Oggi vorrei parlarvi di uno dei cibi appartenenti alla copiosa lista dei “Cibi di strada”, così chiamati perché anticamente (ma si continua a farlo anche oggi) venivano preparati e riscaldati in locali a pianterreno e mangiati velocemente dai viandanti che approfittavano anche per concludere i loro affari o semplicemente per socializzare. Una cosa che non vi ho ancora detto di me è che sono siciliano, che sono nato in provincia di Messina e che ho trascorso i miei primi 12 anni di vita a Caltanissetta. Bene, sarà anche vero che le panelle sono un’invenzione palermitana, ma vi assicuro che quelle nissene sono particolarissime anche nella forma. Eccomi qui a raccontarvi come le prepariamo qui a casa mia. A proposito, ho dato uno sguardo alle ricette pubblicate questa settimana, sono tutte eccezionali e avrei voluto lasciare anch’io il mio commento, ma per motivi di lavoro ho avuto pochissimo tempo da dedicare al blog quindi perdonatemi, ma fate conto che ci sia sotto ad ogni ricetta un mio amplificatissimo slurp!!!Ingredienti:
500 g di farina di ceci (possibilmente bio)
1,5 l di acqua (il rapporto farina/acqua deve essere 1:3)
sale qb
1 ciuffetto di prezzemolo
1 pizzico di pepe a seconda dei gusti
olio evo (o semi di arachide: hanno un punto di fumo alto)
qualche goccia di limone sulle panelle già pronte
Procedimento:
Prima di iniziare è meglio avere tutto pronto: il sale, il pepe, il prezzemolo già sminuzzato, qualcuno con cui parlare e il contenitore in cui versare l’impasto quando sarà cotto. A Palermo le panelle hanno svariate forme, quadrate, rettangolari, triangolari, mentre solo a Caltanissetta ho visto quelle a mezza luna. Io le ho sempre fatte come queste ultime e ho sempre usato uno di quei coperchi delle cosiddette campane dei Dvd. Ovviamente ognuno di voi provvederà a pulirlo e sterilizzarlo come meglio crede, ma volendo si può utilizzare qualsiasi altro oggetto che abbia la stessa forma o quasi. Versate la farina in un recipiente adeguato alla quantità di acqua, io per 1 litro e 1/2 ho utilizzato una pentola che ne contiene il doppio.
Versate gradatamente l’acqua fredda cercando di non far formare grumi.
Quando tutta l’acqua sarà stata versata e il composto sarà amalgamato, accendete il fornello e dopo appena qualche minuto versare il sale e iniziate a girare stando molto attenti a non far attaccare l’impasto sul fondo della pentola. Se si vogliono ottenere delle ottime panelle è necessario far cuocere la farina per almeno 30 minuti, io arrivo anche a 40, ed ecco perché vi dicevo che è necessario avere qualcuno con cui parlare e a cui affidare anche il compito di girare l’impasto per avere almeno 2 minuti di riposo.
Quando vi accorgete che l’impasto è ormai pronto perché si stacca dalle pareti della pentola anche se girate energicamente, aggiungete il prezzemolo e, se vi piace, anche il pepe.
Girare ancora per qualche minuto…
… e subito versate l’impasto nel contenitore che avrete provveduto ad oliare precedentemente.
Ed eccolo qui in tutto il suo splendore. Fatelo raffreddare (se non avete fretta non riponetelo in frigo).
Una volta freddo, adagiate il cilindro ottenuto su un tagliere.
Dividetelo in 2 parti con un coltello possibilmente non seghettato, ben affilato e inumidito (attenti perché, essendo l’impasto molto compatto, il coltello potrebbe deviare e quindi potreste non ottenere 2 parti uguali).
Ora iniziamo a tagliare le nostre panelle. Io cerco di non superare il 1/2 centimetro, ma dopo averle preparate la prima volta, deciderete per le successive se farle più o meno grosse.
Ed eccole qui, panelle in quantità.
