Tomatino Prealpi

Il mio viaggio tra i prodotti da testare, questa volta mi porta in Lombardia, terra di grandi tradizioni casearie e in particolar modo mi porta a Varese.  Da vegan non potevo mai immaginare che avrei, un giorno, comprato, assaggiato e recensito un prodotto per cosi dire “caseario”.

Oggi vi parlerò di un prodotto che è stato presente nella vita di tutti noi, ed è stato realizzato da un azienda fondata nel 1922 da Luigi Prevosti, commendatore reduce dalla grande guerra che decise di aprire un piccolo burrificio nel centro di Varese: la Prealpi che negli anni 50 vide aumentare la produzione e il fatturato del caseificio al punto da rendere necessario uno stabilimento di maggiori dimensioni. Nel 1955 l’azienda si trasferì nella nuova sede in viale Luigi Borri, nel quartiere periferico di Bizzozero.  Intanto la guida dell’azienda passa al figlio di Luigi Prevosti, Gianni. Negli anni del miracolo economico italiano iniziarono le produzioni di altri prodotti caseari, quali formaggi a pasta molle e formaggini spalmabili.

Parto da questi ultimi, fino ad arrivare al 2018 dove Prealpi decide di ampliare le sue referenze e introdurre tra i suoi cremosi anche una versione tutta vegetale a base di olio evo e tomato ( pomodoro ) da cui prende il nome: il Tomatino,

Il contenitore tondo in cartone, ha accompagnato la mia infanzia e credo che grazie a Tomatino, segnerà anche quella delle prossime generazioni sempre più vegan, etiche e sostenibili.  Da oggi hanno un ottimo spicchio di cremoso che li aiuterà nella crescita.

La confezione è la classica dei formaggini che ricordavo da piccolo, tonda con un diametro di circa 11 centimetri con uno spessore di 2. Sulla parte frontale della confezione troviamo un pomodoro sorridente, ma è possibile scegliere tra 4 versioni che Prealpi ha realizzato per Tomatino, le stesse poi che sono riportate sul bordo per l’intera circonferenza.

Il nome tomatino è ideale per un “formaggino” cremoso fatto a spicchi e ogni spicchio è base di pomodoro e olio d’oliva. Alla destra del pomodoro c’è il logo dello standard VEGANOK

Alla sinistra quello di Prealpi il famoso Quadrifoglio


Subito sotto c’è l’indicazione della composizione del prodotto: 100% vegetale. In rosso invece vengono indicati il numero di spicchi e i due ingredienti principali, pomodoro e olio d’oliva.

Sul bordo laterale le Toma-espressioni dei pomodori si alternano alla scritta tomatino che sono intervallate, l’una dall’altra, con il logo di Prealpi.

Girando la confezione sul lato sottostante notiamo partendo dall’alto i valori nutrizionali medi indicati in una tabella scritta in rosso dalla quale si evince  il bassissimo contenuto di grassi saturi.

Sulla sinistra c’è la lista degli ingredienti: specialità alimentare vegetale a base  pomodoro con olio d’oliva la cui modalità di conservazione è in frigo ad una temperatura tra + 1 + 6.

Le stesse informazioni sono riportate sulla destra tradotte in inglese.

In basso sulla destra c’è il peso dell’intera confezione, il canale social nell’azienda e il sito web ufficiale.  Molto utili le indicazioni su come differenziare la confezione indicando che la scatola, completamente in cartone, può essere riciclata nella carta e ogni spicchio, come dopo vedremo, è avvolto nell’alluminio quindi può essere differenziato nel raccoglitore del metallo.


Al centro sotto una mezza luna formata dalla scritta “consumarsi preferibilmente” c’è la data di scadenza. Subito sotto c’è l’indicazione del numero aziendale di registrazione VEGANOK 0815. Seguono altre informazioni sul luogo e l’indirizzo dell’azienda di produzione con presenza del logo quadrifoglio Prealpi, in basso al centro troviamo il codice a barre.

Per aprire la confezione bisogna cercare il lembo da staccare, una volta sollevato possiamo leggermente tirarlo verso di noi e permette così di liberare e dividere in due parti la scatola: una funge da contenitore e l’altra da tappo, utile nel caso non vengono consumati tutti gli spicchi di cremoso.

Sollevando la parte dove è presente il pomodoro, apriamo la confezione e notiamo che ci sono appunto gli otto spicchi tutti avvolti nell’alluminio singolarmente,  dei triangoli isosceli con base di 4 cm e ogni lato da 5 con uno spessore di circa 2 cm.


Ogni triangolo è una porzione che ha un peso di 17 grammi.
Ognuno è avvolto in un foglio di alluminio dal fondo di colore rosso su cui c’è impresso il nome del prodotto e il quadrifoglio della Prealpi.

Tra le mani il Tomatino risulta molto morbido ma comunque la confezione lo protegge perfettamente.  Ricorda molto la stessa consistenza del classico formaggino che eravamo abituati a mangiare da piccoli,  ancora oggi in commercio.

Il sistema di apertura è praticamente lo stesso di quello classico, una linguetta sempre in alluminio, aiuta l’apertura, la quale una volta tirata verso l’esterno permette di poter aprire e di dividere completamente in due l’involucro che avvolge il Tomatino.


Per la sua consistenza abbastanza morbida risulta un po’ difficile togliere completamente l’involucro di alluminio senza rovinare un po’ il Tomatino. All’inizio pensavo di trovare il classico colore bianco del formaggio, ma mi sono sorpreso perché il suo colore è molto simile al formaggio cheddar.

