Questa ricetta, molto semplice, si fa friggendo in olio bollente delle strisce di pasta (anche di pane).
Tra poco è S. Giuseppe e a casa si festeggia.
Ogni regione o città avrà un proprio nome o qualche variante, a Parma si chiama torta fritta.
La preparazione è semplicissima.
Ingredienti:
1 kg di farina 0(zero) (non usate solo manitoba ma se volete aggiungetene poca max 200 gr o 100 gr più 100 gr di semola)
500 gr di acqua calda o latte vegetale
2 cucchiai di olio gusto a piacere
lievito di birra secco o fresco (ho usato 1/2 bustina di quello secco)
sale
olio per friggere q.b. ho usato il girasole ma consiglio anche quello di arachidi o se volete anche di oliva
Procedimento:
Sciogliere il lievito di birra nell’ acqua calda (se volete aggiungete un cucchiaino di zucchero o malto )
per facilitare la lievitazione
aggiungere l’ acqua col lievito alla farina, all’ olio e al sale, impastate fino ad ottenere un impasto omogeneo.
Copritelo e lasciate lievitare fino a che l’ impasto raddoppi o triplichi il volume(dopo 1 h circa).
Dopo che ha finito la lievitazione, stendetela con la macchina per la sfoglia o col matterello dello spessore che volete, io la preferisco un poco alta, spessore di (3 o) 4 mm per averla soffice, ma dovete regolarvi voi e tirarla a piacere, tagliatela in tanti trapezi irregolari.
Dopo averla tirata, scaldate sul fuoco dell’ olio abbondante e bollente(fate 1 prova con 1 pezzo alla volta per verificare che l’olio sia in temperatura), tuffatevi le strisce di pasta trapezoidali e aspettate che si gonfino, dopo che queste saranno emerse dall’olio galleggiando e dopo aver raggiunto un colore rossiccio, o quando dopo averle assaggiate saranno cotte, scolatele e lasciatele asciugare in un contenitore con carta assorbente.
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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
Ho vissuto per 9 anni a Parma, ma non sapevo che si facesse per S.Giuseppe 🙂
buonissima! forse un po’ pesantine dato che non amo il fritto…ma….
Io la conosco come “pizzonta” (Abruzzo) Si fa a forma di pizzetta rotonda con la pasta di pane già lievitata e quando è fritta si mangia bollente dopo averla abbondantemente salata o zuccherata a seconda dei gusti. E’ stata la mia merenda estiva per tutta l’infanzia, andavo a passare le vacanze da mia nonna che fino alla fine dei suoi giorni ha fatto il pane in casa e ogni volta mi diceva che “No, oggi niente pizzonta, non è avanzato nemmeno un pezzetto di pasta di pane!” e io ogni volta ci cascavo e ci rimanevo malissimo, ma dopo dieci minuti come per magia compariva la mia buonissima pizzonta zuccherata! Grazie per avermi fatto tornare in mente tanti bei ricordi!
bouna bòn bèn….
soprattutto con la marmellata!
Mi hai fatto ricordare la mia mamma che faceva “i tortelli di S.Giuseppe”, così li chiamava lei di cui andavo matta, ora cerco di evitare ma sò che son buonissimi 😉
Ps. io avevo postato qualcosa di simile con la p.madre, non ricordo come avevo chiamato la ricetta 🙂
mamma mia che bontà,peccato che non amo friggere!
che buoni!! me li mangerei volentieri
aaaaaaaah morfeo!!!!! il mio rientro coincide con questa ricetta che gioia! ne approfitto x salutare tutti, ho avuto qualche problema con la connessione internet nella casa di bologna e nn potevo seguirvi!!! che mi sono persa?
mitica torta fritta, io la adoro!!!!
bravissimo!
Oh, oh!!!!! Sono fortunata a non friggere, penso che potrei mangiarmeli tuttiiiii!!!!!! Devono essere sensazionali!!!
@ambro’
è per questo ambrò che non scrivi +
Nooooooo torta fritta!! E’ lo gnocco fritto!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! :-)))