Prendete la padella e versatevi l’olio che deve essere ben caldo, io in genere uso un buon olio di arachide (non altri semi) perché ha un punto di fumo abbastanza alto. Versate le panelle nell’olio e fatele friggere fino a quando…
… saranno ben dorate e croccanti.
Belle vero?
A Caltanissetta, da ragazzino (sono trascorsi innumerevoli anni…, sigh!!!) le mangiavo con le mafalde, un panino ricco di semi di sesamo, ma va bene qualsiasi tipo di pane. Prima di mangiarle versateci sopra qualche goccia di limone, ma potrebbe anche non piacervi quindi provate solo su una (io non lo uso). Ed ecco alcune foto delle panelle e delle mafalde di cui vi ho parlato (le foto sono di Walter Lo Cascio). Questo signore potrebbe essere il nipote del mio vecchio panellaro.
No-comment.
Ed ecco panelle e mafalde originali nissene.
Per questa ricetta ringrazio e bacio mia moglie che mi ha dato la possibilità di ricoprire esclusivamente i ruoli di fotografo e del “qualcuno con cui parlare”.
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Solo con la partecipazione di tutti potremo fare la differenza per la salvaguardia del pianeta.
Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
Bellissima la descrizione e sicuramente il sapore sarà fantastico. Se non fosse così laborioso ed avessi un aiuto nel girare lo riprodurrei molto volentieri. Queste ricette comunque son sempre interessanti perchè raccontano le storie dei luoghi.
che spettacolo gianni!!! davvero complimenti!!! 😀
sono arrivata all’ultima foto sbavando sulla tastiera!!!!!!! ho visto usare la farina di ceci in molti modi (da buona toscana) ma questo ancora no… davvero grazie per la ricetta e per le foto… e un bacio alla mogliettina! 😀
Miiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii…….cioè…..alle 17.00 sto morendo davanti a queste delizie………..
gianni grazie a te e a tua moglie per queste foto e queste panelle stupende….che belle foto e che bei passaggi…complimenti 😀
nooo nooooo nooooooo gianni che gioia questa ricetta!
ho le lacrime agli occhi dalla golosità!!!
mhmhmhmh… panelle…
(Vale in catalessi stile homer Simpson)
Sai che qui a Roma c’è un locale che si chiama Mondo arancina, hanno le arancine vegan, ma ogni volta che ci torno non riesco ad esimermi dal prendere le panelle?
Wow, le panelle le adoro! ne mangerei a tonnellate. Grazie di avermele ricordate e complimenti per la spiegazione dettagliata e le foto. E geniale l’idea di riciclare i “coperchi delle cosiddette campane dei DVD”. Ci ho messo un po’ ma poi ho capito cosa sono. 😉
Un saluto solidale a tua moglie.
meravigliose! le ho mangiate solo una volta e sono rimasta rapita! le voglio fare assolutamente! grazie mille Gianni soprattutto per l’accurata spiegazione e per il suggestivo tuffo nel passato! che sapori!
Ecco, un articolo fatto così mi manda in brodo di giuggiole (ne ho giusto raccolte un po’;) Grazie Gianni!
Che belle, devo proprio cooptare la mia coinquilina allora!!!
Bellissima la tua descrizione dettagliata, fa proprio venir voglia di andare in Sicilia subito …. Non le ho mai assaggiate ma sabato provo a cucinarle … Grazie …
Belle le panelle. Che fatica per girare l’impasto. Già mi ci vedo con la forza che ho nelle braccia…. (pari a quella di una farfalla) 😀
Gianni grazie di cuore per le informazioni, la ricetta e le foto meravigliose! Bravo!