Una volta aperto ho annusato (come mio solito) ed ho percepito un leggero odore di pomodoro, nulla di persistente, anzi molto delicato, la sua morbidezza permette di poterlo spalmare su ogni tipo di alimento e lo rende un companatico perfetto per ogni occasione e piatto. Ho pensato “chissà se lo sciolgo in una minestra…“proverò, ma visto le temperature di questi giorni ho preferito gustarlo nel modo più semplice per sentire al meglio consistenza, sapore e gusto.

Una volta aperto l’ho spalmato sul pane e mi ha subito proiettato verso un vecchio ricordo: le merende da bambino.

In conclusione posso aggiungere che Tomatino mi ha reso meno vecchio, più felice, con uno ricordo del passato e uno sguardo al futuro, dove la tradizione si è adeguata alla modernità e alla consapevolezza di mangiare a “spicchi” in modo vegetale…

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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
  1. il tuo viaggio è trasmesso meravigliosamente a noi F

    grazie

    bless and love!

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  2. Grazie mille Luca sempre gentile

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  3. Interessantissimo, non lo conoscevo ma proverò a comprarlo.

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  4. è un ritorno al passato e lo voglio proprio provare! aspetto che arrivi anche da me

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  5. Wow davvero strepitoso, ma dove posso trovarlo?

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  6. Da provare assolutamente, ma voi lo avete trovato in giro?

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  7. Interessante! In quali supermercati l’hai trovato? 🙂

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  8. Francesco, che recensione con i fiocchi!!! Ti superi sempre!!! 😉 🙂

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  9. Questo è davvero un gran prodotto !
    Innovativo in chiave vegan riporta alla memoria l’infanzia …
    Ah se avessi potuto averlo vegan già da allora !
    Compimenti per per il test !

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  10. Ma è vegan vegan al 100% o potrebbe contenere tracce di contaminazione dalla lavorazione di formaggi di latte animale? Puoi gentilmente dirmelo? Perche’ se è vegan vegan 100% deve essere davvero una bomba. Resto in attesa di sapere questa cosa, per me importantissima, perche’ con la tua recensione mi hai invogliato a comprarlo. Ciao

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  11. Tranquilla Ornella, quando vedi su un prodotto il marchio di garanzia VEGANOK, si tratta di un prodotto VeganFest a tutti gli effetti. Qui siamo tutti vegani e siamo molto attenti e severi al riguardo.
    Ma non prendere in considerazione la questione degli allergeni perchè non ha a che fare con gli ingredienti, ma solo con le contaminazioni di filiera possibili e indipendenti dal prodotto è dall’azienda. Si tratta di indicazioni per gli allergici.

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  12. @ornella ti posso assicurare che è 100% vegan, la certificazione VEGANOK indica e aiuta nella scelta del prodotto. Inoltre anche sulla confezione puoi notare che non viene menzionata nessuna ipotesi di cross-contaminazione e tanto meno di contaminazione a testimonianza che è un prodotto solo vegetale.

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  13. Però al veganfest c’era uno stand che vendeva un roll-on miracoloso per borse e occhiaie che fra gli ingredienti aveva la BAVA DI LUMACA. La ragazza sosteneva di avere la certificazione di non sofferenza delle lumache, ma in ogni caso non credo allevare le lumache per sfruttarle sia proprio così etico. che ne pensate?

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  14. Ciao Rumberta,
    il Veganfest è un evento COMPLETAMENTE VEGAN ed ovviamente non erano presenti prodotti con bava di lumaca né nessun altro ingrediente di origine animale.
    Erano invece presenti (ed è li che li hai visti e li ho notati anch’io) all’interno dei padiglioni del SANA che non è un evento vegan.

    Stai pur tranquilla che quando vedi eventi e iniziative organizzate dagli attivisti non specisti di VEGANOK, le regole etiche sono e saranno sempre rigide su questi temi per noi fondamentali.

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  15. Ciao Sauro! Grazie per la risposta, ma credo di ricordare bene. Lo stand era al padiglione 19 di fronte allo stand che faceva provare i cuscini vibranti per massaggiare , su delle poltrone. Io stessa ho chiesto come mai ci fosse un ingrediente non vegano in tale tale contesto e lei mi ha risposto appunto che avevano il certificato di non sofferenza.

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  16. Ciao Rumberta,
    Come ti dicevo, anch’io ho visto quei brutti prodotti ed erano proprio dove dici tu, davanti a quelle poltrone e cuscini massaggianti. Nè le poltrone, nè i prodotti di bava di lumaca erano all’interno del VeganFest, ma erano appunto nella parte restante del pad.19 che era contraddistinta dal fatto di essere allestita di colore scuro, mentre il VeganFest era allestito con pennellature completamente bianche e in ognuno dei 4 ingressi aveva indicato con enormi cartelloni il marchio VEGANFEST.
    Quel certificato di non sofferenza non ha ovviamente per noi alcun valore, la consideriamo anzi una truffa ai danni dei consumatori, ma purtroppo la legge non puó attualmente perseguire quello scempio. L’unica strada perseguibile è boicottare con forza quei prodotti scrivendo ai produttori e ai rivenditori.

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  17. Grazie della spiegazione Sauro, sono sollevata! Purtroppo non mi era così chiaro il confine tra Veganfest e Sana. Anche per me quel certificato è assurdo e ovviamente non ho acquistato il prodotto, farò come suggerisci tu: scriverò ai produttori affinchè nessuna lumaca debba più essere sfruttata! Buona giornata e viva la vita…tutta!

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  18. Innanzitutto mi sembra un ottimo passo avanti che anche la Prealpi si apra ad alternative vegetali.
    Peccato però per la carragenina. Li proverò una volta per curiosità ma essendoci questo ingrediente che è meglio evitare non li riprenderò una seconda volta. Sono comunque curiosa anche per la possibilità di rifarli in casa.

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