Mirtillo


Il mirtillo (Vaccinium Myrtillus) è una pianta appartenente alla famiglia delle Ericace, piccolo arbusto alto da pochi a 50-100 cm , i frutti hanno l’aspetto di bacche, ma in realtà sono false bacche (come le banane e i cocomeri) perché si originano da sepali, petali e stami, come habitat preferisce gli strati montani submontani ma tendenzialmente si adatta anche ad altri luoghi.
Il mirtillo è una di quelle piante di cui si utilizzano più droghe (o parti) dalle bacche alle foglie.
Si tratta sotto ogni punto di vista di un “superfood” e ora vediamo il perché.
Le bacche del mirtillo nero contengono acidi organici (malico, citrico ecc.), zuccheri, tannini, pectina,  vitamine A, C ,B e i fondamentali glucosidi antocianici “antiocianine” le quali oltre a dare al frutto il suo  colore, riducono la permeabilità dei nostri capillari e rafforzano la struttura del tessuto connettivo, che sostiene i vasi sanguigni, migliorandone l’elasticità e il tono, rendendoli particolarmente adatti al trattamento dei disturbi circolatori, nei casi di fragilità capillare, e a carico della retina.
Le antocianine sono capaci di inibire l’attività di alcuni enzimi che distruggono il collagene e i tessuti elastici dei capillari e dei vasi del sistema circolatorio periferico, favoriscono e aumentano la velocità di rigenerazione della porpora retinica degli occhi, essenziale per la visione in condizioni di scarsa luminosità.
I pregi nutritivi del mirtillo derivano anche dalla  presenza di vitamina A e C ma anche di vitamine B1, B2, PP e di sali minerali  (calcio, fosforo, ferro, sodio e potassio) che conferiscono alle bacche un’azione antiossidante.
Questi principi,assieme agli antocianosidi, inibiscono la formazione dei radicali liberi, responsabili dell’ossidazione delle particelle di colesterolo LDL.
Le foglie del mirtillo meritano una menzione a parte, contengono tannino, glucosidi flavonoidi e glucochina, sostanza che abbassa il contenuto di glucosio nel sangue, pertanto consigliate a chi soffre di diabete, in quanto in grado di ridurre le dosi di farmaci per via orale o quelle di insulina.
I pigmenti che determinano il colore dei mirtilli, secondo gli scienziati, sarebbero responsabili dell’inattivazione dei batteri causanti  diarree infantili e  infezioni renali negli adulti.
L’uso del mirtillo è indicato in tutti i casi di degenerazione della retina, compresa la retinopatia diabetica.
I mirtilli esplicano un ruolo fondamentale nel trattamento di disturbi circolatori come le vene varicose, le emorroidi e la fragilità capillare.
Il mirtillo con le maggiori proprietà curative è quello viola-bluastro, il mirtillo rosso è più diuretico e rinfrescante (coltivato perlopiù nei paesi anglofoni).
Il mirtillo gigante (la varietà più largamente coltivata), grosso il doppio della varietà selvatica, ha la proprietà di impedire ai batteri di attaccarsi alle cellule e previene efficacemente le infezioni delle vie urinarie.
100g di mirtillo gigante contengono circa 57 kcal, 93% circa di carboidrati, 4% di proteine e 2% di grassi
Versatili in cucina,seppur preferibili freschi e di stagione mantengono inalterati i valori nutrizionali anche nella forma congelata/ surgelata (visto il breve periodo di maturazione).

Sostieni anche tu la libera informazione!

Scegli per i tuoi acquisti prodotti certificati VEGANOK e invita i tuoi conoscenti a fare lo stesso.
Solo con la partecipazione di tutti potremo fare la differenza per la salvaguardia del pianeta.

Per conoscere meglio VEGANOK, scarica qui il nostro rapporto di impatto Etico.
Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
  1. Interessante, come sempre. Buoni i mirtilli, quest’anno ne ho trovati davvero pochi.

    Reply
  2. Oltre ad avere un sacco di proprietà sono molto buoni ma, dato che ormai si reperiscono tutto l’anno, penso siano coltivati in serra. Se non sono biologici ho il timore che i benefici vengano annullati dai pesticidi. Cosa ne pensi, Luca? Grazie, scrivi sempre articoli interessantissimi! [Monica]

    Reply
  3. allora V dobbiam partire dal presupposto che il BIOlogico in sé non esiste, per il semplice fatto che l’ecosistema non è BIO, l’aria non é BIO la pioggia non é BIO, il BIO non esiste in sé poiché qualsiasi coltivazione o coltura viene a contatto con una di esse pertanto la “chimica” entra a contatto. Se per BIO invece si intende il non esser intaccato da prodotti dati in maniera diretta dal coltivatore ci può stare ma è un altro discorso.
    Credo che il 90% delle produzioni in generis siano “prodotte in serre” nella GDO intendo, la totalità degli alimenti non ha più il potenziale nutrizionale di cui realmente dispone.
    Io personalmente mi faccio più problemi a respirare aria inquinata di una città che il chiedermi se un prodotto sia BIO o meno….

    bless and love!

