Sicuramente qualcuno di voi conoscerà la tradizionale torta paesana, detta “papina”, un tipico dolce della tradizione lombarda. Questa torta è un dolce che si prepara con latte, pane, uvetta, pinoli, amaretti, cioccolato (forse anche burro?). Sta di fatto che in questo periodo la mia mamma la preparava spesso: un profumo di cacao e amaretto pervadeva tutta la casa e non si poteva resistere alla sosta in cucina per vedere il pentolone di pane e latte borbottare (ora vivo per conto mio e non vi saprei dire quanto spesso la prepari). Già la sua era una versione rivisitata, più leggera della tradizionale: non utilizzava il cioccolato ma solo il cacao, e poi niente burro. E ci si leccava i baffi comunque. La versione che vi presento io è una versione certamente vegana ma di ispirazione Raw, in quanto priva di zucchero aggiunto: lo zucchero viene infatti sostituito dai datteri secchi al naturale che, oltre a fare da dolcificante naturale, sostituiscono anche gli amaretti (che non vanno bene non tanto perché contengono zucchero ma per via delle uova). Anche il latte sarà quello vegetale e poi sostituiremo anche il pane con i fiocchi d’avena. Infatti questo cereale lo utilizzo spessissimo nelle mie preparazioni (sia dolci che salate) in quanto ricco di proteine e di betaglucano, una fibra solubile che favorisce l’assorbimento del colesterolo. Ho poi sostituito l’uvetta con le prugne che preferisco. Ho aggiunto anche un pezzo di banana e mezza pera per arrivare al giusto livello di dolce (e la banana è anche utile per legare in assenza di uova). Tutti gli ingredienti sono di agricoltura biologica certificata.
Le quantità indicate sono adatte per 6/8 persone (io ho utilizzato una teglia in ceramica di 20×15 cm).
Ingredienti:
450 ml di latte di riso vegetale
120 g di datteri secchi denocciolati al naturale (ho utilizzato i Noberasco che si trovano al supermercato e sono certificati biologici)
100 g di fiocchi d’avena Vital Nature (anche questo prodotto si trova abbastanza facilmente al supermercato – Coop ed Esselunga lo hanno)
cacao magro biologico qb
4 prugne morbide secche senza nocciolo
1/3 di banana
1/2 pera
Procedimento:
Mettete in una casseruola (o in una pentola antiaderente con il bordo alto) il latte con l’avena, il cacao e i datteri sminuzzati e fate andare per 15 minuti circa affinché si amalgami tutto per bene (potete aiutarvi con l’aggiunta del latte o dell’avena giocando con le dosi per rendere più o meno liquido l’impasto). Verso la fine aggiungete prima la pera e successivamente le prugne e la banana, avendo cura di sminuzzarle per distribuirle in modo omogeneo. Se avete i pinoli metteteli, io non li avevo e non li ho messi. Idem l”Amaretto di Saronno, se lo avete aggiungetene un mezzo dito. Mettete in una teglia e infornate a 180° per 40 minuti circa (funzione del forno su ventilato). Sfornate e lasciatela una notte a riposo prima di mangiarla (ovviamente io l’ho assaggiata ieri subito dopo averla tolta dal forno… che dire, buona :)). Ideale per una colazione energetica (ottima per l’inzuppo) ma anche a merenda o come piccolo spuntino in ogni momento del giorno e della notte. E’ così leggera che sparirà senza accorgervene! 😉
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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
Sembra deliziosa 😉 .Ma ci hai spennellato qualcosa sopra o diventa proprio cosi.
Con il cacao e le mandorle ti sei guadagnata tutta la mia stima! Buonissima! Ps: in Veneto invece la ‘papina’ è la sberla.. Questo dolce si chiamerà così per la ‘botta’ di calorie 😀
Ciao ragazze,
non ho spennellato nulla, è così di natura (credo perché è rimasta nel forno chiusa la notte, una specie di condensa…)… cercando cercando qualche cenno storico e digitando su google “papina” in effetti ho trovato “sberla”…ecco allora spiegato 🙂
Come si dirà invece carezza in veneto?
Anch’io spesso preparo le torte di pane vegane, ma questa ai fiocchi d’avena è formidaabile! 🙂 🙂
Fantastica! Da piccina era una vera gioia quando la mia nonna la preparava in occasione della festa del paese…
cm sai avevo già addocchiato qst gioiellino sul tuo blog: fanno ‘na gola
Adoro tutti gli ingredienti! Chissà che buona!
Buona! Visto i numerosi ingredienti forse tua madre non ci ritroverà la sua Papina ;)Fai bene a consumare i fiocchi d’avena, sono così energetici, io li uso meno di quanto vorrei!!
Eh sì, volevo giusto dirtelo io che “papina” vuol dire “sberla” qui da noi! Una bella sberla questo dolce! Comunque “carezza” si dice semplicemente “caressa”, che io sappia! Complimenti! 😉
deve essere troooppo buona, la faccio sicuramente
Non ho mai mangiato la torta papina, ma sono certa che questa è ancora più buona, in più è supersana! Mi piace proprio, brava 😀
Se sono così ispirata è soprattutto grazie a questo fantastico luogo dove sto scoprendo davvero moltissimo…
Grazie a tutte voi, davvero!
🙂
Anch’io ne favevo una simile ma con il pane.Visto che non tutti possono mangiare il pane, questa è una bellissima alternativa.Grazie dell’idea
La foto trasmette tutta la bonta’ di questo dolce!!!
Una bella variazione! Brava!
La torta papina non la conosco, ma la tua versione è davvero interessante..mi piace la combinazione degli ingredienti!!
Da bravi montanari senza pretese i nostri vecchi la chiamavano torta di pane…..L’idea di sostituire il pane con l’avena è grandiosa, proverò quanto prima una versione con le crusche (d’avena e di grano)
anice e limone! perchè non usi questa ricetta per partecipare al 1° concorso di cucina vegana organizzato da AssoVegan??? se vuoi avere informazioni più dettagliate puoi scrivermi all’indirizzo mail vegcode@gmail.com e seguire la pagina fb dedicata https://www.facebook.com/pages/Tradizione-Regionale-Gusto-Vegano
ti aspettiamo!
Deliziosa! I datteri possono essere sostituiti con prugne secche??
E al posto delle prugne i fichi essiccati??
Grazie… 🙂