Ovvero… burger con grassissimo vegformaggio cremoso, ketchup, grassissima vegmaionese, grassissima ed unta cipolla fritta croccante, peperoni arrostiti, pomodoro, cetriolini e germogli di rapanello accompagnato da insalatina mista e grassissime patatine frittissime. Perchè vegan non è ciò che fa bene a noi, ma ciò che non fa male agli altri. 🙂
Ingredienti per i burger (circa 20 da congelare):
1 e 1/2 cup di proteina di soia texturizzata fine
2 cipolle grandi
200 g di funghi champiñon
2 cup di glutine
10 cucchiai di salsa di soia extra dark
cipolla in polvere a gusto
pepe nero a gusto
peperone dolce in polvere a gusto
sale qb
1/2 olio evo
1/4 di cup di pan grattato
Ingredienti per il vegformaggio cremoso:
1/2 cup di margarina
1 e 1/2 cup di lievito di birra in fiocchi
5 cucchiai di fecola di patate
2 cucchiaini di aceto di mele
2 cucchiai di cipolla in polvere
1 cup di latte di soia non zuccherato
sale qb
Procedimento per i burger:
Mettere a bollire in acqua con salsa di soia la proteina di soia per circsa 5 minuti, scolarla molto bene e lasciare raffreddare; intanto frullare le cipolle ed i funghi in pezzi abbastanza piccoli e soffriggerli insieme in una padella con olio evo fino a far evaporare tutta l’acqua. A questo punto unire cipolla e funghi alla proteina di soia in una terrina grande; aggiungere le spezie, la salsa di soia, il sale ed il pangrattato e mescolare bene. A questo punto unire l’olio ed infine il glutine e ammassare velocemente. Con un coppapasta formare i burger e cucinarli al vapore per circa1/4 d’ora. I burger si possono congelare in freezer e scongelare in pochissimi minuti sulla piastra, in microonde o fritti in padella.
Procedimento per il formaggio cremoso
In un pentolino far sciogliere la margarina, aggiungere la fecola ed infine il latte come per fare una besciamella, aggiungere l’aceto ed il lievito e rimuovere fino ad ottenere una consistenza da fondue bella filante. Salare a gusto e aggiunger 1 pizzico di colorante giallo se si vuole. Buon appetito!!
Il punto:
“Il veganismo è una filosofia di vita che esclude tutte le forme di sfruttamento e crudeltá verso il regno animale ed include un rispetto reverenziale alla vita. Nella pratica, si applica seguendo una dieta vegetariana pura e facendo uso di alternative per sostituire tutto ciò che deriva totalmente o parzialmente dallo sfruttamento degli animali”. Donald Watson, fondatore della Vegan Society ed inventore del concetto di veganismo. Vegano non è sano. Vegano è etico.
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Solo con la partecipazione di tutti potremo fare la differenza per la salvaguardia del pianeta.
Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
Ma ogni tanto un pò di “sane cose grasse” fanno benissimo 😉 eehehhee
Che bontà! E pensare che a Palermo hanno aperto un fast food vegan/vegetariano! Sono andata subito a cenare lì non appena ho saputo… e che goduria! io avrei accompagnato il tutto con delle polpettine di verdura.. non mi piace molto “l’insalata” in generale! 🙂 cmq complimenti! proverò anche io a fare gli hamburger con la tua ricetta!!! Grazie per l’idea!!
complimenti Carolina….hai dato voce a quello che cerco di comunicare da quando sono diventata vegana…ovvero: vegan non è sinonimo di sano, bensì di etico!! 🙂 poi è ovvio che nessuno qui voglia rovinarsi la salute ma, per quanto mi riguarda, alla base della mia decisione di diventare vegan ci sono ben altre riflessioni… e poi, come si fa a rinunciare alle patatine? 😀 voglio subito una megaporzione del tuo happy meal ‘grassissimo’ e ‘malsano’
Sono d’accordo con voi.. io ho eliminato TUTTO! Faccio la ricotta con il latte di soia, i formaggi di vario tipo, utilizzo sempre piu’ il tofu.. Non riesco ad eliminare le uova 🙁 mi sento meno crudele sapendo che le prendo da un signore che ha le galline a casa.. ma sono sicura che eliminerò anche quelle! GO VEGAN!
Carolina che meraviglia!!!! Mi hai fatto venire una fame che neanche ti immagini!! Alla faccia di chi dice che vegan significa mangiare solo erbette!! 🙂 Complimentissimi!!!
Già che ci sono, a proposito di uova… io le ho praticamente quasi eliminate, e ne sono molto felice 🙂 Vorrei sapere però una cosa… voi cosa ne pensate del fatto di poter avere delle galline proprie, libere all’aperto ovviamente? Voglio dire…consumare le uova di quelle galline è etico o no? Cioè le galline le uova le fanno comunque… è da un pò che mi faccio questa domanda..ma non riesco a darmi una risposta certa! Voi cosa ne pensate? Un bacione
@Eli90 effettivamente io non so prendere una posizione.. Avere un paio di galline in giardino, trattandole come si deve, non penso sia scorretto.. Però sono sempre e comunque dei derivati. Aiuto 🙁
caspita questo deve essere un pranzo d’onore che i frequentatori della malefica catena di burger! 😀
e solo così potranno capire che vegan non è solo insalata! 😀
@ Eli, vorrei entrare anch’io nell’argomento…io purtroppo non ho galline e non ho neanche lo spazio per metterle in futuro…ma io penso che la scelta vegana è derivante dal fatto che gli animali vengono maltrattati per produrre derivati, vedi le mucche ammassate…e le galline in gabbie…
ma poi tutto va sempre visto dal contesto…
@Lullaby_84: eh nemmeno io… alla fine mettiamo il caso che io decida di salvare delle galline che vivono in condizioni pessime…e me le tengo in campagna, in giardino, insomma…all’aperto curandole e trattandole benissimo..non riesco a vederci tutta questa negatività nel mangiare poi le uova… forse però mi sbaglio 🙁 boh!!
@Mirtilla: neanche io ho galline e non ho spazio, ecco perchè le ho praticamente eliminate le uova… giustamente,come dici tu, la scelta vegan se fatta x motivi etici (uno può farla anche x motivi salutistici ma non è il mio caso,nel senso che la cosa che mi ha fatto “scattare” qualcosa è stato prima di tutto l’aspetto etico, poi ovviamente anche tutto il resto) non tollera prodotti che causino sofferenza agli animali..per questo non so che posizione prendere riguardo questo argomento: le galline, infatti, se tenute libere e curate non soffrono… insomma, sono combattuta 🙂
Un bacio e grazie a entrambe per le risposte!! 😉
io ho eliminato definitivamente le uova da tantissimo tempo.anzitutto se vogliamo vedere il fattore salute,fanno piú male che bene.Volevo farvi riflettere su una cosa.mettiamo il caso che voi teniate una gallina libera di razzolare in giardino,la curate,la nutrite,insomma,le fate vivere una vita dignitosa….quando muore?a meno che in famiglia non siano tutti vegan,non credo che le farete un funerale e la sotterrerete.ci sará sempre un padre,una madre,un nonno un fratello,un vicino di casa che vi dirá….tanto ormai é morta,almeno me la mangio e ci faccio il brodo.Secondo:questa bella fantomatica gallina felice che vive razzolando libera,sará pur stata comprata da qualche parte o no?a meno che un giorno con la zampetta bussi alla vostra porta,e sia riuscita a scappare da un allevamento…comprandola voi contribuite allo sfruttamento animale,alla sofferenza e sarete corresponsabili.qua non c’é da interpretare,se si fa una scelta la si porta avanti,senza compromessi.allora tanto vale mangiare anche i formaggi,o fare come quei pagliacci che si dichiarano vegetariani ma mangiano il pesce o gli insaccati.ma per favore!nessuno ci ha puntato una pistola alla testa quando abbiamo deciso di diventare vegani,siamo adulti e consapevoli.tutto il resto sono alibi che ognuno si crea perché non é abbastanza convinto.questo é come la vedo io,ci vuole coerenza,tutto lí.poi fate vobis
@Valentina: vorrei chiarire per prima cosa che le uova io le ho praticamente quasi eliminate (spero di togliere anche le ultime “eccezioni” al + presto). detto questo: non sto dicendo che mangio uova di mie galline o cose del genere..era semplicemente una mia curiosità. Per quanto riguarda il discorso salute sono d’accordo:nel senso che facciano + male che bene. poi: se dovessi avere una gallina e poi muore stai certa che a casa mia non sarebbe mangiata nè da me nè da nessuno in famiglia,perchè la pensano tutti come me,nè la darei al mio vicino x farci il brodo!!! Poi: come ho detto non la COMPREREI!! Ma visto che anche su facebook spesso ci sono annunci di animali da salvare da macelli o allevamenti (anche galline quindi) mi chiedevo se le dovessi salvare (cosa che nn posso fare comunque perchè non ho il posto x tenerle) poi consumare un uovo ogni tanto è etico o meno. ma non perchè MI DEVO MANGIARE X FORZA L’UOVO!! era semplicemente una mia curiosità. Poi sono d’accordo con Mirtilla: nel senso che se uno diventa vegan x motivi etici allora non deve mangiare ciò che provoca SOFFERENZA E MORTE all’animale… e salvare tre galline e tenerle libere curate come fossero membri della famiglia, non credo significhi creare loro sofferenza o essere incoerenti.
Questo ovviamente è il mio punto di vista..detto ciò sta il fatto che le uova comunque non le mangio praticamente piu’ e la mia era semplice curiosità,perchè ho sentito diversi punti di vista di persone vegan che la pensavano,appunto, in modo differente!
Ciao! 😉
@Valentina C volevo esprimere il mio parere riguardo il discorso delle galline tenute in giardino. Io sono nata e abito in campagna (dove tante famiglie hanno le galline) e i miei nonni erano agricoltori (con tanto di galline). Ti posso dire che nessuno mangerebbe un animale morto per cause naturali. Sicuramente in tempo di guerra sì ma oggi assolutamente no, non lo hanno mai fatto neanche i miei nonni che le galline le allevavano anche per mangiarle. Quindi figurati se qualcuno lo farebbe anche nel caso tenesse questi animali in modo libero, dignitoso e solo per il consumo delle uova (che le galline fanno naturalmente è il caso di ricordarlo).
Personalmente non condivido al 100% neanche il punto inerente il comprare una gallina (anche perchè il discorso andrebbe necessariamente allargato anche ad altri animali di allevamento come ad esempio i cani). Non ritengo sbagliato in toto comprare un animale (o accettarne in regalo uno nato in modo “naturale” come è successo a me) per fargli fare una vita sicuramente migliore rispetto a quella che farebbe altrimenti (visto che non lo mangerei mai). Sul discorso di coloro che si definiscono “vegetariani” e che mangiano il pesce invece sono assolutamente d’accordo. Credo che in generale una delle cose più importanti sia avere la consapevolezza di quello che stiamo facendo e non si tratta di essere più o meno convinti. Poi mi rendo conto di essere particolare perchè in generale a me non è mai interessato essere classificata o inserita in una categoria specifica, sono abituata a seguire ciò che ritengo più giusto e sono anche convinta che non sempre esiste solo il bianco e il nero. Detto questo le mie idee mi portano ad avere un estremo rispetto per te e per tutti coloro che come Carolina si definiscono vegani perchè non mangiano nessun tipo di alimenti con derivazione animale. 🙂
Anzitutto, buongiorno a tutti!!!
Vorrei condividere con voi qualche considerazione che mi è venuta in mente leggendo i post precedenti…premetto che stò tentando di
diventare vegano, ma al momento lavorando in un negozio alimentare capita di mangiare anche cibi “onnivori”. A noi infatti la merce nn la ritira nessuno, e se si avvicina alla scadenza, o la mangio o la butto…sembrerà assurdo ma ne i clienti ne la caritas la vogliono neanche in regalo!!!
Le motivazioni alla base della scelta vegana possono essere o etiche – per la maggior parte di voi – o salutiste – per i pochi restanti – od entrambe.
Per quanto riguarda l’associazione tra alimentazione vegan e salute dal mio punto di vista il discorso è inscindibile, e rappresenta anzi la mia motivazione principale. Questa non vuol esser ne una predica, ne una critica a chi fa questo tipo di scelta per altri fini, ma troppo spesso vedo vegani che si dimenticano che il primo animale di cui bisogna aver rispetto è l’uomo. Mi spiego. La maggior parte dei vegani che frequentano il mio negozio, se ne infischiano della qualità dell’alimento, bio non bio, di stagione o meno, pieno di grassi e schifezze o meno ecc…L’unica cosa a cui guardano è la presenza dei simboli distintivi del prodotto vegan, o la presenza di ingredienti animali.
Sinceramente trovo la cosa sconcertante…noi nn siamo sacchi da riempire, ma scegliamo e mangiamo per NUTRIRCI…possiamo farlo benissimo, ed in maniera etica, anche seguendo un’alimentazione vegana. Se non ricerchiamo nel cibo il suo valore etico intrinseco finiremo per commettere gli stessi errori di coloro che ritengono la carne ed i derivati indispensabili alla vita, e la nutura il loro supermercato dal quale attingere a piene mani.
Mangiare in realtà è nutrirsi. Mi permetto quindi di dissentire con forza da Cassiopea perchè l’unico modo per migliorare la nostra società basata sullo sfruttamento – inteso nell’accezione più ampia possibile – è proprio quello di esigere eticità nelle scelte alimentari. Ricercare alimenti si vegani ma assolutamente malsani viola la salute anzitutto dell’uomo. Se nn si ha rispetto di se stessi, difficilmente si può pretendere che gli altri lo abbiano per gli animali. Spero di suscitare qualche riflessione…e di ricevere pochi accidenti 😀
Saluti a tutti….soprattutto a Cassiopea verso la quale, mi ripeto, non volevo esser ne pedante ne offensivo. Ed un saluto anche Federica Gif ed al suo blog dal quale ho tratto spesso ispirazione nei miei esperimenti.