    Reply
  4. Complimenti Luca,
    I tuo approfondimenti sono utilissimi e straordinariamente ben fatti
    Go vegan!

    Reply
  5. LucreZIAdiAnna 10 Agosto 2018, 08:45

    Grazie Luca per la precisazione sul concetto di BIO!
    Condivido assolutamente.
    Se il nostro mondo non lo è i prodotto possono avvicinarsi a qualcosa di simile, non certamente al BIO inteso dalla massa.
    Tanto che i prodotti bio confezionati vengono venduti in packaging che mica è bio !
    Che mi dici in merito ?

    Reply
  6. beh lo sdoganamento del commericio, la crescita esponenziale delle vendite di prodotti ha portato la produzione a virare su packaging di minor qualità per rientrare maggiormente nelle spese di produzione e aver ancor più guadagno…li sta all’etica di chi produce adottare pack magari più costosi ma con minor impatto sulla ambiente…discorso piuttosto utopico per come la vedo io

    bless and love!

    Reply
  7. Ottimo articolo, buonissimi mirtilli che ho tentato di coltivare, niente da fare…forse troppo caldo.Non sapevo informazioni sulle foglie, interessante. Per quanto riguarda BIO, la penso diversamente, può darsi che mi sbaglio io, ma ci tengo alla certificazione bio, più che qualsiasi altra certificazione. Certo aria è inquinta, acqua pure, mentre siamo in città in mezzo la strada respiriamo solo cancro.. Però nella mia ingenuità preferisco scegliere il prodotto biologico, dove spero che non sono stati usati veleni,trattamenti e compagnia bella rispetto ad un prodotto non bio dove sono sicurissima che tutta questa schifezza invece è presente. Io sono fortunta di avere l’orto, so cosa semino,so come lo faccio crescere e so cosa mangio. Il mio prodotto è o non è bio? Lo so aria..acqua..La differenza però c’è, si vede e si sente. La verdura fai da te è anni luci da quella che compri. Ho notato le differenze anche tra le verdure bio del negozio e non bio. Il sapore è migliore, aspetto è decisamente più brutto, ma non mi importa. Per spiegarmi faccio esempio. Ogni volta che mi capita di andare in un grande supermercato guardo reparto frutta e verdura.I prodotti perfetti, bellissimi,grandissimi, senza diffetti, lucidi,puliti…e poi guardo reparto bio. Prodotti normali,con imperfezioni,più piccoli più naturali. A me ispirano di sicuro più fiduccia. Un’altro mio pensiero e chiedo scusa di essermi allontanata dai mirtilli 😉 Verdura e frutta a chilometro zero. Voglio solo dire che bisogna conoscere il contadino e averne fiduccia perchè ci sono anche quelli che pur di vendere al mercato si aiutano con i veleni quindi ti trovi nel piatto comunque la roba come quella della grande distribuzione. Io da quando sono diventata vegana, sono diventata molto diffidente putroppo ma anche così vanno le cose. Quindi anche se si compra al mercato dal contadino non è detto che mangi sano.

    Reply
  8. ciao bell’articolo come gli altri d’altronde, per quanto riguarda il biologico vorrei fare una precisazione, non bisogna pensare che i prodotti di agricoltura biologica non vengano trattati con pesticidi, semplicemente non vengono usati prodotti di sintesi (ovvero creati chimicamente). In agricoltura biologica sono ammessi per esempio zolfo e rame per le loro proprietà fungicide, e sono 100% biologici perche appunto non sintetici. badate pero che il rame è un metallo pesante molto dannoso per il suolo e per gli umani e animali. il termine “pesticida” viene spesso confuso e associato alla chimica, ma designa in senso ampio tutti i prodotti utilizzati in agricoltura, bio o non bio. Non è vero che i prodotti bio si possono mangiare senza lavarli, il rame e lo zolfo sono prodotti di contatto e rimangono sulla superficie del frutto o della verdura esattamente come i prodotti di sintesi. Non voglio difendere ne il bio ne il non bio, pero ci tenevo a fare un po di chiarezza. Cari saluti, Laura

    Reply

Lascia un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Vai alla barra degli strumenti