Lo ammetto, mi sono ispirata alle varie ricette per farinata. Mio marito ne va matto, il suo cruccio è non trovare posti in cui comprarla (come ad esempio ci stanno le pizzerie con specialità siciliane)… Ovviamente la mia farinata non è nemmeno degna di stare al pari di quelle che ho visto qui.
Ingredienti (per 2 persone):
1 hg di farina di ceci
100 ml di acqua
olio evo
1 pizzico di sale
prezzemolo tritato
Procedimento:
E niente, si amalgama la farina con l’acqua, sciogliendo bene gli eventuali grumi, e il sale, 1 giro di olio, poi nella teglia, spolverizzare con il prezzemolo e cuocere in forno a 180° finché si forma la crosticina. Il bicchiere era una reale spremuta di arance rosse – amorevolmente spremute ogni sera dal mio caro – con un dito di dry gin (ah… il vizio!).
Bene, vi “regalo” gli unici fiori che fin’ora hanno resistito alle mie cure floricide… inizio a pensare di avere il pollice secco… (almeno voi, muscarini belli, non la abbandonate mammina, vero?).
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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
Cara Vale, la parola d’ordine è “sperimentare”! E tu lo hai ben fatto! Brava!
La farinata qui da me si chiama cecina ed è proprio un piatto tipico, anche se non è facile trovare qualcuno che la faccia buona. Meglio farsela in casa!
Un paio di anni fa avevo provato a fare le panelle, sempre con farina di ceci e acqua, ma fritte. Sono siciliane. Non sono venute granché così, mi sono buttata sulla farinata.
Ma forse ci riprovo, e chissà.
Magari stavolta, con l’appoggio di veganblog…
che belli! ma come sono, croccanti? o rimangono morbidi? e poi, scusa se te lo chiedo, ma più o meno quanto tempo ci vuole per formarsi la crosticina? Un’oretta? insomma, tu quanto li hai fatti restare in forno?
La farinata o cecina come la si voglia chiamare è sempre buonissima 🙂
Vale: io adoro la farinata e la tua mi sembra divina….e poi, che meraviglia di foto!!!!!!!
Ciao Vale,
Ho visto i tuoi fiori, belissimi, come si chiamano?
Grazie.
I fiori si chiamano Muscari, detti volgarmente lampascioni o pan del cuoco, o pentolino, fanno parte della famiglia delle liliacee. Sono bulbose, le circa 60 specie hanno colori tra il blu e l’indaco, e un lieve, piacevole profumo muschiato. In alcune regioni del sud Italia il bulbo del lampascione (non questi che vedi in foto) viene cotto per la preparazione di ricette tradizionali , l’ho scopperto or ora su wiki… quindi non sono proprio ot, i miei muscari (anche se io non li mangerei mai).
Come detto nel post, è davvero facile coltivarli. Si interrano sparsi in una fioriera, badando a lasciare qualche centimetro tra un bulbo e l’altro, e basta. Quando fioriscono, verso fine marzo, bagnare un po’ la terra se non piove. Io nemmeno li ritiro, li lascio a vegetare nel vaso, visto che comunque qui, d’inverno, fa abbastanza freddo da permettere ai bulbi di riposare.
…OTTIME LE PANELLE SICILIANE…PRESTO POSTERO’ LA RICETTA,
CHE E’ FACILISSIMA ED ASSOLUTAMENTE PALEMMMMMMITANA!!!
BACIOTTI!!!
P.S.: VALE, PERCHE’ NON POSTI ALTRE RICETTE DI LIQUORI???
Annie, non vedo l’ora di provare le tue panelle, allora!
Altri liquori al momento non ne ho, magari questa estate raccolgo un po’ di erbe e ne faccio altri.