Ciao carissimi!!! Finalmente dopo un po’ di anni son riuscita a riutilizzare la Nonnapapera, anzi “siamo” perché mi ha aiutato anche mio marito, e con un piatto che mai mai e poi mai avrei pensato di riuscir a veganizzare e mantenere sapore precisamente uguale all’ originale. Devo prima di tutto fare un appunto in merito a questo piatto che vien consumato molto sia nella mia città che nella mia regione e può prender nome anche di cappelletti o anolini; che io sappia vengon prodotti per la stragrande maggioranza con ingredienti crudeli ed invece dalle mie parti, più precisamente dalla parte della “bassa ” di Parma vengon fatti anche in versione vegetariana detti “di magro” ed appunto con questa versione son cresciuta io, me li faceva sempre così la mia nonna paterna che si chiamava Norma. Io consiglio di preparare sia impasto che ripieno il giorno prima e di mantenerli in frigo; il ripieno perché così i sapori si amalgano ben bene; l’ impasto perchè assume più elasticità. Le dosi sono per 4 persone che vogliono un signor piatto e forse con giro di mini bis oppure per 6-7 persone. Comunque una volta fatti, se son troppi, basta metterli alternati a carta forno in una teglia e farli surgelare e poi riporli nei sacchetti; io ho sempre fatto così che almeno la volta che impiastriccio la cucina lo faccio per qualcosa! 🙂
Ingredienti per la pasta:
200 g di semolato
150 g di semola semintegrale
100 g di farina di lupini
2 cucchiaini di curcuma
320 g di acqua
1 cucchiaio di olio
Ingredienti per il ripieno:
150 g di pane secco grattugiato fine (tipo per panatura)
100 g di formaggio veg da grattugiare, tipo parmigiano
4 cucchiai di salsa di soia (il tipo con meno sale)
120 g di tofu (autoprodotto)
50 g di lievito alimentare in scaglie
noce moscata qb
acqua qb
Procedimento:
Prepariamo la pasta unendo tutte le farine e poi aggiungiamo acqua ed olio sino ad ottenere un impasto bello elastico, che poi andremo a richiudere nella pellicola, in modo che non si secchi, e lo riporremo in frigorifero.
Ora prepariamo il ripieno: in una terrina mettiamo il pan grattato e la salsa di soia e lo bagnamo con acqua calda sin tanto da rendere un composto compatto, ma non durissimo. Grattugiamo nel recipiente il vegmaggio, uniamo il tofu sbriciolato, lievito e noce moscata e con le mani impastiamo sino ad ottenere un composto morbido, ma che non si attacchi eccessivamente alle mani. Anche questo lo riponiamo in frigo coperto.
Tiriamo fuori gli ingredienti ed iniziamo il montaggio Nonnapapera. Facciamo delle sfoglie piuttosto lunghe, ma non eccessivamente larghe per evitare tanto scarto; per comodità quando sono arrivata a spessore 2, ho tagliato per il lungo a metà e poi continuato ad assottigliare sino al 6 (la mia macchina va da 0 a 9). Mi raccomando fate 4, massimo 6 strisce alla volta, in modo che non secchi molto l’ impasto, per evitare di non litigarci nel momento della chiusura. Prendere un po’ di ripieno e tra le mani formare dei cilindretti, in modo che poi riusciremo a staccar dei pezzetti da mettere sulla sfoglia (grossi come una nocciola circa).
Richiuderli ed iniziare con l’ attrezzo apposito a formare i galleggianti. Man mano che si finisce una fila consiglio di compattare la pasta avanzata che poi servirà per farne ancora; quasi la stessa quantità di quelli prodotti a pasta “pulita”.
Qui potete vedere mentre Miki mi sta aiutando: lui l’ addetto al taglio (e all’ assaggio 😉 ). Se finite il ripieno ed avete ancora pasta, farci delle belle e buone tagliatelle.
Quelli messi alla rinfusa sono stati destinati alla prova assaggio serale: preparare un buon brodo vegetale (o come noi dell’ ultimo minuto con preparato per brodo vegetale) e far cuocere circa 5 minuti. Se per caso vi capita di farli e congelarli, buttateli in brodo caldo appena tirati fuori, non fateli scongelare!!!! E qui sotto la prova se erano veramente così buoni come sembravano a noi: se ne è pappata 2 piatti.
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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
…quanto sei bella piccola Pepi!!!! 🙂 🙂
Così tenera mentre mangi queste chicche preziose! 😉 😆
Gio…sei grande!!! 😉
Sei la “Regina dellapastafattaincasa” Bravissima!! 🙂
Io non mi ci sono mai cimentata….dovrei tirarla a mano e mi sa che verrebbe fuori un bel pasticcio…
Però è un pensiero che coltivo spesso…
Complimenti anche al tuo Michi! 😉
mille bacini colorati! 🙂
Poesia… poesia per gli occhi e musica per le orecchieeeeeee !!! 😯
Quando verrò a trovarti me li farai assaggiare vero ?
Strabrava tesoro, ecco!!!! 😀
ooooh! che tenerume! 😀 che dolcezza infinita! e poi questi galleggianti sono una forza della natura! 😀 meraviglia delle meraviglie emiliane! 😀
Niki se si tratta di questi piatti ho mio marito sempre pronto ad aiutarmi. La nonna papera è stato il primo regalo da sposati che mi ha fatto Miki. Veramente quando ce l hai non smetti più di usarla. L avevo messa via perché tra gravidanza e Penelope piccolina non riuscivo, ma ora che ho riacceso i motori…. Veganizzeró tutti i primi ripieni 😉 per la felicità di tutti
Lali ma cosa aspetti allora ? A parte che ne avrò sempre di pronti all’ uso per le occasioni di care persone che passan di qua.
