Continuo la mia recentissima abitudine 😉  di pubblicare ricette facili facili con questa che è la prima di una serie di tre, forse anche quattro, ricette semplicissime e del riciclo che hanno come base la mandorla: il latte di mandorla.
Sapevate che per legge tutti i latti vegetali non si possono chiamare tali ma sono tutti bevande? Bevanda di riso, bevanda di soia.. fa eccezione solo il latte di mandorla, che può continuare legalmente a chiamarsi così in virtù della pluricentenaria tradizione tipica dell’italia del sud di prepararlo..
Ingredienti:
150 g di mandorle sgusciate, preferibilmente non spellate
1 litro di acqua pura (se si ha la fortuna di abitare in montagna o in un piccolo centro dove è possibile sapere che l’acqua sia priva di cloro usare quella del rubinetto, altrimenti usare quella microfiltrata, o di sorgente, o in bottiglia se non se ne può fare a meno)
Attrezzi necessari:
estrattore di succo
oppure
frullatore (a bicchiere oppure a immersione), tovagliolo di lino pulito senza traccia di odore di detersivo, colino.
Procedimento:
reidratare le mandorle in acqua pura per almeno 8 ore, gettare l’acqua di ammollo;
eliminare la pellicina sfregando il seme tra indice e medio, se ben idratato verrà via facilmente, altrimenti aiutarsi con uno spilucchino o aspettare altre ore di ammollo;
scaldare un litro di acqua pura a non più di 40 gradi se volete un latte crudista, a 60 gradi se non vi interessa.
procedimento con l’estrattore di succo; introdurre nell’imbuto dell’estrattore alternativamente poche mandorle alla volta seguite da acqua calda fino ad esaurire gli ingredienti. Fatto!
procedimento con frullatore: inserire nel boccale del frullatore o nel beker di quello a immersione tutte le mandorle con metà dell’acqua prevista, riscaldata come spiegato sopra; frullare bene fino a rendere il composto più liscio possibile;
aggiungere la rimanente acqua, frullare ancora brevemente; preparare un colino foderato dal tovagliolo sopra una brocca o un recipiente, versarvi il latte di mandorla, quindi chiudere le cocche del tovagliolo, stringere e strizzare il fagottello per far uscire più latte possibile. Il sapore non è ovviamente quello dei latti di mandorla industriali, a me piace freddo e al naturale ma a questo punto potete aromatizzarlo o dolcificarlo con vaniglia e un dattero, oppure poco sciroppo d’agave o zucchero integrale.
La quantità di mandorle usata può essere diminuita fino a 75 g o addirittura aumentata fino a 250 g per 750 ml di acqua, ma questo latte così concentrato si usa per una specifica ricetta che pubblicherò a breve!
Tips & tricks!
L’acqua viene riscaldata perchè, essendo la mandorla un seme grasso, il calore dell’acqua aiuta ad estrarre più nutrienti e più profumi. Inoltre c’è una maggiore resa.
Anche se si decide di usare mandorle già spellate, ma io vi consiglio quelle “integrali” e protette dalla loro pellicina, idratarle ugualmente, questo facilita l’estrazione del latte.
Nel procedimento con il frullatore è opportuno cominciare a frullare tutte le mandorle con meno acqua perchè facendo così si forma una crema spessa e le lame lavorano meglio. Più fine è il trito più quantità di latte si ottiene.
Lo “scarto” della produzione di questo latte meraviglioso è un tesoro, un diamante allo stato grezzo.. essiccato diventa farina di mandorle, la base di infinite ricette; da umido si può utilizzare nella realizzazione di ripieni per torte dolci o salate, nei burger vegetali.. e a presto un’altra ricettina sciuè sciuè per utilizzarlo…
Consiglio di lavorare su ripiani ben puliti e igienizzati, di indossare dei guanti o di lavare le mani molto molto bene e di conservare il latte in una bottiglia sterilizzata o comunque lavata con acqua bollente; non essendoci conservanti dobbiamo lavorare nella massima igiene possibile per evitare, compatibilmente con la nostra cucina e gli attrezzi a nostra disposizione, una contaminazione di batteri indesiderati.
Il latte di mandorla si conserva 3 massimo 4 giorni in frigorifero.
Enjoy!
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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
splendido post E
bless and love!
Sono rimasta affascinata dal procedimento di preparazione del latte di mandorla che mi ricorda i sapori di Sicilia e dove l’ho assaggiato per la prima volta, una preparazione artigianale: così buono e unico da rimanere nella memoria. I passaggi raccontati da Eleonora sono eseguiti con precisione e con cura e chi segue la sua ricetta potrà gustare un latte di mandorle eccellente come vuole l’antica tradizione. Go vegan!
Non avrei mai pensato di usare estrattore di succhi. Ottima idea.
Semplice ma più naturale di così non si può! Bella ricetta
Evviva l’autoproduzione!!!!!! 🙂
A me è durato solo 2 gg, poi è andato a male😔. Forse rifacendolo con un dolcificante si conserverebbe almeno 1 gg in più? Marina
tra tutti i latti vegetali il latte di mandorla è quello che dura meno, dipende dall’irrancidimento dei grassi, ma due giorni è proprio poco! mi sembra strano perchè a me non è mai durato solo due giorni.. forse l’hai lasciato molto tempo fuori dal frigo? o forse il tuo frigorifero non è ben freddo? considera che quando si parla di “tenere in frigo” si parla di 4 gradi.. sul fatto che il dolcificante lo faccia conservare di più non saprei con certezza, anche se credo che ce ne vorrebbe molto di più per poter espletare la sua funzione di conservante che ha sicuramente, vedi la marmellata, ma in quantità sicuramente maggiore. Posso consigliarti di osservare scrupolose norme igieniche per limitare la carica batterica, usare una bottiglia di vetro tappata, meglio se con tappo ermetico, controllare la temperatura del frigorifero, tenere la bottiglia nella parte più fredda del frigo, eventualmente coricata, perchè considera che lo sportello del frigo dove normalmente teniamo le bevande, è la parte meno fredda!
Grazie Eleonora!! L’ho tenuto sullo sportello…forse ‘apri-chiudi’…non ci ho pensato😲.
Grazie ancora, molto esaustiva! Proverò con gli anacardi..
non voglio scoraggiarti ma lo tengo nello sportello anche io, e non mi si guasta in due giorni.. se hai modo di controllare la temperatura del frigo è meglio, anche per la corretta conservazione degli altri prodotti freschi! se non hai un termometro da frigo va bene anche uno da ambiente, io ne uso uno “souvenir di cortina d’ampezzo” 😉
Giusto Sauro! Viva l’autoproduzione! 😉 Soprattutto quando con poco si risparmia e si produce qualcosa di salutare e con proprietà positive. Un ottimo sostituto del latte vaccino per chi come me proprio non lo digerisce. Ho trovato spunti interessanti su http://www.wikonsumer.org/guide/latte-di-mandorla/salute che confermano quanto sia positivo il latte di mandorla. L’autoproduzione e l’informazione salveranno il mondo! 🙂