Torta delle rose amodomio!

Rieccomi alle prese con la mia Maga, fresca di rinfresco! Per l’ultima attivazione avevo usato farina integrale, stavolta l’ho nutrita con farina tipo 2 macinata a pietra. Ne è stata proprio felice, infatti, complici le temperature realmente primaverili, ha fermentato alla grande, più esuberante che mai. In una mattinata ha quadruplicato il suo volume con bolle piene di vita e un profumo delizioso che sapeva di acqua di rose e champagne. Mi è stato ordinato di fare la torta delle rose, ed io ho eseguito! Naturalmente, come al mio solito, non mi sono attenuta alla ricetta che avevo pescato in rete e che avevo realizzato in passato con modesto successo (dico modesto perché, una volta raffreddata, è diventata gommosa, nonostante il gusto fosse buono e perché si sentiva troppo il sapore dell’olio di girasole). Mi sono messa a studiare bene la sfilza di appunti nel disordinato taccuino delle mie panificazioni, ho cercato di mettermi nei panni dell’impasto e mi sono lasciata guidare verso la scelta degli ingredienti. La parte migliore di questa ricetta? Lo stupore nell’assaggio, l’applauso degli uomini di casa e la soddisfazione di essere una vegolosa impenitente!

Ingredienti:
150 g di pasta madre freschissima
200 g di farina di manitoba
200 g di farina di farro bianca
3 cucchiai colmi di farina di riso
250 g di latte di grano saraceno
3 cucchiai di olio di girasole
50 g di zucchero di canna integrale più 1 cucchiaio
1 cucchiaio di malto di mais
1 pizzico di sale
marmellata a piacere
1 manciata di semi di papavero
1 manciata di pinoli

Procedimento:
Sciogliere il lievito nel latte a temperatura ambiente assieme al malto. Mescolare bene fino alla scomparsa dei grumi, eventualmente aiutandosi con le mani. Aggiungere lo zucchero (50 g) e continuare a mescolare finché il liquido non avrà preso un bel colorito scuro (indice che gran parte dello zucchero si è sciolto), poi incorporare le farine miscelate. Mentre le versate nella ciotola, impastate col cucchiaio di legno, aggiungendo il sale e l’olio. Impastate ancora, finché la massa non sarà liscia, omogenea, elastica e non appiccicosa. A questo punto coprite con un canovaccio umido e mettete a riposo nel vostro luogo riparato prediletto per tutta la notte o per almeno 8 ore. Trascorso questo tempo dovreste trovare una bella palla gonfia e che presenti delle bolle in superficie. Infarinate una spianatoia e trasferiteci l’impasto, che sgonfierete dolcemente con le mani e stenderete col mattarello in una sfoglia non troppo sottile. Cercate di darle la forma di un rettangolo. Sarà un’operazione molto rilassante: vi consiglio di farlo con della musica per voi calmante in sottofondo, in modo da traferire attraverso la pelle il vostro stato d’animo alla pasta. La sentirete molto disponibile a farsi lavorare, morbida ma soda, per niente timida ma riservata. Trattatela come si tratta una cara amica persa di vista e ritrovata, ve ne sarà grata e vi donerà tutto lo stupore di cui vi parlavo al momento dell’assaggio. Una volta stesa, spalmateci sopra della marmellata, occupando tutta la superficie (io ho usato quella di more di rovo), spolverate il cucchiaio di zucchero tenuto da parte e i semi di papavero e arrotolate nel senso della lunghezza, fino a formare un involtino gigante. Ora dovrete munirvi di un coltello affilato a lama liscia e tagliare il filoncino a fette (una decina), che si trasformeranno in rose. Disponete le rose in uno stampo con cerniera oliato, prima attorno al perimetro, poi al centro.

Non preoccupatevi se rimangono spazi vuoti, tanto si colmeranno con la lievitazione! Anzi, vi raccomando di non schiacciare le rose fre di loro o perderete l’effetto scenografico della torta. Conclusa l’operazione, coprite col solito canovaccio umido e riponete nella fedele alcova riparata per almeno 4 ore. La torta deve lievitare bene, gonfiarsi sino a riempire lo stampo.

Ecco, siete pronti per il viaggio decisivo! Accendete il forno al massimo (260°) e, aspettando che raggiunga la temperatura, bagnate la superficie della torta con un velo di latte saraceno, poi spolverizzateci sopra i pinoli pestati. Infornate allegramente e con fiducia, ringraziando il fuoco e l’attesa consigliera. Dopo 10 minuti abbassate a 220°, dopo 10 minuti abbassate ancora a 180° e lasciate cuocere ancora per 30 minuti. La superficie sarà bruna, ma al tatto sentirete la torta molto morbida. Aprite il forno e lasciate uno spiraglio magari mettendo un cucchiaio di legno fra lo sportello e la bocca del forno, e lasciate riposare la torta per 15 minuti. Sfornate, aprite la cerniera dello stampo e trasferite la torta su una gratella o su un piano di legno naturale. Gustate quando si sarà freddata.