@Luca: nessuna offesa, anzi 😉 vorrei solo sottolineare che, come ho scritto sopra, non sono affatto dell’idea che siamo dei ‘sacchi da riempire’ con quel che capita e che la nostra salute in primis non conti nulla…la salute è importante e la vita e il corpo che abbiamo sono unici e deperibili, quindi è bene averne cura (ma ci sarebbe anche da fare un lungo discorso su cosa questo ‘averne cura’ significhi)!…solo ritengo che fin troppo spesso ci sia una tendenza a sottolineare l’aspetto salutistico del veganesimo, quando, almeno per quanto mi riguarda, la scelta etica e di rispetto verso gli animali è preponderante….
quanto al dibattito sulle uova… io personalmente non ne mangio, né di comprate, né regalate da persone che tengono galline in cortile…questo perchè so che, se anche queste galline vengono trattate degnamente e di certo meglio che negli allevamenti, prima o poi vengono utilizzate per essere mangiate e quindi prenderne le uova mi sembrerebbe un ‘contribuire’ a questa ‘catena di sfruttamento’…credo però che il discorso sia diverso se la gallina in questione viene allevata e considerata al pari di un animale di affezione, come cani o gatti (comprata o adottata o altro che sia)…in questo caso, utilizzarne le uova a scopi alimentari, credo che non danneggerebbe proprio nessuno e forse io stessa se mi trovassi ad adottare una gallina (come nell’esempio di Eli) ne consumerei le uova…ma il discorso per ora rimane puramente ipotetico, sto pensando invece di adottare un secondo gatto!! 🙂
luca…fatti dire che conosci dei vegani strani!può capitare nella fase iniziale di passaggio da alimentazione onnivora ad alimentazione etica,di essere disorientati e di guardare in primis se un alimento contenga o no ingredienti di origine animale.Ma da lì,al prendere qualsiasi cosa solo perchè vegan,sinceramente ne passa di acqua sotto ai ponti.Conosco Cassiopea,e ti posso dire che hai interpretato male il suo pensiero!vai a vedere le sue ricette,poi ne riparliamo.Era un pensiero ironico il suo.così come è stata ironica Carolina nell’esposizione della sua ricetta.
Gala…ognuno è libero di interpretare il veganesimo come meglio crede,io su certe cose sono intransigente,e…si,per me è bianco o nero.le sfumature stanno bene nei colori,ma a me il grigio non piace.O bianco,o nero.Estendiamo il concetto anche i cani,ok!Non sono assolutamente d’accordo con quelli che comprano i cani negli allevamenti.Sono esseri viventi,non merce da pagare.Io sono contro lo sfruttamento animale in ogni sua forma,così come lo sono per lo sfruttamento del lavoro dell’essere umano (vedi bambini lavoratori, operai sottopagati nel mondo).Il mio è un pensiero globale che parte dalle piccole azioni di ogni giorno,che fanno parte di un tutto.
sinceramente le classificazioni fanno parte di un sistema culturale che non condivido.Ognuno di noi credo che segua quello che ritiene più giusto.
Ti cito un pensiero di vegan riot,perchè rispecchia esattamente il mio pensiero:A mio modesto avviso,essere vegan è un tassello in un quadro di controcultura atto,se non a migliorarlo, a rendere meno peggiore il mondo in cui per poco tempo alloggiamo.
La rivolta la si fa con una serie di azioni di tutti i giorni,attraverso scelte etiche e consapevoli,agendo ai margini o possibilmente fuori dal mercato.Che vi piaccia o meno.
Eli…ciao cara,leggi sopra come la vedo.
Vorrei anche io poter dire la mia sul discorso uova/galline, perchè sempre più spesso mi capita di sentire sia da onnivori ben informati o da vegani, che non sarebbe questo gran dramma mangiare uova di galline tenute benissimo, in larghi spazi all’aperto ecc.
Io, che sono vegan da anni e che non mangio per nessuna ragione al mondo nulla che abbia a che fare con animali, sono pienamente d’accordo con Valentina C. (abbiamo pure lo stesso nome!)
Le cose o sono bianche o sono nere. O sei vegan o non lo sei.
E essere vegan per me significa non pensare neppure per un secondo di poter decidere della sorte di un altro essere vivente. E mangiare le mestruazioni di galline (eh, si, proprio mestruazioni, non è eccitante pensarla così, eh?)rientra nella mentalità specista a pieno titolo. Gli animali esistono per loro stessi, non per noi.
Tenere una gallina, anche in un grande spazio aperto, significa comunque chiuderla in un recinto, decidere per lei, elevarsi a giudice e agire con violenza. La stessa violenza contro cui abbiamo deciso di reagire, diventando vegan.
Sono completamente d’accordo anche con la citazione di Vegan riot, riportata da Valentina C.: la rivoluzione è questa, è ogni singola scelta che compiamo ogni giorno consapevolmente, è la decisione di essere diversi, di abbandonare la strada della violenza in toto e di abbracciare finalmente la consapevolezza che non esistiamo solo noi e il nostro egoismo.
Il bianco e il nero sono i due estremi, tutto quello che sta in mezzo è ancora un divenire che non è, che deve scegliere da che parte andare.
Io ho scelto.
@Valentina: ho capito il tuo discorso e lo rispetto in pieno! ognuno di noi,ovviamente, pensa le cose in modo diverso ma ritengo che comunque il confronto sia sempre positivo..porta a riflettere e arricchisce. e poi qui su veganBlog ritengo sia uno dei pochi posti (se non l’unico) dove sia possibile avere degli scambi di opinioni educati e interessanti 🙂
io,ribadisco, che su questa questione non so bene ancora “da che parte stare” ( se di parte si vuole parlare anche se ritengo che comunque,come diceva Mirtilla le cose possano essere viste sempre in base al contesto in cui ci si trova).
Ritengo poi, che al giorno d’oggi nessuna gallina cresciuta in casa trattata come un membro della famiglia possa essere poi mangiata o.O questa cosa non la tollererei affatto..e non la concepisco proprio.non mi sono posta neanche il “problema” perchè da me nessuno si sognerebbe mai una cosa del genere !!
Detto questo credo che il discorso sia molto soggettivo..ognuno può agire come meglio crede e come ritiene sia giusto. La cosa importante,come diceva Mirtilla e in un certo qual modo anche Carolina è non creare sofferenza e morte per alimentarci 🙂
Detto questo Vi ringrazio tutti per le Vostre risposte, credo sia sempre interessante poter avere uno scambio di opinioni così 🙂
@Carolina: scusa se ho “scatenato questa marea di post” sotto alla tua meravigliosa ricetta 🙂 Ma era saltato fuori l’argomento uova e questa cosa era un aspetto che mi interessava approfondire, sentendo un pò cosa saltava fuori 🙂
un bacione!
Carolina!! Che piatto magnifico 🙂 .. quando ci vuole, ci vuole!! Hai scatenato un putiferio 🙂
Piccola precisazione…il mio discorso non era assolutamente rivolto contro – che brutta parola – Cassiopea, volevo solo sottolineare che la quasi totalità dei già vegani che conosco,
e credimi sono molti lavorando in un negozio del settore,
non prestano alcuna attenzione alla qualità del cibo. Al contrario ricercano dei surrogati vegan a ciò che di onnivoro non mangiano
più. Il punto è che per rendere appetibili certi prodotti devi sottoporli a processi industriali che di sano hanno ben poco. Le ricette di Cassiopea saranno sicuramente ottime, il mio intervento era solo teso a sottolineare il fatto che, secondo me, è necessario ed auspicabile che chi per maggiore sensibilità – etica salutistica filosofica o quant’altro – pratica uno stile di vita vegano, ritenga centrale anche un discorso qualitativo sul cibo.
Prepararsi in casa il seitan, od acquistarlo di qualità se non si ha tempo, è molto diverso qualitativamente dal prepararlo con i mix; così come un piatto a base di legumi, soia in questo caso, è profondamente diverso dal reidratare quella testurizzata e far polpette. In toscana si dice che “il corpo è buio”… e spesso per lungo tempo non protesta, ma l’utilizzo di prodotti troppo elaborati o di qualità inferiore – come i testurizzati – per scimmiottare pietanze onnivore è un errore che credetemi vedo fare molto spesso. Al contrario, o forse proprio perchè così integralista nelle mie idee, lodavo i post di Federica Gif i quali partono da un assioma che mi si confà maggiormente… mipiacemifabene.
Sono contento che nessuno si sia offeso perchè non era assolutamente quello il mio scopo.
@ Vlentina C …Non credo poi che i vegan che conosco io siano strani, almeno non di più rispetto al resto della popolazione.
Considera infatti che viviamo in una socità che paga il comune pane bianco sfuso da 2 a 4 euro al kg a seconda delle zone, ma che pretende che un panettone classico con confezione carina, busta di plastica all’interno, zucchero a velo pubblicità e quant’altro costi dagli 1 ai 3 euro…per non parlare dell’olio…2 3 euro al supermercato e 10 14 al frantoio…come vedi, comunemente, le persone non badano troppo alla qualità di ciò che ingurgitano. Ed i vegan appartengono alla stessa società, con lo stesso modo di ragionare. Quale ritieni siano i prezzi assurdi dei due? Beh io ho appena colto le olive e ti assicuro che è fatica..3 euro a bottiglia con etichetta, pubblicità e spese di trasporto è pura follia…chissà cosa c’è dentro!!! Sicuramente non olio.
Ciao a tutti,
La mia intenzione al pubblicare la ricetta era provocare un dibattito e mobilitare le idee ed i pensieri, e per quanto alla fine il tema del brainstorming sia stato un’altro, mi posso ritenere alquanto soddisfatta 🙂
Per prima cosa voglio dunque ringraziare tutti voi per la vostra partecipazione e per l’entusiasmo con cui avete espresso le vostre opinioni. In secondo luogo mi sento con animo di condividere con voi il mio punto di vista cercando di tenere in conto tutto quello che ho letto nei vostri commenti. Credo che il problema nucleare alla base dell’incertezza rispetto a se sia etico o non etico consumare uova di galline “trattate bene” stia nella difficoltá generalizzata ad assumere il veganismo come quello che realmente è: un rifiuto assoluto e radicale di tutto ció che implica lo sfruttamento animale che si mette in atto non come conseguenza di un sentimento di compassione ma come conseguenza del riconoscimento del diritto alla libertá, alla vita , ed alla dignitá che ogni individuo possiede a prescindere dalla sua specie. Partendo da questo presupposto, risulta evidente che il problema non sta nel come si trattano gli animali ma nel superare la limitazione antropologica alla base del pensiero attualmente corrente secondo il quale essi sarebbero subordinati in qualche modo a noi. Dall’accettazione di questo come un dato di fatto irremovibile deriva l’assunzione immediata della contraddizione logica nella quale incorriamo quando facciamo ricorso al concetto di benessere, in quanto questo implica per necessitá la visione di una gerechia discendente.
Il veganismo è, in termini gergali, un mestiere per gente pioniera, realmente convinta di poter sovvertire le implicite leggi morali vigenti al fine di conquistare una societá giusta basata nel rispetto e nell’uguaglianza; e questo è qualcosa che non è compatibile con un nessuna manifestazione di attaccamento, per quanto apparentemente giustificabile o ragionevole esso sia, allo status quo delle attuali considerazioni collettive relative alla nostra relazione con le altre specie. La responsabilitá del vegano nella societá deve essere la promozione di un cambio, e qualsiasi cambio che parta dalle aspirazioni di una minoria sociale, come è il movimento per i diritti degli animali, ottiene un riscontro solo se è accompagnato da un esempio coerente con le ragioni nucleari (dignitá), e non tangenziali (benessere), delle scelte che si trasmettono.
Ciao Carolina 😀
sono pienamente e totalmente in accordo con ciò che hai scritto!
Tu hai una grandissima capacita’:
vedi cose che esistono e ti chiedi:perche?
poi sogni cose mai esistite e ti chiedi: perche’ no?
Ed io credo che solo quelli che sono cosi’ folli da pensare di cambiare il mondo, lo cambiano davvero!
Sei la mia piccola, grandissima,compassionevole figlietta adorata e…….. i tuoi Everyone is, anche se mi fanno ingrassare solo a vederli, hanno suscitato entusiasmi giovanili che credevo sopiti per sempre!
beh…il panino sarà certamente buonissimo, ma nulla é piu’ buono del tuo cuoricino e della tua mamma stupenda!!! complimenti a mamma e figlioletta 🙂
ottimo panino e belle riflessioni! sono molto sensibile all’argomento uova perchè ci ho pensato spesso. ho un’amica che ha trovato una gallina morente e l’ha accolta in casa insieme ai suoi 6 cani e non so quanti gatti. la gallina sta un po’ in casa, un po’ in giardino, insomma fa quel che vuole e ogni tanto fa un uovo. lei ogni tanto me ne regalava uno. mi sono accorta che mi sono disabituata al gusto delle uova e non mi piacciono più, ma il punto ovviamente non è questo. credo che sia sbagliato alla base il concetto di mangiare le uova non tanto per come è stata tenuta QUELLA gallina in particolare, ma per il concetto che sta alla base della scelta vegana e cioè che avere galline ovaiole o mucche da latte presuppone che gli esemplari maschi siano stati abbattuti. purtroppo viviamo in un mondo nel quale il caso della gallina tenuta con amore in giardino è un caso isolato e quindi anche se le galline ovaiole fossero x ipotesi tutte tenute benissimo non sarebbe comunque giusto mangiare uova perchè x avere anche solo 10 galline in principio ci saranno stati 20 pulcini e i pulcini maschi nessuno li alleva x compagnia, fanno in ogni caso una brutta fine!
scusate, ancora una cosa..
@luca, ma davvero il seitan già fatto e confezionato è migliore dell’instant seitan in polvere??
@DarmaSin…a mio modesto parere si…e pur non facendo ovviamente analisi sul prodotto direttamente io, ti spiego perchè.
Anzitutto devi ricercare marche di qualità del settore, perchè ovviamante la grande distribuzione, che fino a 5 anni fa ci derideva per il nostro “modo” di mangiare “alternativo” ora si spaccia per garante della qualità (intendo i prodotti a marchio come il bio coop o esselunga!!!).
Le ditte invece storiche del settore o le realtà locali (in toscana ad esempio è famoso il seitan di Salvatore), persone che hanno abbracciato la causa molto prima che fosse di moda come lo è oggi, e che vent’anni fa hanno fatto la fame x le loro scelte, per la preparazione dei loro prodotti partono da materie prime certificate, farina bio, ed a seconda della dimensioni della ditta lo lavorano esclusivamente a mano. Ora, dato che in natura il glutine puro non esiste, qualsiasi ditta proponga un preparato per seitan dovra sicuramente lavorare le varie farine prima di poterle stabilizzare e rivendere. Se te fai il seitan in casa e parti dalla farina, lavorandola sotto acqua corrente fintanto che non ti rimane una pallina bianca di puro glutine da cuocere con salsa di soia e zenzero….beh nessuno lo può fare meglio di te e dell’amore che ci metterai nel realizzarlo. Questa è ovviamente la soluzione preferibile, in mancaza di tempo consiglio un buon seitan bio preso in negozi specializzati (fidati nn è pubblicità al settore) poi i preparati bio ed infine il prodotto finito di chi ci derideva fino all’altro ieri. Spero di esser stato chiaro, sicuramente sono stato diretto. 😀
Su questo sito leggo molta volontà di farsi da se i prodotti…è lodevole, ed è il modo migliore per sapere cosa si mangia.