Complimenti e grazie per aver condiviso la ricetta nei dettagli e tutte quelle belle foto ! Mi sa che le dovro’ provare un giorno che ho tempo.. 🙂
Che bello Gianni, già mi eri simpatico ma ora che ho scoperto che sei siculo lo sei ancor di più, ho un certo debole per i siculi…..ne sopporto uno da quasi trent’anni 🙂 Queste tue panelle sono fantastiche, pensa che da idiota in quasi trent’anni che vado in Sicilia giù non le ho mai mangiate…..ti posso chiedere dove di Messina? Noi abbiamoi una casa a Capo d’Orlando 😉
P.s.: bellima la foto di presentazione e tutto il seguito 😛
Pane e panelle che bontà! Molto bello la foto 😀
Complimenti per il dettagliato reportage!!!! Bellissime foto e slurpose panelle!! 🙂
Che meraviglia di reportage culinario, Gianni !!!
Quando sono stata anni fa a Palermo purtroppo le panelle non sono riuscita ad assaggiarle (alla mia “guida” non piacevano, ehm…), peccato !
Ma magari “recluto” la mammina, che con i giramenti di frusta – per preparare la polenta – ci sa fare… (ed a quanto ho capito il procedimento é simile, no ?).
😉
oh sto svenendo………
TONC…..svenuta….
devono essere super…le cose più semplici sono quelle più gustose!!!
*spighetta* – Ti assicuro che il procedimento è semplicissimo, riguardati la ricetta. Anzi, ho trovato la maniera per girare l’impasto senza ammazzarsi di fatica.
*maktuub* – Allora da buona toscana dovrai provare a prepararle.
*Francesca* – Sei bella e simpaticissima ed è per questo che “meglio valletta che sposa ad un fedigrafo”.
*Nello* – Fai finta di non aver letto sopra… 🙂 Grazie per i complimenti.
*Nicole* – Sono certo che prima o poi ti vedremo al Supercampiello.
*Vale* – Le arancine, quanto sono buone…, al più presto vi darò la mia ricetta.
*MentaMarina* – Sei per caso siciliana? ( “….a muzzo” …”a casaccio”) ??? Mia moglie ti ringrazia!
*Maria Pia* – Certo che devi provarle, altrimenti che pubblichiamo a fare le ricette?
*neofrieda* – Grazie, è un onore per me sapere che conserverai questa ricetta. 🙂
*Giovanna* – eheh…forse non avrai bisogno di cooptare l’inquilina…, pazienta qualche minuto ancora, stiamo provando un oggettino in cucina.
*Elisa* – Dai Elisa, se le prepari mi raccomando di fare le foto.
*Andrada* – Ma sai che invece proprio in questo momento abbiamo trovato la maniera per girare senza tanta forza? Basta un semplice sbattitore da far girare ad una velocità medio/bassa….non altissima, altrimenti non dai la possibilità all’impasto di cuocere.
http://www.twenga.it/dir-Elettrodomestici,Robot-Mixer-e-Frullatore,Frullino-e-Sbattitore-1457
*Paola* – Grazie Paola 😉
*Babi*- Mezz’ora per far cuocere la farina e mezz’ora per friggere le panelle. 🙂
*Chicca” – E tu sei sempre più gentile. – “S. Teresa Riva”, una decina di minuti da Taormina. Ora abito in Basilicata. Conosco Capo d’Orlando, è un bellissimo posto. Comunque, se non le prepari tu, la prossima volta devi provare quelle siciliane
*Lucia* Si dice anche: Mazze e panelle fann’ i figl’ bell’ (Le botte e il cibo fanno diventare belli i figli). Che sciocchezza!
*Tubalkain* – Grazie 🙂
*Elettra* – Una guida palermitana a cui non piacciono le panelle? Si, “La girata” è uguale, ma da oggi useremo lo sbattitore.
*Chiaretta* – Sono preoccupatissimo per te! Ti sei ripresa? 🙂
mazze e panelle fann’i figl’ bell’, panelle senza mazze fann’ i figl’ pazz’, è così, no? 😀
sorvolando sulla pedagogia della mazza, queste panelle hanno un aspetto favoloso! benvenuto Gianni (un po’ in ritardo, lo so… ma sono senza adsl: mi perdoni?)
