E dopo le Chiacchere di Veganbel e le Bugie di Roberta, ecco qui la mia versione veganizzata dei cenci toscani, al profumo di Vin Santo.
Ingredienti:
250 gr. farina 00
40 gr. margarina non idrogenata
40 gr. zucchero di canna
80 gr. Vin Santo secco toscano
scorza grattugiata di 1 limone bio
1/2 cucchiaino di cannella (opzionale)
1 pizzico di sale
olio evo per friggere
Procedimento:
Ho tagliato a tocchetti la margarina lasciandola ammorbidire a temperatura ambiente. Poi ho setacciato la farina e unito lo zucchero di canna, la scorza di limone, il sale e la margarina. Ho iniziato ad amalgamare e poi aggiunto il vin santo continuando a impastare. Ho formato una bella palletta liscia che ho messo a riposare in frigo, coperta, per mezzora. Passato questo tempo, ho infarinato il piano di lavoro e steso la palletta in una sfoglia alta circa 2 mm. Con la rotella dentata ho ricavato delle strisce larghe circa 4 cm. e poi le ho tagliate in diagonale in losanghe lunghe. Nel frattempo ho fatto scaldare l’olio evo e quindi fatto friggere i cenci. Dopo averli asciugati per bene su carta da cucina e fatti raffreddare, ho cosparso sopra l’immancabile zucchero a velo.
Considerazioni:
Sono venuti proprio buoni, per niente unti o pesanti nonostante la frittura! Ma come al solito devo ringraziare le dritte della “Cucina Etica Dolce”! Comunque aspetto da voi correzioni e suggerimenti perchè ancora non mi sento abbastanza esperta sui dolci per sperimentare troppo e prendere grandi iniziative da sola… Ad esempio, alla prossima occasione, pensavo di provare a sostituire la margarina con l’olio e cuocere i cenci in forno per renderli più leggeri… I cenci sono stati spolverati tutti ieri sera e c’era solo Sua Mordità Bettina che ha preferito rossicchiare qualcos’altro :
… il mio dito!! (notate la smorfia di dolore sullo sfondo!!! 🙁 )
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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
Ma com’è carino! Oltre ai dentini ha pure delle belle unghiette! 😉 Qui i cenci si chiamano frappe. I fritti non li mangio e non saprei dirti come farli in versione da forno. Per i dolci io vado molto a ispirazione, quando mi finisce la scorta e mi vengono in testa delle idee mi invento sempre qualcosa
bettina!! un amore… e questi cenci hanno un aspetto eccellente!
a proposito, facciamo un piccolo glossario: da noi si chiamano galani.
Ecco… in questi giorni è pieno di cenci in giro.. e la tentazione è forte! Per cui dovrò farmeli a casa.. grazie della ricetta! 🙂
E sua Mordità? Che bella.. è un orsetto russo vero? Io ne ho trovato uno abbandonato (ma si può???) qualche anno fa.. ed è stato con me un anno e mezzo.. piccolo tesorino.. Ora riposa in montagna.
Un bacio!
si possono tranquillamente fare al forno 🙂
chiaro escono un po’ diversi ma si può….
buonisssssssimi i tuoi cenci e bellissimo il tuo piccino amico
buonissimi!!da me si chiamano Fiocchetti! 😉
Ma quanto carina è Bettina? 🙂 Favolose queste chicchere o cenci o come le si voglia chiamare, mi hai fatto venire le voglie! 😛
Buonissimi!!!! da noi si chiamano Lattughe, la forma è diversa gli ingredienti molto simili, l’unica aggiunta è liquore all’anice, oltre ad aromatizzare aiuta la lievitazione.
Che belli questi “cenci”, devono essere una delizia! Sua mordità è un’adorabile furbetta! 😉
Che voglia di chiacchere !!!
Troppo carina, la Bettina…
Qui son sfrappole e si “condiscono” con l’alchermes (liquoraccio rosso dai mille coloranti).
WOW i cenci!
Continuando nella stesura del glossario, proposto da Silvia D, a Milano si chiamano chiacchiere.
E queste sono delle delizie!!!
…adoro Sua Mordità! 🙂 i tuoi cenci devono avere un sapore buonissimo!
Allora… ricapitolando il glossario … mi avete detto:
FRAPPE
GALANI
CENCI
FIOCCHETTI
CHIACCHERE
LATTUGHE
SFRAPPOLE
… WOW!! Ma che bello!! Grazie a tutte!! 😀 E .. sua Mordità manda a ognuna un bel morsino .. 😀
@Mo: non ho mai capito se è vero o mi hanno preso sempre in giro nel raccontarmi che l’alchermes (o qualche suo colorante) è fatto con … le coccinelle … E’ possibile ?
ehi ehi ehi! c’è anche CROSTOLI! alto polesine…
ciao ciao ^__^
Bettina amor….