Fino a quando non si smetterà di considerare il cibo come una qualsiasi merce difficilmente si potrà cambiare qualcosa.
Saluti a tutti…e scusate…nei prossimi post cercherò di essere più conciso
😀
grazie luca, direi che la tua spiegazione è chiara, combinazione il seitan non mi fa impazzire, preferisco il tofu che compro delle solite marche storiche come le definisci tu, cioè quelle che si trovano nei negozi specializzati tipo natura sì e biobotteghe varie; però le poche volte che vorrò mangiarlo vedrò di autoprodurlo o al massimo appunto comprarlo già fatto.. però – anche se ha un senso – mi stupisce un po’ ciò che dici sui marchi tipo coop o esselunga perchè credo che abbiano dei controlli severi.. a questo punto quindi bisognerebbe dubitare anche di una semplice pasta dichiarata bio (non so se si è capito compro la pasta della coop..)
Non vorrei fare allarmismi…ma qualche dubbio effettivamente mi è venuto.
Tra i clienti del negozio abbiamo 2 dipendenti coop e 1 conad e vengono da noi per fare la spesa di ortofrutta ed alimentare in genere…non comprano prodotti del banco frigo perchè non li usano essendo onnivori. Ci hanno spesso raccontato che nei reparti di ortofrutta, se ad esempio finiscono le carote bio, basta semplicemente mischiarle con quelle in magazzino non bio e poi rimetterle al proprio posto…ora, non voglio fare di tutta un’erba un fascio, ma ti ripeto, chi 5-10 anni fa ci derideva per la qualità del cibo ora si erge a garante…un pò strano no?
In Italia poi, come in tutta europa ci sono dei marchi di garanzia sovraordinati al controllo delle materie prime e della qualità (icea, demeter, lacon ecc…)…perchè non utilizzano questi, che sono esterni, e decidono invece di autogarantirsi? Direi che quanto meno non c’è trasparenza verso il consumatore.
Che vuol dire: sicuro, garantisce coop? Chi è coop? Siamo noi come nello slogan?
In questo momento il biologico, il naturale, il vegano è un businnes. Per dirla con parole loro, tira, è di gran moda. Finchè questo settore è rimasto di nicchia il controllo sulla qualità degli alimenti era semplice, ora i numeri sono diversi.
Con questo non voglio dire che tutti i prodotti siano pessimi..ti esorto però a ricercare i marchi che facciano un controllo serio sulla qualità dei prodotti, marchi esterni a chi produce…altrimenti è come chiedere all’oste se il vino è buono
😀 cosa vuoi che ti dica se il controllato è anche il controllore?
Un’ultima cosa…sarebbe importante secondo me ripensare i nostri modelli di spesa…fino a 50anni fa le famiglie spendevano oltre metà del proprio budget nei generi alimentari…oggi molto molto meno…e tutto per potersi permettere cianfrusaglie inutili ma all’ultima moda!
Mi ripeto, il cibo non è una merce,o quantomeno non è una merce come tutte le altre…entra intimamente a far parte di noi!
@DarmaSin
Scusami ma non avendo grande familiarità con la tecnologia mi dimentico spessissimo di saluare e ringraziare chi mi risponde…scusami ancora ma ti scrivo come se ti avessi davanti e ti parlassi a 4occhi… saluti e buona giornata
@luca sei in buona compagnia, se c’è una che non va d’accordo con la tecnologia sono io…. preferisco i fornelli! o i libri sul divano con i gatti.. comunque ciò che dici ha parecchio senso, purtroppo ogniqualvolta una cosa diventa di moda e sale la domanda partono i cloni.. comunque mi sento abbastanza al sicuro in quanto il cibo è l’unica voce x la quale spendo cifre serie.. il resto l’ho tagliato di brutto da 3 anni e ne sono sempre + felice, l’unica cosa di cui ho veramente bisogno sono i libri ma si possono prendere in biblioteca, meno si ha + si è ricchi.. e grazie ancora delle consulenze..
Mi risintonizzo sul tema proposto inizialmente da carolina perchè mi incuriosice. Mi pare di sentire una vena polemica che non capisco. Ho rispetto e amore per gli animali e la natura e sono diventata vegan perchè disapprovo gli allevamenti industriali e non intendo finanziarli. Questa scelta mi ha portato silenziosamente ad avere anche molta più cura di quello che “metto dentro di me”. Esattamente come non mi sognerei di gettare un sacchetto di plasticain un bosco, così non ho voglia di lasciare dentro al mio corpo cose che possono “inquinarlo”. E’ un bisogno quasi spirituale. Scindere quello che “fa bene a noi, da ciò che non fa male agli altri”, come dici, a me suona quasi paradossale. Dovrei curarmi del bene della natura e degli esseri viventi e prescindere dal mio, che sono un essere vivente esattamente come loro?
Ciao @Emma, sono davvero felice di leggere il tuo commento.
Effettivamente si, come hai ben notato, la mia ricetta voleva essere uno spunto di dibattito e di riflessione(che non di polemica, semmai piú una provocazione)su certi aspetti del veganismo che vado osservando ed analizzando e che mi lasciano abbastanza perplessa. Ti spiego qual’è la mia posizione al riguardo: non so se hai letto il mio precedente commento dove spiego cosa penso del consumo di uova di galline “trattate bene”, in cui esprimo chiaramente il mio punto di vista circa quelli che considero “errori concettuali” che, in molte occasioni, deviano il fuoco attenzionale su aspetti che con il veganismo non hanno in comune altro che il fatto che a portarli avanti nella societá sono persone che si considerano vegane. E dico “si considerano” perchè in realtá non lo sono. Ho riportato, alla fine della mia ricetta, una citazione di Donad Watson, per dotare di un supporto oggettivo e concreto le mie considerazioni. Il veganismo nella sua reale accezione originaria ed autentica, come vedi, non partecipa di nessuna relazione diretta con la nostra salute né, onestamente, con quella della natura. Che poi, come tu giustamente dici, il fatto di fare la scelta vegan implichi in molti casi una nuova presa di coscienza riguardo una numerosa serie di altri aspetti della nostra vita (salute, spiritualitá, ecologia, ed un lungo eccetera)non dovrebbe mai, a mio avviso, essere confuso con l’unica reale motivazione del veganismo: il rispetto dei non umani ed il conseguente non sfruttamento dei non umani a prescindere dalle condizioni in cui esso avvenga. Nel momento in cui noi sottolineiamo aspetti del veganismo che nella nostra esperienza personale hanno accompagnato la nostra scelta, per quanto importanti possano essere per noi, veniamo meno alla ragione primaria ed essenziale del veganismo snaturandolo e versionandolo secondo una reinterpretazione antropocentrica. Ed è qui l’errore che io cerco di fare emergere. 🙂
Ho riletto il commento mi sono accorta di aver cancellato una frase!!!!
Che poi, come tu giustamente dici, il fatto di fare la scelta vegan implichi in molti casi una nuova presa di coscienza riguardo una numerosa serie di altri aspetti della nostra vita (salute, spiritualitá, ecologia, ed un lungo eccetera)sia un dato di fatto e la dimostrazione di una straordinaria capacitá di introspezione individuale è evidente ed è bellissimo, ma non dovrebbe mai, a mio avviso, essere confuso con l’unica reale motivazione del veganismo: il rispetto dei non umani ed il conseguente non sfruttamento dei non umani a prescindere dalle condizioni in cui esso avvenga. Nel momento in cui noi sottolineiamo aspetti del veganismo che nella nostra esperienza personale hanno accompagnato la nostra scelta, per quanto importanti possano essere per noi, veniamo meno alla ragione primaria ed essenziale del veganismo snaturandolo e versionandolo secondo una reinterpretazione antropocentrica. Ed è qui l’errore che io cerco di fare emergere.
francamente non capisco. Tutto ciò mi pare piccino e ridicolmente settoriale. Se per questo Watson che citi – che, a questo punto per fortuna, non conosco – sostiene che vegan è rispettare gli animali a prescindere dalla natura forse smetterò di definirmi vegan, da oggi in poi. Non vedo speranza di vita e di felicità per gli animali in un pianeta dove la natura, come oggi, rischia di non sopravvivere. E anche la natura per me è un essere vivente. E l’agricoltura intensiva mi addolora quanto gli allevamenti. E Che senso ha rispettare gli animali e non la loro casa? Probabilmente non sarò vegan, non mi dispiace abbandonare un’etichetta, sarò naturalistica, ecologista…boh, forse una parola ancora da venire.
Ma antropocentrico no. Mi sembra molto più antropocentrico dire che un animale è un non-umano, piuttosto che sentirsi un essere vivente in mezzo agli altri.
Emma, dalla lettura di ció che scivi percepisco di non essere stata, forse, chiara nell’esprimere le mie idee. Dev’essere cosí, perchè in caso contrario non capisco molte delle tue affermazioni che sento essere rivolte a me in prima persona. Io non ho mai detto di non avere interesse per tutte quelle cose che tu dici, e se mi conoscessi sapresti che sono la prima ad aver fatto del veganismo una questione globale nella mia vita con tutte le conseguenze spirituali, ecologiche e salutistiche del caso; quello che ho voluto esprimere ironicamente con la mia ricetta, è, semplicemente, che non dobbiamo confondere le cose. Perchè molti si definiscono vegani perchè hanno una visione biocentrica della vita e non mangiano né consumano prodotti di origine animale, ma se alla base di tutto questo ci sono ragioni spirituali e di salute, non si puó parlare di veganismo. Non consumare prodotti di origine animale è una condizione necessaria, ma non sufficiente, per considerarsi vegan. Tutto questo nasce dalla mia volontá di esprimere un’opinione, ed è evidente che le opinioni possono esser condivise o meno.:-) Donald Watson è colui che creó la Vegan Society e che per primo al mondo conió il termine “veganismo”. E per quanto riguarda il fatto che ti sembri antropocentrico chiamare il resto degli animali “non umani”, permettimi di ribattere che in questo apprezzamento è implicita una discriminazione (incosciente) verso gli stessi da parte tua. Succede un po’ come quando, facendo riferimento a differenti razze della specie umana, si ha l’impressione che dire “bianchi” non abbia nessuna connotazione, ma dire “neri” porti in sé qualcosa di offensivo; tanto è che si cerca sempre di ricorrre a parafrasi come “persone di colore” o “persone di pelle scura”… Questa sensazione non esisterebbe se non fosse presente un substrato culturale che ci mantiene legati ad un passato di discriminazione ,provocandoci un certo imbarazzo. Nel momento in cui la societá arriverá a scrollarsi di dosso questo substrato incosciente, chiamerá i bianchi “bianchi” ed in neri “neri” esattamente come chiamamo i maschi “maschi” e le femmine “femmine”. Senza porsi nessun problema nel farlo. 🙂
È proprio il fatto di considerare che siamo tutti animali di pari dignitá e di pari diritti che mi permette di fare una separazione oggettiva quando voglio riferirmi alla specie umana o al’insieme del resto degli animali.
Detto questo ti ringrazio sinceramente per la tua partecipazione; Spero di essermi spiegata meglio, e nel caso in cui non sia riuscita a conquistarmi la tua simpatia, lo assumeró come una consegunza naturale del mostrarsi esattamente come si é. Del resto non posso piacere a tutti, né lo desidero. 🙂 Un abbraccio!
@Carolina ed Emma
ho iniziato solo ieri a confrontarmi con voi su questo blog ma credo di essermi già fatto la fama del rompiscatole…cmq non vedo come non si possano condividere le parole di Emma.
Mentre non credo di aver colto a pieno il senso della tua provocazione Carolina…per quanto ne so io il veganismo non è una setta, ne una religione; ha sì dei principi che lo muovono, lo indirizzano ma il fine dovrebbe essere il rispetto della vita in quanto tale, umana o animale che sia. Giusto? Se si allora, come si può scindere il rispetto per la vita e la salute propria da quello animale. L’uomo è un animale tra animali, primus inter pares, e solo salvaguardando se stesso può ottenere lo stesso per gli animali, o la natura.
Dovresti spiegarmi cosa vuol dire, cito la tua frase, <>.
Lo sfruttamento è tale che avvenga su uomo, animale o natura. Non c’è nessuna differenza. Il rispetto deve essere per tutti e non può prescindere da quello per se stessi. Slegare il rispetto per la propria salute dal proprio rapporto col cibo porta a quella spersonalizzazione che ha generato lo sfruttamento animale che tanto ti indigna. Se il cibo è considerato comune merce ed il corpo un sacco da riempire, mi ripeto, difficilmente si potra elevare il valore degli animali al rango che gli compete, difficilmente si potrà raggiungere l’obiettivo da te e Watson posto.
Chi non ama se stesso non può amare gli altri, chiunque essi siano.
Questi ovviamente non sono dogmi o tavole della legge, è solo il mio modestissimo pensiero.
Saluti
@Carolina…mi piace molto il tuo punto di vista e lo condivido in gran parte, solo che non sono brava ad esprimermi come te né, credo, ugualmente informata…almeno questa ho l’impressione che ho avuto, si sente che hai letto e riflettuto molto sull’argomento, cosa che mi riprometto spesso anch’io di fare, anche se alla base la mia scelta (dovuta direi esclusivamente a motivi etici) è stata piuttosto impulsiva e la riflessione è venuta dopo.
per quanto riguarda il discorso sulle ‘galline trattate bene’…in effetti mi sono espressa male: penso che purtroppo, ora come ora, una convivenza ‘alla pari’ tra uomini e animali non umani, sia possibile solo in rari casi..mentre nella maggior parte delle situazioni si assiste a uno sfruttamento, maggiore o minore che sia…la situazione che ipotizzavo era appunto quella di una convivenza con delle galline (non quindi il fatto di allevarle con lo scopo di prenderne le uova, ma semplicemente ospitarle in casa propria…come appunto a volte capita quando si adottano degli animali rimasti per qualche motivo senza casa, magari ‘reduci’ da allevamenti o altre esperienze devastanti), in questo caso molto particolare, pensavo che forse non sarebbe un’offesa alla mia etica prendere le uova di queste galline, in caso ne facessero..ma era poi comunque una speculazione a vuoto, credo che dovrei trovarmi in questa situazione e quindi interagire davvero con delle galline per poterne parlare con cognizione di causa!!