Che capolavoro! E che invidia… Anche io ho assaggiato le panelle solo qualche volta, e sono stata folgorata, anche perché i miei tentativi di farifrittate sono molto altalenanti… ma ora appena ho un po’ di tempo voglio provare la tua ricetta, che mi sembra a prova di bomba. Grazie!
WOW! che bellissima ricetta! sono estasiata, primo perchè le cose a base di ceci le adoro, secondo perchè hai fatto un sacco di belle foto, terzo perchè ci hai disegnato un pezzo di cultura italiana e ci hai reso partecipi di un ricordo della tua infanzia e quarto perchè sei simpaticissimo! PS grazie anche a tua moglie per aver amorevolmente rimestato l’impasto per creare questa meraviglia!
Ehm, no Gianni… La mia”guida” purtroppo non era palermitana, ma monzese e vissuta a Palermo per circa un anno…
Ah, la mia mamma usa solo fruste ed “olio di gomito” per rimestare… Contenta lei !!!
😀
assolutissimamente da fare quanto prima!
Che reportage meraviglioso! Da brava ignorantona, non le conoscevo, quindi grazie di questa ricetta! Mi ispira tantissimooooooo! Sbaaaav…
Alcuni suggerimenti:
– Per girare l’impasto vi ricordo di procurarvi uno sbattitore, uno economico (15 €);
http://www.twenga.it/dir-Elettrodomestici,Robot-Mixer-e-Frullatore,Frullino-e-Sbattitore-1457 (vedi i primi 4).
– Se non avete il contenitore, va bene anche una bottiglia di plastica da 2 litri. Basta tagliare la parte superiore (il collo) e versare l’impasto all’interno. Verranno delle panelle un pò più piccole ma comunque gustosissime.
*Silvia* – Si Silvia, è proprio come dici tu! Grazie per il benvenuto!
*Cri* – Si Cri, devi provarla, è semplice e veloce.
*Ila* – Grazie Ila, grazie di cuore. Devo darti però una brutta notizia, la pellicola non è Vegan, contiene gelatina animale. http://www.ivu.org/italian/faq/products.html
*Elettra* – Ora è tutto chiaro. La polenta della tua mamma è sicuramente speciale!
*Mannu* – Certo Manuela, ricordati di informarmi sull’esito.
*Betti* – Betti, allora toccherà anche a te provarla.
Ottimo servizio x una ottima ricetta 🙂 Ma la fiamma come deve essere? 😛
gianni..ti prego almeno tu!! un pò di solidarietà maschile 😀
*Ciao Daniele, appena accendi la fiamma puoi anche anche lasciarla alta, ma quando ti accorgerai che sul fondo della pentola l’impasto si comincia a solidificare, allora è consigliabile abbassare la fiamma e iniziare a girare altrimenti ti si attacca. (E’ consigliabile iniziare a girare appena acceso il fornello).
*Nello* – Capisco perfettamente Nello, ma vorrei ricordarti che Francesca è un avvocato e che tutto quello che scriviamo potrà essere usato contro di noi. 🙂
Ciao, io vado, buona giornata a tutti!
Meraviglia di ricetta! devo reclutare M. e farmi dare una mano, anche lui è originario della Sicilia, e sicuramente apprezzerà 🙂
hai ragione gianni 😀 ma la nostra francesca non credo sia un tipo del genere….perchè se lo fosse non la corteggio più 😀 buona giornata e complimenti ancora per le tue panelle!!!
A parte che la prima volta che le ho assaggiate le ho assaggiate senza friggerele!!! auhauhauhauah perchè il mio amico me le ha date da friggere ma io non ne avevo la minima idea!!! Comunque quando poi ridendo (ma che si rideva io che ne sapevo!! PRR!!) mi ha detto di friggerle…. ho potuto davvero perdermi in questa delizia!!!! Perchè sono davvero una delizia assoluta!!!! Bravo!!! Anche nel mostrare questa ricetta… sembrava una romanzo avvincente… sai di quelli che non riesci a smettere di leggere finchè non arrivi alla fine??? Beh Così!!! Quindi doppio BRAVO!!!
gianni, io al Premio Campiello?!?!? madò, magari!:-)
*Nadir* – Ciao Nadir, ho cliccato sul tuo nome e ti avevo scritto un mio commento al tuo post “Patè di fegato e associati”, purtroppo però deve essere accaduto qualcosa e non è stato pubblicato. Proverò a riscriverlo più tardi. Ciao 🙂
*Nello* – Francesca non è certamente un tipo del genere…ma tu sai anche che “IN GUERRA E IN AMORE E’ TUTTO PERMESSO”.
