Deliziosi e salutari, possono essere serviti sia accompagnati da qualche contorno (nel mio caso un po’ di avanzi: ceci lessati, insalata di cavolo, salsa thousand islands e qualche peccaminosa patata fritta) oppure nel classico panino da burger da condire a piacimento.
Ingredienti (per 16 burgers):
450 g di lenticchie rosse
5 tazze di acqua
1 cipolla media, tritata
1 grossa carota, tritata
2 spicchi di aglio, tritati
olio evo
2 tazze di funghi cremini, tritati
1 cucchiaio di origano fresco, tritato
1/2 cucchiaino di sale
1/8 di cucchiaino di pepe
3/4 di tazza di panko
4-5 cucchiaini di succo di limone
280 g di tofu, frullato
Procedimento:
In una larga pentola lasciar sobbollire le lenticchie in acqua salata finché non sono tenere, poi scolarle e lasciare raffreddare. In una larga padella saltare cipolla, carota e aglio in 1 cucchiaino di olio finché non sono tenere (circa 2 minuti), poi aggiungere funghi, origano, sale e pepe, cuocere finché i funghi non sono teneri e il liquido non è evaporato (circa 5 minuti) e lasciar raffreddare, infine aggiungere panko, succo di limone, tofu, 2 cucchiai d’olio e le lenticchie e mescolare per amalgamare. Trasferire tutto in una larga ciotola, lasciar raffreddare per 30 minuti e formare 16 burgers con un coppapasta, poi cuocerli in padella con l’olio finché ogni lato non è croccante e dorato oppure alla griglia a secco finché non compaiono i grill marks.
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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
E qui mi volevo! Settimana scorsa ho comprato l’aggeggio per fare i burger!! E mia mamma dopo le feste mi ha riempito di lenticchie di tutti i tipi…. Domani so che fare a pranzo!
Questo piatto e’ una bomba !!! Che bello !!!! Mi piacciono tantissimo anche tutti i contorni soprattutto l insalatina e le patatine fritte 🙂 ma secondo te posso farli anche con le lenticchie in scatola ?! E poi, se li fai in padella non tendono a rimpersi in cottura ? Io di solito uso il forno, dici che vengono bene o troppo secchi ? 🙂
se cuoci bene le lenticchie facendole diventare piu asciutte possibile e senza bruciarle, il panko assorbe quel poco di umidità rimasta rendendo “l’impasto” della giusta consistenza.
Se poi quando formi i burgers ti accorgi che tendono a sfaldarsi, basta far fare loro un giretto nel forno ventilato a bassa temperatura (tipo 70-80°) per asciugarli ancora un po’ prima di cuocerli.
con le lenticchie in scatola puoi provare a far questi: http://www.veganblog.it/2012/12/08/burgers-di-lenticchie-e-noci/
Mi ispirano!
Una domanda: il panko lo fai tu? O lo compri?
Wow…. li voglio assolutamente!!
quando ho tempo il panko cerco di farmelo da solo, l’ho comprato un paio di volte per mancanza di tempo e mi urta un po’ spendere così tanto per qualcosa che bene o male posso fare anche da solo!
bellissimi!! 😀 poi col tofu…mitici!! 😀
ciao, sto cominciando ad interessarmi alla cucina vegana e quindi soffro di ignoranza nei confronti di alcuni ingredienti: cosa è il panko? la tua ricetta mi sembra molto interessante per cominciare a cucinare qualcosa che possa convincere (o almeno avvicinare all’idea..) il Sospettosissimo Marito e il Figlio Goloso e vorrei farla come si deve.
grazie mille a te e a tutti quelli che hanno pubblicato queste meravigliose ricette, mi sento sollevata perchè leggendole mi accorgo che si-può-fare!
saluti
I burgers!!! Li amo come non ho mai amato quelli crudeli!!! E apprezzo tantissimo il tuo piatto pieno di contorni! Da me non esiste un pasto in cui il piatto non possa essere riempito con più cose diverse! 😀
il panko non è altro che pangrattato leggero e bianco.
La particolarità del panko è che è molto più leggero rispetto al nostro pangrattato dal momento che per prepararlo si utilizza del pane bianco molto morbido e non il pane che usiamo noi.
A prima vista il panko è molto più bricioloso del nostro pangrattato ed è bianchissimo e si utilizza per tutti i piatti fritti in Giappone, conferendo loro una consistenza e un sapore davvero particolari; se lo prendete in mano vi rendete conto che la sua consistenza conferisce alle fritture una caratteristica doratura e croccantezza.
Una croccantezza che è dovuta al fatto che il panko in sostanza non si frigge come accade al pangrattato classico ma si “gonfia” e ingloba aria la quale fa scivolare via i grassi in frittura ed evitare che la verdura si impregni di olio.
Per prepararlo a casa non ci vuole chissà che ingegno ma è necessario avere a disposizione del buon pane in cassetta bianco, tipo americano/inglese per capirci, che va leggermente tostato in forno o nel tostapane e, una volta freddo e dunque privo della tradizionale umidità che si sprigiona con il calore, tritato in un mixer o in un frullatore.
Si trova facilmente anche nei negozi che vendono cibo orientale o etnico.