Luca ed Emma, credo che non abbiate proprio capito il punto di vista di Carolina, che invece mi sembra molto lucido e, come ha detto Cassiopea, anche ben espresso.
Carolina sta solamente cercando di farvi e farci riflettere su come sia nato il veganesimo in quanto tale, su quale sia la sua posizione etica di partenza, da quale fulcro il movimento ha preso vita. Vuol mostrarci come molto spesso tendiamo a dare importanza ad aspetti secondari e concomitanti del scelta veg, quali il salutismo e l’ecologismo, e così facendo distogliamo la nostra attenzione e la nostra forza dall’obbiettivo principale: difendere coloro che non possono farlo da soli.
Voglio farvi un esempio pratico che spero chiarisca i dubbi su questa posizione: quando state discutendo con un onnivoro della scelta veg per cosa vi indignate di più? Forse per il fatto che non compra prodotti equo e solidali? Ma perchè, voi tutto il cioccolato che mangiate, anche quello che magari vi offrono amici e parenti, siete sicuri essere equo? O forse perchè non mangiano le sacrosante porzioni consigliate di frutta e verdura al giorno? Non credo proprio. Quello che più brucia in queste discussioni è sentire l’altro dire che gli animali vanno mangiati, sono creati per questo, che il sapore è troppo buono, che è impossibile rinunciarci e compagnia cantante, frasi che penso tutti conosciamo fin troppo bene, nostro malgrado. E’ questo quello che vi scattare, la molla che non riuscite a trattenere, quella forza dirompente che vi ha portato a fare la scelta che avete fatto.
Io tengo tantissimo al mondo e alle persone, nonostante se ne freghino tutti altamente della mia preoccupazione, nonostante mi deridano. Ma ciò non vuol dire che se io dovessi indicare il motivo principale per il quale ho scelto di essere vegan, metterei al primo l’ecologismo o l’empatia con il genere umano. La risposta sono solo loro, e questa risposta me l’ha fornita la mia coscienza già da tempo.
Detto tutto ciò volevo aggiungere che mi sta piacendo proprio un sacco questo spazio e questa discussione, seguo il blog da anni, ma sempre in stato contemplativo, però è stimolante parlare di argomenti così a lungo pensati e ragionati con qualcuno che altrettanto a lungo ha speso il suo tempo a speculare sulla filosofia veg. Questo per dirvi che rispetto pienamente tutte le vostre opinioni, e che anzi mi piacciono proprio, perchè dal confronto nasce sempre qualcosa.
Chi non ha peccato scagli la prima pietra, per questo voglio credere che i partecipanti a questa forte e decisa discussione non abbiano scarpe e stivali in pelle con suole in cuoio, cinture e borse in pelle di coccodrillo e rettile, giacche e golfini con bordure in pelliccia, piumini in piuma d’oca, ecc.. ecc..
@ Valentina e Carolina
Partendo dalla premessa che rispetto la vostra posizione in quanto tale, ciascuno è libero di vivere la vita come crede, tant’è che come chiunque tra noi frequenta principalmente persone che queste domande nemmeno se le sono mai poste, ma non per questo credo di essere migliore o più evoluto di loro. L’unica cosa sulla quale ci troviamo in forte disaccordo, peraltro difficilmente appianabile, è ciò che Valentina ha espresso nei primi due periodi del suo post. A me sinceramente sapere da quale punto o assioma parta il veganesismo come movimento, quale sia il dilemma etico che lo fonda, od il fulcro dal quale prende vita, non interessa. Non è, e non si pone come una setta od una religione per me. Direi piuttosto che ha saldi principi fondanti, quelli da voi espressi e che condivido. Io però non cerco una comunità nella quale identificarmi, non necessito di un guru ne di una guida, più semplicemente condivido un rispetto per la vita, di tutti, animali inclusi, come chiunque tra voi. La differenza consiste nel fatto che per ottenere ciò che qualunque persona ami gli animali si prefigge, il loro rispetto totale, non posso ritenere secondari aspetti salutistici naturalisti ambientalisti come invece riuscite a fare voi. Non è possibile x me difendere i diritti degli animali in modo assoluto se non siamo nemmeno in grado di difendere i nostri di umani, che dovremmo sentire intimi. Lo sfruttamento è tale a prescindere da chi lo subisca. L’unica differenza è che la sofferenza animale ferisce di più i nostri cuori, le immagini sono crudeli e crude. Lo svilimento selvaggio del territorio, la desertificazione ecc..dovrebbero indignarci nello stesso modo.
Ma ai nostri occhi non sono altrettanto ferici, non ci scuotono. Quando mi trovo a parlare con una persona che consuma carne o quant’altro non mi indigno per ciò che mangia ma per come ragiona. Avrete anche voi amici che hanno un cane od un gatto, lo adorano e per loro piangono soffrono e sono pronti a difenderlo in ogni modo.
Per loro appunto. Perchè poi mangiano un panino al crudo. Ciò che mi fa arrabbiare nel parlare con loro è l’ottusa convinzione che hanno di essere nel giusto. Dato che tutti fanno così, e che da sempre si mangiano animali, è giusto così. Questo mi indigna, il non voler accettare che esista un altro modo di vivere, quello vegano appunto, che non è meno pieno o gratificante del loro. Illustro le mie ragioni ma non tento di convincere nessuno. Ciascuno ha i propri tempi per comprendere le cose, ed io sono fiducioso che anche costoro un giorno si accorgano che il loro prusciutto è un maialino, ed il maialino è un animale proprio come il loro cane o gatto. Quando succederà il mondo cambierà. E so che succederà perchè vedendo come è cambiata la sensibilità negli ultini 20 anni verso i nostri animali da compagnia, credo che altrettanto avverà per gli altri animali. Ci vorrà solo più tempo.
Certo se i mattatoim avessero pareti di vetro il tutto sarebbe assai più veloce.
Cmq “vegan non è ciò che fa bene a noi, ma ciò che non fa male agli altri” è, per quanto mi riguarda, sostanzialmente un nonsenso. Chi non ha amore di sè non può amare gli altri. Stop. Altrimenti siamo come la maggior parte dei nostri amici che piangono il proprio animale, ma lo fanno davanti ad un McDonald’s.
@ Carolina
Mi spieghi meglio queste tue affermazioni(sarà l’ora tarda ;-D ):
“molti si definiscono vegani perchè hanno una visione biocentrica della vita e non mangiano né consumano prodotti di origine animale, ma se alla base di tutto questo ci sono ragioni spirituali e di salute, non si puó parlare di veganismo. Non consumare prodotti di origine animale è una condizione necessaria, ma non sufficiente, per considerarsi vegan…
…Il veganismo nella sua reale accezione originaria ed autentica, non partecipa di nessuna relazione diretta con la nostra salute né, onestamente, con quella della natura. Che poi, come tu giustamente dici, il fatto di fare la scelta vegan implichi in molti casi una nuova presa di coscienza riguardo una numerosa serie di altri aspetti della nostra vita (salute, spiritualitá, ecologia, ed un lungo eccetera)non dovrebbe mai, a mio avviso, essere confuso con l’unica reale motivazione del veganismo: il rispetto dei non umani ed il conseguente non sfruttamento dei non umani a prescindere dalle condizioni in cui esso avvenga”.
Non vorrei sembrarti inutilmente polemico o peggio ancora darti l’impressione che possa avere qualcosa contro di te. Non ti conosco personalmente, ed al contario ho molta stima per la maggior parte delle cose che dici e per la lucidità con la quale le esprimi.
Chi ritieni possa esser definito un buon vegano? Ed in base a cosa?
Se, come dici,l’unica reale motivazione del veganesimo è il rispetto dei non umani, come puoi non ritenere che sia molto più vicino allo scopo chi cerca di coniugare entrambi gli aspetti, salutistico etici, rispetto a colui che segue i soli precetti etici. Come puoi considerare il resto accessorio e non fondante?
Buona giornata, se avrai voglia e pazienza di rispondermi sappi che ad ora di pranzo leggerò molto volentieri la tua replica. Notte.
non entro in tutta la discussione… purtroppo non sono brava a esprimere i miei pensieri… di sicuro la mia è una scelta etica ma ho a cuore anche il mio organismo e quindi preferisco le cose semplici… solo volevo chiedere a Luce di spiegarmi , quando parla di seitan, cosa intende per preparati bio. Vuoi dire preparato tipo istant seitan ma bio?. Preciso che io ormai da anni non metto più piede in un supermercato “normale” se vogliamo usare questo termine…ma prendo tutto solo nel negozio biologico della mia città e che consumo il seitan non più di una volta a settimana ( ma anche meno). Riguardo a quello pronto… purtroppo in tutti c’è la soia che io preferisco non consumare… e farlo a casa …. beh non mi sento così esperta , in più lo consumo quasi sempre solo io e il tempo molto spesso mi manca…
mi dispiace in questo momento di avere poco tempo perchè devo cucinare un superpranzo x un mio amico che sto tentando di veganizzare del tutto (piano piano si sta convertendo.. 😉 ) però secondo me in pochissime parole – visto che quella di carolina era una provocazione – ciò su cui voleva farci riflettere era di non dimenticare mai che ciò che ci ha spinto a questa scelta è in primo luogo l’amore x gli animali, poi la salute e l’ecologia sono dei piacevoli “effetti collaterali”..
e quindi ogni tanto viva il panino grasso, appunto ogni tanto visto che normalmente chi fa questa scelta si alimenta in modo salutare.. ora vado a mettere in pratica cioè a cucinare!!!
Ho pochissimo tempo e voglio aspettare anche la replica di Carolina, nel frattempo dico a Polyhedral che non c’è proprio bisogno di farlo, quel tuo discorso. OVVIAMENTE io non ho nulla in pelle, piume e pelliccia, e il mio bellissimo chiodo con cui ho passato innumerevoli anni è ormai chiuso nell’armadio perchè non riesco più a metterlo, idem per gli anfibi, che mi sono ricomprata in materiali non animali. OVVIAMENTE non compro saponi, trucchi ecc testati sugli animali, e mi informo quanto più possibile prima di fare qualsivoglia acquisto (diciamo pure che non compro tantissime cose, in realtà, perchè sono un pò contro anche alle cose in generale e comprarle mi da proprio fastidio).
OVVIAMENTE essere vegan non vuol dire soltanto non mangiarli gli animali.
@ Catmat,
precisamente…e ad essere sincero dopo l’incidente dell’aprile 2011 in Giappone anch’io nutro le stesse perplessità per ciò che attiene alle salse di soia o al nigari o tutto ciò che proviene da là…il più importante importatore di prodotti giapponesi infatti, la tedesca Mitoku, ricopriva e ricopre quasi la totalità dell’offerta di prodotto almeno nel settore bio. Nel non bio la situazione è se possibile ancora più grave, perchè il bacino di utenza da soddisfare è assai più ampio. Ora le due aziende/famiglie che producevano le salse di soia in Giappone per l’importatore tedesco hanno subito ingenti perdite dovute anzitutto allo tsunami…se ad esso si somma un evidente problema di radioattività presente nel bacino idrico di quelle zone, e le salse sono a base acquosa, il problema sicurezza alimentare a mio parere aumenta. Il fatto è che non se ne sente più parlare, ammesso che mai lo si sia fatto. Intanto la Germania, paese a più alta moralità della nostra, ha alzato i livelli ammessi per legge di tracce radionuclidiche nei generi ad uso alimentare. Si è elevata l’asticella di ciò che è tollerabile in quanto ammesso dalla legge. Ed in Italia? Beh sinceramente non so cosa dire…io ho deciso di tenere solo prodotti provenienti da paesi diversi, alghe di bretagna, salse Usa ecc…ciò che non mi fiderei a mangiare per me, non lo vendo…Mitoku però importa ancora dal Giappone e rivende nei nostri mercati…il problema è che nessuno ne parla ne tantomento informa i consumatori.
Ciascuno dovrebbe fare le proprie scelte…pensa Catmat che io ho decine di clienti indignate perchè non trovano più umeboshi o acidulato di umeboshi,che lo rivogliono nonostante tutto e che se ne fregano della sua provenienza o possibile problematicità…come se lo avessero sempre consumato e non potessero farne a meno!!!
Io ti dico ciò che ho fatto e faccio nella mia realtà…se però giri per negozi o supermercati anche bio sono pochi coloro che si sono posti la questione…ancora meno chi informa i clienti.
Basta leggere le etichette informarsi. Saluti
@carolina, il mio disappunto non è diretto a te, non ti conosco neanche, ma alla querelle: come ho avuto occasione di scrivere non capisco l’esigenza di tracciare una linea di demarcazione di questo tipo. Sto dalla parte del rispetto degli esseri viventi umani, animali, vegetali, del paesaggio. Quello che conta per me è sentire che sto vivendo in modo responsabile ed eticamente corretto, al meglio delle mie possibilità. Questo per me è sufficiente. Ho letto chi è Watson solo dopo il tuo post. E il fatto di allontanarmi dal suo pensiero non mi spaventa, forse se fosse nato nell’era del global warming lui stesso avrebbe impostato il veganesimo diversamente. Ma non è certo il caso di dibatttere su questo argomento.
Per il resto. Nel tuo ultimo ragionamento sull’antropocentrismo c’è qualcosa che non condivido. Definire qualcosa come non-xxxx lo qualifica in base ad una caratteristica di riferimento di cui non gode. Per questo trovo la simmilitudine da te scelta “è come dire neri e bianchi”, dici. Sarebbe stata una similitudine corretta se tu avessi detto “animali e uomini”. Ma il termine da te usato è stato invece non-umani. Per questo una similitudine più calzante in questo caso sarebbe “bianchi e non-bianchi”: mi pare oggettivo che quest’ultimo sia un termine decisamente infelice.