*Manu* – Grazie Manu! Panelle non fritte? Non sono come quelle fritte ma neanche da buttare.
*Nicole* – No Nicole. io dico proprio il “Supercampiello”, la finale assoluta…, la crème de la crème
no daiiiiiiiii, that it’s impossible! 🙂
Ma che bellezza! Come ho già detto più volte, ho un debole per la Sicilia, perchè a Gibellina (Trapani) ho una carissima amica. Ogni volta che vado da lei torno a casa con un kilo di panelle in valigia. La forma in effetti è diversa, ma gli ingredienti sono quelli (a parte il succo di limone).
Evviva la Sicilia!
Le assaggiai qualche mese fa a Palermo e me ne innamorai. Ora provo subito la tua ricetta!
Grazie!
CARO GIANNI,
STAVO POSTANDO PROPRIO ADESSO LE PANELLE…
LE MIGLIORI A PALERMO SONO QUELLE DELLO ZIO TOTO’…
CHI E’ DI QUELLA CITTA’ CONOSCE DI SICURO!!! 😉
IO DOPO AVERLE FRITTE CI METTO IL SALE ED IL LIMONE…
IL PANE COL SESAMO E’ BUONISSIMO IN SICILIA!!! 🙂
UN ABBRACCIONE FORTE FORTE,
annie78s
AD OGNI MODO A PALERMO SON QUADRATE E LE FACCIO ANCH’IO COSI’!!!
E’ LI’ CHE NASCONO COME DICI ANCHE TU… 😉
SUGNU ZITA DI UN PALEMMITANO DOC… 😀 …COME POTREI NON FARLE A MODO LORO???
ED INFATTI, LO ZITO PRETENDE CHE GLI PREPARI ANCHE LE CROCCHE’, COME LE CHIAMANO LORO, PANE, PANELLE E CROCCHE’…MI SA CHE STA CON ME SOLO PER LA PAZIENZA NEL PREPARARE E FRIGGERE STO PIATTO… 😀
MI SA CHE POSTO ANCH’IO LE PANELLE, MA NELLA MIA VERSIONE CHE GIUSEPPE NON MANGIA… 😀 …E DICE CHE SO’ PISCIAIOLA SALERNITANA… 😀
CIAO,
A PRESTO!!!
*Ciao Loira, quelle che dici tu sono le famose “Panelle in Valigia” che solo a Gibellina sanno preparare. 🙂
*Annie…, e u to zzitu iè propriu di Palemmu Palemmu? E tu unni sì, a Salernu o a Palemmu? E comu si gghiama u to zzitu? 🙂 …reminescenze…!
*Nicole abbi fede e continua a scrivere!
MIIIII, IL MI ZZITO E’ DI PALEMMO CITTA’…VIALE MICHELANGELO…MA “TRAVAGLIA” QUA A “SALIERNO” TRA I PISCIAIUOLI COME ME!!! 😀
ADORO LA SICILIA… ED I SICILIANI…BRAVA GENTE!!!
COME IL TITOLO DI UNO SPETTACOLO (E LIBRO) DI SASA’ SALVAGGIO!!!
NON VEDOP L’ORA DI TRASFERIRMI LA’…MA DOVREMO ASPETTARE ANCORA QUALCHE ANNO!!!
