto (http://forum.promiseland.it/viewtopic.php?f=41&t=30841&st=0&sk=t&sd=a&hilit=amaranto).
Certo non è come il popcorn di mais perchè quei chicchini (sono talmente piccoli) le prime volte si bruciano ma ci vuole un po’ di pratica e soprattutto il segreto è scaldare tanto la padella.
Cmq molto interessante questa ricetta dato che ho ancora 1/2 sacchetto e non sapevo come utilizzarlo (finora l’usato come pastina nel brodo vegetale).
Francesca, l’amaranto è un cereale sui generis, visto che non ha glutine.
Si possono fare un sacco di cose. Devo provare a farne della farina, che ho una ricetta per dei dolcetti da veganizzare (se non è già vegan di suo, in questo momento non saprei)
Vale, non riparliamo di glutine, se nò mi ritorna la fobia della celiachia… 🙂
Oops…
Scusa.
Ma vorrei assicurarti come hanno già fatto le altre. Non sei ceeliaca. La migliore amica di mio marito lo è, oltre ad avere un’intolleranza (o meglio, credo sia proprio allergica) a latte e latticini.
Credi, se fossi celiaca, lo sapresti bene.
^______^
Ma io sono paranoica…se ho male a n’unghia penso che mi debano amputare la mano, fai tu….
Capisco…
Ho una sorella così.
Chissà perchè l’amaranto è il cereale che mi dimentico sempre eppur mi piace, e questo tuo piattino è molto invitante 🙂
Per Francesca: niente glutine-fobia, l’amaranto fa parte delle amarantacee, non è quindi una graminacea e non contiene glutine… in compenso però e ricchissimo di ferro e poi i chiccholini sono proprio simpatici (e superbuoni!)
ops, l’aveva già detto Vale, che distratta che sono!
baci!