Nota:
Mai ottenuto nulla di così soffice. Sembrava di baciare una nuvola… E’ una preparazione romantica, femminile, che ricorda il grembo materno che cresce e si dilata custodendo l’energia cosmica ed il respiro. E’ una torta che sa di storia, che ha una storia, che è una storia. Ed ognuno di voi può raccontarla, e renderla così più grande, imperitura. Shanti!

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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
  1. È bellissima e di sicuro STRABUONA!!! Quanto ne assaggerei un pezzooooo =) complimenti..

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  2. complimenti per la tua pasta madre!! 🙂 e anche a te, sei stata bravissima ed hai stra-meritato i complimenti di casa 🙂
    anche a te non piace il retro-gusto dell’olio di girasole? io non lo sopporto…per il mio prox dolce voglio provare con l’olio di riso, forse è più neutro… un abbraccio!

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  3. é una preparazione magicamente stupenda!

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  4. Che pazienza che hai e che precisione!!!anch’io sono alle prese con la pasta madre..ho appena infornato il pane di farro e spero venga bene e grazie per i tuoi consigli!!!

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  5. Bellissima e sofficiosa!! non ho mai assaggiato una torta di rose e mi incuriosisce tanto! 😉 poi deve essere ‘magico’ assistere alla lievitazione…con tutti quei rotolini che si gonfiano e diventano ‘rose’ 😀

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  6. nooooo….sei mitica, stavo cercando proprio questa ricetta!!!!
    non posso che copiartela prossimamente… 😀

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  7. FANTASTICA….. sembra un quadro … BRAVA! buonissima e bellissima 🙂

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  8. ps. ho letto le rimostranze sull’olio di semi di girasole…io, nelle rare torte che cucino, uso l’olio di arachidi..ve lo consiglio, perchè non lascia nessun retrogusto (almeno, non percepibile da me 😀 )!!

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  9. Ciao valevico 🙂 la tua torta e’ una favola 😀

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  10. Deve essere fantastica!!! ANche io ai tempi della pasta madre ne feci una simile 😉

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  11. Dev’essere davvero buonissima!

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  12. Bellissima e immagino…anche… buonissima!!

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  13. @Cassiopea e Luu: io mi trovo bene anche con l’olio di germe di mais, ma lo avevo finito e dovuto usare quello che offriva la dispensa. 😉

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  14. Mi sono accorta adesso di aver tralasciato l’ingrediente x!!! Che tontola!!! 1 cucchiaino di cannella in polvere da aggiungere all’impasto insieme alle farine miscelate. Scusatemi, ma il mio taccuino degli appunti è pieno di asterischi e scarabocchi e io ho postato la ricetta alle due di notte! 😉

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  15. che meraviglia di torta!!! Sembra quasi di sentirne il profumo…

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  16. “Sembrava di baciare una nuvola…”Ma sei una poetessa!Allora,preparata così,la tua torta di sicuro è qualcosa di speciale!

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  17. meravigliosa. una maga della pasta madre! 😉

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  18. Ciao, vedo che sei bravissima con la pasta madre. Volevo un consiglio: a me l’hanno regalata e ce l’ho ormai da un paio di mesi, a volte però le cose che preparo hanno un gusto troppo spiccatamente acido. Come mai? Come posso risolvere questo problema?

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  19. Anna, scusami, leggo il tuo commento solo ora, perché presa dagli impegni di famiglia mi collego molto raramente ormai… Io ti consiglierei di rinfrescare più spesso la tua madre. Ogni quanto la rinforzi? Io, di solito, una volta a settimana. A volte anche due. Ma quando è nata la mia bimba, per esempio, non ho panificato per un po’ e nemmeno rinfrescato, quindi l’acidità era salita. Per eliminarla ho dovuto fare quattro o cinque rinfreschi consecutivi e vicinissimi tra loro, senza usarla per panificare. Prova! Ti consiglio di fare due rinfreschi al giorno per tre giorni: uno la mattina (poi lasci fermentare per dodici ore in ambiente caldo) e uno la sera 8altra fermentazione di dodici ore) e così via…
    Ciao!

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  20. che splendide parole…poesia pura. descrizione fatta di amore e dedizione. complimenti. proverò a fare anche questa versione. grazie e buona serata. siete sempre fonte di ispirazione per me che non sono mai stanca di imparare.Ketty

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  21. Grazie a te! Credo molto nella condivisione di ciò che mi dà soddisfazione e gioia…e la panificazione è una di queste cose. fammi sapere come ti è venuta e se ti piace. Baci

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