UN ABBRACCIO…ED ABBASSO LE STIGLIOLE SHRADE SHRADE!!! 😀
SHRADE SHRADE…COME DICONO A CATANIA…AHAHAHAHAHHAAHAH
W LA SICILIA!!! 😉
Ciao simpaticissima Annie e salutami u travagghiaturi.
😉
SARA’ FATTO!!! 😉
NON POTEVI NON ESSERE SICILIANO!!!
UN ABBRACCIO…ANCHE TUA MOGLIE E’ SICULA???
MAI MANGIATA LA CUCCI’A? MI SA CHE APPENA LA FACCIO POSTO PURE STA RICETTA!!!
E I BUCCELLATI??? ANCHE QUESTI DA FARE…ED I BISCOTTI RICCI??? E QUELLI REGINA???
CAVOLI, MI IMPEGNERO’ PARECCHIO PROSSIMAMENTE IN CUCINA…OGNI COSA CHE DICO E’ PROMESSA, ED OGNI PROMESSA E’ DEBITO…FIMMINAZZA D’ONORE SUGNO… 😀
No, mia moglie è lucana, e anche i miei 2 figli sono nati qui in Basilicata.
E ora chi prumittisti tuttu stu ben di ddiu, scrivi subbitu i ricetti sinnubca….sinnunca….mi fai peddiri a vista i llocchi e si sciogghinu i manu….
😀 PRESTO CUCINERO’ TIPICITA’ PALEMMITANE…
OGNI VOLTA CHE VADO IN QUEL PARADISO TROVO SEMPRE SPUNTI E RICETTE…
SARA’ CHE AMO ANDARE NEI SUPERMERCATI, AL MERCATO DEL CAPO, ALLA VUCCIRIA (CHE PURTROPPO NON E’ COME PRIMA), MA OGNI VOLTA CHE SON LI’ NON FACCIO ALTRO CHE PARLAR DI CUCINA E SCAMBIARE OPINIONI E “USI E COSTUMI” CULINARI!!!
E’ UNO DEI MIEI MODI PER SOCIALIZZARE!!! 😉
HAI VISTO LA MIA RICETTA DELLO SFINCIONE??? ORA ORA U SFURNAVU UNO…MIIIII, CHE CIAURO!!!
minchia u ciauru si senti finu a cca
ti darò retta allora, ricomincerò a scrivere coi ritmi di una volta… 🙂
Quindi già scrivevi? Quando si potrà leggere qualcosa? Monologhi, dialoghi, romanzi, racconti brevi…, cosa in particolare?
ebbene sì, mi diletto da quando so tener in mano una penna, diciamo.
ma ho questo senso di gelosia, per cui mostro agli altri solo qualche scritto di tanto in tanto. tenevo una sorta di “diario pubblico”, dove mettevo pezzi dei miei appunti, da tempo però ho perso l’abitudine.
in genere sui miei taccuini ci sono racconti brevi e riflessioni generiche che occupano si e no due o tre pagine ciascuno. certe volte racconto di me, di noi famiglia o degli altri. certe di nessuno. dipende un po’. scrivere mi è sempre piaciuto, ora sperimento l’idea di un piccolo libricino che attraverso i racconti partoriti negli anni parli di cucina.. vedremo!:-)
vabbè pensavo, visto che – per ora – qui su veganblog di me molti conoscete la Beppa, eccoti un pezzetto di quello scrivo di lei: http://www.nicu.ilcannocchiale.it/?YY=2008&mm=9&dd=26
un sorriso, nicole
E’ con gioia e commozione che leggo la mia città su veganblog e scopro che vi un veg-chef nato a CL!
A CL davvero i pannellari non mancano e puoi chiedere e trovare le panelle in tutte le pizzerie e nei bar.Attenzione al pane,nella mafalde spesso i panifici aggiungono lo strutto,difatti io di solito o mi mangio solo le panelle o arrivo dal panellaro già con un bel filoncino magari integrale :D.Oltre alle panelle,in questi chioschetti a volte totalmente improvvisati si posson trovare le crocchette (da chiedere però se son solo patate e aromi o c’e’ anche del formaggio) e le melanzane fritte.A piacere si può sempre aggiungere sale,pepe e limone.
