Ebbene si, visto che fino ad ora ho portato per lo più solo i sapori del freddo nord, è venuto il momendo di portare un po di calore e sole alla mia pagina Veganblog, questa volta con una ricetta tutta tunisina. Questa prelibatezza culinaria la imparai durante i miei 6 mesi di convinvenza con Makram, un piacevolissimo uomo tunisino che mi ha trattato sempre come una sorellina. La pietanza è di tradizione tunisina/algerina ma ho scoperto con piacere da un’amica israeliano-svedese che viene utilizzata anche nella sua madre patria e per lo più in tutto il Medio Oriente. Abitualmente accompagnata dalla “Pita”(ovviamente per la scarpetta). Alcune varianti contengono anche patate o tofu.
Ingredienti (per 2 persone):
4 peperoni piccoli (io ne ho utilizzati di gialli, verdi, arancioni e rossi)
aglio
cipolla bianca
1 pomodoro
harissa
1 dado vegetale
1 l di acqua
Procedimento:
Iniziate con il tagliare la cipolla bianca e l’aglio a pezzettini piccolini e metteteli a rosolare in padella con l’olio. Nel frattempo tagliate i peperoni in media grandezza e il pomodoro a spicchi e aggiungeteli al trito in padella rosolandoli e aggiungendovi piano piano una mestolata di acqua precedentemente bollita e in cui avete fatto sciogliere il vostro dado vegetale. A questo punto armatevi di cucchiaio e harissa (salsa tipicamente tunisina a base di peperoncino fresco piccante) e aggiungetela al vostro “stufato” facendo attenzione che rimanga sempre un po di acquetta di cottura e mescolando accuratamente. Ripetete l’innaffiatura all’incinrca ogni 5/10 minuti per 30/40 minuti o finchè i vostri peperoni non abbiano assunto una consistenza morbida e l’acqua sia diventata “salsa”. Facoltativo l’utilizzo di un goccio di vino rosso e l’aggiunta di olio alla fine (eh si, i tunisini utilizzano olio a badilate). “Chehia taybe” dal sud del Polo Nord.
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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
Ma che bello!Fai sempre ricette nuove e innovative, devono essere buonissime.Brava (nuove per me che non le conosco 🙁 )
No, non sono proprio innovative, ma in Italia siamo molto altezzosi con le cucine altrui. Invece qui per motivi ovvi o meno, mi sono ritrovata a conoscere tantissime culture diverse dalla mia (grazie alla scuola che frequento in cui veniamo da tutto il mondo) e da li si tramandano le ricette.
é bello 🙂 e mi sembra più bello condividerle
Ottimo intingolo…sei proprio fortunata a poter conoscere tante culture diverse, piace molto anche a me e soprattutto provare cibi nuovi…quindi ti ringrazio per la condivisione 😉
Buona l’harissa!! 🙂
non hai mezze misure…dall’estremo nord alla Tunisia 🙂 🙂 e senza passare dal via 🙂
complimenti, adoro la cucina etnica 🙂