Sei stata la prima ad usare il termine “antropocentrico” per definire il mio modo di pensare, se non l’avessi usato tu, io non l’avrei mai tirato fuori. L’ho ridiretto a te, perchè per prima l’hai usato nei miei confronti e non mi è piaciuto. Ora, non sarò vegan, anche se rispetto la vita in tutte le sue forme, perchè prescindo da Watson, e fin qui siamo tutti d’accordo e felici. Ma Watson non è dio – o sì? e lontano da lui non per forza si annida il male. O sì?
grazie.. solo volevo sapere ( a tuo parere ) il preparato per seitan istantaneo che si trova nei negozi di prodotti bio… ( vedi NaturaSì) potrebbe andare?… ripeto non lo mangio molto spesso ma le volte che lo faccio prendo quello
@ Catmat
Intendevo esattamente quelli..per autoprodurre il seitan non è difficile, si può fare comodamente in cucina, l’unico rischio è che tutto l’amido ostriusca nel tempo le tubature se non sono ben fatte…te lo dico perchè a casa mia il problema si è presentato ben presto perchè l’angolo di inclinazione dei tubi di scarico delle acque è quasi nullo rispetto a quello del mio pavimento. In parole povere l’acqua scorre in una tubatura in piano, e tutto l’amido mi ha rovinato l’impianto…ho dovuto chiamare l’idraulico, pagare il lavoro e spiegargli pure cosa fosse quel materiale colleso che ostruiva il tutto…altri amici invece lo fanno regolarmente senza alcuna difficoltà…saluti
preciso che nel preparato istantaneo del NaturàSì non c’è soia ed è per questo che lo scelgo
grazie mi hai rinquorato… altrimenti mi sa avrei rinunciato al seitan
scusa rincuorato
Emma non avrei saputo essere più chiaro…sappi che non saremo vegan approved con tanto di bollino ma siamo già in due
;-D …scherzi a parte anch’io non tengo alle etichette e tento di rispettare al meglio la vita in tutte le sue forme…Watson tracciò un solco ma sta a noi percorrere la strada
@Emma: il tuo discorso potrebbe essere esattamente quello che è anche il mio pensiero. e cioè ” . Sto dalla parte del rispetto degli esseri viventi umani, animali, vegetali, del paesaggio. Quello che conta per me è sentire che sto vivendo in modo responsabile ed eticamente corretto, al meglio delle mie possibilità. Questo per me è sufficiente” . questo lo hai detto tu…ma rispecchia al 100% quello che penso anche io. 🙂 un bacione!
Lo dico perché non è la prima volta che leggo post così tra le ricette, del tipo “ora basta! vegan non è mangiare cose che ci fanno bene” Mi viene da dire “Che male ti ho fatto? Con chi ce l’hai?” Anche se non abbiamo principi sovrapponibili, combattiamo per la stessa causa e mettersi a fare la guerra tra di noi, per discriminare i puristi dagli altri, mi sembra un vero peccato. Siamo così pochi: c’è bisogno di unione. O no? Se proprio vogliamo distinguerci, e prendere ognuno il suo sentiero, restiamo uniti almeno finché quello che entrambi sosteniamo non diventi una realtà: come gli indiani hanno lottato uniti contro il Regno Unito e, solo quando è venuto meno l’elefantiaco nemico comune, hanno iniziato – purtroppo? fatalmente? – a smembrarsi. Vorrei sentirmi accolta e alla pari in questo spazio: ho già abbastanza “muri” di fronte a me fuori da qui. Qui su veganblog non è scritto in nessun posto che uno per essere chef deve essere vegan, quello che si chiede è di pubblicare ricette che aderiscono all’etica vegan. E’ uno delle ragioni per cui mi piace veganblog, è inclusivo: la gente arriva, magari per caso, è ben accolta e si trova bene e allora, chissà, decide di fare un passo nella direzione del rispetto. Io stessa quando ho iniziato a pubblicare ero solo vegetariana: veganblog mi ha dato l’impulso che mi serviva per rendere le mie scelte ancora più coerenti e allineati al mio modo di sentire. Forse per questo io non riesco, come altri, a trovare divertente il post di carolina: mette in discussione un aspetto di questo blog da cui non saprei prescindere.
@luca ed eli 🙂
@Emma: anche io quando mi sono imbattuta in questo blog ero vegeteriana! adesso non posso ancora definirmi vegana al 100%,ma ci sto provando e sicuramente questo blog mi ha aiutata tantissimo. da quando vi conosco, anche se virtualmente, praticamente quando sono a casa mangio solo vegan e anche fuori sono diventata molto più attenta e selettiva.
Siete stati e siete ancora adesso un enorme supporto!! 🙂
Ciao a tutti, cercheró di rispondere a ciascuno di voi 🙂
@Luca, in primo luogo voglio rassicurarti personalmente circa la tua preoccupazione di essere considerato un “rompiscatole”, e dirti che per quanto mi riguarda il rompere le scatole è qualcosa di molto ben accetto, sempre che si faccia in un modo costruttivo e soprattutto, apportando opinioni fondate che manifestino una conoscenza dell’argomentoin questione pari o superiore a quella dell’ interlocutore. Cercheró di rispondere ad i tuoi numerosi commenti concentrandomi su di una frase che, a mio parere, racchiude il nucleo del tuo punto di vista senza disperdere le parole in maniera aleatoria e ripetitiva. Tu dici: “Cmq “vegan non è ciò che fa bene a noi, ma ciò che non fa male agli altri” è, per quanto mi riguarda, sostanzialmente un nonsenso. Chi non ha amore di sè non può amare gli altri. Stop.”
In questa frase io riscontro due errori:
Il primo errorre è di concetto, e permettimi di essere onesta con te nel dirti che credo che derivi dal fatto che tu, in qusta discussione, non soddisfi la condizione di cui ho parlato precedentemente ovvero ”apportando opinioni fondate che manifestino una conoscenza dell’argomento in questione pari o superiore a quella dell’ interlocutore”. Il tuo profondo errore di concetto sta nel fatto che il veganismo non ha nulla, ma proprio nulla a che vedere con l’amore per gli animali. Il veganismo ha a che vedere con la giustizia. E questa è una cosa ben diversa. Potrei farti mille esempi che ti portino a comprendere empiricamente la abissale differenza tra fare qualcosa per amore e farla per giustizia, ma credo che la cosa migliore che possa fare è consigliarti di formarti una visione un po’ piú fondata del veganismo e del movimento per i diritti degli animali attraverso letture che a mio parere sono di fondamentale importanza per ottenere la capacitá di discutere del tema in maniera tale da non necessitare un chiarimento dopo l’altro. E non voglio che tu prenda questo consiglio come un’aggressione personale, lo dico per una ragione valida: il veganismo è qualcosa di concreto, come lo è il cristianesimo, per esempio: tu credi che sia utile ai fini di trovare una soluzione entrare in un dibattito riguardo le ragioni morali del rifiuto all’eutanasia con qualcuno che non conosce nemmeno i 10 comandamenti? Tu stesso, in uno dei tuoi commenti, dici: “A me sinceramente sapere da quale punto o assioma parta il veganesismo come movimento, quale sia il dilemma etico che lo fonda, od il fulcro dal quale prende vita, non interessa.” E io ti rispondo: ma allora esattamente di cosa stiamo parlando?!!??!!!!!!
Per quanto riguarda secondo errore la prima osservazione che vorrei farti è che esso è una conseguenza diretta del primo: difatti una volta compreso che il veganismo non è una questione di amore, ma di giustizia, automaticamente la tua frase si convertirebbe in “Chi non ha amore di sè non può essere giusto con gli altri” e questa è evitentemente un’affermazione falsa.
Per concludere, Luca, mi piacerebbe condividere con te una perplessitá: esattamente… dove, per quale ragione ed in che termini vedi una correlazione inversa cosí sostanzialmente marcata tra il fatto di difendere i propri diritti, i diritti degli essere umani, amarsi, rispettarsi,rispettare la natura e, santo cielo, farsi un bell’hamburguer pieno di maionese o rimpinzarsi di patatine fritte???!!!!?????
@Polyhedral,in tutta onestá non so bene come prendere il tuo commento. Se il tuo obiettivo è di farmi qualche domanda concreta riguardo al modo in cui io sostituisco i prodotti di origine animale in qualsiasi ambito della mia vita, com’è ovvio che sia, saró ben lieta di soddisfare tutte le tue curiosità ed i tuoi dubbi.
@Darmasin: credo tu abbia colto sin dal primo momento il vero senso della ricetta e ti ringrazio per aver reso pubblica la tua opinione 🙂
@Catmat: grazie per il tuo intervento e soprattutto per l’umiltá con la quale giustifichi i tuo rimanere al margine della questione. 🙂
@Cassiopea: ti ringrazio tantissimo per le tue parole e per il tuo apprezzamento; conta su di me per qualsiasi cosa; se ti interessa ampliare le tue conoscenze contattami su facebook (Carolina Bertolaso) se vuoi e ti passeró della bibliografia interessantissima! 🙂
@Valntina: che dirti? tu secondo me soddisfi entrambe le condizioni 😉 grazie per l’appoggio!
Per concludere a questo punto invito tutti coloro che sono interessati al tema dello sfruttamento animale e al veganismo a venire ad ascoltare la conferenza che daró a Milano a metá di febbraio. Spero di potervi conoscere in persona 🙂
Innanzi tutto, complimenti per la ricetta (anche se alcuni ingredienti per me non sono facilmente reperibili, dalla provincia di Roma ;)), poi, volevo chiederti: esattamente quando si terrà la tua conferenza, e dove? Mi piacerebbe avere più dettagli per sapere se posso venire (febbraio è mese di esami! E’ un brutto periodo metà febbraio..! :().
Vorrei anch’io dire la mia in fatto di pensiero: io non sono affatto brava, come Catmat, a dire quello che penso, e spesso sono fraintesa. Ma una cosa è certa: io voglio lottare e lotterò sempre per i diritti degli animali, sempre. E, come Darmasin, dico che le altre cose sono piacevoli effetti collaterali, importantissimi, ma credo si comincino a sviluppare nel momento esatto in cui gli occhi vengono aperti e si decide di prendere una posizione. Io decido di non mangiare nulla che provenga da animali, di diffondere il mio pensiero, di leggere libri e prestarli, anche. Così facendo sono diventate veg(etari)ane 4 persone vicino a me, e altre hanno aperto gli occhi sulla vivisezione e sullo sfruttamento animale. Io stessa tengo sempre a precisare che la mia scelta, partita da un senso di rivolta nei confronti di quello che succede e che noi essere umani dovremmo far si che non avvenga più, ora è più ampia, e tocca ambiti che spaziano dal sociale, all’ambientale e a tante altre cose che non sto nemmeno a scrivere, perchè voi sapete già. Io credo che lottare per i diritti degli animali implichi un miglioramento, sotto tutti i punti di vista. Sarebbe un mondo migliore, decisamente migliore, se tutti prendessero coscienza di cos’è lo sfruttamento animale, e di ciò che comporta sotto tutti i punti di vista. Io mi sento una persona migliore, e quando qualcuno mi fa il discorso che se non butti la carta per terra qualcosa cambia, allora io dico che lo stesso vale per la lotta contro l’ingiustizia. Io credo nel cambiamento, e sono coerente in tutto ciò che faccio, a partire dalla cosa più piccola, per tutto quello che posso. Vorrei condividere con voi una frase di Zola, che voi già conoscerete: “Il compito più alto di un uomo è sottrarre gli animali alla crudeltà”. Con questo vi lascio, sperando di essere stata chiara nella mia non chiarezza (perdonate il gioco di parole!)
Se anche la mia scelta vegana non facesse bene alla mia salute, ma salvasse la vita di innumerevoli creature e le preservasse dalla sofferenza, sarei sicuramente vegana.
Ma la scelta vegana, oltre a salvare la vita e a preservare dalla sofferenza innumerevoli animali, fa anche bene alla mia salute e all’ecosistema.
Tutto questo rende davvero assurda la scelta non vegana.
Un bacio Carolina! 😉
@ Carolina
ho appena letto la tua risposta e di primo acchito ho avuto l’impulso di arrabbiarmi…poi però ho aspetto un pò ed ora cercherò di risponderti con più costrutto.
Generalmente quando qualcuno porta il proprio pensiero o manifesta le proprie idee lo fa per avere un dialogo costruttivo ed accrescere le proprie competenze. Io confrontavo le mie opinioni con le vostre. Ora, il parlare con una persona che chiosa dicendoti di non meritare risposta ai questiti perchè sostanzialmente troppo ignorante in materia per prendere parte al dibattito, mi sembra francamente assai fuori luogo. Mettiamo che la tua preparazione in materia sia nettamente superiore alla mia,e lo è, non lo metto in dubbio. Affermare che prima di poter parlare con te o persone del tuo calibro bisognerebbe averne letto di più, mi ricorda comunque molto da vicino la spocchia di chi pone la verità di un dogma per evitare speculazioni.
Hai molto da insegarmi in materia? Fallo.
Anche io ti riconosco conoscenze maggiori delle mie ti ripeto e proprio per questo mi confronto con te. Per apprendere qualcosa.
Ti ho chiesto: chi è considerabile per te un buon vegano, la risposta è che sono ignorante. Non molto pertinente direi.
Per quanto il tuo stile espositivo sia affettato non puoi credere di cavartela con questi argomento.
Vegan uguale giustizia per chi non può difendersi da solo…beh allora cosa centra il prendere le distanze da un aspetto salutistico. Io non ho mai detto vegan uguale salute. Me lo hai affibbiato tu. Ho più semplicemente detto che coloro che richiedono un maggior rispetto per i diritti animali, dovrebbero ricordarsi di fare parte dello stesso regno, e quindi avendo questa maggiore sensibilità dovrebbero esigere o ricercare lo stesso rispetto per la propria salute. Ovviamente puoi mangiare ciò che vuoi. Dato che per me non è una religione riesco ancora a scindere le due cose.
Il veganesimo non ha a che vedere con l’amore per gli animali bensi con il rispetto dei loro diritti. Giusto? Perchè allora senti il bisogno di prendere le distanze da un aspetto salutistico. Io non subordino l’uno all’altro, semplicemente ti do la mia opinione, ovvero che colui che ricerca il bene – o se preferisci il rispetto dei diritti – per gli animali, dovrebbe a mio modesto parere ricercarlo anche per se. Ed il rispetto di se implica, non subordina, quello alla propria salute.
Quando ti dico poi che non sono interessato a discutere dei motivi fondanti il veganesimo, è perchè non intendo metterli in discussione, non perchè non li ritenga giusti o centrali od al contrario ne ritenga altripiù importanti. Il mio discorso è parallelo al tuo e non vuole sostituirlo. Te invece miri a screditare ciò che ti dico.
Infine su di un piano squisitamente dialettico se la mia frase è: chi non ha amore di se non può amare gli altri, se sostituisci la parola amore con giustizia – vero valore alla base del vivere vegan – la frase diventa: chi non ricerca giustizia per se non può persegiurla per gli altri (e non chi non ama se stesso non può essere giusto con gli altri come mi ha erroneamente affibbiato).
La sostituzione non puoi farla solo dove ti fa comodo.