>e scopro che vi un veg-chef nato a CL!>
rileggendo ho letto che sei nato in provincia di Messina,comunque la tua infanzia è stata qui,fa lo stesso!
Complimenti per la ricetta,le foto e lo scrittoe se posso aggiungere,specie per inesperti e consigliabile nella cottura una padella o una pentola antiaderente.Mi sa che mi ricimenterò di nuovo in queste buonissime frittelle,l’ultima volta è stata quest’estate,e per trovare un contenitore utile o riciclato le varie latte di lievito alimentare.E’ comunque hai ragione,bisogna essere in due!
Son arrivato alle tue ricette dopo la lettura su promiseland della tua avventura scolastica a lieto fine in un liceo classico.Dare consigli etici ai meno giovani e sempre difficile anche perchè i genitori non approvano per ignoranza certe scelte,e ragionano sempre con l’idea che l’educazione sia di competenza esclusiva loro.
Un abbraccio,
Enzo.
Ciao Enzo, è un vero piacere conoscerti, avere un parere da un nisseno sulle panelle non è cosa da poco.
Prima o poi ritornerò a CL, magari la prossima estate. Io abitavo in un palazzo lateralmente alla gradinata Agostino Lopiano (guardando la gradinata, sulla destra)e ho frequentato un anno di medie all’Istituto Luigi Capuana.
Fammi sapere quando fari le panelle.
Ciao, a presto.
io non ho commenti ma vorrei tanto sapere perche le mie panelle arrivati nell olio si sbriciolano.tante grazie
Scusa per il ritardo Antonella.
Io credo che tu non faccia cuocere sufficientemente l’impasto che, così come ho consigliato nella descrizione della ricetta, deve stare sul fuoco (girando e rigirando) per un quarantina di minuti circa. Prova e fammi sapere. Ciao.
Approfitto per salutarvi tutti e inviarvi baci e abbracci. Giuro che già prima di Pasqua sarò più libero. 🙂
Mamma Gianni queste pannelle sono divine e buonissime, devo provarle, magari ripassate in forno.. Perchè il fritto proprio non fa per me.. Lo so vado contro la tradizione 🙁
Quando torni con qualche altra ricettuola??????????????
Sicuro Mimì , vanno bene anche in forno, non saranno più come le originali, ma sono buonissime comunque (le ho provate anch’io).
Attenta alla cottura, non farle disidratare molto.
mmm… proprio ieri sera mi è venuta una voglia indescrivibile di casa.. e di Panelle. Io sono di Sciacca e anche lì le panelle sono particolarmente presenti, importate dalla tradizione Palermitana, ma studio e abito a Catania e quì di panelle neanche l’ombra… sarà per via dei contrasti tra le due città????
Ad ogni modo sono venuta a cercare la ricetta su questo meraviglioso blog ed ho trovato una cosa per me innovativa: l’impasto fatto raffreddare nel recipiente e poi affettato… io, secondo un’altra ricetta, mi ammazzavo la vita a stendere l’impasto su un piano e le mie panelle erano sempre irregolari e spesse. Grazie mille per l’idea geniale!!! Stasera o domani sera “inizierò” le mie coinquiline alle meravigliose e mitiche Panelle.
Ciao Estrella, scusami per il ritardo con cui ti rispondo.
Hai provato la ricetta?
Ciao
Ciao Gianni, ho fatto le panelle la sera stessa(sono riuscita a trovare un piccolo negozietto di alimentari che aveva la farina di ceci). Mi sentivo un pò in colpa così le ho fatte al forno con un pò d’olio piuttosto che completamente fritte. Mi sono sentita a casa :o)
Ti ringrazio per la ricetta!
oggi panelle di caltanisetta… usero’ una brocca in plastica per dare la forma di mezzaluna e provo a metterci la salvia invece del prezzemolo
Ciao Samuele e perdonami se non ho risposto prima al tuo commento.
