Non c’è niente da fare: di giorno potrà pure splendere il sole (finalmente!!!) ma la sera, almeno per quanto riguarda ME che ho un metabolismo da colibrì, continua a fare freddissimo, indi perciò ecco che zuppette riscaldanti di varia foggia costituiscono il piatto principe nelle mie cene di inizio primavera.
C’è anche un antefatto.
Ultimamente ho risieduto nel quartiere giapponese di Dusseldorf: ebbene oltre a scoprire una insana attrazione per codesta cultura che conoscevo più che altro solo grazie ai cartoni animati, ne ho approfittato per fare scorta di idee, cene luculliane e cibarie esotiche (peccato che il mio minuscolo bagaglio a mano mi abbia costretto a pesanti scostamenti dalle mie idee iniziali… e vabbè!), tra cui varie tipologie di alghe (pagate ad un prezzo ridicolmente basso!) a cui non ho saputo resistere.
Eccone una libera intepretazione di utilizzo.
Ingredienti
Una manciata di hijiki
Carota
Bieta
Miso
Olio di sesamo
Zenzero fresco
Erba cipollina
Peperoncino
Procedimento
Si lasciano in ammollo in acqua fredda per circa mezzoretta le hijiki le quali si gonfieranno ed acquisiranno una certa motilità (per più di qualche attimo ho temuto avessero pure preso vita… ). Tra le altre cose ho scoperto che sono ricchissime di sostanze nutritive oltre che scandalosamente strabuonerrime: doppio motivo per non farmele mancare mai più!
Nel frattempo magari riordinate casa, vedete un po’ che c’è da fare in giro.
Dopo di ciò si monda la carotina e la si riduce a strisce col pelapatate, si taglia la bieta a fettine, si prende un wok o teglia simile, la si cosparge di olio di sesamo (che ho scoperto essere sublime! con l’olio di oliva non viene uguale!), si scalda a fiamma vivace, gettando un po’ di zenzero grattugiato, un peperoncino, un spruzzatina di erba cipollina e poi una alla volta le verdure, avendo cura di farle saltare allegramente.
Per ultime si aggiungono le alghe.
Tutta l’operazione non deve richiedere più di 5 minuti.
Dopo di ciò si scioglie un cucchiaino di miso in una tazza con poca acqua bollente, si aggiungono le verdure e poi si copre tutto con ulteriore acqua bollente fino al livello di brodosità desiderato.
Gustare immediatamente, il più velocemente possibile, cercando di schizzare gocce di zuppa ovunque, muniti assolutamente solo di bacchette!!!
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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
che bella zuppetta! buone le hijikiiii…mi piace la consistenza “vermosa”! 😉
sul blog de “la cuoca petulante” c’è la ricetta di un patè di alghe (hijiki in primis) da sturbo…visto che le proponi così in scioltezza direi che quel paté fa anche per te! provalo!!
^__^
mmmmm, ora vado a vedere direttamente di che si tratta: grazie per la dritta!
W LE CONSISTENZE VERMOSE 😉
questa la faccio!!!!!!!!!
Io non ho mai assaggiato le zuppe giapponesi, cinesi ect…. Ma mi piacerebbe imparare a cucinare tutte quelle alghe.
evviva le zuppe e queste le adoro!
Benvenuta nel club delle nippo-alga-dipendenti! Bellissima la tua ricetta! Questa alga poi mi piace molto, soprattutto per la consistenza quando la mangi, la metto sempre nella mia versione della miso soupe! Bella ricetta!
Questi piatti mi incuriosiscono sempre… non li ho mai provati, ma devo assolutamente farlo!
Che bella zuppetta algosa… 🙂
…anche qui a Salerno di giorno fa caldo, ma quando il sole va a nanna e le tenebre avanzano O_O fà nu caspit ‘e fridd!!! O__o
ma hijiki non è un sito come facebook????
non so cosa sia, e che sapore abbia, ma se si magna va bene lo stesso 😛
brava clo!
bellissima questa zuppettina!!!!
Zuppa profumatissima! Wow!
Splendida!
Adoro queste zuppette scalda cuore, le hijiki sono le uniche alghe che mi fanno un po’ impressione per la loro consistenza come ha detto Marta “vermosa” però qualche volta le inserisco nelle pietanza 🙂 Preferisco le arame 😉
Forse non sai che le alghe Hijiki oltre ad essere ricche di svariate sostanze nutritive, purtroppo per noi sono anche ricchissime di arsenico e per tale La Food Standards Agency, l’ente inglese di vigilanza alimentare, raccomanda di non consumare l’alga hijiki, utilizzata spesso nella cucina giapponese e vegetariana, perché contiene alti livelli di arsenico inorganico, conosciuto per la sua tossicità. L’avvertimento segue la notifica emessa da parte della Commissione europea.