Cmq io non ho cercato di far prevalere la mia opinione e non ho tentato di rifondare il veganesimo su metavalori diversi, ho epresso la mia opinione che si pone su di un piano parallelo.
Il fatto che Watson abbia fondato il veganesimo sul rispetto dei diritti animali non implica che lo stesso rispetto non possa essere portato ad altri valori. Non ci ha dato le tavole della legge, ha semplicemente gettato il seme della sua idea, che nel tempo si è arricchita di nuovi stimoli, tra i quali i tuoi più tradizionali, per così dire, ed i miei.
Spero di non essermi scaldato troppo perchè credo veramente di avere molto da impare, da tutti voi e da te, ma sarebbe più facile farlo se chi ne sa di più ascoltasse anche gli altri pensieri.
Amen
grazie Carolina.. sto comunque seguendo tutta la discussione…e comunque condivido le tue idee..
Ciao Carolina, no non era riferito affatto esclusivamente a te, solo che non amo sentire discussioni dal podio come mi sembra sia diventata questa. Tutto quello che dici nella tua ricetta e nei tuoi post, mi sembra idealmente molto, molto bello e tua madre ti descrive meravigliosamente (immagino di avere più o meno la sua età, forse di più chissà 🙂 ). Immagino anche che molte persone che hanno partecipato alla discussione indossassero le cose che ho elencato, ma perchè non farle sentire accolte anche se la pensano in modo diverso ed anche se sono -secondo il tuo punto di vista- incoerenti. Nel nostro piccolo tutti possiamo fare qualcosa, perciò sono anche estremamente d’accordo con Ambra. Ecco, io credo che non si possa proprio fare propaganda positiva se il nostro primo passo verso gli altri non è l’accoglienza. Ti sei posta molto rigidamente, ma per essere veramente aperti e rafforzare i nostri propositi in realtà bisogna accogliere anche le idee degli altri, uguali o diverse che siano dalle tue.
@ Catmat, Polyhedral, Carolina o chiunque asserisca di condividere il suo pensiero o possa chiarirmi questo dubbio.
cito dal post 35 <>
e dal post 33 <>
Perchè?
Leggo che in molti condividete il pensiero di Carolina ed allora forse sono io a non capire…
qualcuno è così gentile da spiegarmi perchè pur rispettando la vita animale, reclamando per lei pari dignità e trattamento, difendendone il diritto alla vita e ciò che vi è di correlato perchè non sono un buon vegano? Facendo cosa la mia condizione passa dall’essere semplicemente necessaria a necessaria e sufficiente così da potermi definire vegan?
Non capisco perche chi segua tutti i precetti esposti da Carolina e Polyhedral ed aggiunga ad essi motivazioni etico-salutistico-filosofiche personali non possa più considerarsi vegan autentico. acasa è dovuto il declassamento?
Nel mio discorso come in quello di Emma, non viene contraddetto nessun principio, semplicemente sono aggiunte ulteriori questioni etiche. Non viene snaturato ne reinterpretato niente, si aggiungono solo motivazioni personali che ci hanno aiutato nel compiere questo passo.
scusate ma non so perchè non si leggeva niente…replico:
@ Catmat, Polyhedral, Carolina o chiunque asserisca di condividere il suo pensiero o possa chiarirmi questo dubbio.
post 35: …molti si definiscono vegani perchè hanno una visione biocentrica della vita e non mangiano né consumano prodotti di origine animale, ma se alla base di tutto questo ci sono ragioni spirituali e di salute, non si puó parlare di veganismo. Non consumare prodotti di origine animale è una condizione necessaria, ma non sufficiente, per considerarsi vegan
post 33…Nel momento in cui noi sottolineiamo aspetti del veganismo che nella nostra esperienza personale hanno accompagnato la nostra scelta, per quanto importanti possano essere per noi, veniamo meno alla ragione primaria ed essenziale del veganismo snaturandolo e versionandolo secondo una reinterpretazione antropocentrica. Ed è qui l’errore che io cerco di fare emergere.
Perchè?
Leggo che in molti condividete il pensiero di Carolina ed allora forse sono io a non capire…
qualcuno è così gentile da spiegarmi perchè pur rispettando la vita animale, reclamando per lei pari dignità e trattamento, difendendone il diritto alla vita e ciò che vi è di correlato perchè non sono un buon vegano? Facendo cosa la mia condizione passa dall’essere semplicemente necessaria a necessaria e sufficiente così da potermi definire vegan?
Non capisco perche chi segua tutti i precetti esposti da Carolina e Polyhedral ed aggiunga ad essi motivazioni etico-salutistico-filosofiche personali non possa più considerarsi vegan autentico. acasa è dovuto il declassamento?
Nel mio discorso come in quello di Emma, non viene contraddetto nessun principio, semplicemente sono aggiunte ulteriori questioni etiche. Non viene snaturato ne reinterpretato niente, si aggiungono solo motivazioni personali che ci hanno aiutato nel compiere questo passo.
Premesso che Carolina presenta le sue ricette in un BLOG DI CUCINA VEGANA e premesso che il termine Veganismo indica una dieta ed uno stile di vita che esclude l’uso di prodotti di origine animale come cibo e per qualsiasi altro scopo.
Premesso che le persone che scelgono questo stile di vita (DENOMINATE vegane), non mangiano carne e pesce, evitano di consumare latte, uova ed i loro derivati e si rifiutano di acquistare o usare prodotti di qualsiasi genere la cui realizzazione implichi lo sfrutamento diretto degli animali.
Premesso che le principali motivazioni che spingono a questa filosofia di vita sono l’impegno a favore della causa dei diritti animali e MOTIVAZIONI ETICHE correlate come L’ANTISPECISMO.
Premesso che ETICA significa “comportamento” e che per “ANTISPECISMO” si intende il movimento filosofico, politico e culturale che si oppone allo SPECISMO; l’antispecismo rifiuta la discriminazione basata sulla specie, sostenendo che la sola appartenenza ad una diversa specie non giustifica eticamente il diritto di disporre della vita, della liberta’ e del lavoro di un essere senziente.
Chiartito, dunque, che Carolina non presenta le sue ricette in un blog di cucina salutista, naturalista, ambientalista, ecologista, biologica, anticonsumistica, equosolidale e non si occupa della sostituzione delle energie non rinnovabili, di compostaggio, di sistemi per il riutilizzo di acque piovane e di collettori solari ( tanto per fare qualche esempio); tutte ideologie altamenti qualificanti e che fanno onore a chi le pratica per davvero e a chi si batte per sostenerle…
Ma carolina ha veicolato tutto il suo tempo disponibile ( visto che istruirsi ed addottrinarsi sono, sino al mese di giugno prossimo, data in cui e’ prevista la sua tesi di laurea in pscologia, giunta dopo un lustro di scrupoloso e devoto studio, le principali occupazioni della sua giornata), all’attivismo animalista, ove, per attivismo, intendo la partecipazione attiva sia sulle informazioni di base:
allevamenti e scelta vegana
vivisezione
animali da pelliccia
caccia, circhi, zoo e acquari
sia informazioni sul vivere senza crudelta’:
cibo – vestiti – cosmetici – divertimento –
Lo ha fatto e continua a farlo con tavoli informativi, volantinaggio, affissioni, creazioni di gruppi locali di volontari (a Valencia, in Spagna, ove vive e studia), contattando gli altri, organizzando riunioni, attivita’, cene vegane per finanziare le attivita’, conferenze pubbliche, proteste, boicottaggi, presidi di disturbo ( soprattutto davanti alla Plaza de toros o della tortura, come lei preferisce definirla), manifestazioni con corteo, petizioni, comunicati stampa, interviste a radio locali, lavoro fisico presso i santuari ( luoghi ove vengono ricoverati gli animali salvati dai macelli, dagli allevamenti intensivi, dai laboratori di vivisezione, cani, gatti, trovati morenti in strada; animali da cortile, maiali, pecore, agnellini portati via dai luoghi dove venivano maltrattati), e, da un po’ di tempo, come cuoca vegana dilettante su questo blog!
Premesso, altresi’, che Carolina, nella sua presentazione come veg-chef lo ha ben espresso il suo pensiero; l’ultima frase non lascia dubbi, mi pare: ” La liberazione animale e’ la mia unica religione, ed e’ cio’ per cui lottero’ tutta la vita, fino all’ultima gabbia vuota”…..
Non trovo da nessuna parte, in nessuna delle sue ricette, che ella abbia scritto: “dedichero’ la mia vita o questa ricetta al benessere personale, sino all’ultimo follicolo pilifero disinfiammato (leggasi foruncolo)!!!!
Inoltre, il 27 ottobre scorso, ha altresi’ pubblicato ricette vegane ( non propriamente salutiste) ed esperienze relative alla giornata del veganismo e lo ha fatto con la solita, passionale irruenza dei suoi meravigliosi 23 anni. nel suo “Il punto” lo scrive in maniera chiara ed inequivocabile che non si rivolge alle persone che si avvicinano al veganismo solo per questioni relazionate alla salute!
Quindi, alla luce di tutto quanto sopra scritto, trovo non coerenti le querelle scatenate da alcuni commentatori.
Carolina non puo’ occuparsi di tutti i problemi esistenziali, lei fa gia’ la sua parte adoperando prodotti biodegradabili, chiudendo il rubimetto dell’acqua quando non serve farla scorrere, facendo la raccolta differenziata della spazzatura, alimentandosi con prodotti vegetali, possibilmente bio ( qui sono io la fanatica).
Ciascuno di noi faccia la propria parte, occupando il tempo a disposizione per divulgare il pensiero positivo riguardo alle cose in cui crede, scenda in piazza e faccia sentire la propria voce.
Proprio come fa Carolina con l’argomento che le sta tanto a cuore: il benessere degli animali.
In ultimo, anche se non e’ ultimo come argomento. Cara signora Polyedral, visto che carinamente mi ha nominata, le voglio precisare che Carolina e’ sinceramente protesa verso il pensiero ed il modo di vivere di chicchessia. Tanto e’ vero che, povera cara, i suoi amici piu’ cari di Milano ( quelli con i quali ha condiviso l’esperienza del liceo e con i quali e’ cesciuta) e l’amore della sua vita, il suo riccioluto, simpatico, intelligente e arguto ragazzone, sono ONNIVORI.
Ma lei con amore, pazienza, costanza, perseveranza, poco per volta, giorno dopo giorno, gli trasmette i suoi valori, il suo credo e lui, parecchio per amore ma tanto perche’ vivendole accanto(anche lui studia a Valencia), confrontandosi con l’esempio di Carolina, con la sua determinazione e, soprattutto, mangiando le prelibatezze che lei prepara, si sta rendendo conto che, effettivamente, non e’ poi cosi’ male avvicinarsi alle ideologie vegane.
E’ riuscita a fargli sostituire il latte di mucca con quello di soia, il parmigiano (di cui era “drogato”) con il lievito alimentare ed a fargli mangiare ( lui che si alimentava prevalentemente di proteine animali sotto forma di bistecche), legumi, sformati di broccolo, pate’ di olive, hamburger di soia, funghi trifolati, creme di asparagi, etc.etc.
Inoltre, e questo lo dico con onesta sincerita’, ho trovato signorile e garbata ogni sua risposta, nel tentativo di chiarire, (pressata fortemente da contestazioni opinabili), sempre piu’ profondamente il suo punto di vita che, invece, mi sembra sempre coerente con cio’ che fa e cio’ che scrive.
Penso che io stessa,nonostante sia una donna di mezza eta’, non avrei saputo fare di meglio.
Io ADORO la ricetta creata da mia figlia, la trovo pregnante di passione, gioia di vivere, piacevole, godereccia, intensa ed allettante.
La consiglio a tutti, anche ai miei amici vegani e non di mezza eta’, accompagnata da risate, un buon bicchiere di vino rosso “mosso”, possibilmente in compagnia delle persone che amiamo.
Buon fine settimana a tutti.
Scusa per l’ingerenza, Carolina. Ma sai…. cuore di mamma!
Rosalba, buongiorno. Lei è una mamma da fare invidia, e da questo si capisce perchè Carolina sia così.
la cosa piu’ bella per i miei gusti di tutto questo lungo scambio, é sicuramente l’amore fra madre e figlia che é uno dei miracoli piu’ belli di questo universo.
Credo che Luca e tanti altri che si riconoscono maggiormente in una scelta vegetaliana di Amore piuttosto che in una scelta vegan di Giustizia debbano farsi una ragione che questo é “vegan”blog e non “vegetalian”blog.
Io sono vegetaliana crudista per ragioni etiche (da anni e non dall’altro ieri) e non mi riconosco nelle parole di Watson o di Zola. Per me, come per altri al mondo, l’ingiustizia va estesa equitariamente a creature animate e non animate e difendere chi non puo’ difendersi non implica restrizioni al solo campo animale, a me la scelta vegan non basta.
Questo non implica un “giudizio” verso chi investe tutte le energie nella direzione vegan.
Solo che a me combattere solo per gli animali non basta.
Per la mia sensibilità la Giustizia é un corollario dell’Amore e non viceversa. Non sono “vegan”, sono vegetaliana alimentarmente e nella vita, ma il mio cuore non si sente a posto con se stesso combattendo solo per i diritti animali, cosa che comunque approvo con tutto il cuore e trovo lodevolissima.
Luca mi sembra piu’ vicino al mio modo di sentire che a quello dei vegan. Davvero pero’ classificarlo come “poco informato” perché non ha letto Watson non mi sembra gentile, cosi’ come classificare Emma come antropocentrica non mi sembra molto appropriato. Credo che Luca come commerciante sia ad esempio molto piu’ informato di tutti noi rispetto al mondo dei prodotti vegetaliani e bio. E non mi sembra che si sia posto con sufficienza verso chi palesemente ne sa di meno.
Se diffondendo ricette e cibi vegetaliani e vegani si aiutano gli animali, cercare di classificare i vegani come “vegani veri” o “non vegani che credono di esserlo” é poco utile a qualsiasi battaglia. Complimenti alla splendida madre, alla stupenda figlia e agli stupendi partecipanti di questo scambio di idee che mi sembra abbia portato a parecchie persone coinvolte una certa amarezza e ha portato a me, lettrice, un certo gusto spiacevole. Non posso non notare una certa nota stonata se si parla di uguaglianza fra specie e poi si parte a stabilire criteri di disuguaglianza fra i propri interlocutori. Se siamo tutti sullo stesso piano, uomini, animali, (e ogni creatura di questo universo animata o meno, per un vegetaliano come me) allora lo siamo tanto piu’ in ogni dialogo, che sia fatto di parole, di suoni, di musica, di silenzio o di grida.
