Ieri sera ho fatto per la prima volta con le mie mani (e l’aiuto prezioso delle mani della mia mamma) questa magnifica pasta, che nasce dal riciclo della polenta avanzata (come la Beccùta) e dall’antica tradizione contadina marchigiana. Dalle nostre parti la polenta si mangia morbida, cremosa, stesa sulla tavola e poi condita con sughi vari, bianchi e rossi. Gli avanzi di solito sono destinati alla preparazione di dolci (prossimamente posterò la ricetta delle cresciòle!) o cresce salate, ma nei decenni passati era consuetudine usarli anche per questo nutriente primo piatto. Il condimento tipico e che vi si sposa meglio, a parer mio, è proprio il sugo di fagioli ma, come per ogni ricetta, anche qui la fantasia è la benvenuta. Dedico questo post al mio babbo, uomo speciale, che oggi deve superare una prova importante. Babbo, sono certa che la chioma gialla di quell’albero contro il cielo azzurro e limpido di oggi e la calma insolita dei bambini, dei tuoi dolci terremoti, saranno di buon auspicio. Shanti shanti shanti, e infiniti pensieri di luce.
Ingredienti:
polenta avanzata
farina di frumento tipo 0
Ingredienti per il sugo:
cipolla
conserva di pomodoro
fagioli borlotti (preferibilmente) freschi (vanno bene anche i cannellini)
basilico
chiodi di garofano
peperoncino
sale
olio evo
Procedimento:
Lessate i fagioli in abbondante acqua fredda e scolateli dopo 20 minuti dall’inizio del bollore. Intanto in una larga padella dai bordi alti fate imbiondire la cipolla, poi unite la conserva, il basilico e i chiodi di garofano. Mentre il sugo e i fagioli cuociono, impastare sulla tavola la polenta fredda con tanta farina bianca quanta ne serve per ottenere una pasta morbida, ma non appiccicosa, stendibile col mattarello. Dopo aver steso in una sfoglia non troppo sottile l’impasto, tagliarla a quadrellotti con un coltello dalla lama liscia. Nel frattempo avrete aggiunto alla salsa di pomodoro i fagioli scolati. Il sugo deve continuare a cuocere per altri 10-15 minuti, finchè non sarà ben denso e finchè i borlotti non saranno belli morbidi. I quadrellotti vanno cotti come qualsiasi altra pasta e scolati con una schiumarola quando verranno a galla. Impiattarli con 1 filo d’olio e versarvi sopra qualche cucchiaiata di sugo che avrete salato e “peperoncinato” solo a cottura ultimata.
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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
oddio Vale! A me la polenta piace solo grigliata o cmq molto dura ma ti giuro che questa me la mangerei proprio.. questo piatto e soprattutto i fagioli che fanno capolino dal sugo dicono: MANGIAMI!!!!!! 😀
ps aspetto i dolcetti!!!! 😀
Che voglia, mi hai fatto venire!! Ma dici che se sostituisco la farina col glutine con quella di miglio viene lo stesso? Sono curiosissima!! 😀
mamma mia e che meraviglia!!!se mi concentro riesco a sentirne l’odore!!!!fantastici!!!l’idea poi è geniale! complimenti!
Valevico nelle tue ricette traspira sempre l’amore che nutri per la tua terra, e questo è….commovente! 🙂
proprio domenica mi era avanzata della polenta (taragna) che poi abbiamo mangiato grigliata. Ma la prossima volta mi cimenterò nei tuoi fantastici “quadrellotti”!
@Valevico:
…il sughino puccioso la dice lunga, su questo piatto semplicemente delizioso! 🙂
…qualunque sia la prova che abbia dovuto sostenere il tuo caro babbo… gli auguro di cuore di avere ricevuto buone notizie!
Un dolce pensiero… 😉
S P E T T A C O L O!!!!!!!!!! ecco un’altra tua ricetta che finisce tra i miei preferiti!! tanta luce al tuo babbo
Vale incrocio le dita per la tua famiglia da qui..un abbraccio!
Grazie Imo, Niki e Robi per i pensieri di luce rivolti a babbo. Le cose non sono andate come speravamo, ma c’è del buono e del positivo anche in questo evento. Lui sta scoprendo delle risorse che non immaginava e noi tutti abbiamo l’occasione di rivedere le nostre priorità, mettendo al primo posto l’amore, la famiglia e l’unione di forze ed intenti. Io sono molto molto ottimista in questa situazione, e ringrazio infinitamente la Dea Madre che, con la luna piena, il sole e i colori del foliage , ci sta infondendo tanta carica positiva.
@Terri, dubito che con la farina di miglio possano venire bene. Ci vuole una farina molto legante, perché la polenta si ammorbidisce tantissimo impastandola. Io avevo provato con la semola di grano duro ed è stato un fallimento totale. Magari prova con una piccola qquantità per fare una prova. Altrimenti, che ne di ci della farina di ceci?
@Sfisfi: sono molto grata alla mia terra e alle mie origini. Ho avuto la fortuna e il privilegio di crescere a pieno contatto con la campagna, sgranando le pannocchie di granturco seduta a terra con mio nonno, andando a prendere l’acqua di fonte a piedi, giocando a nascondino tra i girasoli e le vigne, andando a raccogliere le more di rovo nei fossi e a cercare i rifugi delle streghe nei campi al calar del sole. E pensare che da adolescente ho sentito forte il desiderio di fuggire da qui, alla ricerca del chiasso e della frenesia. M tutto ritorna, e il cerchio si è chiuso con la maturità e il tempo della consapevolezza. il ritorno alle radici mi ha regalato ampie ali per volare. Shanti, cara.
E un abbraccio a tutte tutte! 🙂
Pensieri affettuosi e positivi al tuo papà.
Grazie Laura!!
vale ti pensavo..le mie dita continuano lo stesso ad essere incrociate! Un abbraccio
gra<ie, tesoro, che pensiero gentile! la situazione è ancora ferma, l'attesa comincia a diventare snervante. I miei pensieri di rivolta si fanno sempre più intensi e fitti, vista la situazione negli ospedali. L'alimentazione dei pazienti ricoverati è penosa, le finestre sempre chiuse, gli orari di visita proibitivi. Shanti, cara.