Il vino cotto è un prodotto principalmente pugliese, deriva da un lavoro lungo, ottenuto da due tipi di uva tipicamente pugliese: negramaro e malvasia nera. Non è di difficile reperibilità. Ci sono diversi tipi di vin cotto: originale, di fichi, d’arancia, limone e persino peperoncino. Quello di fichi, impiegato in questa ricetta; è lo stesso che ho usato a Natale per “cartellate e sanacchiudd”.
Ingredienti:
1 kg di farina per dolci
250 g dimargarina vegetale
300 g dizucchero
vino cotto (quanto ne chiede l’impasto)
1 bustina di lievito per dolci
1 bustina di vanillina
Procedimento:
Versate la farina sulla spianatoia e fate la fontana al centro, dove verserete pian piano tutti gli ingredienti. Amalgamate bene ed impastate energicamente finchè formerete una pasta liscia ed omogenea. A questo punto cominciate a preparare i vostri taralli, formando anche altre sagome che desiderate; io rimango fedele a quelle che usava fare mia madre: taralli, trecce…
Sistemate i taralli su una placca da forno infarinata ed infornate a 140-160°, per circa 15 minuti, facendo attenzione a non imbrunire troppo i biscotti. Il mio forno è ventilato, regolatevi di conseguenza per il vostro.
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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
Per fortuna non si finisce mai d’imparare, ma come si fa il vino cotto??? E che tipo di vino è meglio usare?
ciao Barbara:)il procedimento per fare vino cotto,non lo so,dovrei chiedere al produttore,da cui l’ho comprato…se lo rivedo,glielo chiedero'(viene il martedi,al mercato settimanale).Io,sia a Natale, che in questa occasione, ho usato lo stesso,quello fatto con i fichi,perche’ consigliato proprio da venditore,pare che per i dolci, sia piu’ adatto.Ti assicuro che è ottimo e poi ne basta poco,perche’ è molto denso.Semmai,tu dovessi reperirlo,assicurati che sia quello originale.^;^
Belliiiiiiii questi taralli 🙂 Anch’io sarei curiosa di sapere come si fa il vin cotto!
Che bontà Eli! Da buona pugliese anche io amo il vin cotto!
ahhhh in calabria si chiama mosto cotto, e mia nonna lo fa cuocendo i fichi neri in un pentolone sul fuoco (tipo vero calderone 🙂 ) , finchè i fichi diventano tipo prugne secche (ma mooooolto più buone!), e si conservano dentro alle foglie di limone o arancio , avvolti a loro volta nelle foglie di fichi…sul fondo della pentola rimane uno sciroppo nerissimo e delizioso che si mangia con le “pitte fritte”…un giorno posto tutto 🙂
Brava, Argie!si,anche da noi si chiama mosto…hai soddisfatto, la voglia di sapere di chi ama al cucina come tutte noi,in primo luogo,di Barbara;ovviamente,se la tua nonna, ti illustra bene il procedimento,sapremo tutte una cosa in piu’..:)grazie ragazze ^;^
Mi fa piacere notare che non sono la sola a chiedere notizie sul vino cotto o mosto cotto.
Mia madre raccontava che, in Sicilia, si metteva a bollire il mosto facendolo ridurre della metà. Ricordo che da ragazzina lo bevevamo a Natale quando facevano i mustazzoli: non ricordo cosa fossero, un impasto a base di fichi ed altro. non so se si aggiungeva altro durante la bollitura.
mi sono venuti molli sono ancora in forno troppo molli e quando si cucinano boooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Mi piacciono assai se vi si aggiunge polvere di chiodi di garofano e cannella.