@rosalba mi rivolgo a lei dato che sua figlia per qualche ragione ha preferito non rispondere ai miei post. Preciso che personalmente boicotto ogni prodotto di origine animale, non solo i cibi, e, coincidenza vuole, che anche il mio compagno sia diventato vegan grazie a me. Sono un insegnante e parlando coi ragazzi, ogni anno faccio tutto quello che so per farli riflettere sulle ingiustizie che vengono perpetrate ai danni degli animali e dell’ambiente, nonché di chi vive fuori dall’occidente ricco, e a cosa possono fare nel loro piccolo per prendere le distanze da un sistema che definirei autodistruttivo. Ho passato un estate nella campagna andalusa a vivere ad impatto zero come volontaria wwoof. Eccetera eccetera. Credo che ci siano punti di partenza diversi per ognuno di noi, per percorrere il cammino del bene.
Per quanto mi riguarda qui non vedo nessuno che vuole offendere carolina, né sminuire quello che fa. Vedo semmai il contrario, ovvero uno sminuire da parte di carolina delle idee o dello stile di vita altrui e a questo proposito le ricordo che è stata sua figlia a pubblicare una ricetta con su scritto “perchè vegan è questo e non quest’altro!” non io o luca che ne abbiamo pubblicato una dove sta scritto “chi si ingozza di panna o margarina non è un vero vegan”!.
Sembra che io debba vergognarmi di non mangiare grassi idrogenati, sembra che questo faccia di me una persona di biasimare, ma non ci sono lauree, master, attivismi, né presidi che danno a sua figlia il diritto di ergersi a giudice dello stile di vita di persone che lei neanche conosce. Questa cosa ha un nome solo ed è pregiudizio.
Mi aspetto da qualunque persona, di 13, 17 e 50 anni che sappia rispettare gli altri – e non parlo del proprio fidanzato o degli amici – ma del prossimo in senso lato, se non ne è capace, se nemmeno si accorge di aver mancato, a questo punto è un problema suo.
buongiono Polyhedral, mi sono concessa un sonno ristoratore, dopo essere stata sveglia pensando a cosa fosse meglio scrivere, per far sentire la mia presena alla mia creatura. Io penso solo che sono zeppa d’amore per mia figlia.
Buona giornata.
Buongiorno Cri,
grazie per la risposta, ma ancora una volta debbo sottolineare che nel commento di Carolina non vi era la volonta’ di ferire o sminuire l’altrui pensiero. Semplicemente la voglia di gridare al mondo (veganblog) che ogni tanto, nella vita, lasciarsi andare e fare una ricetta ricca di formaggio e besciamella non e’ mancanza di rispetto per chi il formaggio e la besciamella, peraltro vegani, proprio non li tocca!E, ripeto, a 23 anni si ha il sacrosanto diritto di farlo…… penso anche io, a 6o anni, di averne il diritto, di tanto in tanto!
Ma le ha lette le altre ricette di Carolina? Tutte perfettine, tutte salutari e salutiste, tutte piene di verdure, seitan bio e fatto in casa, frutta e quant’altro……
Ancora adesso non capisco perche’ alcuni di voi vi siate sentiti esclusi.
Noi vegani amiamo la natura in tutte le sue sfumature. Quasi tutte le settimane io e mio marito ci rifugiamo in una casetta in montagna
, dove tra il profumo del bosco, il cinguettio degli uccelli, il biancore della neve (in questo periodo), troviamo la forza di ricaricarci per poi tornare a combattere la vita quotidiana che e’ fatta, purtroppo, di cose parecchio piu’ gravi e nefaste per la natura di un burger fatto di formaggio e besciamella.
Il discorso ambientale e’ troppo articolato per poterlo affrontare in questo luogo e la distanza che separa il pensiero che si vuole esprimere dalla frase scritta e’ troppo lunga perche’ il pensiero scritto, per chi lo legge, abbia un unico significato.
E penso sia questo il otivo di tanti fraintendimenti.
Sarebbe preferibile il confronto diretto, viso a viso.
Carolina sara’ a Milano in febbraio, per una conferenza sui diritti egli animali e tutto cio’ che comporta per la natura l’esistenza delle “fabbriche” di animali.
lei certamente vi invitera’ tutti e potrebbe essere un’occasione stupenda per interagire ed affrontare temi delicati e di grande sensibilita’.
Trascorra un felice fine settimana e…… il mio invito a provare la deliziosa ricetta di Carolina e’ esteso anche a lei.
Buongiorno Emma,
quello che ho scritto a Cri vale anche per le risposte che cerca lei da Carolina.
Data la sua professione, l’invio alla conferenza di Carolina e’ esteso a tutti i suoi allievi, ai suoi colleghi ed agli alunni dei suoi colleghi.
Nella conferenza tenuta in Spagna vi erano tanti professori e tantissimi giovani, i quali hanno ascoltato con intensa attenzione ogni singola parola di Carolina.
La tanto criticata frase di Carolina e’ un urlo liberatorio, il suo pensiero trasformato in una pietanza succulenta che non fa male a nessuno……
Carolina credo abbia smesso d rispondere , certamente perche’ ha impegni universitari imminenti ed ogni minuto dedicato al blog e’ tempo che porta via al suo studio e poi, conoscendola, penso lo abbia fatto perche’ i toni cominciavano a non essere piu’ pacati e la disputa senza concretezza.
L’aspettiamo dunque a Milano, sara’ certamente un piacere conoscerla personalmente ed avere modo di confrontarci su tutte le tematiche che stanno a cuore a lei, a Cri ed a tantissime persone, comprese noi ( io e mia figlia) e, scusate se lo nomino, anche a mio marito.
Buon fine settimana anche a lei.
Cercheró di essere il piú concisa e chiara possibile nell’ultimo sforzo che dedicheró a terminare questo dibattito che a mio parere ha smesso di essere sensato nel momento in cui l’oggetto della discussione è passato dalla mia ricetta alla mia persona. E questa sará l’ultima cosa che scriveró, con l’unico fine di chiarire alcune cose che hanno spinto ad addurre determinate critiche. Dopodichè, ognuno pensi, dica e scriva ció che vuole! Per questo siamo tutti liberi, no? 🙂
1)Io non condanno, critico, né giudico inferiore a me o a qualsiasi altra persona chi ha fatto delle scelte di salute, ecologia ed etica in generale.
2)Trovo che tutte queste scelte siano encomiabili e necessarie.
3)Sono LA PRIMA ad averle fatte.
5)Con la mia ricetta mi sono limitata a voler trasmettere in maniera ironica l’idea OGGETTIVA che veganismo non è salute personale ma è etica antispecista.
Per quanto riguarda le critiche di ricerca della divisione all’interno del movimento, credo che esse siano frutto del fatto che chi le ha mosse ha confuso il fatto di avere le idee molto chiare su di un argomento concreto con una rigiditá personale che, nel mio caso, non solo non esiste (come dimostra il fatto di stare da 5 anni con un carnivoro per esempio), ma va anche contro il mio personale modo di vivere il veganismo che è inclusivo, rispttoso, tollerante e assolutamente aperto al modus vivendi di cada uno.
Finalmente, per quanto riguarda le critiche di arroganza, saccenza e presunzione, diró che cosí come pongo estremo interesse nell’effettuare profonde analisi introspettive motivate dalla spinta delle critiche personali che mi rivolgono coloro che amo e stimo, non sento la necessitá di difendermi da coloro che non conosco e che mi giudicano prima di conoscermi.
Detto questo, per tutti coloro che lo desiderino torno a fare il mio invito ufficiale alla conferenza. Lí potrete vedermi in faccia e magari farvi un’idea reale di come sono; e ovviamente sarete anche liberi, a quel punto, di apportare tutte le vostre critiche. È ammesso tirare cibo marcio sul palco; purchè non siano uova, senza importare se di provenienza intensiva, a terra o di agricoultura biologica 🙂
cara carolina,mi permetto di dirti che sono stata in pieno accordo con te fino a quando non ho letto l’ultima risposta che hai dato a Luca.Dal momento che sei una persona molto colta,tieni conferenze e fai l’universitá,ti consiglierei di cercare di non fare emergere continuamente la tua superioritá intellettuale/culturale.Purtroppo non tutti hanno avuto la possibilitá nella vita di studiare,non tutti hanno avuto la posssibilitá di fare l’universitá all’estero e di viaggiare.Tu adotti un linguaggio per esprimere i tuoi concetti,in certi passaggi di difficile comprensione,che presuppone un retaggio culturale che non tutti hanno.Spero per te,e per la causa per cui nobilmente ti batti,che nelle conferenze tu riesca a trovare un linguaggio piú “alla portata di tutti”,altrimenti il tuo messaggio arriverá al massimo al 40% dei partecipanti.Con giri pindarici di parole bene studiate atte a non offendere,in poche parole hai dato a Luca dell’ignorante e gli hai detto che la sua ignoranza in materia,non gli dava il diritto di esprimere la propria opinione.Questo é il messaggio che tu hai mandato a tutti noi.Questo mi sembra un discorso classista,oltre che snob.Ognuno ha la propria motivazione per cui é diventato vegan,l’importante é portarla avanti.Non esistono vegani di seria a e vegani di serie b,ma solo persone che per un motivo o un altro,hanno deciso di nutrirsi senza crudeltá.fare sit in,manifestazioni e conferenze,non ti dá il diritto di metterti su un piedistallo.
p.s. Signora rosalba,é molto bello avere un amore incondizonato verso i propri figli,ma sarebbe altrettanto bello non difenderli sempre a spada tratta anche quando sbagliano,perché questo diventa diseducativo.i toni non pacati,é sua figlia che ha smesso di usarli,dando dell’ignorante ad una persona che non la vedeva come lei.
Ignorante in materia, Valentina, non ignorante in senso lato.Carolina, probabilmente, potrebbe ignorare e li ignora senza dubbio, argomenti e fatti della vita che Luca conosce per aver trascorso anni ad approfondire.
Sapessi quante cose IGNORO io, alla mia veneranda eta’. L’unica certezza che ho e’ che piu’ so e meno so….
Vede Valentina, come tutto e’ relativo!
Buon fine settimana.
@Valentina C sono assolutamente d’accordo con quanto dici
@Carolina leggendo il post di risposta a Luca sono anch’io rimasta veramente sconcertata dal tono che hai usato e che sinceramente trovo che non sia in alcun modo costruttivo.
Detto questo non intendo darti nè dell’arrogante, nè della saccente perchè non ti conosco, la mia riflessione di cui sopra scaturisce esclusivamente da quello da te scritto nero su bianco.
Il tuo pensiero (“vegano non è sano. vegano è etico”) è legittimo. Ciò che trovo meno legittimo è dire che una persona non può prendere parte a una discussione perchè non ha una conoscenza della materia pari o superiore a quella dell’interlocutore.
Van Gogh molto umilmente diceva: “faccio ciò che non so fare per imparare come va fatto”
@ Rosalba
Scrivo a lei perchè mi accorgo che sua figlia non ha nemmeno la cortesia di rivolgersi a me citando il mio nome.
Se la discussione ha preso toni per lei o per sua figlia stucchevoli il responsabile non mi ritengo certamente io. Il disagio che leggo anche in altri utenti è dato dal fatto che sua figlia abbia dato a me dell’ignorante, in materi o in generale non fa alcuna differenza, senza minimamente conoscermi, non conoscendo la mia età ed in maniera assolutamente gratuita. Ora, ammesso e non concesso che possa tentare di giustificare Carolina data la sua giovane età – consideri però che tra noi ci sono meno di 10 anni quindi come scusa regge poco – non riesco a capire come lei che è una donna matura possa continuare a difendere, non i contenuti – sacrosanti e da me non contestati – bensì i toni usati da sua figlia. Chiunque abbia letto i precedenti post si è fatto la propria idea, e gli ultimi commenti stanno tutti a sottolineare che chi ha oltrepassato il limite non ero certamente io. Difendere a spada tratta un figlio può essere lodevole se ha ragione, ma nel momento in cui manca di rispetto a qualcuno, bisognerebbe anche esortarlo a rivedere le proprie posizioni. Non per ciò che afferma ma per i modi e toni in cui lo fa.
Parlando ora invece direttamente a Carolina, la quale afferma:
…per quanto riguarda le critiche di arroganza, saccenza e presunzione, diró che cosí come pongo estremo interesse nell’effettuare profonde analisi introspettive motivate dalla spinta delle critiche personali che mi rivolgono coloro che amo e stimo, non sento la necessitá di difendermi da coloro che non conosco e che mi giudicano prima di conoscermi…
vorrei farti notare che non hai e non hai avuto alcun bisogno di difenderti da me poichè non ti ho in alcun modo attaccato, ho semplicemente aggiunto ai tuoi valori i valori che muovono la mia scelta.
Ringrazio infine Valentina e Gala e considero anch’io la questione conclusa.
Buongiorno Luca,
Grazie della risposta.
Per la frase di Carolina, ( che ha scatenato tutto il dibattito) vale quanto scritto a Valentina, se ha la pazienza di andare a leggere, vedra’ che le mie considerazioni non sono del tutto errate.
Per quanto riguarda l’ultima frase di Carolina, se lei e’ conscio del fatto di non aver scritto quello che Carolina afferma, perche’ si sente il destinatario?
Vede che ho ragione io, a furia di scrivere cose si e’ perso un po’il filo di tutti i ragionamenti, partiti da una succulenta ricetta ed il motivo ufficiale di questo blog, ovvero scrivere ricette e commentarle, laddove se ne senta la necessita’.
Sarebbe bello se da questa discussione nascesse una conoscenza tra lei e mia figlia, nonostante 10 anni non siano poi cosi’ pochi! Avete entrambi tante cose da dire e da trasmettere, ciascuno con le proprie conoscenze e competenze specifiche.
Buon fine settimana a lei.
Grazie a lei Rosalba
…partiamo dal fondo… i dieci anni di differenza da me indicati miravano a sottolinare il fatto che sua figlia avrebbe dovuto essere maggiormente misurata. Carolina non conosceva la mia età ma se avessi avuto 50 o 60 anni come lei, il rivolgersi in quel modo nei miei riguardi sarebbe stato ben più grave di ciò che in realtà è stato. Io e sua figlia siamo quasi coetanei ma lei non poteva saperlo.