Ottima l’idea della brocca, puoi usare anche una bottiglia di plastica, una da due litri vengono più grandi.
Io metterei la salvia in tutti i miei piatti, mi dici come è stato il risultato che hai ottenuto?
Samuele in quella foto sei meglio di Sandokan e il tuo profilo è straordinario.
Complimenti per il tuo impegno.
Meravigliose Gianni, ho la farina di ceci e stasera le provo..
Ho provato con la salvia… buonissime, ho messo le foglie che avevo raccolto settimana scorsa e lasciato seccare un po. da provare!
Fatte stamane per mangiarle stasera tornata da lavoro, non ho resistito al farmene una per pranzo per provarle.
Una vera bontà!!!
Grazie Estrella, Tati, Pollice Verde, e Mari per aver provato questa ricetta.
😉
ciao sono di Roma la scorsa estate sono stata a Secca Grande vicino Ribera e li ho avuto questo incontro meraviglioso PANELLE E ARANCINI sono rimasta folgorata . ho comprato la farina di ceci e ho cercato la ricetta fra le tante la tua mi è piaciuta originale il modo di tagliarle ,domani 1 maggio le servo come antipasto ti faro’sapere come sono venute GRAAAAAAAZIIIIIIEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!
Ciao Pina, scusami per il ritardo, ti ringrazio per aver scelto la mia ricetta.
Mi fai sapere se son venute buone?
Approfitto per salutare gli insuperabili chef di Veganblog.
ahhh le panelle, meraviglia siciliana! ti dò ragione quando parli delle mezzelune di caltanissetta perchè le prime che ho mangiato avevano proprio quella forma!
Una spiegazione davvero chiara! Era da un sacco che avevo in mente di farle e ora… sono in balcone a raffreddare!!
Le panelle le faccio spesso ma sono due volte che mi si sbriciolano quando le friggo e non so il perché’ il procedimento è’ sempre lo stesso di come le faccio sai dirmi dove sbaglio? Grazie
Ciao, mi hai fatto venir voglia di farle. Però per questa sera devo rinunciare perché 40 minuto sono troppi. Domano che è domenica mi applico, grazie per la ricetta 🙂
Da palermitano dico: a parte che si fanno anche qui rotonde o a mezza luna, mai triangolari. Ma per motivi pratici e storici, quelle rettangolari sono più comuni. La panella deve essere sottile perché quando si frigge dovrà diventare croccante e quelle che vedo sono troppo spesse. Per motivi pratici,il contenitore cilindrico da usare è molto più semplicemente la lattina di olio (ovviamente vuota), che dopo averla riempita per bene, senza lasciare vuoti all’interno, si fa raffreddare almeno per qualche ora anche in frigo. Quando si dovranno tagliare, aprite anche l’altro fondo della lattina che lasciandolo dentro vi servirà come stantuffo per spingere l’impasto dall’altro lato aiutandovi con un mestolo di legno, così facendo il bordo vi farà da guida, la panella sarà di dimensioni ideali e spessore di quello che gradite, ma mai troppo! Il coltello dovrà avere salama liscia e non seghettata. Ricordarsi che il termine “a panella” nel palermitano ha il significato di cosa molto schiacciata e non spessa! Altra raccomandazione! Non vanno fritte subito ma prima dovranno asciugare bene da tutti e due i lati, l’ideale sarebbe friggerle l’indomani, questo è il segreto per non farle sbriciolare durante la frittura!
Scusatemi se sono stato un po’ polemico, ma sono un vecchio cultore di pietanze palermitane.
Non metterei mai la salvia nella polente di ceci, ha l’aroma troppo forte che darebbe fastidio. Al più potete fare le foglie più grandi della stessa, passandole da ambo i lati ad una leggerissima e lenta pastella di solo acqua, farina, e un pizzico di sale, friggerle a fuoco moderato per pochi secondi, vengono buonissime e croccanti, vanno mangiate subito tenendole dal loro stesso picciolo.
mitico !!!!