Spettacolo! 😀 Da provarle assolutamente!!!
Fermi tutti!!!!! Ma perchè questa ricetta mi era sfuggita??? Che strano….comunque…sono rimasta SBALORDITA!!!!! Anche io voglio imparare a fare questa pasta…anche io…anche io!!!!!! Ti prometto che appena avrò tempo e pazienza (quindi non adesso) proverò a farli perchè sembrano squisiti. Mi piace la pasta, la sfoglia, come è venuta. BRAVA GIO’! BRAVO MARITINO! E BRAVA PEPI! Che forte come apre la boccuccia…fa troppo ridere!! Mi piace tutto il report delle varie fasi. Non so che dire. SUPER 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 p.s Evviva nonna Norma!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ametista: la mia nonna sarebbe tanto felice di sapermi così 😉 grazie per tutti questi complimenti. Vero bravo Miki che mi ha aiutato!! E brava Pepì che se li è pappati (per chi non lo sapesse non è una gran mangiona). Ti era sfuggita perché non so come, ma è finita direttamente qui sotto 🙁 sobbbbsobbbb
Callaudia: 😀
Giò leggendo la ricetta mi sorgono 2 domande:
1. Dov’è repertibile il formaggio veg da grattuggiare, tipo parmigiano? E di cosa è fatto?
2. Il semolato cos’è? Un altra cosa rispetto al semolino?
Il veg maggio io l ho preso on line da Ivegan, qui io nn lo trovo; magari alcuni negozi bio e/ o vegan di altre città lo tengono, gli ingredienti esatti nn ricordo: ho buttato l incarto che l ho finito. Il semolato è un tipo di farina granulosa e sottilina: adatta proprio a questo uso (anche per il pane)
ohhh! l’aspettavo! finalmente la vedo questa meravigliosa ricetta! bravissima super tesoro!
Mille baci
Ah ho capito. =) Ma se usassi il semolino (che già ho in casa)?
Quanto é bella la piccina! 🙂 Si vede che sta mangiando di gusto, piccolo amore… 😉 !!!
E… la triade? Scommetto che ha fatto il bis anche lei 😆 !!!
Ora ho capito xché si chiamano galleggianti: quando li farò ne mangerò cosí tanti che potrò candidarmi x fare la boa al Lago di Garda eheheh !!!
@Gio: aspettiamo altre prelibatezze allora…! 😉
😥 😥 SigH! Sigh! Mammina non ha più la sua nonnapapera…
ma in futuro penserò ad acquistarne una… quando non si sa!
Mumble… mumble… 🙄
Wow!! Che gran piatto 🙂 Secondo te se nel ripieno ci si aggiungesse zucca? :*
Nica questo piattonzo è anche per te ! Da emilianromagnola adottata 😉
Callaudia son 2 cose differenti credo, col semolino ci si fanno pappette e gnocchi alla romana, che io sappia
Lali sei troppo caruccia e matta matta matta
Niki se prendi nonnapapera chi ti ferma poi più. ?
Robi nnnnnooooo!!’! Semmai per zucca metti altro ripieno e da asciutti. Che ricordo ci sono i cappellacci ferraresi di Sfisfi 🙂
Sí lo so !
Giorgia che meraviglia la ricetta della tua nonnina!!! La sapevano proprio lunga in fatto di cucina siete stati tutti bravissimi nella preparazione, ed avete ottenuto un risultato magnificoooo!! Dobbiamo cimentarci presto anche noi nella pasta fatta in casa 😛 …sperando in una riuscita così bella 🙂
Che lavoro di squadra!!! 😛 bravissimi!! Ci credo che la Pepi ha fatto il bis.. io farei anche il tris!! Meravigliosi, fare la pasta in casa è una soddisfazione unica!
wow!
complimenti x il gran lavoro, assolutamente super! comunque mi sa che la soddisfazione ha superato la fatica.. 🙂
Lisa 😉 grazieeeeee
Gemelline la sapevano lunga davvero e con ben poco 😀
Giulia la prossima volta faremo proprio catena di montaggio, coi pelosi alla fine che li sistemano nei vassoi 😉 resisteranno ?
Marco 🙂
Darma hai ragione, perché tra una cosa e l altra ce li siam pappati alle 10 di sera quasi 🙂
E vabbè ma Gio… non è che puoi farmeli tu e mandarmi una porzioncina?? 😀 😛 😛 😛
Ma sai che anche nel reggiano si fanno i cappelletti vegetariani??
L’ho scoperto solo poco fa, ed erano squisiti!!
Comunque complimenti per la pazienza e la lavorataccia!!
Callaudia: facciam così, vieni qui e ti metti a girare la manovella della nonnapapera, così invece di una porzioncina ce ne facciamo un capirone
Momo: nn sei così distante! Se passi di qui ce ne son sempre pronti
Giopepi apri un negozio di pasta fresca ricette emiliane veg e avrai il pienone!! :-))
Confermo che tutto quello che hai scritto è vero. E ho rivisto tutte le fasi della lavorazione, comprese le tagliatelle, esattamente come le faceva il mio papà, solo vegetariani, non vegani. Un tuffo nei ricordi, mi sono emozionata.
Momo aggregati anche tu 😉
Laura che bello!!!! Che bello saper che ci si emoziona anche così; tutto ciò che è fatto con amore e passione emoziona. Grazie che mi hai fatto commuovere anche tu, ripensando alla mia nonna
questo Natale li faccio