Per ciò che attiene invece alla mia citazione del post di Carolina mi sa che è lei ora a non aver compreso. Il problema non è se io mi ritenga o meno il destinatario. Il punto è che nuovamente sua figlia sottolinea il fatto di non sentire la necessità di dover rispondere poichè sta parlando con persone per lei non rilevanti. Ora, per l’educazione che hanno insegnato a me, che evidentemente deve essere diversa, si risponde a chiunque ti ponga una domanda.
Soprattutto se sei te a lanciare il dibattito.
Trincerarsi dietro un “sei troppo ignorante per parlare con me” non denota giovane età come da lei affermato, o foga giovanile nei perseguire i propri ideali, ma pura e semplice cattiva educazione. Le ripeto Carolina ignorava la mia età, ma se tale risposta fosse stata rivolta ad una persona matura sarabbe stato ancora più grave. Questo è il senso delle parole mie, di Valentina e Gala.
Ma su questo punto vedo che anche lei sorvola.
All’interno di questa discussione anche io ho fornito le mie spiegazioni e conoscenze per argomenti a me vicini. Ho risposto ad altri utenti – a Catmat ad esempio – su ciò che ritengo un buon od un cattivo prodotto. Ma non mi sono posto in maniera arrogante ne ho tacciato qualcuno di ignoranza. Ho dato la mia versione ricordandole che era libera di fare ciò che riteneva più giusto.
Ho riletto le sue risposte precedenti a me ed altri utenti è le dico che è fortunata ad avere una figlia così impegnata, ma ciò che fa non le da comunque il diritto di credere di essere l’unica.
Lei sta continuando a difenderla senza alcuna motivazione se non che è sua figlia. La ringrazio per l’invito alla conferenza, ma non credo potrò venire a Milano. Magari potessi permettermelo, sono quasi 200 euro solo di treno tra andata e ritorno. Sono assolutamente convinto che sarà interessante!! Buon weekend a voi.
scusate, arrivo ora, non ci ho capito nulla 🙂 -faccio per sdrammatizzare, buon sabato a tutti 😉
la scelta io l’ho fatta totalmente per un discorso etico… non riesco più a mangiare o anche solo indossare (l’ho fatto in passato non lo nego) un’altro essere vivente… non mangiare … chiamiamole schifezze e quindi amare me stessa è una cosa che per me era già importante prima..
buona sera a tutti.
considerando che è tornata la quiete dopo la tempesta, espongo il mio punto di vista.
ho letto con attenzione la querelle nata intorno ad un piatto “grasso”.
molti interventi, molte opinioni e parecchie prese di posizione per difendere, giustamente, i vari punti di vista.
Però vi pongo una riflessione: IO non mangio carne ne derivati animali da parecchi anni, pero’ fumo, bevo vino, superalcolici e mangio a dismisura.
Poiche’ non curo il mio corpo e non sono un salutista, come dovrei considerarmi? Un vegano di serie Z o un vegano ubriacone?
Da alcune esposizioni lette potrebbero sorgermi dei dubbi…ma NON voglio alcuna risposta perchè io sono e mi sento vegano; approvo in TOTO il concetto esposto da Carolina” vegan non e’ quello che fa bene a noi(ANIMALI) ma quello che non fa male agli altri(ANIMALI)”.
Fatto salvo questo concetto di base, tutto il valore aggiunto da ognuno di noi non può far altro che migliorare il nostro pianeta.
P.S:
riflessione per @emma 68. spero e mi auguro che la tua esperienza nella campagna andalusa con l’organizzazione http://www.wwoof.it sia precedente alla tua conversione al mondo vegan. Altrimenti mi chiedo come si possa cooperare con aziende agricole dove si allevano maiali, pecore e capre, dove si mungono le pecore e si mangiano le tagliatelle all’uovo.
altrimenti la mia confusione rischia di diventare sempre più confusionaria.
@Luca 36
CHI NON AMA SE STESSO NON PUÒ AMARE GLI ALTRI, CHIUNQUE ESSI SIANO. Io quando mi alimento mi amo, e come me tanti altri. Perchè dovrebbe escludere che si possa amare anche gli altri?. Personalmente non condivido l’assioma
Buona domenica a tutti
scusa per caso sai anche la ricetta del chese burger?
Buongiorno Fortunato
buon per te che non hai preso parte alla querelle!
Mi sembra invece doverosa cortesia risponderti.
Come avrai capito io tento di associare il non mangiare alimenti di origine animale anche ad un aspetto salutistico, non per questo sei un vegano di serie z. Per me sei un vegano con priorità diverse dalle mie. Punto. O se preferisci, per richiamare espressioni di precedenti post, per me è condizione necessaria e sufficiente a che tu sia un vegano. Anch’io ho chiesto chi potesse essere un buon vegano ed attendo risposte.
Per ciò che attiene alla domanda che più direttamente mi hai posto, come potrai immaginare siamo in disaccordo. Te affermi di essere vegano ma di bere fumare e quant’altro. Per quanto mi riguarda questo non ti esclude dall’essere vegano ma ti ostacola nel perseguire l’amore di te. Affermi di alimentarti e quindi di amarti. Per me nutrirmi è amarsi ed aver cura di se. Se non ricerchi ciò che fa bene anzitutto a te – perchè eccedi nel bere fumare mangiare – come puoi farlo per qualcun’altro?
Ti faccio un esempio.
Consiglieresti ai tuoi figli di essere vegano? Certamente si immagino. Consiglieresti ai tuoi figli di bere mangiare fumare smodatamente? Sono portato a pensare di no. Perchè? Perchè vuoi bene loro, ed il volere loro bene implica che tu possa cercare di non far fare a loro certi eccessi.
Non conosco padre fumatore che induce al vizio il figlio, o che lo porta al bar per bere assieme…Allora perchè non farlo anche per te? Se sei adulto, tanto basta perchè tu possa prendere le tue decisioni in piena autonomia. Non sono certo qua per biasimarti o peggio redimerti. Farai il tuo percorso vegano, diverso dal mio perchè fondamentalmente ricerchiamo due cose diverse. A te probabilmente basta il non far male agli altri (animali), a me no.
Spero di averti chiarito il mio assioma. Resti padrone di non condividerlo.
Buon weekend a tutti.
Sig. Fortunato,
il suo intervento, illuminate sotto diversi aspetti, ha lasciato tutta la nostra famiglia……senza parole!
Spero che tante altre persone la leggano e ne traggano le giuste conclusioni.
WWWOOF???!!! le povere bestie che vengono allevate in quel posto, anche se nutrite e cresciute a impatto 0 e con prodotti biologici , vanno tutte a morire assassinate in luridi e schifosissimi macelli…….e le loro carcasse divorate da amanti dell’ambiente?????!!!!!!! Che animi sensibili!
BAH!
fortunato l’esperienza in woof è stata vegan: i proprietari del posto dov’ero, che non ho mai detto fosse una fattoria, non allevavano animali ed erano vegan anche loro, come un sacco di gente in wwoof. ti saluto
@fortunato e comunque sì, visto che me lo chiede, è stata un’esperienza fatta prima di diventare vegan.
ancora una buona notte ai pochi rimasti in giro. Prendo nota che il il ribollire delle onde si è finalmente chetato intorno a questo piatto. Molto bene, anche perchè il piatto stesso era una piccola provocazione per animare il blog.
@Luca facciamo che ognuno si tiene i suoi assiomi e vive la sua vita.
Preciso solo che non eccedo SMODATAMENTE nel fumo e nel bere e non li ritengo dei VIZI capitali.
Non mi sono descritto come un homeless!!!
Forse mangio un pò troppo…….. ma sono i piaceri della vita e non fanno male a nessuno. E non li ho vietati ai miei figli
@emma – forse ho sbagliato l’indirizzo del web perchè il messaggio che trasmette dalle sue pagine non è certo di una realtà vegana. Tutt’altro.
invito tutti a visionare il sito wwof.it per rendersi conto che è molto lontano dall’etica vegana,
Credo che tu stessa non ci torneresti più.
alla prossima
@ Fortunato
buongiorno-buonanotte a te! riesci ad avere orari più strani dei miei!!! 😀
L’importante secondo me è confrontarsi con gli altri, poi non credo che se abbiamo idee anche leggermente diverse sia un problema. Non fraintendere, non volevo intendere che tu potessi avere problemi con il cibo o dipendenze varie, il mio era solo un esempio per cercare di chiarire la mia posizione…se il tuo maggior “problema” è che mangi un pò più del necessario…beh caro mio non sono certo io a poterti fare la predica!!! Quello è un pò anche il mio tallone d’Achille…a volte credo che la museruola ci vorrebbe a me, parlerei e mangerei meno!!
I toni sono fortunatramente scesi anche perchè credo che fondamentalmente nessuno volesse offendere nessuno…non erano attacchi personali ne i miei ne, pur non conoscendola, quelli di Carolina. Diciamo che è stato un confronto che si è acceso un pò troppo nei toni, ma l’obiettivo a cui tendiamo credo sia lo stesso…se per arrivarci percorriamo strade diverse o siamo mossi da intenti diversi non è questo il problema. L’approdo sarà il medesimo. Buona giornata-nottata.
@luca wwoof non è affatto un’organizzazione vegan, in quanto si preoccupa semplicemente di far incontrare volontari e “fattorie”. Metto la parola tra virgolette perché in realtà dietro questa definizione sbrigativa si nasconde un panorama più che mai variopinto.
Chiunque abbia una casa in campagna, bisogno di una mano e voglia di ospitare gente può iscriversi, e cercare. Io posso solo dirti quello che wwoof è stato per me. Le persone da cui sono stata ospite avevano una vecchia asina. Un vicino stava per portarla al macello e loro erano riusciti a convincerlo a regalargliela. La tenevano come animale di compagnia: dormiva ogni notte accanto alla mia roulotte…E poi c’erano due meravigliosi cani. E questi erano i tre animali che ho contato…escluso mosche e zanzare…ma non credo che le allevassero. Per il resto avevano un frutteto e stavano mettendo su un orto ed era quello, assieme alla compravendita di prodotti – vegetali – coi contadini limitrofi che garantiva il loro sostentamento, non certo l’allevamento.
Avevano bisogno di aiuto a mettere in piedi l’orto e così hanno scritto a wwoof presentandosi come “una coppia etc etc vegan etc etc”. Sapevo che da loro non avrei mangiato prodotti di origine animale ed ero andata anche per imparare “come si fa”.
Wwoof è solo un sito che gestisce “incontri” tra persone con bisogno simili, esattamente come couchsurfing. Mi è capitato di viaggiare in couch e anche lì, basta leggere il profilo degli host per accorgersi che il panorama è più che mai variopinto…ma dentro per fortuna c’è anche gente vegan e vegetariana, da cui sono stata ospitata e che ho ospitato. Se dovessi restare fuori dalla porta da qualunque “contenitore” che non abbia al suo interno solo utenti vegan credo che avrei serie difficoltà. Al bio dove compro purtroppo non hanno certo solo prodotti vegetali. Nella scuola dove insegno si svolge sotto un laboratorio di cucina onnivora. Persino al gas a cui sono iscritta si possono ordinare prodotti di origine animale bio. Quello che fa la differenza per me è che di certo io non li ordino, non compro, boicotto, non partecipo e, quando capisco che posso, informo. Al momento mi devo accontentare di saper scegliere con consapevolezza, all’interno di una realtà che, purtroppo, non è a misura dei miei principi. Per me con wwoof è stato così: ho scelto di aiutare chi, secondo me, andava aiutato e certo mai andrei a fare volontariato per chi alleva animali e li regala ai macelli.
@Emma
credo che tu abbia sbagliato destinatario del post perchè della tua esperienza non so niente e non me ne sono occupato nei miei commenti…ogni realtà credo sia diversa e se dove eri ospite ti sei trovata bene non vedo dove sia il problema! 😀
infatti @luca, volevo dire @fortunato, pardon 🙂
@Carolina: Non ho mai assaggiato la margarina, nè ho mai fatto qualcosa con le proteine della soia e non credo che tenterei per il momento, piuttosto verrei ad assaggiare quelli fatti da te! Magari mi convinco! 😉
@Carolina, @rosalba, @Eli90, @Lullaby_84 e tutti gli altri.. CHE MEGA DIBATTITO! Ho iniziato a leggerlo ma è troppo lungo per leggerlo tutto subito, però da onnivora simpatizzante vegana, l’ho trovato molto interessante! Infatti è da un po’ che cerco di capire l’etica vegan e, dal punto di vista teorico condivido molti vostri pensieri! Diciamo che è la pratica che mi frega…
Io, come dichiarato spesso, NON sono vegan e stamattina inorridireste sapendo che mangiato pancackes fatti con 1 uovo (in 5 persone) e 20g di burro (quello “crudele”). Sarà che sono una molto accondiscendente e abitudinaria e se nella mia famiglia si usano a volte prodotti animali, tra cui le uova comprate al supermercato o quelle che ci dà mia nonna dal suo piccolo allevamento, una parte di me si sente in colpa certo.. Ma personalmente non ho la forza di impormi e fare la diversa o cambiare le abitudini di famiglia, (figuriamoci cambiare il mondo!). Qualcuno di voi, forse chi vede solo bianco o nero penserà “se l’adattamento sociale è più forte dell’etica verso gli animali allora non sarà mai vegan”. Può darsi… forse resterò sempre onnivora simpatizzante vegan, può darsi che invece un giorno faccia davvero la SCELTA radicale (teorica e pratica).
In ogni caso mi piacciono questi dibattiti perchè significa che siete consapevoli della vostra scelta e che ognuno ha, riguardo a un dato argomento, una propria posizione. Comunque leggendo i vostri pensieri sto diventando molto più sensibile al tema etico di cosa mangio (per saponi e indumenti ecc devo acora iniziare a lavorare). Chissà, magari continuando a frequentare il blog potrei avvicinarmi ancora di più e un giorno convincermi! ^_^
Complimenti a tutti per la vostra scelta
Ottima ricetta, da provare!!!
Per quanto riguarda le galline, ragazzi.. Chi può ne prenda qualcuna, perché sono animali buffi e simpatici che si affezionano come tutti. Non mi dilungo oltre, ho appena perso una delle mie che con me si comportava come un cagnolino.. Mi manca molto 🙁 Basta lasciare un paio di uova nel nido segnandole con un indelebile per non sbagliarsi, lasciarle in un posto sicuro perché tanto non si allontaneranno mai molto (anzi) e dare un riparo per la notte e il freddo. Io non mi sono pentita mai di averle prese, MAI. Le nutro con cibi umani bio a volte, tipo i semi! Per il resto, nessun mangime!! E le uova in più quando le fanno, le mangio senza problemi.