Ovvero schiacciata, per dirla alla fiorentina!!! Posto con orgoglio e gratitudine questa ricetta: con orgoglio perchè il risultato mi ha stra-soddisfatta e con gratitudine nei confronti di mia nonna Elena che da anni fa questa schiacciata in maniera impeccabile (e nessun forno o pasticcere mi ha mai fatto cambiare idea!) e nei confronti di mia mamma che a Firenze ha trovato la mitica uva senza semi (qui da me non è neppure conosciuto questo dolce, figuriamoci l’uva!). Vi avevo promesso la ricetta qualche settimana fa e quindi…
Ingredienti:
500 g di farina 0
1 bustina di lievito secco attivo o 1 cubetto di lievito di birra
6 cucchiai di olio evo
10 cucchiai di zucchero di canna
1 kg di uva nera da schiacciata (possibilmente senza semi, anche se è difficile trovarla in commercio. Io l’ho trovata ahimé non biologica!!!)
acqua qb
Procedimento:
Preparate l’impasto mescolando bene farina, lievito, 4 cucchiai di zucchero, 4 cucchiai di olio evo e acqua quanto basta ad ottenere la classica consistenza della pasta da pane/pizza. Lasciate lievitare fino al raddoppio del volume (io ho fatto lievitare 5 ore perchè non mi sono potuta liberare prima per fare la schiacciata, ma credo che 2/3 ore bastino). Nel frattempo “schiccate” gli acini dal grappolo e lavateli bene. Quando la pasta è ben lievitata, prendetene un pò più della metà e stendetela con il mattarello non troppo finemente. Foderate con questo strato di pasta il fondo e i bordi di una teglia di circa 25×40 cm leggermente unta di olio evo sul fondo. Coprite con metà uva e cospargete con 3 cucchiai di zucchero di canna.
Prendete la pasta rimasta e stendetela ad uno spessore più sottile del precedente e usatelo per coprire il primo strato. Sigillate bene i bordi, cospargete con l’uva rimasta, 3 cucchiai di zucchero di canna e un paio di cucchiai di olio evo.
Infornate (a forno caldo) a 200 °C per i primi 10/15 minuti, poi abbassate a 180°C e continuate la cottura per altri 40/45 minuti (in tutto ci vuole circa un’ora). Lasciate raffreddare, tagliate e gustate la succosità di questo dolce fiorentino, nato vegan! Ecco la schiacciata una volta cotta:
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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
che meraviglia, non l’ho mai assaggiata, ma dev’essere favolosa, complimenti!
mmm sembra gustosissima!!Cmq non credo esista della frutta biologica senza semi!Il seme è parte naturale del frutto.Anzi la funzione del frutto è quella di proteggere il seme, é giusto o dico scemenze?
@Romina: si concordo. Un frutto senza seme non può essere biologico!
buona…ma farla “salata”? stonerebbe troppo?
Che meraviglia! Nemmeno io ho mai assaggiato questa delizia, devo provare a cercare l’uva senza semi 🙂
io l’ho assaggiata e devo dire che è buonissima…….
io invece di comprare quella senza semi, uso la mia e impiego mezz’ora a togliere tt i semini una faticaccia
@Fatina92: complimenti per la pazienza!!!! Però ne vale la pena, io adoro questo dolce!
@Mirtilla V: credo che farla salata stoni decisamente, l’uva che ho usato io poi è particolarmente dolce. Magari la puoi fare salata con l’uva da vino o direttamente con il vino!!!!
Mamma mia che bontààààààààààà! La fa anche mia nonna, ma qui a Mantova la chiamiamo chisòl coll’ùùa , pronunciando la o strettissima e la u lunga!!! Complimenti.
StraWow!
Che buona!!! Complimenti… anche alla nonna 🙂
Che dleizia…..mi fate venire fame gente…… 😀
che buona!! ma dici che viene ugualmente bene con la classica uva da tavola bianca?
@pimpi: l’originale prevede uva nera, ma prova con la bianca purchè sia dolce e non aspra!
io la adoro! Ne ho postata una anch’io tempo fa… Slurp!
Che buona! complimenti!! da provare assolutamente visto che poi è periodo di uva 🙂
Deliziosa!!! 😀 Ne vorrei tanto una fettina!!! 😉
mamma mia queste nonne quante ne sanno…santa subito 🙂 e bravissima tu ovviamente!!!!
M E R A V I G L I O S A! 110 e lode. 😀
I tuoi dolci mi fanno impazzire !
Grazie a tutti! di cuore!!!!!!!!!