In Friuli si chiamano crostoli, senza vin santo e con piccole varianti negli ingredienti, si possono fare anche ripieni… fra poco arriveranno anche su VB 😀
Qui si chiamano drogaggi ( a casa mia, perché invece in questa città li chiamano fiocchi). Ti suggerisco di provarli ripieni di veghella 😉
Buonissimi. Complimenti. E che bella la Bettina.
Ma quanti nomi! Bugie lo avete già detto?
Io non li ho mai fatti ma nei negozi qui li vendono in due versioni, fritti o cotti al forno.
In ogni caso…..w i cenci!
E oltre a : FRAPPE, GALANI, CENCI, FIOCCHETTI, CHIACCHERE, LATTUGHE, SFRAPPOLE, aggiungiamo CROSTOLI, DROGAGGI, FIOCCHI e BUGIE!! Evvai!! Ce n’è per tutti i gusti 😀 .. pure ripieni!!! Tamara aspettiamo la ricetta per il colpo di grazia!! 😀
Grazie ragazze!
Oddio, io odio il correttore del l’ IPad, devo stare più attenta!!!!! Volevo scrivere CROGETTI invece è uscito drogaggi, sto morendo dal ridere, e non è bene per una a cui hanno appena ricucito gli addominali, uaz uaz uaz!!!
Epistrophy, è vero il colorante rosso che viene usato in alimentazione è prodotto triturando le coccinelle essiccate.
Per la ricetta, anche a Napoli si chiamano Chiacchiere, e andrebbero servite col sanguinaccio, che il nostro chef Luca ha pensato a veganizzare 🙂
Evvia il carnevale….adoro i dolci tipici di questa festa.
siiiii, buoneeeeee!!!!
Che buoni i cenci 😛 …sono molto curioso per il Vin Santo 😛 Secondo me gli daranno un’aroma davvero particolare e piacevole 😛
Complimenti Ilaria 😛 Non so se va bene dire così, ma alla tua Bettina dalle un grattino da parte mia
…o forse è meglio dire dalle un ditino visto la sua dimensione???? 😆 😆 in ogni caso, coccola più che puoi
Mordicchiosa che Carina… !!! Fantastici i Cenci….a Como Chiacchere Veggie … da Ingozzarsi…ehheheh…!!! Baciototo
Grazie!! W questi dolci carnevalosi veggie! Comunque si chiamino!! Bettina ringrazia e si gode tutte le vostre coccole! Sta diventando sempre più brava e coccolosa tra un morsino e l’altro!! 😀
Altri nomi
Grostoli ( Trentino)
Ruffioi a Padova nella versione a raviolo ripieni di mostarda vicentina di pere. ( stupendissimi)
Devo dire che sia le chiacchere, versione stesa, che i galani, versione annodata ( deriva dall’antico veneziano ” nastro, gala ” sono molto piu’ sottili dei cenci e delle frappe.
Comunque bella la versione senza uova.
Mia mamma ci mette un po’ di grappa.
Purtroppo confermo che il colore cremisi dell’alchermes, ( dall’arabo al-qirmiz, che significa cocciniglia ) e’ dovuto all’estratto di …coccinelle
Sostituire con succo di rapa rossa.
strordinaria Bettina!!!
e per il resto.. tanti nomi… una garanzia di bontà!!
🙂
Ehi!! Grazie a tutti!!E grazie soprattutto a Micillo anche per l’etimologia! E’ incredibile quanto questo paese sia così pieno di tradizioni ed espressioni dialettali che si perdono nel tempo! Una grande ricchezza culturale che mi auguro sempre resista all’omologazione della modernità… Per il resto … povere coccinelle … sembra che neanche loro riescano a scamparla nonostante la loro aurea di portafortuna… quindi … W il succo di rapa rossa!!! 😀
Prumiao, ho il tuo stesso problema con l’ipad!!
Bellissima ricetta, brava! Non vedo l’ora di guarire dall’influenza per rimettermi ai fornelli.
Bellissime!
Ma attenzione alla sperimentazione: le ho appena fatte con l’olio e si sono dissolte nell’olio di frittura!!!! Le sopravvissute allo scempio si stanno cuocendo in forno…speriamo bene…
Cara Epistrophy…..allora ho appena fatto la tua ricetta perche’ avevo proprio voglia di chiacchere/cenci! Erano spettacolari! Mille grazie per la ricetta! Devo solo dire una cosa: ne ho fatto un vassoio ed e’ gia’ sparito….e io sono riuscita a mangiarne solo 2!!! Tra mio marito e mio figlio (che non le avevano mai assaggiate) hanno sgagnato tutto velocemente! mi sa’ che vado a rifarne un’altro vassoio! Grazie mille xxx