Questa non è altro che la rivisitazione vegan degli “occhi di bue”, che sono sempre stati la mia pasta preferita in pasticceria, meglio se con la frolla croccantina!
Era da qualche giorno che mi frullava in testa l’idea di veganizzarli e oggi ci siamo lanciate, complice l’arrivo dei nuovi stampini di cui vi ho parlato l’altro giorno.
Per la frolla ho seguito essenzialmente la ricetta di Babi, apportando qualche piccola modifica. Per il resto è una ricetta semplicissima, divertente e che dà molta soddisfazione, bisogna solo fare attenzione alla cottura, come già aveva detto proprio Babi, perché la frolla brucia in un minuto, quindi va guardata a vista.
Ingredienti
- 125 gr. di farina 00
- 125 gr. di farina integrale
- 100 gr. di zucchero a velo (tutto quello che avevo ;))
- 100 gr. di burro di soia
- 25 gr. di zucchero bianco (la prossima volta provo con quello di canna, mi piace troppo)
- 1/2 cucchiaino di cannella
- un pizzico di sale
- latte d’avena q.b (un paio di cucchiai circa)
- marmellata q.b.
Procedimento
Ho impastato tutti gli ingredienti mescolando prima gli ingredienti secchi, aggiungendo quindi il burro di soia a fiocchetti, amalgamandolo bene con le mani e quindi il latte d’avena fino a raggiungere la consistenza giusta (morbida ma non appiccicosa). Ho fatto risposare una mezz’oretta in frigo, quindi ho steso la frolla su un vassoio infarinato e con gli stampini ho ritagliato (con l’aiuto della belva si intende ;)) le basi e i “copecchi”, come li ha battezzati lei, quindi li ho disposti sulla placca coperta di carta forno e ho infornato a 180° per 10-12 minuti (non di più che vi si bruciano!). Nel frattempo ho fatto sciogliere la marmellata (la mia era di prugne casalinga) in un pentolino a fuoco basso, ho fatto bollire per qualche minuto e poi fatto freddare un pochino.
Ho tolto la placca dal forno, ho spalmato la marmellata sulle basi, ricoperto con i “copecchi” e ri-infornato il tutto per altri 3-4 minuti. A me sono piaciuti molto perché, come ho già detto, la frolla mi piace bella croccante (anche per le crostate). Se invece la preferite più “sbriciolosa” forse potete provare aggiungendo un cucchiaino di lievito all’impasto… Occhio che finiscono in un battibaleno!
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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
ma che bei biscotti…e che bei stampini!!se non sbaglio hai detto di averli presi all’ikea!!tocca che vado a farci un giretto… 😀
aaaaaah complimenti li adoro anch’io!!!!ne mangiavo tantissimi……e ne mangerò ancora seguendo la tua ricetta!!!ma la marmellata la metti prima di infornarli o la “incolli” dopo una volta cotti????
ahem, ok ho letto il procedimento per bene…..mi ero fatta prendere dall’entusiasmo!!!!
😉
oooooooooooohh. Mi ricordano quelli della mia amica altoatesina! Che buoni!! Domani mi sa che li faccio !! Bravissima.
ahahahhaha che bel titolo!! grande cri!!! 😀 da piccolo ne ho mangiato di occhi di bue..al cioccolato e con la confettura 😯 grazie cri per questa versione vegan davvero interessante e complimenti per le formine. ora vado a dormìììì teng nu suonn!!! 😯
che carine…sembrano le “ciambelline” sarde
che bellini!!..mmmm ne vorrei uno…uno di quelli col cuoricino 🙂
brava davvero, e questi sono tutt’altra cosa da quelli della pasticceria, essendo cruelty-free e sani, mi ricordo da bambina che mia madre me li prendeva (erano gli unici che mangiavo, ho sempre odiato i dolci delle pasticcerie..)…beh erano stomachevoli, zucchero bianco puro, senza sapore, la marmellata poi non ne parliamo…diciamo che non era marmellata, e nell’impasto blah ci sarà stato burro tanto zucchero pure e farina bianca…
grazie per la ricettina, anche a babi per la pasta, peccato non avere gli stampini..li devo procurare..
ma potrei usare oli al posto del burro di soia? e secondo voi quanto? grazie
Ma che brave che siete!
La belvetta diventerà una cuoca!
Io da piccola avevo il manuale di nonna papera, i più “grandicelli” se lo ricordano? però mia mamma non mi faceva pasticciare tanto… infatti non ho imparato niente!! 🙁
Siete proprio una bella coppia tu e la belva…..anch’io Cri adoravo l’occhio di bue di pasticceria unica cosa toglievo la quintalata di zucchero a velo che ci mettono!
Che bello in questo momento ho visualizzato te e la tua Marti che giocate in cucina con le formine 😛 Siete bellissime! Baciotto a tutte e due 😉
Che belliniiiiiiiiiiii…
@ Babi: si quelli altoatesini li ricordo anche io: da sballo! (li hai provati poi?)
@ valejenny: anche io ero “allergica” a margarine e burri veg vari, ma da quando ho provato il burro di soia della Provamel mi sono “convertita”. Lo utilizzo raramente, ma “quando ce vo’, ce vo’!” 😀 Credo che con l’olio la frolla rimarrebbe meno friabile e più “pesante”, ma tentar non nuoce!
@ pippi: me lo ricordo il manuale di nonna papera, eccome! Ma io non ce l’avevo, mia mamma non amava cucinare, molto di quello che so l’ho imparato dalla mia nonna
@ Chicca: io mi ingurgitavo anche lo zucchero a velo 😯 si ci siamo divertite parecchio, anche se ha giocato soprattutto la belva!